Alfonsina Merola

Vino, bike e filosofia: doppio appuntamento di Aminea Winery per il trentennale del Taurasi

Aminea Winery per festeggiare il trentennale del Taurasi organizza un doppio appuntamento che prevede visite guidate tra i vigneti con pranzo filosofico che avrà come tema il gusto.
Un’idea originale che sdogana i classici approcci al vino fatti di assaggi e degustazioni d’impronta più classica, che rimanda ad eventi  per cui, molto spesso, bisogna macinare centinaia di chilometri per poterli vivere dal vivo. Finalmente ora sarà possibile viverli a Km0.
Il Taurasi, infatti, rappresenta non solo un’eccellenza del nostro territorio ma nazionale ed internazionale al pari di un Brunello, per intenderci, ed è giusto regalargli il giusto spazio attraverso idee innovative che, se ripetute nel tempo, potrebbero rappresentare un’attrattiva enoturistica.
Per citare Jonathan Nossiter, noto sommelier:
Il vino custodisce la memoria degli uomini, soprattutto quella storica, perché ci restituisce la forma, il senso e la struttura etica attraverso la memoria dei nostri avi, dei momenti chiave della sua storia e senza il nostro passato storico saremmo persi, vivendo in balìa delle menzogne, in primo luogo delle nostre.
Il vino, infatti, ha un rapporto unico con la memoria perché oltre a quella storica è in grado di trasmetterci una memoria personale (quella di chi beve e di chi lo produce), un ricordo soggettivo che unito ali altri crea una memoria comune.
La memoria comune legata ad un vino è rappresentata dalla memoria di un terroir, espresso sotto la forma  di un gusto in continua evoluzione, costantemente attivo perché il vino è una materia viva.
Il Taurasi rappresenta l’espressione di un territorio perché rappresenta l’espressione di un luogo ben preciso, vettore di un’identità collettiva, della storia di una civiltà locale e del rapporto che ha con la natura.
Baiardo il Taurasi di Aminea Winery
Il Taurasi esprime in modo singolare e unico ciò che siamo e, cosa non meno importante, quello che speriamo o facciamo finta di essere. Il vino è il sangue della nostra terra ma anche spesso vettore di falsi atteggiamenti e di frottole. L’evoluzione del gusto del vino, nel corso di secoli, porta con sé una serie di rivelazioni profonde sulle persone che lo esprimono e, spesso, lo reprimono.
Non vi resta che partecipare al doppio appuntamento a Castelvetere sul Calore in contrada Santa Lucia presso Aminea Winery per le iniziative in occasione del trentennale del Taurasi Docg!
doppio appuntamento di Aminea Winery per il trentennale del Taurasi

Doppio appuntamento di Aminea Winery per il trentennale del Taurasi: il programma

Sabato 25 marzo dalle 11.00 aperitivo di benvenuto con la bollicina Donna Francé. Alle 11.30 escursione nei vigneti a bordo di una e-bike per scoprire l’areale del Taurasi. Dalle 12.30 la visita presso la cantina di Aminea, poi a seguire il pranzo filosofico con la disputa sul gusto a cura dei docenti Edmondo Lisena e Leonardo Festa, con degustazione in bottaia del Taurasi Docg 2019.
Domenica 26 marzo in mattinata il medesimo programma, con aperitivo, escursione in e-bike e visita della cantina. Alle 12.30 il talk “La via del vino”: tra storia, archeologia e antropologia con i docenti Flavio Castaldo, Maria Consiglia Alvino e Leonardo Festa. A seguire degustazione del Taurasi con salumi e formaggi.
A Castelvetere sul Calore degustazioni in bottaia per sabato 25 e domenica 26 marzo 2023.
Il costo dei pacchetti è di 35 euro a persona. I posti sono limitati, è obbligatoria la prenotazione.
Per info 0827-65642; +39 351 6723592

A Grottaminarda è stato presentato il corso universitario in Scienze Biologiche

L’Università degli Studi del Sannio ha attivato il corso di laurea in Scienze biologiche per la diagnostica clinica con sede didattica a Grottaminarda, che partirà dall’anno accademico 2023/24.

L’apertura di un corso di laurea a Grottaminarda e, dunque nel territorio irpino, rappresenta non solo sviluppo culturale ma, soprattutto, un rapido accesso all’istruzione universitaria a Km0. Avere la possibilità di frequentare un corso di laurea, infatti, consente di avere maggiori competenze professionali che, non solo arricchiscono lo studente da un punto di vista accademico ma lo rendono più appetibile per il mondo del lavoro che, oggi, è più competitivo e spietato rispetto a quello di ieri.

Poter frequentare un corso di studi universitario nella propria terra di origine rappresenta una risorsa sotto diversi punti di vista: culturale, sociale, economico e territoriale perché ciò evita la dispersione di menti brillanti che, molto spesso, non ritornano più, apportando miglioramenti in altre zone, che hanno permesso loro una formazione accademica in linea con le richieste di talune figure professionali e quindi di determinate posizioni lavorative disponibili.

Evitare lo spopolamento delle aree interne è un problema che affligge le nostre zone da tempo e creare nuovi poli accademici rappresenta un tassello importante, per cercare di arginare questa problematica. Poter studiare nel proprio territorio significa restare e mettere radici oltre alla possibilità di poter frequentare un corso di studi risparmiando sulle spese, spesso gravose per molti, che riguardano l’affitto e altri costi vivi, che uno studente fuorisede è costretto ad affrontare.

L’Università del Sannio in questo modo apre i confini della cultura accademica in modo strategico, per stimolare non solo il desiderio di arricchirsi attraverso un percorso di studi universitario e professionalizzante ma stimolando e creando domande per future posizioni lavorative.

Incrementare la cultura è il primo passo che può permettere di attuare un cambiamento sostanziale per le zone dell’entroterra, stimolando e sviluppando l’economia circolare di un’intera area.

L’iniziativa è stata presentata da Unisannio, ASL di Avellino e Comune di Grottaminarda nella sala consiliare di Palazzo Portoghesi in Piazza Monumento.

A Grottaminarda è stato presentato il corso universitario in Scienze Biologiche

Presentazione del corso universitario in Scienze Biologiche: gli interventi

Il Consigliere delegato alla Sanità ed ai Rapporti con le Istituzioni universitarie, Antonio Vitale ha affermato:

Il progresso della cultura è favorito dal decentramento territoriale delle università.

Finalmente con la delocalizzazione territoriale dell’offerta formativa possiamo favorire l’accesso all’istruzione universitaria a persone che altrimenti ne sarebbero escluse per motivi economici, sociali e culturali. Il Corso in Scienze Biologiche rappresenta una vera opportunità di crescita culturale con importanti sbocchi in campo professionale e occupazionale che ci auguriamo possano cogliere i ragazzi che stanno ultimando  gli studi della scuola secondaria di secondo grado e non solo

L’Assessore all’Istruzione, Marilisa Grillo ha sottolineato l’importanza di questo nuovo traguardo che non fa altro che arricchire il territorio:

L’apertura di un nuovo corso di laurea è non solo motivo di orgoglio per la comunità, ma un segno tangibile che qualcosa si muove. Avere un Polo Universitario che si arricchisce di nuovi corsi di laurea è sinonimo di un lavoro accademico che funziona bene e che offre una qualità didattica eccelsa. Un tassello prestigioso non solo per Grottaminarda, grazie alla presenza di infrastrutture viarie e servizi, ma per la cultura dell’intero territorio.

Il Sindaco di Grottaminarda

Il Sindaco, Marcantonio Spera, ha affermato con grande entusiasmo:

Questo grande traguardo è anche il preludio di una grande “Rinascita” sociale, culturale ed economica.

Il Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio, Pasquale Vito, si è soffermato sugli aspetti tecnici del corso:

Il corso di laurea triennale in Scienze biologiche per la diagnostica clinica intende formare un biologo clinico che, in ambito sanitario, effettua test su tessuti o liquidi biologici per la diagnosi e la prevenzione delle malattie e per la ricerca biomedica. Il corso prevede anche lo svolgimento di attività formative e laboratoriali presso ospedali e strutture sanitarie afferenti all’ASL di Avellino.

Il Rettore Gerardo Canfora ha sottolineato il problema dello spopolamento delle aree interne dichiarando:

Vogliamo andare incontro ai territori perché avvertiamo forte il nostro ruolo di presidio culturale per le comunità locali contro lo spopolamento delle aree interne. Partiamo con un corso di laurea in ambito sanitario all’indomani di una pandemia che ha mostrato quanto sia importante l’approfondimento delle conoscenze in settori disciplinari fondamentali per la vita delle persone.

Il Direttore generale dell’ASL di Avellino Mario Nicola Vittorio Ferrante, Mario Nicola Vittorio Ferrante, ha concluso:

Siamo molto soddisfatti di avviare sul nostro territorio un percorso di formazione universitaria per biologi, fortemente voluto dall’Azienda Sanitaria Locale che si è fatta promotrice d’intesa con l’Università del Sannio in collaborazione con l’amministrazione comunale di Grottaminarda.

Partendo dall’esperienza decennale maturata dall’Azienda Sanitaria Locale in ambito universitario abbiamo deciso di puntare su un nuovo modello sperimentale che coniughi formazione ed esperienza sul campo, offrendo una importante occasione di crescita sia per l’Azienda che per il nostro territorio.

Il primo passo verso un cambiamento e una rivoluzione culturale nel nostro territorio è stato fatto, ora sarà compito dei futuri studenti quello di proseguire i prossimi passi altrettanto importanti.

La Rinascita di Marcantonio Spera: grande segno di democrazia

La Rinascita, la lista civica con a capo Marcantonio Spera durante le scorse amministrative, ha deciso, dopo 7 mesi di amministrazione comunale, di incontrare la cittadinanza con un’assemblea pubblica che si è svolta ieri nella sala Thomas Menino, per comunicare i passi fatti fino ad oggi e per mettere al corrente la cittadinanza sia sui traguardi raggiunti, sui prossimi obiettivi e sulle varie criticità che potranno esserci. L’incontro è stato a tutto tondo un’assemblea pubblica in cui la parola è stata data anche ai cittadini che hanno espresso pareri, opinioni e criticità che, spesso, possono sfuggire anche agli occhi più attenti e scrupolosi.

Un segno di grande apertura e di democrazia intese nel senso intrinseco che queste parole racchiudono. L’evento infatti ha dimostrato con i fatti la voglia non solo di rendere partecipe attivamente la cittadinanza tutta, a prescindere dal proprio credo politico, ma soprattutto di voler mettere finalmente fine a comportamenti oscurantisti che hanno caratterizzato la comunità grottese nei precedenti mandati.

Il Sindaco di Grottaminarda

La Rinascita non è solo una grande squadra che si adopera per il bene comune ma, soprattutto, è una grande famiglia che guarda con lungimiranza al futuro di Grottaminarda e che vuole fortemente la ripresa economica e sociale di una cittadina che ha un grande potenziale che però non è mai stato sfruttato per il bene comune.

Il punto principale di questo nuovo modo di fare politica consiste nella partecipazione e collaborazione di tutti perché Marcantonio Spera è ben consapevole che l’unione non solo fa la forza ma soprattutto è capace di attuare grandi cambiamenti sostanziali.

La comunità, infatti, si compone non solo di chi viene incaricato di amministrarla ma soprattutto di chi la vive ogni giorno.

La politica in questo modo segue il suo naturale percorso e significato: quello della politeia aristotelica formata in primis da cittadini che sono sostanzialmente uomini liberi e pensanti, che possono partecipare attivamente e costruttivamente per migliorare la propria comunità attraverso proposte ma anche critiche perché soprattutto queste ultime, se fatte con finalità costruttive e non demolitrici, sono l’elemento fondamentale per la crescita sociale, politica ed economica di una città.

È giunto il momento di attuare un cambiamento radicale che ha come mission quello di educare la comunità ad un senso civico nuovo e di appartenenza aggregante che possa essere e diventare la forza motrice di una nuova visione di Grottaminarda e l’evento di ieri non è stato altro che la dimostrazione tangibile di una politica volta verso il cambiamento a favore della collettività.

Grottaminarda: grande successo per la tombolata solidale

La tombolata solidale organizzata dall’Amministrazione di Grottaminarda, che si è svolta il 26 dicembre, è stata un grande successo. Un evento che ha mostrato il cuore della comunità grottese che ha partecipato attivamente per aiutare le famiglie più bisognose, donando un sorriso a chi, soprattutto in queste festività, non ha la nostra stessa serenità, purtroppo.

Siamo troppo abituati a non renderci conto che, spesso, anche nelle nostre piccole comunità ci sono persone che hanno bisogno e, a volte, basta un piccolo gesto che, sommato a quelli degli altri, può fare la differenza, regalando un sorriso.

L’intero ricavato della tombolata solidale è stato devoluto interamente alla Caritas locale, associazione che conosce bene la realtà sociale e le piaghe di alcune famiglie.

Durante le festività natalizie si predica sempre l’altruismo e la bontà ma sono poche le azioni che dimostrano la vicinanza concreta a quelle famiglie più bisognose, la tombolata solidale invece ha messo in pratica i buoni propositi di chi con una piccola azione ha potuto contribuire nell’aiutare il prossimo.

Sicuramente c’è chi penserà che queste manifestazioni non dovrebbero svolgersi solo durante il Natale, ed è anche vero, ma l’importante è iniziare e l’inizio migliore per una serie di eventi solidali non poteva che essere quello del Natale.

Chi ben comincia è a metà dell’opera, secondo Ippolito Nevio e anche a mio avviso.

Dopo anni Grottaminarda ha avuto l’occasione per poter mostrare il suo grande cuore ma, soprattutto, di sentirsi una comunità, condividendo in allegria e armonia una festa che, generalmente, si trascorre in casa.

È stato commovente vedere riuniti tutti come una grande famiglia perché, se ci pensiamo bene, il senso di appartenenza ad una comunità è proprio questo: stare insieme, condividere momenti di aggregazione e allo stesso tempo aiutare in modo concreto il prossimo.

L'Amministrazione di Grottaminarda organizza una tombolata solidale per le persone più bisognose

La tombolata solidale è stata anche un momento culturale per riscoprire detti, parole popolari grottesi che tra sketch, risate e ironia hanno dato un quadro sociologico di una comunità che ha i suoi pregi e i suoi difetti ma soprattutto una propria identità sociale e umana.

Ciascuna associazione locale ha dimostrato le proprie doti, dimostrando bravura e professionalità perché c’è voglia di fare, c’è passione ma, soprattutto, c’è voglia di condividere e stare insieme.

A volte basta poco per poter vedere il bello di una comunità, che ha voglia di stare insieme e di sentirsi una grande famiglia appartenente ad un tutto che non riguarda solo la propria sfera privata ma quella sociale, politica e collettiva e dovrebbe essere questo il senso intrinseco del fare politica, quella buona e tesa al miglioramento.

Attraverso piccoli passi e piccoli gesti si costruiscono grandi cose.

Ad maiora!

Grottaminarda: consiglio comunale e linee programmatiche

Si è svolto lo scorso 25 ottobre il consiglio comunale a Grottaminarda, per discutere le linee programmatiche.

Un incontro dell’Amministrazione comunale per rendere partecipe la cittadinanza sull’operato svolto nei pochi mesi trascorsi e sui nuovi progetti e criticità a cui si sta lavorando.

Consiglio comunale Grottaminarda

Consiglio comunale Grottaminarda: argomenti all’ordine del giorno

Gli argomenti e i punti da trattare sono stati i seguenti:

1. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente.
2. Ratifica della deliberazione di Giunta Comunale n°50 del 26.08.2022 avente ad oggetto: “Variazione al Bilancio di Previsione finanziario 2022/2024 adottata in via d’urgenza ai sensi dell’art. 175 c.4 del D.Lgs n°267/2000 e al D.U.P. 2022/2024”.
3. Presentazione Linee programmatiche dell’Ente.
4. Approvazione del Bilancio consolidato dell’esercizio 2021 ai sensi dell’art. 11-bis del D.Lgs. n. 118/2011 e dell’art. 151 comma 8 del D.Lgs. n. 267/2000.
5. Integrazione Programma Triennale Opere Pubbliche 2022/2024 e Biennale Acquisti approvato con deliberazione del Commissario Straordinario assunta con i poteri del Consiglio Comunale n°6 del 30-05-2022.
6. Variazione al bilancio di previsione finanziario ed al D.U.P. 2022/2024. Determinazioni.
7. Approvazione Regolamento per la tutela e valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali locali. Istituzione della de.co. (denominazione comunale).
8. Adesione Carta Europea dei diritti delle donne nello Sport.
9. “Emergenza caro bollette”. Determinazioni.
I temi all’ordine del giorno sono stati trattati e affrontati seguendo l’ordine indicato ma con qualche dispersione attraverso voli pindarici, che potevano essere ampiamente evitati e su cui ci soffermeremo più avanti.
Come ha ricordato Marcantonio Spera, sindaco di Grottaminarda, ciò che sta facendo principalmente la nuova Amministrazione è correggere e ripristinare in modo adeguato ciò che è stato ereditato dal precedente mandato, cercando allo stesso tempo di apportare novità che possano creare un volano economico per la comunità.
Un lavoro sicuramente non semplice ma che attraverso un lavoro sinergico da parte di tutti (maggioranza e minoranza) potrebbe sicuramente rivelarsi efficace per la comunità.
I cittadini hanno scelto i propri rappresentanti, a prescindere dalla carica che si ricopre, dunque, sarebbe doveroso, da parte di chi è stato scelto, di rispettare la fiducia data, ricambiandola con un lavoro di squadra teso al bene comune e portando avanti un modus operandi concreto.
In che modo? Mettendo in luce criticità e dando soluzioni, come è stato fatto, decidendo di scendere in campo insieme come un’unica squadra perché amministrare è sinonimo di mettersi al servizio della comunità lavorando, impegnandosi e dedicando del tempo sano ed utile per costruire e fare, senza trascendere in pettegolezzi che con la politica non hanno nulla a che fare.
Ad esempio, le storie di damigelle che necessitano dell’aiuto del prode cavaliere di turno, le possiamo lasciare nei libri desueti delle fiabe perché anche queste si sono evolute.
Il consenso elettorale dato alla nuova Amministrazione ha palesato la volontà dei grottesi di aspirare ad un altro tipo di politica: una politica concreta, pulita e trasparente, basata sul lavoro teso verso la comunità. Il desiderio della cittadinanza è quello di poter vivere in una comunità che possa sentirsi e definirsi tale.
Dunque, eventuali livori personali che ancora devono essere digeriti devono essere messi da parte per non trascendere nel ridicolo e per perseguire un unico fine: il bene della comunità diventando pars costruens e non destruens.

Il Terremoto-Irpinia 1980: il docufilm di Alessandra Rossi

Il Terremoto-Irpinia 1980 è un docufilm di Alessandra Rossi, che racconta attraverso le voci di chi c’era ed ha vissuto in prima persona, l’evento più catastrofico della storia repubblicana.

La pellicola è stata proiettata al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda nell’ambito della “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici”, evento a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “Sezione Irpinia”, in partenariato con “Science Together”.

Era il 23 novembre del 1980 e 90 secondi di terremoto hanno devastato un intero territorio, creando una tragedia sotto diversi punti di vista: sociale, economico, politico ma, soprattutto, umano.

Il Terremoto-Irpinia 1980: il docufilm di Alessandra Rossi

Il documentario affronta la catastrofe del terremoto in modo diverso e interessante rispetto ad altre realizzazioni cinematografiche, che si soffermano principalmente sull’aspetto umano e sentimentale relativo al tempo in cui si è verificato il cataclisma.

La novità racchiusa nel lavoro di Alessandra Rossi consiste nel presentare il terremoto del 1980, ripercorrendo i momenti simbolici del prima, durante e dopo. Proprio in questa ricostruzione e narrazione che è presente la novità. L’evento tragico del cataclisma, infatti, viene analizzato in tutte le sue parti, rimettendo tutto in discussione e mostrando parallelamente due strade ideologiche che, seppur diverse, fanno parte della stessa faccia della medaglia.

Il documentario analizza il canone giornalistico del tempo, come ad esempio il Fate Presto de Il Mattino di Napoli, che in qualche modo richiamava lo stile della Pop Art.

Non è un caso che Andy Warhol abbia reinterpretato la prima pagina del giornale, facendola diventare un’opera d’arte sociale per invitare ad un tempestivo intervento e soccorso alle vittime del sisma, concentrando l’attenzione su quell’imperativo dietro cui vi era una chiara richiesta di aiuto, per l’emergenza sociale causata dal terremoto. Fate Presto infatti è diventato il simbolo del terremoto in Irpinia conosciuto in tutto il mondo.

All’interno del documentario viene mostrato il discorso dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che descrive così la devastazione vista con i suoi occhi in Irpinia:

Sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica.

Ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò. Interi paesi rasi al suolo, la disperazione, poi, dei sopravvissuti vivrà nel mio animo.

Ebbene, a distanza di 48 ore non erano ancora giunti, in quei paesi, gli aiuti necessari.

Dalle parole di Sandro Pertini trapela non solo la sensibilità di uomo di spessore ma la responsabilità morale e civile di un politico che ha visto con i propri occhi l’entità grave della tragedia avvenuta. L’allora Presidente della Repubblica invita gli italiani alla mobilitazione e alla solidarietà umana che non ha un colore politico, rivolgendosi chiaramente agli antimeridionalisti del tempo.

Il Terremoto-Irpinia 1980: perché vederlo

Il Terremoto-Irpinia 1980 affronta anche la problematica dell’Irpiniagate fatta di sprechi, malaffare, strumentalizzazioni politiche che avevano come movente principale l’accaparramento dei fondi destinati a sanare un territorio devastato fin nelle viscere.

Il documentario, infatti, mostra problematiche mai affrontate e conseguenze che l’Irpinia porta con sé ancora oggi, soprattutto a livello paesaggistico perché alcuni luoghi sono stati ricostruiti senza mantenere alcuna identità architettonica, cancellando definitivamente l’identità storica di molti paesi.

Alessandra Rossi

Il lavoro di Alessandra Rossi, nonostante ricostruisca un evento storico, ha tematiche molto attuali, che esulano dalla semplice rimembranza della memoria storica, che sicuramente avrà la sua importanza ma il mero ricordo da solo non basta.

Siamo ciò che siamo per la summa di ciò che è stato ma possiamo aspirare ad essere migliori di ciò che siamo diventati.

In che modo? Educando e istruendo chi non ha vissuto il terremoto del 1980, offrendo gli strumenti di conoscenza idonei e pratici per poter affrontare in modo diverso un cataclisma, per una maggiore consapevolezza del rischio ma, soprattutto, per essere preparati ad una fuga consapevole ed evitare tragedie nella tragedia.

Amministrative Grottaminarda: la vittoria di Marcantonio Spera

Marcantonio Spera è il nuovo sindaco di Grottaminarda!

Una vittoria quella avuta dalla lista La Rinascita che rappresenta un cambiamento radicale per l’intera comunità grottese, che ha deciso di scegliere il rinnovamento e la libertà democratica.

I grottesi hanno deciso di scrivere una nuova pagina politica e amministrativa della propria cittadina e chiudere finalmente un ciclo che non li rappresentava più.

Questo risultato rappresenta una svolta epocale per Grottaminarda perché il sentimento collettivo è stato forte e proteso verso la scelta di una squadra unita, che ha dimostrato di voler comunicare in modo chiaro alla propria comunità.

Il risultato ottenuto da Marcantonio Spera e dalla sua squadra ( 2.869 preferenze totali per la lista La Rinascita) rappresenta la volontà dei cittadini di voler cambiare radicalmente e recidere completamente con ciò che è stato.

Dietro questo risultato c’è la volontà della comunità che ha voglia di essere rappresentata da persone in cui si rispecchia ma, soprattutto, da persone che hanno incentrato una campagna elettorale sulla trasparenza e sul rispetto nei confronti dei propri interlocutori.

Un nuovo inizio e una pagina che segna la storia della comunità di Grottaminarda.

C’è speranza e la certezza di scrivere un futuro diverso, incentrato su un modus operandi distante da ciò che è stato negli ultimi anni.

La vittoria di Marcantonio Spera è la dimostrazione tangibile che l’elettorato e quindi i cittadini desiderano un cambio di rotta, basato sull’unione e sul lavoro di squadra.

La stanchezza sicuramente è stata il motore che ha innescato la volontà di scrivere una nuova pagina politico amministrativa per Grottaminarda.

Coloro che si erano già spesi per la comunità nella precedente amministrazione sono stati riconfermati con forza dai cittadini ma ci sono anche volti nuovi perché c’è la volontà di rinascere completamente.

Il nuovo sindaco di Grottaminarda

Marcantonio Spera insieme ad alcuni candidati della lista La Rinascita

Le preferenze dei candidati della lista La Rinascita sono le seguenti:

Michelangelo Bruno 671

Marilisa Grillo 581

Edoardo De Luca 439

Antonio Vitale 413

Doralda Petrillo 379

Michele Spinapolice 368

Franca Iacoviello 348

Virginia Pascucci 341

Rocco Di Fronzo 340

Sandra D’Ambrosio 322

Rosalba Basile 291

Rocco Barrasso 266

Non resta altro da fare che fare gli auguri per questo nuovo inizio, augurando un buon lavoro a tutti!

Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro: la recensione

Titina la magnifica è una rappresentazione teatrale di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro che è stata portata in scena al Trianon Viviani di Napoli, per approfondire umanamente e artisticamente il personaggio e l’anima di una donna controversa e di una grande artista.

Dietro questa rappresentazione teatrale c’è una ricerca approfondita, in cui sono stati studiati frammenti, poesie, documenti autobiografici e sketch, che offrono allo spettatore un quadro completo e soddisfacente di Titina De Filippo, interpretata dalla poliedrica Antonella Stefanucci, che ha contribuito a rendere ancora più evidenti le caratteristiche psicologiche e umane che hanno contraddistinto il personaggio e la donna.

L’attrice partenopea offre al pubblico una Titina con tutti i suoi pregi, i suoi difetti e i suoi dissidi interiori professionali e privati con una professionalità e bravura eccellenti.

Antonella Stefanucci interpreta Titina De Filippo

Antonella Stefanucci riesce a portare sul palco una donna che mentre combatte per riscattare l’attrice e la donna combatte anche come sorella, come moglie e come madre per dare dignità non solo a se stessa ma alla donna in generale.

Nella rappresentazione teatrale di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro lo spettatore ha la possibilità di conoscere una Titina che ricopre diversi ruoli nella società come sul palco e che, puntualmente, si ritrova sempre a dover combattere per far valere i suoi diritti personali e professionali.

In Titina la magnifica ritroviamo la stessa sensibilità e umanità presenti nella pellicola Qui rido io di Mario Martone. La descrizione di Titina, infatti, sembra un approfondimento ulteriore su questa donna di cui ancora oggi sembra che ancora non si conosca abbastanza.

Titina la magnifica

Titina la magnifica ci mostra una donna determinata dal punto di vista professionale, una donna che cerca di scardinare gli stereotipi femminili del tempo con forza e professionalità perché ciò che intende portare sul palco, che lei ama con ardore, è un concetto di donna realistico perché una donna non è soltanto un oggetto da mostrare a livello estetico.

Titina De Filippo non era bella ma era talentuosa, simpatica, arguta e intelligente, queste sue qualità l’hanno condotta al successo, diventando una delle attrici napoletane più importanti del ‘900.

Una personalità curiosa della vita e una donna molto consapevole del tempo in cui viveva, della sua storia, della sua famiglia e di se stessa. Una donna che è riuscita a trovare la forza di imporre la sua presenza attraverso le sue doti artistiche ma anche una donna che si è messa in discussione con se stessa e che ha avuto momenti di cedimento, che è riuscita a superare grazie alla perseveranza e alla forza interiore che l’hanno condotta al successo.

Per una donna dell’epoca la strada verso il successo, soprattutto se non si possedevano qualità estetiche, era molto difficile e se a questo si aggiunge la presenza di due fratelli ingombranti come Eduardo e Peppino l’affermazione professionale diventava ancora più tortuosa.

Antonella Stefanucci interpreta Titina De Filippo

La determinazione di Titina unita alla sua intelligenza e alle sue capacità hanno però dimostrato il contrario. Lei infatti è riuscita ad affermare la propria indipendenza professionale, andando oltre l’appellativo di sorella d’arte e affermando un’idea di donna contemporanea libera e capace.

In Titina la magnifica vediamo una professionista che cerca di comprendere ed entrare completamente nei personaggi teatrali che deve interpretare, facendoli suoi e sradicandoli dall’ideale del tempo rendendoli reali e moderni.

Tra i suoi personaggi ricordiamo quello di Filomena Marturano, descritto con queste parole da lei stessa in un’intervista:

Eccolo il mio personaggio. Ecco, così ti volevo: violenta, fredda, calma, tragica, comica. Ah! Filumena, ti tengo, ti tengo. Non mi scappi più! Ti porterò con me tutta la vita.

Un personaggio controverso che Titina è riuscita a mettere in scena trasferendole quelle qualità e caratteristiche umane che non solo appartenevano a lei ma che appartengono a tutte le donne di tutti i tempi.

Amministrative Grottaminarda: continua il dialogo tra Spera e Barrasso

Dopo le lettere aperte continua il dialogo a suon di post tra Marcantonio Spera e Vincenzo Barrasso che riporterò in sequenza temporale.

A prescindere dal contenuto ampio tra i due, ci sono particolari che, a mio avviso, è giusto che si leggano per comprendere l’iter di ciascuna lista e per conoscere anche umanamente i due esponenti delle liste.

Partendo però dal presupposto che la politica e l’eventuale propaganda si dovrebbero fare presentando proposte amministrative e miglioramenti per la propria comunità, parlando di ciò che andrebbe migliorato e non offendendosi reciprocamente, a livello personale, perché così facendo si sta perdendo il focus di ciò che si sta svolgendo.

Sarebbe il momento opportuno di fare il punto della situazione su Grottaminarda e parlare di proposte e progetti perché trascendere in pettegolezzi personali, può diventare ridicolo e non rientra tra le azioni del fare politica.

Vincenzo Barrasso e Marcantonio Spera: le lettere aperte

I due candidati Sindaco alle prossime amministrative 2022 a Grottaminarda

Prima di riportare integralmente i rispettivi post e scendendo nel particolare di talune affermazioni di poco spessore bisogna fare alcune precisazioni.

Nella vita c’è sempre la possibilità di cambiare, lo si fa con le idee e quindi anche con le posizioni politiche.

La flessibilità ci appartiene in quanto esseri pensanti e continuare una polemica sterile sulla caduta dell’Amministrazione comunale lascia davvero il tempo che trova.

Bisognerebbe sviluppare il pensiero laterale perché se non fosse caduta l’Amministrazione di Grottaminarda, ad esempio, non ci sarebbe stata la possibilità per Vincenzo Barrasso di candidarsi oggi. Se si osserva bene la lista in cui quest’ultimo si è presentato, si legge il nome di un candidato che ha firmato insieme a Marcantonio Spera, Virginia Pascucci e Marilisa Grillo per lo scioglimento. Perché si è indulgenti con l’alleato e rigidi con l’avversario? Nella vita c’è anche bisogno di obiettività, saggezza e giustizia. Quest’ultima ben conosciuta da chi la pratica e la mastica tutti i giorni per professione.

In breve, prima di prendere certe strade, bisognerebbe guardare la strada che conduce al proprio giardino e valutarla bene, soprattutto, per non offendere l’intelligenza dell’elettorato tutto.

Altro aspetto da non sottovalutare è il tempo che non è clemente in generale, soprattutto quello già trascorso e ricordato da tutti che non riguarda un singolo episodio ma anni e anni di un fare che di nuovo non ha nient’altro.

Questo per dire che se davvero si ha intenzione di cambiare e guardare al futuro non sono certo questi i presupposti per avere un cambiamento. Dai professionisti ci si aspetta un altro tipo di spessore, quindi sarebbe ora di cambiare registro, soprattutto per non scavare e scoprire cose che potrebbero essere messe in discussione e che di fatto non portano a nulla.

Ritornando allo scambio epistolare via Facebook, Marcantonio Spera replica così a Vincenzo Barrasso:

Caro Vincenzo,

dopo che tu mi avevi attribuito il colorito epiteto di “smemorato di Collegno” ed io avevo replicato con l’epiteto di “bulletto”, avrei fatto volentieri a meno di controreplicare alla tua lunga “memoria” in 22 punti, per non aggiungere un’altra puntata a quella che comincia a somigliare ad una polemica personale fra me e te.
La squadra che rappresento, però, e quella parte di cittadinanza che provo a rappresentare, mi consigliano però di affidare qualche elemento di chiarezza a questo scritto, che spero di rendere il più sintetico possibile.
Non tutti sanno che la tua “discesa in campo” come candidato Sindaco di questo paese, non è recente e, soprattutto, precede di almeno tre anni la chiusura anticipata della consiliatura dello scorso febbraio.
In prossimità della conclusione del primo mandato di Angelo Cobino, infatti, tuo zio, il presidente di Confindustria, venne a spiegarci che nessuno di noi era all’altezza di guidare la lista de “Il Gallo” nelle elezioni del 2019 e che saremmo stati sciocchi a non approfittare della disponibilità ad assumere quel ruolo offerto da un grande avvocato, che per caso era suo nipote.
Come sai, in quella occasione, la risposta del “Il Gallo” fu “No, grazie!”.
A distanza di qualche settimana, tu e tuo zio, avete fatto una proposta analoga alla coalizione “Grotta Bene Comune”, che si andava formando per contrapporsi alla coalizione de “Il Gallo”, che, secondo te e tuo zio, per il bene di Grottaminarda doveva essere necessariamente sconfitta.
Anche da “Grotta Bene Comune” avete incassato un “Mille grazie, no!”.
Accusi me, Virginia Pascucci e Marilisa Grillo di opportunismo ed incoerenza politica, per aver fatto cadere l’Amministrazione di cui eravamo componenti. Su questo ritorneremo più avanti. Ma quanto si è verificato nel 2019 e si sta verificando in queste settimane, ci sembra possa far riconoscere a te, e a tuo zio presidente di Confindustria, una sola coerenza: la pertinace volontà che tu assuma, in alleanza con chiunque, il ruolo di Sindaco, che ti spetta perché hai la competenza del grande avvocato, “uno dei più noti avvocati d’Italia”, come dici tu nel tuo profilo Facebook.
Intendiamoci: noi non contestiamo la sussistenza della tua competenza professionale. Magari troviamo poco elegante l’esibizione, da “bulletto”, dei muscoli delle tue capacità. Ci chiediamo, però, e con noi se lo chiedono i cittadini, per quali fini intendi esercitare quelle capacità.
Le premesse storiche cui ho appena accennato e le caratteristiche della tua coalizione non tranquillizzano.
Torniamo, per un attimo, alla decisione mia, di Virginia e di Marilisa, che ha determinato la fine alla consiliatura e che tu ti sforzi di narrare come sleale, opportunista ed incoerente, facendola passare con il suggestivo argomento dell’attaccamento alla “poltrona”.
I fatti si incaricano, però, di smentirti.
Intanto è singolare accusare di attaccamento alla poltrona chi ha deciso di rimettere quella stessa poltrona alla decisione dell’elettorato, pur potendola agevolmente conservare accettando in silenzio il “sistema” in base al quale le decisioni – quelle vere – , almeno dall’inizio del secondo mandato Cobino ma forse ancor da prima, non sono state prese dalla maggioranza consiliare, né dalla Giunta, né dal Sindaco.
Le decisioni – quelle vere – venivano prese da chi si definiva “l’allenatore” ma si comportava come il “padrone”, e regolarmente scavalcavano o sottopassavano la Giunta, il Sindaco e i consiglieri, a cui restava il compito di assumerne la responsabilità e farle digerire all’opinione pubblica.
Per lungo tempo ci siamo lamentati di questo modo di procedere, soprattutto con il Sindaco, che si è sempre detto d’accordo con noi ma non ha fatto nulla per ricondurre il funzionamento dell’Amministrazione alla normalità.
Per lungo tempo abbiamo espresso le nostre perplessità sulle scelte più importanti, che dovevamo solo ratificare, soprattutto in ordine alla loro effettiva corrispondenza agli interessi dei cittadini. Ottenevamo sempre risposte fumose tendenti a dimostrare che quelle scelte erano motivate da ragioni politiche o da ragioni tecniche o da argomentazioni giuridiche che sfuggivano alla nostra comprensione. Ad un certo punto abbiamo capito che svolgevamo la funzione degli utili idioti, che il “sistema” andava spezzato e che l’unico modo per farlo erano le dimissioni.
Il giudizio sulla nostra decisione la daranno gli elettori, quando saranno messi a conoscenza delle effettive modalità con cui si sono svolte alcune vicende amministrative e sui loro effetti sulla comunità.
La coalizione che rappresento – e che si propone di amministrare il paese in collegialità e nel confronto con la cittadinanza – sintetizza una pluralità di culture politiche in una linea d’azione amministrativa ed in un programma, che sarà sottoposto alla cittadinanza. È francamente incomprensibile perché tu ritieni riprovevole che l’una o l’altra delle varie anime che fanno parte della coalizione abbiano inteso condividere i loro intendimenti con i rappresentanti politici provinciali o regionali di rispettivo riferimento. Lasciami dire che ciò che vai dicendo tradisce una insofferenza verso i principi di funzionamento della democrazia liberale, come delineati dalla Costituzione, che prevedono un ruolo fondamentale per le associazioni politiche ed i partiti politici.
Di più: non si capisce perché sia riprovevole per noi interloquire con i riferimenti politici provinciali e non sia riprovevole per te farti portatore delle istanze di Confindustria.
Hai più volte detto che io sarei un uomo del secolo scorso mentre tu rappresenti la modernità.
Ti dico che sono orgoglioso di essere un uomo del novecento se questo significa appartenere ad un’epoca nella quale, un giovane, con la mente e col cuore, aderiva ad una visione del mondo e magari si iscriveva ad un partito politico, partecipava a un dibattito o portava una bandiera in un corteo, senza per questo ambire a fare il consigliere comunale o il sindaco o il deputato. E sono contento di non appartenere al ventunesimo secolo se la modernità impone, insieme alla morte dell’ideologia, la morte delle idee. E sono contento di non interpretare la modernità se questa impone ad un giovane di aderire, invece che ad un partito, a un gruppo di interesse o a una consorteria familiar-familistica.
Se poi, dicendomi uomo del novecento, provi ad addebitarmi una visione politica nemica del mondo dell’impresa, sei fuori strada. Le poche e modeste cose che ho fatto in politica testimoniano che considero l’impresa uno dei pilastri dello sviluppo della società, ma anche che ritengo che la politica debba conservare il suo ruolo di interpretare le aspettative e le aspirazioni di tutte la parti della comunità e di costituire un equilibrio tra esse.
In altri termini che la politica debba – quando occorra – disturbare “il manovratore”.
Pur rischiando di sforare dal limite che mi ero imposto per la lunghezza di questo scritto, non posso fare a meno di farti osservare una “piccola” contraddizione nell’ultimo paragrafo della tua memoria in 22 punti. Se i “padrini e padroni” non esistono, come tu dici, e la loro esistenza è accreditata solo da miei suggeritori livorosi, a chi – da Vicesindaco e quindi nella consiliatura appena conclusa – avrei permesso di mettere piede sul Comune?
Concludo col dire che confidiamo che gli elettori non ti diano l’onere di mantenere – da Sindaco – le promesse che fai da candidato, compresa quella di impedire a questo o quello di “mettere piede sul Comune”.

La risposta di Vincenzo Barrasso non si è fatta attendere:

Caro Marco,
lungi da me la voglia di polemizzare con te, ma credo che la tua garbata nota di pochi minuti fa meriti una replica tempestiva, con la speranza di poterci concentrare sul futuro e sulle proposte che entrambi riteniamo di potere formulare per la crescita culturale e socio-economica di Grottaminarda; questa la mia sintetica replica:
1. non dire bugie: non ho mai partecipato personalmente, tre anni fa, ad alcuna riunione della lista de “Il Gallo” in cui ho proposto la mia candidatura a Sindaco di Grottaminarda;
2. non dire bugie: non ho mai partecipato personalmente, tre anni fa, ad alcuna riunione della lista di “Grotta Bene comune” in cui ho proposto la mia candidatura a Sindaco di Grottaminarda. Se alcuni Amici, a quell’epoca, hanno ritenuto opportuno proporre la mia candidatura nell’ambito di propri confronti politici per me costituisce solo motivo di riconoscenza;
3. ti invito ancora una volta a non usare espressioni offensive nei mei confronti. Non ti ho mai chiamato “bullo” o “bulletto”; non ti ho mai offeso né mai lo farò e ti pregherei di astenerti dalle offese che, a quanto pare, contraddistinguono il tuo eloquio in questo appuntamento elettorale;
4. il fatto che tu ammetta che le decisioni politico-amministrative venissero prese non da Te, Virginia e Marilisa è gravissimo ed è la prova provata del vostro fallimento politico. Gli elettori grottesi avevano eletto Voi per amministrare e non altri! Credo, dunque, ci sia solo da chiedere scusa a chi vi ha dato fiducia senza che la utilizzaste a beneficio della Comunità. Eravate tre assessori su cinque componenti della Giunta e non siete stati capaci (per tua espressa ammissione) di determinare la direzione politico-amministrativa dell’Ente. Ammetti espressamente di aver ratificato, per ben otto anni, scelte altrui e, quindi, riconosci di non aver saputo amministrare l’Ente comunale. Non si comprende come tu possa candidarti ad amministrarlo per altri cinque anni;
5. riconosci tu stesso di essere stato per ben otto anni un “utile idiota” (espressione tua non mia!) non ho altro da aggiungere;
6. mai ho sostenuto che sia riprovevole che tu interloquisca con i livelli politici provinciali. Ho solo sostenuto l’elementare verità (che a te, cultore a parole della democrazia liberale, sfugge) che il livello provinciale di un partito debba interessarsi delle questioni provinciali e il livello comunale dello stesso partito debba occuparsi di quelle vicende comunali;
7. non sono portatore, nell’ambito del mio impegno politico comunale, di alcuna istanza di Confindustria e trovo francamente volgare e, ancora una volta, bugiardo da parte tua sostenere il contrario (ben sapendo che così non è);
8. le tue opinioni sulle note caratteristiche del ‘900 e del secolo ventunesimo sono solo tue non mie: mai sostenuto che nel ventunesimo secolo non ci siano idee o ideali da perseguire e per i quali valga la pena combattere;
9. Marco sai benissimo chi sono stati i tuoi padrini e padroni, perché tu stesso te ne sei lamentato pubblicamente più volte. Per quanto mi riguarda, posso solo ribadire una elementare verità che tutti quanti mi conoscono possono confermare: mai avuto né padrini né padroni. Ho avuto solo un Padre e, come sai, ci ha lasciato, essendo ancora rimpianto da molti, oramai da 21 anni. Da allora non ubbidisco più a nessuno che non sia la mia coscienza;
10. tutti i cittadini (operai, professionisti, insegnanti, commercianti, imprenditori, artigiani, disoccupati, studenti, giovani e anziani, et cetera), con me Sindaco, potranno non solo “mettere piede sul Comune” ma, in più, rispetto ai tuoi otto anni da Amministratore (o meglio, da non Amministratore), sapranno che potranno sempre rivolgersi soltanto a me e ai consiglieri comunali per risolvere i propri problemi e le proprie criticità. Non avranno necessità di rivolgersi a coloro che tu stesso riconosci essere stati i tuoi padroni.
Ora, però, direi, se sei d’accordo, che possa bastare. Non replicherò più a tue sterili osservazioni di questo tipo né ad altre offese personali che ti farà piacere o parrà opportuno e educato rivolgermi. Da ora al 12 giugno, almeno io, parlerò solo di Grottaminarda, della soluzione dei suoi problemi, del suo sviluppo e della costruzione di una nuova speranza per la nostra Comunità!
Ti saluto con l’affetto e la stima di sempre.
Vincenzo

Amministrative Grottaminarda 2022: le liste

Le liste per le prossime Amministrative Grottaminarda 2022 sono due e sono ufficiali.

La Rinascita che ha coma candidato Sindaco Marcantonio Spera propone i seguenti candidati Consiglieri:

  • Barrasso Rocco
  • Basile Rosalba
  • Bruno Michelangelo
  • D’Ambrosio Sandra
  • De Luca Edoardo (detto Eddy)
  • Di Fronzo Rocco
  • Grillo Maria Elisa (detta Marilisa)
  • Iacoviello Franca
  • Pascucci Virginia
  • Petrillo Doralda Quinta Yoraima
  • Spinapolice Michele
  • Vitale Antonio

La lista Libera e Democratici che ha come candidato sindaco Vincenzo Barrasso presenta i seguenti candidati Consiglieri:

  • Giuseppina Barrasso (detta Pina)
  • Imperatrice Bruno
  • Michele Cappuccio
  • Rosa Ciotola ( detta Rosy)
  • Rocco De Luca
  • Francesco Del Sorbo (detto Leone)
  • Marisa Graziano
  • Lucio Lanza
  • Angelo Marino Lo Chiatto
  • Antonella Meninno
  • Mauro Piccolo
  • Annalisa Romano

Entrambe le liste hanno come intento quello di cambiare le sorti e rinnovare Grottaminarda, dandole un nuovo lustro.

Le due liste candidate per le Amministrative di Grottaminarda sono ufficiali.

Leggendo attentamente i nomi che compongono entrambe le liste siamo di fronte a due schieramenti che ricordano gli scontri tra i guelfi e i ghibellini di Firenze.

Guelfi e ghibellini, per chi non lo ricordasse, erano due fazioni opposte che si schierarono in Italia tra il XII e il XIV secolo. Tali schieramenti nacquero dopo la morte di Enrico V e furono create tra due casate: quella di Baviera e quella di Sassonia che si contrapponevano a quella della Svevia. Queste fazioni vennero utilizzate dai gruppi fiorentini per distinguere i due schieramenti, durante le lotte per la conquista del comune.

I guelfi  rappresentavano quella fazione politica che sosteneva la supremazia del Papa, durante la lotta per il dominio di Firenze. Questi erano convinti che solo il Papa potesse governare perché era stato investito direttamente da Dio e quindi aveva il potere di guidarli verso la giustizia. All’interno di questo schieramento c’era un’ulteriore divisione tra i bianchi, che ammettevano una cooperazione tra Imperatore e Papa e i neri che erano devoti solo al Pontefice.

I ghibellini erano sostenitori dell’Imperatore e non volevano l’intromissione della Chiesa nelle questioni politiche di Firenze.

La scelta tra i due schieramenti non lascia alcun dubbio all’elettore nello scegliere da che parte vuole schierarsi perché gli intenti sono chiari, soprattutto, per chi sarà chiamato a votare.

Questa volta non si sceglierà tra Chiesa e Stato ma tra conservatori e reazionari.

Ricordiamo che il voto è una scelta libera che non deve essere condizionata da alcun tipo di intromissione esterna. Il votante ha libera scelta di decidere e ne ha pieno potere.

Il voto è un dovere civico e consapevole, un atto da non prendere a cuor leggero o con poca responsabilità.

Chi è chiamato al voto vive 365 giorni l’anno un luogo e ne conosce pregi e difetti, spesso, soprattutto i secondi. Ci sarà sempre da lamentarsi, questo è ovvio, ma il tempo per poter migliorare qualcosa non è mai abbastanza e sarebbe saggio non rimandare.

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