Attualità

È nato Patria Grande: il portale d’informazione sull’America Latina

Patria Grande è un portale d’informazione nato a causa delle difficoltà che oggi si hanno nel veicolaire un punto diverso sulle vicende latinoamericane. Questo sito d’informazione vuole dare un punto di vista che riesca ad essere altro rispetto a quello filostatunitense.

Patria Grande

Patria Grande

Patria Grande vuole riportare notizie da fonti autorevoli, per aggirare un blocco di comunicazione che limita la diffusione veritiera di alcune notizie e di altre che non vengono diffuse. Nel portale ci sono giornalisti e militanti che, dal Continente e dall’Italia, si spendono per questa causa e per un’informazione che sia il meno possibile plagiata.

Il nome del sito Grande Patria viene dal sogno di Simon Bolivar che scaturisce dall’idea del socialismo moderno.

Come afferma Michela Arricale, avvocato e militante storica della sinistra in Irpinia:

Veniamo da esperienze diverse ma abbiamo deciso di sforzarci per proporre un terreno unitario d’informazione e solidarietà con l’America Latina, che vogliamo sognare come una unica Patria Grande.

All’interno del nuovo sito si troveranno articoli in italiano e in altre lingue, per favorire il contributo di tutti i media alternativi dotati di credibilità politica e professionale nell’ambito latinoamericano.

Candidata Europee 2019

Michela Arricale

Prosegue Michela Arricale nel delucidare meglio le esigenze di Patria Grande:

Crediamo ci sia bisogno di ripristinare informazioni corrette e che trovino spazio le ragioni e le battaglie di chi nei media ufficiali è senza voce. Pensiamo che Patria Grande possa essere un luogo dove tutti i soggetti della solidarietà e tutti gli operatori dell’informazione possano trovare la loro casa.

Dall’inizio del terzo millennio, quando si celebravano i funerali delle ideologie che hanno animato il ‘900, proprio l’America Latina è diventata il paradigma dello scontro tra idealità inconciliabili. Dal golfo del Messico fino al Polo Sud è uno scontro tra due modelli socioeconomici opposti: uno, per molti aspetti ancora dominante, ha nel liberismo monetarista la sua identità, aumenta le ricchezze per pochi e la povertà per molti; l’altro, di orientamento socialista, nel suo governare ha indicato l’idea di crescita economica quale strumento per la riduzione delle disuguaglianze, ridurre la povertà e costruire nel rispetto degli indicatori dell’indice Gini il suo modello di governo.

È uno scontro che riproduce in questa fase storica il conflitto tra capitalismo e socialismo con l’esperienza socialista che viene osteggiata, negata nelle sue ragioni e occultata nel suo sviluppo.

Oggi alle ore 18:oo presso la Libreria Odradek in Via dei Banchi Vecchi 57 a Roma si terrà la presentazione di Patria Grande.

Noi vi facciamo un grosso in bocca al lupo!

Malamore: la personale di Valentina Del Gaudio sul femminicidio

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Questa data non è stata scelta a caso ma per ricordare l’assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto appunto il 25 novembre del 1960.

Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, vissute durante gli anni della dittatura trujillista, tra le più dure dell’America Latina, decisero di impegnarsi nella lotta contro l’oppressione, prendendo parte al Movimento 14 di giugno, sotto la direzione di Manolo Travares Justo, all’interno del quale Minerva e Maria Teresa Mirabal si facevano chiamare con il nome in codice Mariposas (farfalle).

Questo gruppo politico clandestino si diffuse molto rapidamente e venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo, che perseguitò tutti i membri. Le sorelle Mirabal e i rispettivi coniugi furonno arrestati ma le donne vennero liberate alcuni mesi dopo, a differenza dei mariti che restarono in prigione.

Malamore di Valentina Del Gaudio

Malamore di Valentina Del Gaudio

Il 25 novembre del 1960 mentre le sorelle Mirabal, accompagnate dall’autista Rufino de la Cruz stavano andando a fare visita ai loro mariti nella città di Puerto Plata, vennero bloccate e furono condotte in una piantagione di canna da zucchero dove furono uccise a bastonate. I loro corpi senza vita furono rimessi nel veicolo su cui stavano viaggiando che venne fatto precipitare da un dirupo, per simulare un incidente.

Installazione di Valentina Del Gaudio

Installazione di Valentina Del Gaudio

Per commemorare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Valentina Del Gaudio ha esposto la sua personale dedicata al femminicidio. La mostra dell’artista resterà esposta per una settimana al Castello D’Aquino di Grottaminarda.

Valentina Del Gaudio

Opera di Valentina Del Gaudio

Malamore è il nome che Valentina Del Gaudio ha scelto per la sua mostra perché è l’amore malsano, incentrato sulla violenza fisica, verbale e psicologica, che ogni anno conduce molte donne alla morte.

La personale è molto toccante perché i quadri di Valentina Del Gaudio non si esprimono attraverso simbologie e tratti pittorici da interpretare; le figure rappresentate vengono messe a nudo nella loro sofferenza, solitudine e fragilità. Questi sono tutti stati d’animo e condizioni psicologiche che accompagnano le donne vittime di violenza prima di arrivare all’epilogo: la loro morte.

Prima di entrare nel cuore pulsante di Malamore, lo spettatore si trova all’interno di una installazione in cui vengono mostrati i significati di quelle azioni che appartengono all’amore violento da cui non può nascere nulla di positivo.

Quadro di Valentina Del Gaudio

Quadro di Valentina Del Gaudio

Valentina Del Gaudio pone l’attenzione non solo sulle vittime del femminicidio ma cerca di sensibilizzare anche le figure familiari che, molto spesso, si rendono conto della situazione in cui la vittima si trova e reagiscono con l’omertà, anch’essa una forma di violenza silenziosa che non aiuta a superare il problema e ad evitare la morte.

Le donne vittime di violenza vivono una situazione delicata: si sentono sole, abbandonate e, molto spesso, non si rendono conto della gravità del problema che stanno vivendo, che le condurrà alla morte. Dunque è anche compito dei familiari e degli amici cercare, per come si può, di essere un sostegno e di non lasciare che le donne vittime di violenza vivano nella loro paura e nella solitudine.

Avellino,
al Circolo della Stampa la mostra mercato di C.H.I.R.S.

Fino a domani il Circolo della Stampa di Avellino ospiterà la mostra-mercato dell’associazione C.H.I.R.S.

Nata nel 1978, la Onlus organizza tutti i giorni, nella sede di via Francesco Petrarca, laboratori creativi dedicati ai ragazzi diversamente abili che, seguiti da operatrici specializzate, realizzano dei lavori come quelli esposti in questi giorni all’interno della struttura di Corso Vittorio Emanuele.

È un appuntamento molto sentito e partecipato dai ragazzi di C.H.I.R.S. che, durante la mostra mercato, hanno la possibilità di vendere i lavoretti da loro stessi realizzati.

Irpinia 1980-2019,
Fiordellisi (Cgil): «C’è ancora tanto da ricostruire»

«A 39 anni dal terremoto del 23 novembre 1980, un pensiero non può che essere rivolto alla condizione drammatica vissuta dall’Irpinia, in particolare rispetto alla prevenzione e protezione dei cittadini, ma anche, sicuramente, in termini di cittadinanza attiva.

La vicenda delle scuole così come quella dei viadotti, le cui verifiche sulla stabilità e conformità strutturali sono state avviate soltanto dopo delle tragedie sono paradigmatiche di questa insicurezza diffusa che spesso provoca tragedia e perdita di vite umane. A distanza di 39 anni da un sisma devastante, che oltre a distruzione e morte ha generato tanto clientelismo con un cambio in negativo dell’etica sociale, è ancora reiterato sistematicamente un modus operandi che ha determinato l’attuale condizione di drammaticità.

Insomma, è triste ammetterlo ma in un’area sismica come la nostra si continua a speculare sulla pelle delle persone senza riuscire a predisporre un programma di gestione dell’emergenza e misure di contrasto a ogni abuso: dalle costruzioni delle abitazioni alle grandi opere che, come i viadotti, sono insicure e senza adeguata manutenzione. Per cui se dobbiamo “sperare” ancora oggi nella magistratura, vuol dire che ancora c’è molto da fare per realizzare,  rispettando a pieno i criteri antisismici».

Franco Fiordellisi, Segretario Cgil Avellino

Emozioni d’Irpinia 2020,
Info Irpinia premia i vincitori del contest fotografico

Domenica 24 novembre, alle ore 17.00, presso il Casino del Principe in Corso Umberto I ad Avellino, l’Associazione turistico-culturale “Info Irpinia” presenterà al pubblico i vincitori del contest fotografico “Emozioni d’Irpinia“. L’associazione, presieduta da Francesco Celli, da sette anni seleziona i migliori scatti di paesaggi della provincia, curandone ogni anno la pubblicazione in un richiesto e apprezzato calendario.

Anche quest’anno hanno preso parte al contest oltre 1000 foto. Di queste, solo 12 andranno a comporre il nuovo Calendario d’Irpinia 2020.

Nel corso della cerimonia di premiazione, moderata dalla socia Pina Meriano, Desirée Risolo dedicherà una lettura emozionale a ognuna delle foto selezionate a comporre il calendario 2020 “Emozioni d’Irpinia”.

Saranno inoltre ospiti: Stefano Iannaccone dello Studio Fotografico “Foto Diego” in rappresentanza della Giuria giudicatrice e la Presidente della locale condotta “Slow Food” Maria Elena Napodano, per una degustazione omaggio di prodotti biologici tipici irpini.

 

INGV 1999-2019,
appuntamento a Grottaminarda per il ventennale dell’Istituto

Dopo gli appuntamenti di Roma e Bologna, i festeggiamenti per i venti anni dalla nascita dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) proseguono nella Sede Irpinia di Grottaminarda venerdì 22 e sabato 23 novembre.

Venerdì 22 un convegno rivolto alle istituzioni sarà introdotto dal benvenuto del Presidente dell’INGV Carlo Doglioni e del Direttore Generale Maria Siclari e proseguirà con gli interventi del Professor Ortensio Zecchino, l’allora Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica che firmò il decreto istitutivo dell’INGV e che permise la realizzazione della Sede di Grottaminarda, inaugurata nel 2008, dell’attuale Capo Gabinetto del MIUR Luigi Fiorentino, del Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’INGV (ONT) Salvatore Stramondo, del Dirigente di Ricerca dell’ONT Giulio Selvaggi e della Responsabile dell’Unità Funzionale “Osservazioni sismologiche e geodetiche” dell’INGV Annamaria Vicari.

Il 22 e il 23 novembre, inoltre, dalle 10.00 alle 18.00, la Sede di Contrada Ciavolone aprirà al pubblico le sue porte con due percorsi tematici su terremoti, vulcani e Sala di Monitoraggio sismico.

Nel primo percorso “Terremoti: attenti agli elementi. Dettagli che salvano la vita”, una mostra illustrerà ai visitatori gli effetti dei terremoti sulle nostre case e le piccole accortezze per renderle più sicure; l’exhibit “Un viaggio tra terremoti e vulcani”, invece, racconterà la ricerca scientifica e le attività di monitoraggio dell’INGV attraverso la visita alla Sala di Monitoraggio sismico, la descrizione della strumentazione sismica e geodetica e un viaggio virtuale all’interno di un vulcano 3D.

Transgender Day of Remembrance: la giornata mondiale per ricordare le vittime dell’odio

Il 20 novembre è la giornata mondiale del Transgender Day of Remembrance, una giornata per ricordare tutte le vittime che sono morte a causa dell’odio e del pregiudizio nei confronti delle persone transgender.

Contro la transfobia

Contro la transfobia

Il Transgender Day of Remembrance è stato introdotto da Gwendolyn Ann Smith, scrittrice e attivista transgender, per ricordare la morte di Rita Hester uccisa a coltellate nel suo appartamento il 28 novembre 1998 a Allston, un quartiere di Boston. Quando i giornali, all’epoca, iniziarono a parlare del caso, si riferivano a Rita parlando di lei al maschile, in pratica cancellarono l’identità femminile di Rita nello stesso modo in cui era stata privata della vita dai suoi assassini.

Molto spesso non ci si rende conto che affrontare un percorso complesso e delicato come quello del cambiamento di sesso, attraverso l’operazione chirurgica, deriva da un non sentirsi bene nel corpo maschile o femminile in cui si è nati. Scegliere di cambiare identità e metterlo in pratica necessita di forza e di determinazione, che scaturiscono da un senso di malessere perché si ha difficoltà a guardarsi nello specchio e a riconescere l’immagine che si vede riflessa.

Ieri ad Avellino abbiamo festeggiato anche noi il Transgender Day of Remembrance insieme a Mara Festa e ad Antonio De Padova dell’associazione Apple Pie perché siamo anche noi vicini alle vittime del pregiudizio e della transfobia.

omossesualità

No alla transfobia

Con Mara Festa ed Antonio De Padova abbiamo parlato della differenza di genere, di rispetto e degli ultimi episodi che hanno visto al centro dell’attenzione Vladimir Luxuria, ingiuriata e bullizzata nel noto salotto dell’informazione della porta accanto, ciò a cui abbiamo assistito è stata la mancanza totale di educazione, di rispetto e di cultura nei confronti di un essere umano.

Vogliamo ricordare che il bagaglio culturale di una persona non è quantificato dalle lauree ottenute o dai libri letti ma dalla sensibilità e dal rispetto con cui ci si rapporta con l’altro.

Abbiamo tutti il dovere di combattere contro le differenze di genere e contro tutti quei pensieri che alimentano discriminazioni di ogni sorta.

#Populeconomy,
la presentazione del libro di Capone (Ugl) alla Camera di Commercio di Avellino

Avvicinare l’economia alla vita reale, affrontare i cambiamenti sociali con parole semplici. È questo lo spirito di #Populeconomy: l’economia per le persone e non per le élites finanziarie, libro scritto dal segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, presentato nell’auditorium della Camera di Commercio di Avellino.

“Alle persone normali – sottolinea Paolo Capone- interessa come sta un paese, come può migliorare il suo stato di benessere. E lo stato di benessere di un paese non si può misurare con il Pil, si misura con quanti poveri in meno abbiamo, con quanta ricchezza riusciamo a ridistribuire e con quanta capacità produttiva riusciamo a far diventare il nostro paese un posto migliore di quello che abbiamo ereditato. Vale per l’Italia e per l’Europa”.

All’interno del saggio, con prefazione di Matteo Salvini, si affrontano tutte le sfide del presente, in particolare quelle legate allo sviluppo e alla crescita occupazionale, e forte è la critica alle politiche di austerità. Per raggiungere l’obiettivo secondo il leader sindacale è necessario però cambiare rotta, virare.

“In questo scenario -conclude il segretario Ugl- il ruolo del sindacato è fondamentale. Tutto il movimento sindacale deve recuperare la capacità di proporre visioni nuove con l’obiettivo di valorizzare il tessuto imprenditoriale dell’Italia e restituire dignità al lavoro”.

In fondo alla caverna di Alessandro Perna: un viaggio di sola andata nel mondo penale minorile

In fondo alla caverna (2018), pubblicato da Graus Editore, è il primo romanzo di Alessandro Perna, avvocato penalista specializzato in legislazione penale minorile. Il libro è composto da diciassette storie, che mostrano il mondo penale minorile, fatto di esistenze in bilico tra legale ed illegale, abusi, violenze, vissuti tragici e diversità di ogni sorta.

In fondo alla caverna

In fondo alla caverna

Le vite dei protagonisti delle storie di Alessandro Perna sono legate da un filo indissolubile con il luogo sociale in cui sono cresciuti, dal contesto familiare che li ha segnati, a prescindere dall’estrazione sociale di appartenenza, ma anche dalla difficoltà di non poter vivere liberamente in contesti retrogradi e da cui si sente forte la discriminazione nei confronti della diversità, intesa in senso lato.

In fondo alla caverna non è scritto in forma narrativa: le frasi sono brevi, non c’è spazio per le figure retoriche, ogni storia viene rappresentata attraverso una scelta ponderata delle parole che sono taglienti, crude e non lasciano spazio all’immaginazione.

Per farvi entrare nel mood del romanzo, riportiamo l‘introduzione alle storie di In fondo alla caverna scritta dallo stesso autore:

Sorie.

Istantanee quotidiane.

Racconti di abbandono, ricerca; eccessi di rabbia.

Realtà ingurgitate, riflesse, sul fondo della caverna.

Sguardi disciplinati, allenati, orientati al basso.

Ombre che si riflettono sulle pareti.

Realtà incerte; crepe.

Percorsi tracciati.

Uno devia, si ritrova solo.

Percentuali basse.

Un altro si adagia, rinuncia, si arena.

Mare in perenne tempesta.

Minori; sonnambuli.

Acrobati.

Vertigini.

Fondo.

Vissuti scomodi.

Adepti, manovalanza.

Aspri costrutti d’illegalità, di inerzia; pigrizia.

Ordini chiari, incisi; incisivi.

Morsi sulla pelle.

Fame.

Sete.

Storie di ragazzi dimenticati.

Cortometraggi: immagini di case, finestre aperte, file di bucato,

strade in salita.

Aroma di caffè.

Storie di quartieri densi e affollati.

Luoghi elettrici.

Mille passi, mille volti; sanpietrini.

Disagio.

Storie di opportunità.

Storie di necessità.

Terreno dismesso.

Scelte facili.

Conseguenze amare, pesanti.

Contrappeso sul “bilancino” del fato.

Lo Stato resta estraneo.

Li incontri per strada, li ascolti, li osservi.

Sguardi duri, muscoli tesi, toni alti, scarpe slacciate.

Presenze scomode.

Vuoti banchi.

Cancelli chiusi.

Li trovi lì, in fondo alla caverna, al buio, privati del sonno.

Spettatori di realtà riflesse.

Incatenati a rocce di necessità.

Qualcuno si alza, arranca, chiede aiuto emerge.

Ci sono ragazzi che di notte non sognano

Ci sono ragazzi che vivono nel fondo della caverna.

 

In fondo alla caverna di Alessandro Perna

In fondo alla caverna di Alessandro Perna

In fondo alla caverna: trama

I personaggi principali del libro In fondo alla caverna provengono da Napoli: alcuni ci sono nati, altri ci sono arrivati e altri ancora ci sono morti, senza aver avuto la possibilità di vivere pienamente la città.

I minori di cui scrive Alessandro Perna non sono stati tutti arrestati ma sono tutti collocati in quel baratro infernale dove non c’è spazio per l’amore e, soprattutto, per quella spensieratezza che si dovrebbe vivere in determinate età della vita.

La storia numero cinque racconta di bullismo e di omossesualità. Siamo in una scuola di Napoli e Mattia, il protagonista, è un ragazzo introverso. Un giorno viene pestato a sangue nel bagno della sua scuola perché durante una gita scolastica fatta in Sicilia, giocando al gioco della bottiglia con i suoi compagni, Mattia aveva mostrato interesse nei confronti di Ciro, dandogli, probabilmente, un bacio.

La disapprovazione dei suoi compagni di classe e di Ciro stesso, per l’accaduto, si palesa attraverso un agguato e relativa aggressione a scuola.

I colpi non accennavano ad arrestarsi, né  a diminuire di intensità.

Il suo corpo era ormai una massa innocua, immobile, lasciata all’ira dei suoi aggressori.

Un senso di nausea lo invase quando avvertì la bocca riempirsi di sangue.

Rannicchiato, provava a proteggersi il volto, non avrebbe sopportato di dover dare spiegazioni ai genitori circa gli eventuali segni.

Era abituato al dolore, quello non visibile, quello occultabile.

Ciro si abbassò la lampo dei jeans e, mentre gli altri tre continuavano a colpirlo

Non era per il dolore fisico, a quello ormai ci era abituato.

Era la quarta aggressione negli ultimi due mesi. La più violenta.

Se l’era meritato, a volte se lo diceva, quando restava da solo chiuso nella sua stanza.

Ciò che emerge dalla storia di Mattia è il bullismo e la non accettazione dell’omosessualità, entrambe viste dalla parte della vittima e da quella del carnefice. Ciò che emerge è un quadro dai tratti cupi, fatto di spietata violenza e solitudine. Lo scrittore pone l’attenzione sulle conseguenze interiori che provoca il non sentirsi accettato nel luogo in cui si vive e da quelli che dovrebbero essere i coetanei a cui legarsi, durante il percorso scolastico e poi, si spera, anche nella vita.

Il racconto di Alessandro Perna evidenzia cosa si prova interiormente nel sentirsi diverso nel preferire un sesso a differenza di un altro, e ancora viene messo in risalto il senso di colpa che cerca di dare una giustificazione ad atti di violenza che non contemplati in un mondo umano fatto di libertà di espressione e di uguaglianza come dovrebbe essere quello in cui viviamo ma che, nonostante la modernità, resta ancorato a modi di pensare atavici e retrogradi.

In fondo alla caverna di Alessandro Perna copertina

In fondo alla caverna copertina

Altre storie, come quella numero quindici, ci raccontano di tossicodipenze e di disagi a cui si cerca di non pensare perché provengono da quel luogo da cui non possiamo sottrarci: quello delle mura domestiche e della famiglia.

Il protagonista della prossima storia è figlio di un cardiochirurgo di Napoli, che vive in una famiglia che gli permette un tenore di vita agiato e che lo porta ad eccedere nell’uso di droghe e di alcol.

Il vortice affascina, il vortice cattura.

La tranquillità del suo andare, le onde, cerchi concentrici, spirali sinuose e in fondo il buio, solo il buio.

Nessuna luce con cui confrontarsi, nessuna immagine riflessa.

C’ero così vicino, potevo quasi toccarlo, l’alcool, i debiti, le donne, l’eroina, e ora…

Mi inietto la sostanza nell’interno coscia.

Che vadano a farsi fottere tutti.

La storia di questo ragazzo, potrebbe ricalcare quella dell’immaginario classico del giovane benestante, che sperpera per vizio e perché ha tutto senza sforzo ma, leggendo la sua storia, il lettore scopre i numerosi tradimenti di una madre assente, un padre che si ritrova costretto in un letto e che aspetta solo la morte come liberazione dalla SLA, male sopraggiunto all’improvviso che lo ha relegato nell’immobilità completa.

Le diciassette storie scritte da Alessandro Perna non pretendono di dare una morale, descrivono nelle viscere quel mondo che, molti di noi apprendono dalle news dei telegiornali e che lasciano il tempo che trovano nella consapevolezza a breve termine che scandisce i problemi altrui rispetto ai nostri, spesso, considerati sempre più tragici rispetto a ciò che accade fuori dal nostro microcosmo.

In fondo alla caverna è come un pugno nello stomaco che ci sveglia per un attimo dal mondo patinato in cui ci trastulliamo e riporta vicende delicate che potrebbero accadere nel vissuto di chiunque.

Se siete incuriositi da quella Napoli che esula dall’immaginario della sfogliatella, della pizza e del mandolino, mostrando un mondo più realistico della città, vi consigliamo la lettura de La città insensibile di Carmine Zamprotta: un’istantanea senza filtri su Napoli.

Enologia e turismo,
Acone (Città del vino): «Subito un info point in ogni borgo d’Irpinia»

L’enologia e il turismo, sostiene Teobaldo Acone, in Irpinia sono strettamente collegati e i Comuni dovrebbero attuare molte più iniziative di promozione delle eccellenze locali. Nel panorama italiano i Comuni che sono riusciti a conservare e valorizzare le tradizioni della civiltà contadina unendole a un sapiente marketing territoriale e sviluppo aziendale, oggi beneficiano di opportunità di crescita impensabili fino a qualche anno fa.

La filiera vitivinicola, secondo l’esperto Teobaldo Acone, è tra le più dinamiche all’interno del sistema produttivo locale e la prima del settore turistico. L’ambasciatore dell’associazione “Città del vino” paragona le potenzialità enoturistiche dell’Irpinia a quelle della Toscana e dell’Umbria ma invoca una maggiore collaborazione tra il pubblico e il privato.

Nonostante il grande lavoro realizzato nei decenni scorsi, soprattutto dai privati, l’Irpinia, sostiene Acone, è ancora indietro rispetto ai competitor delle altre Regioni d’Italia. Da queste premesse partono le proposte di Acone, indirizzate sia ai Comuni che alla Provincia, per l’attivazione di un info point turistico in ogni borgo d’Irpinia.

 

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