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Il popolo perduto di Mario Tronti

Lo scorso 7 agosto è scomparso Mario Tronti, filosofo e politico, tra i più illustri teorici dell’operaismo e padre dell’autonomia del politico.

Mario Tronti, filosofo e politico, tra i più illustri teorici dell’operaismo, padre dell’autonomia del politico, si sofferma in questo libro-intervista, insieme al giornalista Andrea Bianchi, sulla deriva e sui fallimenti della sinistra, non solo italiana, e su come riprendere il cammino in un mondo radicalmente diverso rispetto a quello del Novecento.
Sul banco degli imputati, la cosiddetta sinistra nel suo complesso, con un particolare carico di responsabilità assegnato a quella di derivazione comunista. La sinistra che in questi ultimi decenni si è interessata quasi esclusivamente di diritti e ha trascurato i bisogni: lavoro, sicurezza, stato sociale, redditi perduti… Quante volte si nomina la parola cittadini e quante la parola lavoratori?

In questa sproporzione c’è la distorsione della realtà. E ancora: quante mobilitazioni di piazza si sono fatte su rivendicazioni umanitarie e quante sul flagello delle morti sul lavoro? La scarsa attenzione a domande di questo tipo ha provocato la perdita di milioni di voti e, fatto ancora più grave, il rischio di estinzione di un intero popolo.

Non vediamo in altri paesi quello che accade qui da noi, ovvero il paesaggio devastato che offre l’attuale panorama politico. L’ultima anomalia del caso italiano ci ha regalato L’Uomo Qualunque al governo. Lo definiamo così come si presentò allora, nell’immediato dopoguerra, con il simbolo che gli anziani ricordano, quello del cittadino schiacciato sotto un torchio. Il qualunquismo è una vecchia tara plebea, non del popolo ma della popolazione italiana. Allora i grandi partiti popolari, che sapevano di politica, liquidarono il fenomeno nel giro di una breve stagione. Oggi i piccoli partiti, movimenti, partiti personali, è poco dire che lo subiscono, perché in realtà lo interpretano e così lo riproducono, senza capire che l’onda finirà per travolgere loro stessi, perché è un’onda selvaggia, informe e senza regole. Tutto intero l’agire politico e il dibattito politico appare senza forma. Basta mettersi davanti a un qualsiasi talk show televisivo per averne la prova. La chiacchiera dei commentatori fa da eco al brusio di fondo, almeno più simpatico, che sentite salire dal bar sotto casa.

Per ricominciare a camminare va combattuto il virus dell’antipolitica iniettato ad arte dall’alto nelle vene dove scorre il basso del sociale, occorre rovesciare la gerarchia tra il civile e il sociale, mandare in soffitta il pensiero debole che ha prodotto il fallimento democratico-progressista. E soprattutto non credere che sia vera la falsa notizia che non c’è più lo sfruttamento del lavoro.

Nell’età della globalizzazione è la parola ‘mondo’ che per lo più dice il problema. Noi useremo ‘forma mondo’: un po’ troppo intellettualmente raffinata per il segno che vogliamo dare a questa chiacchierata, ma si spera ci verrà perdonata. Poi, adesso, per saltare dal globale al locale – respingendo lontano da noi la terribile espressione postmoderna di ‘glocale’ – inciampiamo inevitabilmente in quello scoglio tra il mondo e l’Italia, che si chiama Europa. Il caso italiano ritorna oggi all’attenzione dei commentatori esteri presentando una nuova forma dell’anomalia Italia: in questo senso affronteremo il problema.

Una riflessione su quello che qui intendiamo per concetto politico di popolo si impone con caratteristiche di necessità e urgenza. Infine, su quel che resta della parola ‘partito’ e sul quel che riesce ancora a dire la parola ‘politica’ andremo all’attacco, perché il tempo della diplomatica attesa è finito, posizionarsi su una delle postazioni esistenti non è più sufficiente, è urgente aprire un varco di fuoriuscita da questo stallo subalterno.

Cosa che si può fare e va fatta prima di tutto con un rovesciamento di culture dentro una rinnovata battaglia delle idee, con il dichiarato obiettivo di dare forma a un nuovo spirito egemonico di parte, ridisegnando unità e differenze del pensare e dell’agire, rispetto al passato e contro il presente.

La perdita di Mario Tronti è una perdita per la sinistra e per la politica tutta. Perché è la perdita di una delle menti ancora capaci di guardare più in là del qui e ora, di interrogarsi sul passato per trarne, senza pudori, tremori o convenienti ipocrisie, un che fare per il nostro futuro. In questo senso ci sentiamo di dire che è una perdita, assai grave, anche per gli stessi avversari politici. Perché perdono un interlocutore raffinato, capace di essere di stimolo anche per loro.
Nutrimenti è stata orgogliosa di aver pubblicato Il popolo perduto, le sue ultime riflessioni sulla crisi della sinistra e sullo stato generale della politica, in Italia e nel mondo.

Era il 2019 e da poco in Italia era salita al governo una inedita alleanza Lega-Movimento cinque stelle. Poi ci sarebbe stato il governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi e poi ancora l’avvento di un governo delle destre. Solo qualche mese l’editore di Nutrimenti Andrea Palombi ragionava con Mario di un nuovo volume in cui analizzare il quadro politico ancora una volta completamente mutato.

E il rimpianto più grande è quello di non essere riusciti a depositare in un libro la sua lettura della situazione attuale che, ne siamo certi, avrebbe aiutato tutti noi a conoscere e capire di più.

E la sinistra a ripensare se stessa…

Arte e diritti: quasi al via la prima Settimana dei diritti umani

Quasi al via La Settimana dei diritti umani”, un grande festival multidisciplinare per promuovere i diritti umani attraverso l’arte e la cultura, che invaderà Rovigo da lunedì 17 a domenica 23 luglio 2023, con una anteprima ad Adria il 15 luglio. Oltre 60 eventi, tutti ad ingresso libero, in 6 diverse location, con il coinvolgimento di più di 40 associazioni e realtà del territorio.

Clou della manifestazione sarà la 26a edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, la tre giorni di musica e diritti umani a fianco di Amnesty International Italia.

Il parterre degli ospiti che arriverà a Rovigo durante la settimana sarà di alto livello: dal Cardinale Matteo Maria Zuppi ad Alba Bonetti, da Manuel Agnelli alla Banda Rulli Frulli, da Moni Ovadia a Lisa Clark, da Marco Mascia a Laura Marmorale, da Giorgio Canali & Rossofuoco al Dipartimento Pop Rock del Conservatorio di Rovigo…. E ancora Marino Bellini, Sandro Fracasso, Alessandra Annoni, Alessandro Orsetti, RomAraBeat, Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato, Sevilay Tufekci, Ciro Grandi, Guido Pietropoli, Paolo Guolo, Erica Boschiero, Lorenzo Monguzzi, Nevruz e tantissimi altri protagonisti del mondo dell’arte, della cultura e del volontariato per un cartellone davvero unico.

Un percorso emozionante tra musica, dibattiti, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli artistici, teatrali e cinematografici. “D(i)ritti al futuro”: questo è il filo rosso della manifestazione, che ha dato vita ad una collaborazione tra associazioni ed enti del territorio senza precedenti.

ll festival, patrocinato e sostenuto dal Comune di Rovigo e dal Comune di Adria, nasce dalla forza creativa di ‘Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty’ e dall’unione delle esperienze di decine di associazioni del territorio impegnate nella promozione dei diritti umani, della cultura e dell’arte. È questo il valore fondante che il festival vuole promuovere attraverso le diverse forme artistiche e non solo. Consapevoli che le arti sono uno strumento di formazione e crescita di consapevolezza, un vero e proprio mezzo educativo per la realizzazione di una cultura universale dei diritti umani.

Si comincia con una anteprima ad Adria. Sabato 15 luglio alle 21.30 in Piazza Cavour ci sarà il concerto di Nevruz con la sua band. In apertura si esibiranno le artiste: Rosie, Giulia, LaFrAncy, Milena Mingotti e Nora. Una serata dedicata alla musica, la solidarietà e l’inclusione.

L’apertura del festival vero e proprio sarà lunedì 17 luglio alle 18, alla presenza di tutti i volontari e associazioni coinvolte, con l’inaugurazione delle location (Sala della Gran Guardia, Piazzetta Annonaria e Pescheria Nuova) e di mostre e installazioni artistiche che saranno visitabili tutta la settimana. Durante tutti i giorni ci saranno anche la “Caccia ai diritti umani”, una vera e propria caccia al tesoro in tutto il centro cittadino, e i laboratori didattici per bambini che animeranno i Giardini delle Due Torri tutti i pomeriggi attraverso attività educative e ludico-creative. Nella giornata di inaugurazione, alle 19.30 all’Auditorium del Conservatorio è in programma la proiezione del docufilm “La pace non è il suo nome”, con il racconto della storia dei 40 anni di vita del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova alla presenza del Presidente Marco Mascia. In chiusura di giornata, alle 21.30 ai Giardini delle due Torri, andrà in scena una produzione realizzata appositamente per il festival, uno spettacolo multidisciplinare di giocoleria, danza e canto: “Una luce di protesta”.

Molti saranno gli incontri sui temi del festival con nomi prestigiosi del panorama culturale italiano, tutti previsti ogni giorno alle 18. Si parte martedì 18 alla Pescheria Nuova con Moni Ovadia, Lisa Clark e Alessandra Annoni che si confronteranno su “La Palestina nel quadro dei conflitti mondiali”. Mercoledì 19 all’Auditorium del Conservatorio uno dei momenti più attesi: “Lavoro dignitoso e giustizia sociale”, un incontro con il Cardinale Matteo Maria Zuppi (presidente della Conferenza Episcopale Italiana) e i segretari generali di Cgil,Cisl e Uil Rovigo. Giovedì 20 alla Pescheria Nuova sarà la volta di “La pioggia non ha frontiere: cambiamento climatico e migrazioni” con Chiara Camporese ed Eugenio Alfano. Nello stesso luogo venerdì 21 toccherà a “Il carcere in crisi: le origini e le alternative, tra schizofrenia legislativa e populismo penale”, con Ciro Grandi Guido Pietropoli, e sabato 22 “Non è abbastanza? Diritti LGBTI+ in Italia” con Angelica Polmonari, Manuela Macario, Roberta Cusin e Matteo Mammini.

Uno dei luoghi focali della “Settimana dei diritti umani” sarà Piazza Annonaria, che ospiterà numerose mostre ed installazioni così come i banchetti informativi delle associazioni. Inoltre sarà animata tutti i giorni da numerosi incontri e performance artistiche, con un vero melting pot culturale sulla promozione dei diritti umani attraverso laboratori di pittura, scultura, yoga e danza; presentazioni di libri e realtà del volontariato; letture dibattiti. E, nel tardo pomeriggio, un aperitivo della bottega del commercio equo solidale “La Fionda di Davide”.

I Giardini delle Due Torri, in Piazza Matteotti, per tre giorni alle 21.30 ospiteranno alcuni momenti di spettacolo: martedì 18 l’atteso concerto di Moni Ovadia con la RomAraBeat, mercoledì 19 lo spettacolo teatrale “Lo straordinario viaggio di Atalanta” e giovedì 20 la proiezione del film “Flee”.

Non mancheranno eventi nelle frazioni di Rovigo. Mercoledì 19 e giovedì 20 al Prolife Park di Roverdicrè sono previsti due appuntamenti. Il primo sarà una serata tra cinema, animazione e pic-nic sotto le stelle. Il secondo una serata/concerto intitolata “Equality”, con le esibizioni di Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato e, a chiudere, Giorgio Canali & Rossofuoco. Venerdì 21, al Campo della parrocchia di Granzette a partire dalle 18.30 ci sarà “D(i)ritti in campo” , torneo di calcio a 5 aperto a tutte e tutti senza esclusione di nazionalità, genere o capacità sportive.

Clou del festival sarà la ventiseiesima edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” che giunge a Rovigo per la prima volta e che darà vita dal 21 al 23 luglio a tre giorni di musica e diritti umani, come sempre a fianco di Amnesty International Italia. Le tre giornate prenderanno il via con degli appuntamenti pomeridiani. Venerdì 21 alle 19.30 ai Giardini delle Due Torri ci sarà il concerto di Effemme, progetto nato dall’incontro di due amici di Voci per la Libertà, Francesco Fry Moneti e Michele Mud. Sabato 22 sempre alle 19.30 alla Sala della Gran Guardia la proiezione docufilm “Rumore – Human Vibes“, l’incontro tra musica e diritti umani narrato attraverso le canzoni che negli ultimi 20 anni hanno ricevuto il Premio Amnesty nella sezione Big all’interno di Voci per la Libertà. Saranno presenti la regista Simona Cocozza e la presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti. Domenica 23 si parte alle 18 nella Sala della Gran Guardia con l’incontro con il pubblico di Manuel Agnelli, vincitore del Premio Amnesty International Italia sezione Big, con Francesca Corbo (Ufficio arte e diritti umani di Amnesty International Italia). Alle 19.30 ai Giardini delle Due Torri ci sarà la presentazione/concerto di “Shahida – Tracce di libertà”, un triplo CD a sostegno delle donne rifugiate. Con Stefano Canestrini del Centro Astalli, Simone Veronelli di Appaloosa Records/I.R.D. e le esibizioni di Erica Boschiero e Lorenzo Monguzzi. Conduce Enrico Deregibus.

Tutti gli eventi del festival sono ad ingresso libero e gratuito.

Settimana dei diritti umani: enti e associazioni coinvolte

Tutto il programma dettagliato, realizzati grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo all’interno del Bando Cultura Onlife.

Capofila: Associazione Voci per la Libertà

Associazioni ed enti coinvolti: Amnesty International Italia, A.N.P.I. Provinciale Rovigo, Arci Rovigo, Artalide, Artinstrada, Associazione REM, A.D.A., A.I.T.Sa.M, Caritas Diocesana Adria Rovigo, Centro di Documentazione Polesano, Centro Francescano Ascolto, Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo, CGIL Rovigo, Cinema Teatro Duomo Rovigo, Circolo Arci 2 giugno, CISL Padova e Rovigo, Commissione Pari Opportunità del Comune di Rovigo, Conservatorio Statale di Musica “Francesco Venezze” di Rovigo, Consorzio Università Rovigo, Covest, Di tutti i colori con Assirì sartoria eco-etica, Emergency Rovigo, Il Manto di Martino, IRASE, Legambiente Rovigo, Libera Rovigo, Mediterranea, 1001Notte, Politropia Arcigay Rovigo, Porto Alegre con la Fionda di Davide, Rete Kurdistan Polesine, Sat Pink, Sportello Avvocato di Strada di Rovigo, Still I Rise, UIL Rovigo, UISP Comitato Territoriale di Rovigo, UnitiinRete, Vivi Rovigo, Zico.

Con il sostegno e il contributo di: Comune di Rovigo, Comune di Adria, Circoscrizione Veneto – Trentino Alto Adige di Amnesty International Italia, Centro servizi di Volontariato Padova e Rovigo, CGIL Rovigo, SPI Cgil Veneto, CISL Padova e Rovigo, CAF CISL, UIL Rovigo.

Iniziativa sostenuta da: Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

In collaborazione con: Fondazione Rovigo Cultura

Sostenitori: Banca Annia, Coop Alleanza 3.0, Banca Etica, Ubik Rovigo, Bar birreria Pedavena, Maatmox, Birreria Hops, Birrificio Torre Mozza, OPS Group,

Partner tecnici: APS Rovigo, ARS audio & light, Press4All, Mei – Meeting degli Indipendenti, Rete dei Festival, Studioartax, Musica nelle Aie, PeM – Parole e Musica in Monferrato

Media partner: FunnyVegan, ViaVaiNet, Noise Symphony, Indieffusione, Radio Popolare, Radio 41, Radio Elettrica, Radio BlueTu, Radio Kolbe, Remweb.it.

Il festival sostiene StandByMe 2.0, un progetto cofinanziato dalla commissione europea che mira a fornire ai giovani e alle giovani strumenti per decostruire gli stereotipi di genere dannosi.

Marcantonio Spera sul Polo Logistico: “I foderi combattono e le sciabole restano appese!”

Marcantonio Spera mostra grande preoccupazione e rammarico per la la situazione che riguarda il Polo Logistico di Valle Ufita, questione rilevante negli ultimi mesi ma che, allo stato attuale, sembra sopita.

Che cosa sta accadendo in Valle Ufita?

Come mai c’è uno stato di tregua tra i Sindaci irpini che invece di mantenere alta l’attenzione perché si rischia di perdere tutto assistono passivamente con uno stato d’animo comatoso, che sembra presagire già la sconfitta e il tracollo?

Dov’è finito l’ardore manifestato con calorose parole nell’assemblea pubblica Se forse un treno?

Non si può attendere inermi ad una fine che non è stata ancora preannunciata. Non si può assistere passivamente e silenziosamente ad un passato che si ripete per la nostra terra, considerata solo quando c’è da prendere e non da darle.

Non si può assistere all’ennesimo scippo con rassegnazione e senza provare a fare nulla di concreto.

Si erano promesse barricate!

Il Sindaco di Grottaminarda

Dopo lo scempio cui stiamo assistendo per la IIA, che non è altro che un quadro triste in cui versa l’Irpinia, non si può stare a guardare il cadavere che passerà sul fiume mentre i foderi combattono e le sciabole restano appese.

Il Sindaco di Grottaminarda ribadisce la sua volontà e l’intento di fare squadra in un momento critico e drammatico che sta vivendo l’Irpinia perché solo la politica dei fatti può risollevare le sorti in cui versa il territorio:

C’è bisogno di ricostruire un tavolo di lavoro. I ministri Matteo Salvini (Mit), Raffaele Fitto (Pnrr), il deputato Gianfranco Rotondi e la premier Giorgia Meloni dovrebbero darci la giusta voce incontrando i Sindaci della Valle dell’Ufita. C’è bisogno di mantenere alta l’attenzione perché il tempo è tiranno e così rischiamo di perdere tutto.

Mi rifiuto di abbracciare il pensiero di chi, da tempo, ha preannunciato il tracollo perché sono fermamente convinto che possiamo ancora fare qualcosa con l’impegno, la costanza e senza avere un atteggiamento negativo prima del tempo.

C’è bisogno, mai come in questo momento di essere uniti, compatti e solidali se davvero si ha a cuore l’Irpinia. Le parole e gli intenti se non concretizzati diventano inconsistenti.

Non possiamo ripetere gli errori del passato, perpetrando e seguendo gli stessi atteggiamenti negativi e di resa prematura perché prima di arrendersi bisogna aver cercato di fare realmente qualcosa.

Ricordo ai cittadini delle nostre comunità che stiamo aspettando che le ultime promesse fatte non vengano disattese, per poter sperare che Stazione Hirpinia e Master Plan dell’Area Vasta possano realizzarsi insieme, segnando un’onda di progresso inarrestabile per poter far rinascere le aree interne.

Noi sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Ufita ci siamo riuniti con l’intento di monitorare gli eventi nel breve periodo, sperando di non dover rimpiangere questa tregua che si sta consumando in tempi troppo lunghi, a mio avviso.

Avrei continuato a manifestare, a far sentire viva la nostra voce perché è del futuro della IIA in Valle Ufita e di tutti i lavoratori coinvolti che dobbiamo sostenere con azioni mirate e continue.

Bisogna prendere piena consapevolezza della situazione che stiamo vivendo e reagire attivamente con la mobilitazione e azioni tempestive. Non c’è più tempo di osservare passivamente.

La Settimana dei diritti umani a luglio a Rovigo

Il titolo dice tutto: “La Settimana dei diritti umani” è un nuovo festival che nasce a Rovigo coinvolgendo il centro storico, e non solo, da lunedì 17 a domenica 23 luglio 2023, con una anteprima ad Adria il 15 luglio. Oltre 60 eventi, tutti a ingresso gratuito.

Nel pomeriggio del 22 giugno alla Sala della Gran Guardia è stato svelato il programma di questo evento denso di iniziative che nasce dall’impegno e dalla collaborazione di oltre trenta associazioni e realtà culturali.

Il parterre degli ospiti sarà di alto livello: dal Cardinale Matteo Maria Zuppi ad Alba Bonetti, da Manuel Agnelli alla Banda Rulli Frulli, da Moni Ovadia a Lisa Clark, da Marco Mascia a Laura Marmorale, da Giorgio Canali & Rossofuoco al Dipartimento Pop Rock del Conservatorio di Rovigo…. E ancora Marino Bellini, Sandro Fracasso, Alessandra Annoni, Alessandro Orsetti, RomAraBeat, Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato, Sevilay Tufekci, Ciro Grandi, Guido Pietropoli, Paolo Guolo, Erica Boschiero, Lorenzo Monguzzi,  Nevruz e tantissimi altri protagonisti del mondo dell’arte, della cultura e del volontariato per un cartellone davvero particolare.

Festival Rovigo

ll festival, patrocinato e sostenuto dal Comune di Rovigo e dal Comune di Adria, nasce dalla forza creativa di ‘Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty’ e dall’unione delle esperienze di decine di associazioni del territorio impegnate nella promozione dei diritti umani, della cultura e dell’arte. È questo il valore fondante che il festival vuole promuovere attraverso le diverse forme artistiche e non solo. Consapevoli che le arti sono uno strumento di formazione e crescita di consapevolezza, un vero e proprio mezzo educativo per la realizzazione di una cultura universale dei diritti umani.

Spiegano Michele Lionello e Martina Manfrinati di Voci per la libertà, organizzatori della manifestazione: 

È grande la soddisfazione ce l’abbiamo fattadopo mesi di intenso lavoro, di riunioni, coordinamenti, telefonate, mail tra le numerosissime realtà che hanno creduto in questo progetto ci siamo, eccovi questo splendido programma.

Sarà un percorso tra musica, dibattiti, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli artistici, teatrali e cinematografici. Lo slogan e filo conduttore è “D(i)ritti al futuro” con un focus su: diritto alla dignità, ovvero il diritto a vivere piuttosto che sopravvivere, includendo tematiche come casa, lavoro, salute e salario; diritto alla libertà di movimento, inteso sia come diritto a restare nel proprio territorio che a spostarsi fisicamente e socialmente; diritto alla partecipazione, intesa come pace, comunità, protesta e detenzione; diritto alla propria identità, dal sesso al genere all’orientamento sessuale senza discriminazioni; diritto all’ambiente: l’importanza di considerare la sostenibilità del pianeta come elemento imprescindibile in tutte le scelte che compiamo.

Si comincia con una anteprima ad Adria. Sabato 15 luglio alle 21.30 in Piazza Cavour ci sarà il concerto di Nevruz con la sua band. In apertura si esibiranno le artiste: Rosie, Giulia, LaFrAncy, Milena Mingotti e Nora. Una serata dedicata alla musica, la solidarietà e l’inclusione.

L’apertura del festival vero e proprio sarà lunedì 17 luglio alle 18, alla presenza di tutti i volontari e associazioni coinvolte, con l’inaugurazione delle location (Sala della Gran Guardia, Piazzetta Annonaria e Pescheria Nuova) e di mostre e installazioni artistiche che saranno visitabili tutta la settimana. Durante tutti i giorni ci saranno anche due iniziative particolari: la “Caccia ai diritti umani”, una vera e propria caccia al tesoro in tutto il centro cittadino, e i laboratori didattici per bambini che animeranno i Giardini delle Due Torri tutti i pomeriggi attraverso attività educative e ludico-creative. Nella giornata di inaugurazione, alle 19.30 all’Auditorium del Conservatorio è in programma la proiezione del docufilm “La pace non è il suo nome”, con il racconto della storia dei 40 anni di vita del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova alla presenza del Presidente Marco Mascia. In chiusura di giornata, alle 21.30 ai Giardini delle due Torri, andrà in scena una produzione realizzata appositamente per il festival, uno spettacolo multidisciplinare di giocoleria, danza e canto: “Una luce di protesta”.

Molti saranno gli incontri sui temi del festival con nomi prestigiosi del panorama culturale italiano, tutti previsti ogni giorno alle 18. Si parte martedì 18 alla Pescheria Nuova con Moni Ovadia, Lisa Clark e Alessandra Annoni che si confronteranno su “La Palestina nel quadro dei conflitti mondiali”. Mercoledì 19 all’Auditorium del Conservatorio uno dei momenti più attesi: “Lavoro dignitoso e giustizia sociale”, un incontro con il Cardinale Matteo Maria Zuppi (presidente della Conferenza Episcopale Italiana) e i segretari generali di Cgil,Cisl e Uil Rovigo. Giovedì 20 alla Pescheria Nuova sarà la volta di “La pioggia non ha frontiere: cambiamento climatico e migrazioni” con Chiara Camporese ed Eugenio Alfano. Nello stesso luogo venerdì 21 toccherà a “Il carcere in crisi: le origini e le alternative, tra schizofrenia legislativa e populismo penale”, con Ciro Grandi e Guido Pietropoli, e sabato 22 “Non è abbastanza? Diritti LGBTI+ in Italia” con Angelica Polmonari, Manuela Macario, Roberta Cusin e Natalia Spada.

Uno dei luoghi focali della “Settimana dei diritti umani” sarà Piazzetta Annonaria, che ospiterà numerose mostre ed installazioni così come i banchetti informativi delle associazioni. Inoltre sarà animata tutti i giorni da numerosi incontri e performance artistiche, con un vero melting pot culturale sulla promozione dei diritti umani attraverso laboratori di pittura, scultura, yoga e danza; presentazioni di libri e realtà del volontariato; letture dibattiti. E, nel tardo pomeriggio, un aperitivo della bottega del commercio equo solidale “La Fionda di Davide”.

I Giardini delle Due Torri, in Piazza Matteotti, per tre giorni alle 21.30 ospiteranno alcuni momenti di spettacolo: martedì 18 l’atteso concerto di Moni Ovadia con la RomAraBeat, mercoledì 19 lo spettacolo teatrale “Lo straordinario viaggio di Atalanta” e giovedì 20 la proiezione del film “Flee”.

Non mancheranno eventi nelle frazioni di Rovigo. Mercoledì 19 e giovedì 20 al Prolife Park di Roverdicrè sono previsti due appuntamenti. Il primo sarà una serata tra cinema, animazione e pic-nic sotto le stelle. Il secondo una serata/concerto intitolata “Equality”, con le esibizioni di Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato e, a chiudere, Giorgio Canali & Rossofuoco. Venerdì 21, al Campo della parrocchia di Granzette a partire dalle 18.30 ci sarà “D(i)ritti in campo” , torneo di calcio a 5 aperto a tutte e tutti senza esclusione di nazionalità, genere o capacità sportive.

Clou del festival sarà la 26a edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” che giunge a Rovigo per la prima volta e che darà vita dal 21 al 23 luglio a tre giorni di musica e diritti umani, come sempre a fianco di Amnesty International. Le tre giornate prenderanno il via con degli appuntamenti pomeridiani. Venerdì 21 alle 19.30 ai Giardini delle Due Torri ci sarà il concerto di Effemme, progetto nato dall’incontro di due amici di Voci per la Libertà, Francesco Fry Moneti e Michele Mud. Sabato 22 sempre alle 19.30 alla Sala della Gran Guardia la proiezione docufilm “Rumore – Human Vibes“, l’incontro tra musica e diritti umani narrato attraverso le canzoni che negli ultimi 20 anni hanno ricevuto il Premio Amnesty nella sezione Big all’interno di Voci per la Libertà. Saranno presenti la regista Simona Cocozza e la Presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti. Domenica 23 si parte alle 18 nella Sala della Gran Guardia con l’incontro con il pubblico di Manuel Agnelli, vincitore del Premio Amnesty International Italia sezione Big, con Francesca Corbo (Ufficio Arte e diritti umani di Amnesty International Italia). Alle 19.30 ai Giardini delle Due Torri ci sarà la presentazione/concerto di “Shahida – Tracce di libertà”, un triplo CD realizzato dal Centro Astalli in collaborazione con Appaloosa Records e I.R.D. a sostegno delle donne rifugiate. Con Simone Veronelli di I.R.D. , un rappresentante del Centro Astalli, Lorenzo Monguzzi e  Erica Boschiero.

Il palco principale del festival sarà in Piazza Vittorio Emanuele II, con tre serate previste alle 21.30, nelle quali ci saranno otto artisti (fra band e cantautori) provenienti da tutta Italia in lizza per il Premio Amnesty International nella sezione Emergenti. Nella prima semifinale di venerdì 21 luglio si fronteggeranno: Buva da Cerignola/Roma con “Sud”, Cenere da Bologna con “Chi lo decide chi siamo?”, Da Quagga da Verona con “Casa mia” e Pankhurst da Ferrara con “Watch him bleed”. Nella seconda, sabato 22 luglio, toccherà a: Candeo da Milano con “Le tue stesse gambe”, Cocciglia dall’Aquila con “La mia giostra”, La Malaleche feat. Diva Eva da Milano con “Cuentalo”, Obi da Torino con “Attimo”. I migliori cinque saranno protagonisti nella finale di domenica 23.
In ciascuna serata un ospite prestigioso. Si parte venerdì 21 con il concerto della 
Banda Rulli Frulli, uno dei più bei progetti italiani di musica e inclusione, che per l’occasione vedrà come ospiti due amici di Voci per la Libertà: Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione e Michele Mud Negrini. Sabato 22 sarà la volta di un altro progetto collettivo, quello degli studenti del dipartimento Pop Rock del Conservatorio Statale di Musica Francesco Venezze di Rovigo che proporranno dal vivo alcuni dei brani vincitori delle passate edizioni del Premio Amnesty International Italia nella sezione Big, appositamente riarrangiati. Domenica 23 il gran finale con la premiazione di Manuel Agnelli come vincitore del Premio Amnesty International Italia, sezione Big con il brano “Severodonetsk“, una canzone che mette l’essere umano al centro, rendendolo il vero protagonista al di sopra della geopolitica e delle ragioni di stato. A condurre le tre serate sul palco principale di Piazza Vittorio Emanuele II ci saranno gli storici presentatori del festival Savino Zaba e Carmen Formenton.

Afferma Martina Manfrinati, coordinatrice del festival:

Tutti nel nostro piccolopossiamo cambiare le cose, o perlomeno far sentire la nostra voce, combattere non con armi ma con la forza della speranza e dell’amore, per migliorare il nostro mondo… Solo quando saremo disposti ad aprire gli occhi, solo quando capiremo che in realtà siamo cittadini del mondo… allora il nostro pensiero e la nostra anima saranno liberi da quelle barriere che troppo spesso ci fanno inciampare in pregiudizi e preconcetti.

 Conclude Michele Lionello, direttore artistico della manifestazione: 

Perché questi temi possano entrare nel cuore prima che nella mente c’è bisogno di trasformarli in emozioni mediante il potere immediato ed empatico dell’arte e della cultura. Il festival proporrà un corposo cartellone artistico, che nasce dalla forza creativa di Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty e dall’unione delle esperienze di decine di associazioni del territorio impegnate nella promozione dei diritti umani, della cultura e dell’arte.

Tutti gli eventi del festival sono ad ingresso libero e gratuito.

Che cos’è il disegno di legge a firma Lega sull’Autonomia Differenziata?

Se ne parlerà sabato 27 maggio alle ore 17.30 presso la sala consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni. Aprire al confronto tra più voci sui temi quali la scuola, la sanità, l’economia e il welfare: settori strategici sui quali, riforme ancora da definire, potrebbero avere un impatto radicale con il rischio che nelle Regioni del Mezzogiorno si possa cristallizzare l’antica Questione Meridionale. Al convegno parteciperanno esponenti di spicco della politica e delle istituzioni tra cui  Massimo Villone, Professore emerito Diritto Costituzionale Università degli Studi di Napoli Federico II; Franco Tavella, Segretario Generale SPI-CGIL Regione Campania; Mariolina Castellone, Vicepresidente del Senato – M5S; il Sindaco di Cava de’ Tirreni, dott. Vincenzo Servalli; la coordinatrice del Movimento 5 Stelle in provincia di Salerno Virginia Villani; la Senatrice Anna Bilotti e le conclusioni saranno affidate a Roberto Fico, già Presidente della Camera dei Deputati e Michele Gubitosa Deputato e Vicepresidente del M5S. A dirlo è il gruppo territoriale del Movimento 5 stelle di Cava de’ Tirreni.

Il disegno di legge presentato dal governo Meloni rischia di frantumare il Paese con gravi conseguenze sul futuro di milioni di cittadini, il rischio concreto è di creare un’Italia a diverse velocità e come sempre tutto a discapito del Sud.

Solo cittadini informati potranno opporsi a questa nuova deriva secessionista. Il tema è importante e merita grande attenzione e necessità di approfondimento. Ci interessa approfondire il tema dal punto di vista delle difficoltà ulteriori in questo ambito che potranno provenire dalla riforma Calderoli. Una riforma che va contro il dettato costituzionale, contraddice i principi di sussidiarietà e solidarietà della carta fondamentale, in sostanza potrebbe fare danni enormi in termini di risposte alla richiesta di sanità che arriva dai cittadini.

Pietre della libertà: premiati Pegah Moshir e Monsignor Vincenzo Paglia

Mercoledì 10 maggio, dalle 17.30 alle 19.00, si è svolta a Roma, nel Palazzo della Santa Sede San Carlo ai Catinari, la tappa romana dell’evento “Le giornate Internazionali della Libertà”, promosso dalla Fondazione E-Novation in collaborazione con la fondazione Tatarella e la casa editrice Historica.

In questa cornice sono stati premiati e sono intervenuti l’attivista e scrittrice iraniana Pegah Moshir Pour e Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia Pro Vita, che hanno spiegato il Valore della Libertà da due diversi punti di vista.

Pietre della libertà

Una numerosa partecipazione e presenza di persone che hanno dibattuto e affrontato temi, assai delicati, come quelli della libertà, dei diritti umani e della speranza. Inoltre l’evento ha visto anche la partecipazione dei vincitori del concorso letterario “Racconti di Libertà”, curato personalmente da Francesco Giubilei che oltre a essere anima della casa editrice e presidente della Fondazione Tatarella è anche consigliere del Ministro della Cultura Sangiuliano.

A consegnare i premi Pietre della Libertà sono stati ieri Massimo Lucidi Presidente della Fondazione E-Novation e l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Erano presenti all’evento anche il Segretario Generale di Assoimpredia Alberto Patruno e Daniela Nugnes già Assessore all’Agricoltura della Regione Campania e tanti altri amici di Associazioni e Fondazioni.

25 aprile e la Costituzione ferita

Oggi spesso si sente parlare di Costituzione ferita soprattutto quando si sminuisce, o si vorrebbe farlo, il senso intrinseco della celebrazione del 25 aprile. Cerchiamo di comprendere perché non si può archiviare e lasciare nel dimenticatoio la Resistenza e l’antifascismo.

La nostra Costituzione esiste e si basa su princìpi, valori, ideali e interessi delle forze che le diedero la vita e che trovarono una condivisa composizione. La nostra Costituzione identifica il nostro ordinamento giuridico ed è dunque immodificabile. Una modifica della Costituzione sarebbe illegittima perché determinerebbe la rottura del sistema costituzionale perché modificando le sue fondamenta perderebbe la propria identità e i suoi prìncipi cardine.

25 aprile e la Costituzione ferita

La Corte costituzionale in varie sentenze – fondamentale è la n. 1146 del 1988 – ha confermato che:

La Costituzione italiana contiene alcuni princìpi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale. Non si tratta soltanto dei princìpi esplicitamente posti come limite alla revisione (la forma repubblicana, art. 139), ma anche di quelli, non menzionati, che appartengono all’essenza dei valori supremi su cui si fonda la Costituzione repubblicana: ad esempio la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo (art. 2), la dignità della persona, il diritto di ricorrere a un giudice; i princìpi di laicità, eguaglianza, solidarietà e altri ancora, taluni già compresi nell’unico limite espresso – la forma repubblicana – sintesi di vari princìpi. Un’importante sentenza (n. 238 del 2014), chiudendo una questione discussa, ha chiarito che le stesse
consuetudini internazionali (cui l’art. 10 conferisce rango costituzionale) si arrestano di fronte al «nucleo inviolabile» che forma una barriera invalicabile al loro ingresso nell’ordinamento italiano. I valori in contrasto, in quel caso, erano la dignità della persona e il diritto alla tutela giurisdizionale.

la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo

Dunque, il testo della Carta costituzionale è intriso dello spirito che ha animato la Resistenza, riflettendone i valori che sono il risultato di diverse ideologie, caratteristica imprescindibile in democrazia.

Come diceva Norberto Bobbio, noto filosofo, giurista. politologo e storico italiano:

 La nostra Costituzione è il risultato della confluenza dell’ideologia socialista e di quella cristiano-sociale con quella liberale classica che ne costituisce la base perché le forze morali preminenti erano quelle dell’antica tradizione liberale soffocata dalla dittatura e rinata nell’impulso liberatore della Resistenza europea.

È facile comprendere perché quando si rinnega il 25 aprile si parli anche di Costituzione ferita.

25 aprile e la Costituzione ferita

Perché si vuole neutralizzare la Resistenza e rimuoverla dalla coscienza e dalla memoria condivisa degli italiani attraverso una delegittimazione impropria?

Il ’68 fu uno scontro generazionale tra i padri della Resistenza e i suoi figli, che accusavano i padri di aver tradito e dimenticato i valori per i quali avevano combattuto. Si iniziò ad usare il termine Resistenza tradita nei movimenti studenteschi del tempo.

Tra i contestatori ricordiamo Gramsci che aveva una scarsa presa e il Pci veniva bollato come revisionista, a volte anche accusato di tradimento del proletario. La contestazione dei sessantottini non voleva respingere la sostanza dell’antifascismo ma voleva sottoporla a verifica per farne emergere quell’aspetto di guerra di classe, che era stato sottaciuto. In breve si crea in quegli anni una divisione netta tra chi aveva fatto la Resistenza, ottenendo una medaglia e quindi ci si poteva permettere tutto e che accusava i contestatori e i giovani, che spesso si dimostrarono ingiusti e superficiali nelle analisi.

La conseguenza fu il voler rappresentare l’antifascismo in un Paese che non era in grado di fare i conti con se stesso e di comprenderne pienamente la totalità. Una sorta mancata piena consapevolezza di ciò che era stata la stagione fascista. Ciò viene descritto e analizzato nel libro Sulla guerra civile. La Resistenza a due voci di Norberto Bobbio e Claudio Pavone (2015), all’interno del testo entrambe riflettono sulla Resistenza, una testimonianza a due voci di moralità nella ricerca. I due in diverse occasioni hanno espresso idee divergenti a riguardo. Questo testo, per chi volesse approfondirlo, include riflessioni che partono dai primi anni’60 e si chiude con la morte di Norberto Bobbio (2004).

Ritornando al discorso della Costituzione ferita si può affermare che i rovistatori della Resistenza volevano e vogliono confondere un giudizio storico e di giudizio morale. La Resistenza ha svolto un ruolo tra passato e futuro, questo non possiamo negarlo, un ruolo raro per la nostra storia.

Gli italiani sono scesi in campo per difendere i valori molto raramente. Nel ’43  nel ’45 lo hanno fatto, una parte di loro. Dunque davanti alle vecchie e alle nuove retoriche riduzioniste e demonizzanti sulla Resistenza e sul 25 aprile occorre avere un’unica consapevolezza: che la difesa della Costituzione repubblicana è la prima barricata su cui non si difende solo una legge ma lo Stato Sociale e l’insieme dei diritti dei cittadini.

Rivendicare la Resistenza antifascista è l’elemento basilare, irrinunciabile della Costituzione e dunque della nostra identità italiana.

Tfa sostegno: è in arrivo una nuova ordinanza per i docenti con abilitazioni prese all’estero

Arrivano novità sulla scuola riguardo nuove ordinanze che il ministero dell’Istruzione starebbe per emanare per quanto concerne i docenti inseriti con riserva in I fascia all’interno delle GPS (Graduatorie provinciali). L’ordinanza riguarderebbe coloro che hanno conseguito l’abilitazione all’estero, l’ordinanza riguarderebbe, infatti, la possibilità di stipulare i contratti anche se manca il riconoscimento formale del titolo di accesso alla graduatoria suddetta.

Nei giorni precedenti si è svolta una riunione con i sindacati riguardo questa possibilità. Il ministero dell’Istruzione ha espresso la volontà di incrementare le procedure istruttorie per i titoli conseguiti all’estero, prevedendo procedure istruttorie per far fronte alla mole di domande.

Tale decisione ha diviso le opinioni dei sindacati per le motivazioni più disparate, tra cui l’attesa per il prossimo ciclo di Tfa sostegno che dovrebbe essere bandito a breve e considerando la situazione del sostegno perché ogni anno vengono assegnati posti a non specializzati che sono maggiori in numero, rispetto agli abilitati e specializzati.

Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ha accolto positivamente l’appello Anief, approvato anche dai vari ministeri del Governo Meloni perché c’è volontà di realizzare maggiori immissioni in ruolo di docenti specializzati.

Questo cosa comporterebbe per il nuovo anno scolastico 2023/24?

Si prevede che a partire dal prossimo ciclo di assunzioni ci sarà un maggior numero di insegnanti di sostegno in ruolo e di docenti specializzati.

CISL Scuola evidenzia quanto segue:

Il proliferare di percorsi formativi attivati da paesi UE, frequentati allo scopo di utilizzarne i titoli per accedere all’insegnamento nelle scuole italiane, sia la conseguenza della mancata attivazione, da troppi anni, di percorsi abilitanti e di un congruo numero di TFA di sostegno sul territorio nazionale. Tale situazione è aggravata, per quanto riguarda i percorsi di specializzazione, da un’offerta formativa eterogenea e sperequata fra le diverse regioni.

Un problema dunque che risiede nella macchina organizzativa nazionale, che non si adegua nelle procedure di selezione e di attivazione di corsi che possano essere svolti in tempistiche che permettano un inserimento adeguato dei docenti in base alla presenza di posti che, ogni anno, sono vacanti e che rappresentano il problema delle cattedre mancanti annuali e di personale docente adeguato.

Tfa sostegno

Lorenzo Bifulco, segretario nazionale del sindacato Azione Scuola afferma:

Finalmente un Governo vicino alle famiglie degli studenti con difficoltà nell’apprendimento.

La nuova regola proposta dal ministero dell’Istruzione e del Merito riguardo ai titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero rappresenta un passo in avanti verso la piena consapevolezza del diritto europeo sulla libera circolazione delle professioni.

Assegnare gli incarichi sul sostegno ai docenti specializzati all’estero e attualmente inseriti nelle Gps con riserva, prevedendo nel contratto una clausola rescissoria nel caso in cui la valutazione del titolo non andasse a buon fine, è la proposta che da mesi abbiamo portato avanti nelle interlocuzioni ministeriali.

Diamo atto al ministro Valditara di aver avuto coraggio e lungimiranza ad assumere una iniziativa che vedeva penalizzati tanti docenti specializzati in Europa, ed in classe restavano accanto agli studenti con difficoltà i colleghi non abilitati.

Dunque, siamo con il Governo in questa battaglia di civiltà giuridica.

Lettera aperta di Comuni impegnati negli appalti PNRR

Ha già raggiunto 250 firme in pochi giorni la lettera aperta di Comuni impegnati negli appalti PNRR e che denunciano “inutili appesantimenti dei procedimenti amministrativi” da parte dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Alla quale viene contestata una nota trasmessa all’ANCI, la prima Associazione dei Comuni italiani, per invitarla a sensibilizzare gli Enti sui rischi connessi al ricorso alla Centrale di committenza promossa dalla seconda Associazione, l’ASMEL, che associa 4072 Enti Locali in tutt’Italia.

In pratica, sostengono i Sindaci, l’Autorità garante della concorrenza viola la “concorrenza associativa” tra le due principali associazioni dei Comuni. I primi cittadini si chiedono perché mai un’Autority “dotata di poteri di intervento tanto incisivi”, si rivolge ad ANCI per sensibilizzare i Comuni su presunte criticità nel ricorso alla Centrale ASMEL. E perché mai la nota non è stata pubblicata sul sito ANCI, ma relegata su due siti regionali dell’Associazione, quelli di Lombardia e Veneto.

Sostiene Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL:

Se vi sono anomalie, nel rispetto delle regole della concorrenza, AGCM non deve riferirsi a generici rischi o criticità. Ha i poteri per chiederne la rimozione e, nel caso, trascinare in giudizio chi non si adegua. Ma non ha il diritto di porre le due Associazioni l’una contro l’altra. Chiederemo al Giudice di attestare la completa rispondenza della Centrale ASMEL alla normativa vigente e di condannare AGCM per aver debordato dai poteri attribuitele dalla legge e per il danno reputazionale arrecato.

Lettera aperta di Comuni impegnati negli appalti PNRR

Incalza il Presidente ASMEL, Giovanni Caggiano:

Ecco il paradosso del dirigismo dei finanziamenti PNRR. Da un lato si ritengono i Comuni scarsamente capaci, prospettandone il commissariamento, e dall’altro si cerca di ostacolare l’unica Centrale di rilievo nazionale, espressione diretta dei Comuni, che in questi ultimi anni ha prodotto risultati innegabili in termini di efficienza, trasparenza e celerità nella spesa.

La lettera aperta, i cui primi firmatari sono i sindaci di Conversano (BA), San Giovanni Lupatoto (VR), Borgomanero (NO), Venosa (PZ), Arzachena (SS), Pellezzano (SA), Nizza Monferrato (AT), Poirino (TO), Carignano (TO) e San Vito Lo Capo (TP), mette in evidenza i vantaggi per i Comuni medio piccoli nel ricorso alla Centrale di committenza ASMEL ormai radicata in tutt’Italia e premiata in Europa come best practice nel settore dell’innovazione e della digitalizzazione degli appalti. E chiede alle due Associazioni il perseguimento di obiettivi convergenti, sottolineando che il pluralismo associativo rafforza la voce dei Comuni ed è di gran lunga più efficace rispetto al preteso monopolio della rappresentanza associativa.

M5S, Elezioni, Giuseppe Conte in Campania il 3 e 4 settembre

Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte sarà in Campania il 3 e 4 settembre.
Prima tappa prevista sabato 3 settembre, alle ore 12, a Napoli in zona San Gregorio Armeno. Conte incontrerà i commercianti e i percettori del Reddito di cittadinanza.
Sempre a Napoli, alle ore 13:30, il presidente incontrerà i giovani della cooperativa “Il tappeto di Iqbal”, all’interno degli spazi dell’I.C. Rodinò a Via Mastellone. Alle ore 18, Conte sarà al porto di Acciaroli, frazione del Comune di Pollica, alla marcia per Angelo Vassallo e alle 21:30 a Salerno in Corso Garibaldi. La due giorni campana si concluderà ad Avellino, la mattina del 4 settembre, alle ore 9:45, nei pressi del circolo della Stampa in Corso Vittorio Emanuele II, 6.
Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle in Campania Michele Cammarano, i consiglieri regionali Vincenzo Ciampi e Gennaro Saiello e il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Salvatore Micillo:
Giuseppe Conte continua a riempire le piazze e le strade di tutta Italia come nessun leader politico è in grado di fare. Siamo orgogliosi del suo arrivo in Campania e del fatto che abbia scelto la nostra regione per candidarsi. Il presidente parlerà di temi fondamentali per i nostri territori, come la legalità, i progetti di sviluppo, il rilancio del Mezzogiorno. C’è grande entusiasmo e disponibilità a partecipare, la nostra è la forza politica che più di tutte sta crescendo nei consensi. Abbiamo un leader che è stato il presidente del Consiglio più amato degli ultimi decenni e una squadra di candidati competenti e onesti. Il risultato sarà sorprendente.
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