Attualità

Scontrino elettronico: 3 app che sostituiscono il tradizionale registratore di cassa

Per chi compra non c’è differenza mentre per chi vende o fornisce un servizio la cosa è ben diversa, stiamo parlando dello scontrino elettronico.

Scontrino elettronico

Scontrino elettronico

Con lo scontrino elettronico qualsiasi transazione viene comunicata in tempo reale all’Agenzia delle Entrate, per poter fare ciò c’è bisogno di un registratore di cassa apposito o di app da utilizzare con lo smartphone o il tablet.

Ecco 3 app utili per emettere fatture e non solo.

FatturAe

La stessa Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un app compatibile sia con i sistemi Android che con Apple iOS. FatturAe consente oltre all’invio di fatture elettroniche anche l’emissione di scontrini elettronici.

Scloby

Scloby è un app con funzione di registratore telematico e fiscale, che consente di emettere scontrini elettronici e di visionare le statistiche sul venduto.

Qui scontrino

È un app Buffetti e funziona attraverso il collegamento con una stampante fiscale e raccoglie le statistiche di vendita quotidiane.

In Her Shoes di Maria Iovine: un cortometraggio sul femminismo

In Her Shoes (2019), è un cortometraggio di Maria Iovine, che parla della disparità tra uomo e donna e lo fa in un modo del tutto nuovo, ribaltandone i rispettivi status sociali. La regista si muove attraverso un paradosso che ci mostra un mondo capovolto, in cui le donne ricoprono ruoli di potere mentre gli uomini si occupano della casa e della famiglia.

Come sarebbe stata la reazione degli uomini se si fossero trovati in una condizione subordinata rispetto a quella della donna? Come avrebbero vissuto il dover ricoprire alcuni ruoli, imposti dalla società, sacrificando le proprie ambizioni personali?

In Her Shoes di Maria Iovine

Il cortometraggio femminista di Maria Iovine

La voce narrante e il protagonista di In Her Shoes è Domenico, un uomo che si racconta alla figlia come marito e come padre e rivive tutte le tappe più significative della sua vita: dall’incontro con la moglie, all’amore vissuto con lei, alla nascita della figlia e a quei momenti determinanti che, per lui, hanno rappresentato rinunce e sogni spezzati.

Domenico è un uomo che ha sacrificato tutto per la sua famiglia e che, in alcune circostanze come quella dei tradimenti della moglie, ha fatto finta di non accorgersi di nulla per paura di non poter più rivedere sua figlia.

L’idea di Maria Iovine è originale perché capovolgendo i ruoli conduce lo spettatore direttamente nel mondo stereotipato, cui siamo abituati.

Nell’osservare l’uomo casalingo che si rapporta alla moglie in carriera, la prima reazione è quella di sorridere perché sono situazioni che, nella maggior parte dei casi, esulano dai classici canoni sociali e lo sappiamo bene tutti.

La seconda reazione è quella della riflessione che ci porta a porci delle domande del tipo: perchè troviamo assurda l’idea di poter vivere in una società all’opposto? Come avrebbero reagito gli uomini davanti ad una disparità così ingiusta?

In Her Shoes di Maria Iovine

In Her Shoes di Maria Iovine

Partendo da In Her Shoes abbiamo posto delle domande, direttamente a Maria Iovine, sul femminismo di ieri, quello degli anni di Simone De Beauvoir, e su quello di oggi.

Le risposte della regista le potrete ascoltare nell’intervista video.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano è un fumetto della blogger francese Emma, diventato un best seller in Francia. La graphic novel mostra, attraverso scene quotidiane, in cosa cosiste praticamente il significato del termine carico mentale, tanto utilizzato dalle femministe.

Che cos’è il carico mentale?

Il termine carico mentale proviene dalla branca sociologica che ha codificato la Teoria del carico cognitivo.

Con il termine carico mentale si fa riferimento a tutte le problematiche logistiche delle faccende quotidiane, domestiche e alla loro suddivisione in un contesto familiare o di coppia.

Il carico mentale non corrisponde nell’eseguire tutte le azioni ma nel dover pensare a tutto ciò che c’è da fare e che si dovrebbe fare.

Per rendere meglio il concetto di questo termine, vi mostriamo una vignetta di Emma, presente all’interno di Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano.

il carico mentale secondo Emma

Bastava Chiedere! di Emma

Il carico mentale non è altro che un essere sempre vigile, per tutto ciò che riguarda la gestione e la pianificazione di tutte le incombenze da risolvere, durante l’arco della giornata e non solo.

Emma con il suo fumetto sottolinea la colpa dei compagni di sesso maschile nel rifiutare la loro parte del carico mentale, sottolineando che non c’è nessuna scusante biologica o innata nella donna, nel volersi prendere la responsabilità mentale di tutto ciò che comporta il vivere quotidiano in coppia.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Emma sottolinea il mondo stereotipato in base ai ruoli che dovrebbe avere una donna e quelli di un uomo, facendo riflettere sulla questione che di innato e predefinito, in realtà non c’è nulla.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano, tradotto e pubblicato da Editori Laterza, sarà disponibile nelle librerie il prossimo 20 febbraio. La prefazione del fumetto è di Michela Murgia.

Benevento: Unisannio promuove il teatro

L’Unisannio attraverso il CUT (Centro Universitario Teatrale) in collaborazione con la compagnia teatrale La Fermata avvicina gli studenti alla crescita culturale, avvalendosi del teatro.

Il CUT ha portato in scena Gli Uccelli di Aristofane, una commedia classica, diretta da Francesco Teselli, che ha non poche difficoltà sceniche.

Gli Uccelli di Aristofane

Il CUT di Benevento porta in scena Gli uccelli di Aristofane

Gli Uccelli di Aristofane: la trama

Pisètero ed Evèlpide, sono due ateniesi, decidono di lasciare la città in cui vivono, a causa del comportamento dei loro concittadini, e fondarne una nuova dove poter vivere serenamente. I due ateniesi giungono a Upupa, proponendo di fondare insieme agli uccelli, che abitano il luogo, una città nuova nel cielo.

In un primo momento gli uccelli sono diffidenti e mostrano delle resistenze perché non si fidano di nessun essere umano ma, successivamente, cedono e iniziano i lavori per fondare questa nuova città.

Gli uccelli diventano gli esecutori del potere divino tra gli uomini mentre Pisètero viene nominato successore di Zeus e diviene sposo di Regina, la donna depositaria dei fulmini del padre degli Dèi.

Gli Uccelli di Aristofane ha come tema principale la meschinità dell’uomo che, davanti la bramosìa del potere, diventa sconfinata.

Unisannio laboratorio teatrale

Unisannio laboratorio teatrale

Abbiamo chiesto a Gilda Ciccarelli il perché della scelta di una commedia che affronta la meschinità dell’uomo e ci ha risposto così:

In questo periodo storico è necessario far presente come sia semplice passare da brave persone a persone meschine e bisogna rendersene conto, intervenendo nello stesso modo in cui hanno provato a fare gli uccelli, protagonisti di questa rappresentazione teatrale.

Generoso Uva riguardo questo progetto afferma:

Il CUT è la dimostrazione che l’Unisannio è viva ma che, soprattutto, i giovani sono vivi e vivaci e hanno grande voglia di fare e di crescere.

Antonella Tartaglia Polcini e Generoso Uva

Antonella Tartaglia Polcini e Generoso Uva

Antonella Tartaglia Polcini, professoressa di Diritto Civile, afferma l’importanza del teatro all’interno dell’ambiente accademico perché è una grande palestra di vita atta a dare gli strumenti più idonei per poter affrontare la vita con maggiore maturità.

La professoressa riguardo l’importanza del teatro afferma:

La cultura teatrale e la cultura sono al centro della politica volta verso la crescita dell’Unisannio perché le attività laboratoriali sono fondamentali per la formazione del singolo individuo nella sua completezza e nella sua complessità. Il teatro è un’espressione culturale che consente di coniugare tradizione e innovazione.

Gli appuntamenti del CUT, in collaborazione con La Fermata, non sono finiti: a gennaio ci sarà un altra rappresentazione teatrale ad attendervi!

Simone de Beauvoir: situazione della donna oggi

Il 9 gennaio del 1908 nasce Simone de Beauvoir, scrittrice, insegnante e filosofa oltre ad essere una delle figure più rilevanti all’interno del movimento femminista. Durante gli anni ’70 è stata in prima linea su tematiche sociali di vario genere.

Nei suoi scritti è predominante la voglia di sollevare e di trattare tematiche inerenti la condizione della donna come, ad esempio, quella dell’aborto, del ruolo della donna non delimitato al focolare domestico e dell’importanza per la donna di trovare una posizione sociale indipendente e non subordinata a quella dell’uomo.

La donna di cui parla Simone de Beauvoir è un ritratto di una donna moderna, non assoggettata ai retaggi culturali, che la vogliono ingabbiata a taluni comportamenti sociali che producono un’idea rassicurante ma non ne fanno un individuo pensante. Molti di questi temi sono ancora attuali ma, a differenza degli anni in cui ha vissuto la filosofa francese, oggi restano sospesi e senza risposta.

Mi spiego meglio.

Siamo abituate a sbandierare ai quattro venti la volontà di voler essere indipendenti, di voler cambiare la società maschilista che, ancora oggi come ieri, ci penalizza, soprattutto, a livello lavorativo.

Molto spesso quando si parla di emancipazione femminile solleviamo importanti questioni senza però trovare ad esse soluzioni o agendo, a nostra volta, in modo maschilista nei confronti delle altre donne.

Noi donne dovremmo iniziare a sganciarci da questi comportamenti e a riconoscere modus operandi che appartengono alla società maschilista perché a volte, inconsapelvomente, ci comportiamo come il sottoprodotto di quel tipo di modello che respingiamo a parole ma non nei fatti.

Potrei fare degli esempi ma non è questo il luogo giusto per farlo. Ritengo che sia più appropriato riportare alcuni passi di una conferenza di Simone de Beauvoir, tenuta in Giappone nel 1966, che spiega la situazione della donna oggi come ieri.

Le parole della filosofa esistenzialista sono attuali perché molti problemi irrisolti sulla condizione femminile sono perfettamente calzanti ancora oggi.

Ciò probabilmente dipende da una paralisi e per certi versi anche da una regressione della società, che ci porta a galleggiare su un mare di problemi a cui non si fa fronte o non lo si fa nel modo giusto.

Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir

Nel 1966 Simone de Beauvoir diceva:

Anzitutto, penso che la donna che accetti di vivere in una totale dipendenza economica nei riguardi di un uomo – destino della donna sposata classica – accetta anche di vivere in una dipendenza morale, psicologica, in una totale dipendenza interiore. E questo, trovo che nessun essere umano lo dovrebbe accettare. La donna dipendente l’accetta, perché la condizione materiale della vita è il fondamento dell’intera vita: se una donna è incapace di sopperire da sé ai propri bisogni, è costretta a sottomettersi alla volontà dell’uomo.

E in particolare se – cosa che accade di frequente- un matrimonio va male, se una donna cessa di amare il marito, si trova costretta, per ragioni materiali, a innumerevoli compromessi; è spinta a imbrogli morali, alla malafede, a ingannare se stessa, insomma a un insieme di comportamenti che ritengo profondamente riprovevoli.

Nello stesso tempo è in gioco la sua felicità: dipende dalla libertà dall’altro, dalla libertà dall’uomo. Ne ho visto una quantità di esempi strazianti: se l’uomo non ama più la moglie, se decide di lasciarla, lei si ritrova molto frequentemente senza risorsa alcuna, sia materiale sia morale, perché aveva puntato tutto sull’amore del marito ed era, anche nel suo essere interiore, nell’intimo di se stessa, interamente dipendente, al punto che non sa neppure più chi sia né nperché viva, quando non è più amata.

Affrontata la prima questione: quella dell’indipendenza economica da cui scaturiscono altre indipendenze della stessa importanza. Simone de Beauvoir prosegue, affrontando una questione ancora all’ordine del giorno: la differenza salariale tra uomo e donna.

E dice:

In tutti i campi, tanto nelle libere professioni quanto nella classe operaia, si vede succedere esattamente la stessa cosa. Ci sono state molto recentemente in Inghilterra grandi dichiarazioni di lavoratrici inglesi che si proponevano come primo obiettivo la lotta per l’uguaglianza del salario tra uomini e donne. Ma il loro portavoce aggiungeva che non c’era nessuna speranza di conseguirla prima di una decina o perfino di una quindicina di anni.

C’è stato pure un movimento davvero straordinario, tre o quattro mesi fa, in Belgio: si sono riunite delle operaie, hanno fatto manifestazioni di massa, sono sfilate nelle strade reclamando l’uguaglianza dei salari; con le loro proteste, con scioperi, l’hanno ottenuta in alcune aziende.

Questa vittoria rappresenta una speranza, un esempio; ma è eccezionale. Su questo punto, la donna è di solito profondamente svantaggiata rispetto all’uomo. Non farà una carriera brillante, non avrà successo che le dia soddisfazione, e sarà pagata meno di lui.

Il problema della disparità tra uomo e donna, oltre ad essere un problema culturale, è un problema sociale e quindi politico.

Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir

Cosa ferma il percorcorso verso la parità tra uomo e donna per Simone de Beauvoir?

Apparteniamo a democrazie borghesi e c’è  in seno alla democrazia borghese una costraddizione che risalta in molti campi, in quello della donna tra gli altri. Da un lato la democrazia borghese vorrebbe essere una democrazia, cioè un regime in cui c’è uguaglianza perfetta tra tutti i cittadini. Non ci sono discriminazioni né di razza né beninteso di sesso. Di conseguenza le donne sono uguali agli uomini. È per dimostrare questo che ci hanno dato all’indomani della guerra i diritti politici, in particolare quello di voto, e si è ritenuto che dovessimo accontentarcene, che accordandoci questi diritti venissimo davvero riconosciute uguali agli uomini.

Ma d’altro lato la democrazia borghese è borghese, cioè significa che la direzione del paese appartiene a una certa classe; la quale vuole naturalmente conservare i propri privilegi, il proprio ruolo dirigente, cioè l’ordine stabilito. Qui tocchiamo un punto estremamente importante. Si tratta di dare l’impressione che siamo in democrazia, pur conservando l’ordine stabilito che è fondato sulla disuguaglianzqa. In particolare, si manterranno le donne in stato d’inferiorità.

I passi riportati di Simone de Beauvoir rappresentano un assaggio del contenuto della conferenza, che potrete leggere integralmente nel libro Quando tutte le donne del mondo…, pubblicato nel 1982 da Giulio Einaudi editore.

Con questo breve accenno su tematiche attuali, su cui sarebbe importante riflettere, abbiamo voluto darvi un breve ritratto del pensiero di Simone de Beauvoir.

Poliamore: la nuova frontiera dell’amore?

Con il termine poliamore s’intende una scelta filosofica e sentimentale che ammette la possibilità che una o più persone possano avere più relazioni intime contemporaneamente, alla luce del giorno e con il consenso di tutte le persone interconnesse attraverso un legame pluriaffettivo.

Poliamore è un neologismo in cui non sono incluse relazioni clandestine perché tutti sono a conoscenza di tutto.

Poliamore

Poliamore

Poliamore: tipologie

All’interno del poliamore esistono diverse tipologie di relazioni: la polifedeltà, le relazioni secondarie, la poligamia, la relazione di gruppo o il matrimonio di gruppo. Quest’ultimo è consentito solo nei Paesi Bassi dove è legittimata legalmente l’unione civile tra più persone.

Quando parliamo di polifedeltà ci riferiamo a rapporti sentimentali e sessuali circoscritti ad un particolare gruppo di partner.

Le relazioni secondarie sono legami gerarchici, in cui vige un rapporto primario e altri subordinati o secondari.

La poligamia consente di sposare più persone che possono, a loro volta, avere più relazioni.

La relazione o il matrimonio di gruppo consente a tutti i membri del gruppo di sentirsi legati reciprocamente in modo uguale.

Poliamore

Poliamore

Poliamore: su cosa si basa

Il poliamore, allo stesso modo delle altre relazioni affettive, si basa sulla fedeltà, sull’onesta, sul rispetto e sulla comunicazione.

La fedeltà all’interno del poliamore si riferisce agli accordi presi ovvero quello di tener fede a ciò che è stato stabilito tra i componenti di un gruppo poliamoroso. Qualora vi fosse una relazione sessuale o sentimentale tenuta segreta nel gruppo questa rappresenta una violazione degli accordi presi, per fare un esempio. Dunque la fedeltà per come la si intende all’interno di un rapporto monogamo cambia di significato perché, in un rapporto a due, con questo termine s’intende l’esclusività affettiva e sessuale.

Per poter vivere serenamente un rapporto poliamoroso dunque c’è bisogno di fedeltà e di apertura verso tutti i partner. Atteggiamenti su cui la maggior parte di noi avrebbe difficoltà a mettere in pratica a causa dei retaggi culturali e sociali a cui siamo abituati.

Il paradosso, infatti, consiste proprio in questo: la maggior parte di noi trova stramba l’idea di condividere un rapporto sentimentale tra più persone però anche se la società non lo accetta sono numerose le persone che vivono in rapporti poliamorosi ma ne sono all’oscuro. In breve il tradimento, in un certo qual modo, è come un rapporto poliamoroso dove però il terzo, il quarto o i vari elementi coinvolti, nella maggior parte dei casi, sono all’oscuro di vivere un rapporto tra più persone.

Diversi modi di concepire le relazioni amorose

Diversi modi di concepire le relazioni amorose

Per poter essere onesti e rispettosi all’interno di un rapporto poliamoroso è necessaria un’apertura mentale tale da consentire a tutti il superamento di molti comportamenti sociali che ci appartengono. Inoltre c’è bisogno di molta pazienza perché se vivere un rapporto monogamo non è semplice, all’interno di un gruppo composto da più persone le varie problematiche presenti in un rapporto a due si raddoppiano o triplicano.

La comunicazione dunque svolge una funzione centrale perché non bisogna lasciare nulla di non detto, per evitare fraintendimenti che potrebbero rompere l’equilibrio di un gruppo amoroso.

Bandiera poliamore

Bandiera poliamore

Il poliamore, come abbiamo detto precedentemente, è una scelta filosofica e sentimentale perché ad oggi non esiste nulla che legittima legalmente ciò.

Campagna contro i fuochi illegali,
Cerullo: «La tua mano è preziosa, non farti male»

La notte di San Silvestro si avvicina e come da tradizione si festeggerà l’arrivo del nuovo anno con l’esplosione dei petardi e fuochi d’artificio.

Il professore Domenico Cerullo da anni impegnato in campagne di sensibilizzazione contro l’uso incauto dei fuochi illegali, nel corso dell’intervista spiega, soprattutto ai più giovani, la pericolosità dei fuochi d’artificio illegali che possono essere paragonati a dei veri e propri ordigni esplosivi e produrre lesioni gravi come ustioni al viso, alle mani e danni alla vista.

Savana on the road,
nel libro di Chiara Castellani il diritto di sognare un Congo migliore

Savana on the road – Il diritto di sognare” è una lunga lettera che Chiara Castellani, chirurgo di guerra e missionaria laica da ventisei anni in Africa, scrive a Kikobo, un infermiere congolese affetto dall’Aids.

Chiara e Kikobo diventano amici percorrendo, in sella ad una Yamaha 25, le strade del Congo per raggiungere i villaggi più dimenticati e curare gli ammalati. Negli interminabili e avventurosi viaggi all’interno di un Paese lacerato da guerre civili, Chiara e Kikobo sognano insieme un futuro dove il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e alla pace siano rispettati.

Chiara Castellani si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con l’ideale di aiutare le vittime della guerra in Africa e realizzare il sogno che coltivava fin da bambina.

Il sogno di Chiara Castellani

È Kikobo a insegnare a Chiara Castellani che il miglior investimento che si possa fare, quando si redigono progetti di sviluppo per l’Africa, è quello sulla persona umana. Ora Kikobo è medico e assistente universitario e con il proprio esempio insegna ai giovani congolesi a costruire il proprio futuro e a curare l’Aids.

Provincia,
il bilancio del primo anno e i prossimi traguardi del presidente Biancardi

Il Presidente della Provincia di Avellino, Domenico Biancardi, cogliendo l’occasione del tradizionale scambio di auguri natalizi traccia un bilancio del primo anno di lavoro a Palazzo Caracciolo e anticipa il vasto programma di interventi previsto per il 2020.

Si chiude così un anno intenso e ricco di iniziative che hanno interessato: la promozione del territorio, il miglioramento dell’edilizia scolastica, il rifacimento della rete stradale e il potenziamento della raccolta dei rifiuti.

Qualità della vita ad Avellino,
Fiordellisi (Cgil): «Noi sempre più giù nella classifica»

Il segretario generale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, commenta la classifica sulla qualità della vita diffusa l’altro giorno dal Sole 24 Ore.
«Quello che più colpisce -dichiara Fiordellisi- è che vanno peggio le tre aree interne, Avellino, Benevento e Caserta, mentre avanzano di qualche punto Napoli e Salerno.
In questo l’assenza drammatica dell’impresa, ovvero di imprenditori locali che facciano veri e adeguati investimenti su attività produttive del manifatturiero ecocompatibile, si fa sentire. Difatti, tutti gli imprenditori sembrano interessati ai servizi essenziali alle persone  – dai rifiuti all’acqua alla depurazione – in cui la remunerazione è maggiore, e lavorano per smontare anche aziende pubbliche solide.
Questo vuol dire che pensano non a sviluppare e migliorare le produzioni manifatturiere, prova ne è che appena è aumentata la sensibilità ambientale e civile dei cittadino molti autorevoli referenti industriali si sono lamentati e oltre il lamento nessun euro è arrivato dai privati!
La Cgil è convinta che vada immaginato nel breve termine un programma di attività utile a rilanciare in primis l’industria manifatturiera nel solco dell’ecocompatibilita e dell’economia circolare. Solo in questo modo possiamo rilanciare le aree interne e far muovere il territorio dalla stagnazione economica, dal disagio sociale, dalle disuguaglianze; a seguire le attività formative di ricerca e innovazione per affrontare il futuro, futuro che peraltro è già in essere ma poco percepito.
Da queste cose possiamo arretrare la caduta verticale e modificare concretamente la situazione, che da anni è disegnata dai dati statistici, ma da noi vissuta sulla pelle. Da questo si innescano, naturalmente, la cultura e lavoro dignitoso per giovani e donne, limitando l’abbandono di quasi tre laureati su cinque delle nostre province».
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