Dagli ultimi tamponi naso-faringei effettuati in Irpinia, 1.112, sono risultati positivi al Covid-19 nuovi 45 casi.
I risultati pervenuti dall’ASL di Avellino sono i seguenti:
- 1 residente nel comune di Altavilla Irpina
- 5 residenti nel comune di Avella
- 7 residenti nel comune di Avellino
- 2 residenti nel comune di Baiano
- 1 residente nel comune di Calabritto
- 2 residenti nel comune di Capriglia Irpina
- 2 residenti nel comune di Chiusano di San Domenico
- 3 residenti nel comune di Flumeri
- 1 residente nel comune di Grottaminarda
- 2 residenti nel comune di Marzano di Nola
- 1 residente nel comune di Mercogliano
- 1 residente nel comune di Montella
- 4 residenti nel comune di Montemarano
- 5 residenti nel comune di Mugnano del Cardinale
- 3 residenti nel comune di San Martino Valle Caudina
- 1 residente nel comune di San Michele di Serino
- 1 residente nel comune di Santa Lucia di Serino
- 2 residenti nel comune di Sperone
- 1 residente nel comune di Venticano
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In fondo alla caverna di Alessandro Perna: un viaggio di sola andata nel mondo penale minorile
In fondo alla caverna (2018), pubblicato da Graus Editore, è il primo romanzo di Alessandro Perna, avvocato penalista specializzato in legislazione penale minorile. Il libro è composto da diciassette storie, che mostrano il mondo penale minorile, fatto di esistenze in bilico tra legale ed illegale, abusi, violenze, vissuti tragici e diversità di ogni sorta.
Le vite dei protagonisti delle storie di Alessandro Perna sono legate da un filo indissolubile con il luogo sociale in cui sono cresciuti, dal contesto familiare che li ha segnati, a prescindere dall’estrazione sociale di appartenenza, ma anche dalla difficoltà di non poter vivere liberamente in contesti retrogradi e da cui si sente forte la discriminazione nei confronti della diversità, intesa in senso lato.
In fondo alla caverna non è scritto in forma narrativa: le frasi sono brevi, non c’è spazio per le figure retoriche, ogni storia viene rappresentata attraverso una scelta ponderata delle parole che sono taglienti, crude e non lasciano spazio all’immaginazione.
Per farvi entrare nel mood del romanzo, riportiamo l‘introduzione alle storie di In fondo alla caverna scritta dallo stesso autore:
Sorie.
Istantanee quotidiane.
Racconti di abbandono, ricerca; eccessi di rabbia.
Realtà ingurgitate, riflesse, sul fondo della caverna.
Sguardi disciplinati, allenati, orientati al basso.
Ombre che si riflettono sulle pareti.
Realtà incerte; crepe.
Percorsi tracciati.
Uno devia, si ritrova solo.
Percentuali basse.
Un altro si adagia, rinuncia, si arena.
Mare in perenne tempesta.
Minori; sonnambuli.
Acrobati.
Vertigini.
Fondo.
Vissuti scomodi.
Adepti, manovalanza.
Aspri costrutti d’illegalità, di inerzia; pigrizia.
Ordini chiari, incisi; incisivi.
Morsi sulla pelle.
Fame.
Sete.
Storie di ragazzi dimenticati.
Cortometraggi: immagini di case, finestre aperte, file di bucato,
strade in salita.
Aroma di caffè.
Storie di quartieri densi e affollati.
Luoghi elettrici.
Mille passi, mille volti; sanpietrini.
Disagio.
…
Storie di opportunità.
Storie di necessità.
Terreno dismesso.
Scelte facili.
Conseguenze amare, pesanti.
Contrappeso sul “bilancino” del fato.
Lo Stato resta estraneo.
…
Li incontri per strada, li ascolti, li osservi.
Sguardi duri, muscoli tesi, toni alti, scarpe slacciate.
Presenze scomode.
Vuoti banchi.
Cancelli chiusi.
Li trovi lì, in fondo alla caverna, al buio, privati del sonno.
Spettatori di realtà riflesse.
Incatenati a rocce di necessità.
…
Qualcuno si alza, arranca, chiede aiuto emerge.
Ci sono ragazzi che di notte non sognano
Ci sono ragazzi che vivono nel fondo della caverna.
In fondo alla caverna: trama
I personaggi principali del libro In fondo alla caverna provengono da Napoli: alcuni ci sono nati, altri ci sono arrivati e altri ancora ci sono morti, senza aver avuto la possibilità di vivere pienamente la città.
I minori di cui scrive Alessandro Perna non sono stati tutti arrestati ma sono tutti collocati in quel baratro infernale dove non c’è spazio per l’amore e, soprattutto, per quella spensieratezza che si dovrebbe vivere in determinate età della vita.
La storia numero cinque racconta di bullismo e di omossesualità. Siamo in una scuola di Napoli e Mattia, il protagonista, è un ragazzo introverso. Un giorno viene pestato a sangue nel bagno della sua scuola perché durante una gita scolastica fatta in Sicilia, giocando al gioco della bottiglia con i suoi compagni, Mattia aveva mostrato interesse nei confronti di Ciro, dandogli, probabilmente, un bacio.
La disapprovazione dei suoi compagni di classe e di Ciro stesso, per l’accaduto, si palesa attraverso un agguato e relativa aggressione a scuola.
I colpi non accennavano ad arrestarsi, né a diminuire di intensità.
Il suo corpo era ormai una massa innocua, immobile, lasciata all’ira dei suoi aggressori.
Un senso di nausea lo invase quando avvertì la bocca riempirsi di sangue.
Rannicchiato, provava a proteggersi il volto, non avrebbe sopportato di dover dare spiegazioni ai genitori circa gli eventuali segni.
Era abituato al dolore, quello non visibile, quello occultabile.
Ciro si abbassò la lampo dei jeans e, mentre gli altri tre continuavano a colpirlo
…
Non era per il dolore fisico, a quello ormai ci era abituato.
Era la quarta aggressione negli ultimi due mesi. La più violenta.
Se l’era meritato, a volte se lo diceva, quando restava da solo chiuso nella sua stanza.
Ciò che emerge dalla storia di Mattia è il bullismo e la non accettazione dell’omosessualità, entrambe viste dalla parte della vittima e da quella del carnefice. Ciò che emerge è un quadro dai tratti cupi, fatto di spietata violenza e solitudine. Lo scrittore pone l’attenzione sulle conseguenze interiori che provoca il non sentirsi accettato nel luogo in cui si vive e da quelli che dovrebbero essere i coetanei a cui legarsi, durante il percorso scolastico e poi, si spera, anche nella vita.
Il racconto di Alessandro Perna evidenzia cosa si prova interiormente nel sentirsi diverso nel preferire un sesso a differenza di un altro, e ancora viene messo in risalto il senso di colpa che cerca di dare una giustificazione ad atti di violenza che non contemplati in un mondo umano fatto di libertà di espressione e di uguaglianza come dovrebbe essere quello in cui viviamo ma che, nonostante la modernità, resta ancorato a modi di pensare atavici e retrogradi.
Altre storie, come quella numero quindici, ci raccontano di tossicodipenze e di disagi a cui si cerca di non pensare perché provengono da quel luogo da cui non possiamo sottrarci: quello delle mura domestiche e della famiglia.
Il protagonista della prossima storia è figlio di un cardiochirurgo di Napoli, che vive in una famiglia che gli permette un tenore di vita agiato e che lo porta ad eccedere nell’uso di droghe e di alcol.
Il vortice affascina, il vortice cattura.
La tranquillità del suo andare, le onde, cerchi concentrici, spirali sinuose e in fondo il buio, solo il buio.
Nessuna luce con cui confrontarsi, nessuna immagine riflessa.
C’ero così vicino, potevo quasi toccarlo, l’alcool, i debiti, le donne, l’eroina, e ora…
Mi inietto la sostanza nell’interno coscia.
Che vadano a farsi fottere tutti.
La storia di questo ragazzo, potrebbe ricalcare quella dell’immaginario classico del giovane benestante, che sperpera per vizio e perché ha tutto senza sforzo ma, leggendo la sua storia, il lettore scopre i numerosi tradimenti di una madre assente, un padre che si ritrova costretto in un letto e che aspetta solo la morte come liberazione dalla SLA, male sopraggiunto all’improvviso che lo ha relegato nell’immobilità completa.
Le diciassette storie scritte da Alessandro Perna non pretendono di dare una morale, descrivono nelle viscere quel mondo che, molti di noi apprendono dalle news dei telegiornali e che lasciano il tempo che trovano nella consapevolezza a breve termine che scandisce i problemi altrui rispetto ai nostri, spesso, considerati sempre più tragici rispetto a ciò che accade fuori dal nostro microcosmo.
In fondo alla caverna è come un pugno nello stomaco che ci sveglia per un attimo dal mondo patinato in cui ci trastulliamo e riporta vicende delicate che potrebbero accadere nel vissuto di chiunque.
Se siete incuriositi da quella Napoli che esula dall’immaginario della sfogliatella, della pizza e del mandolino, mostrando un mondo più realistico della città, vi consigliamo la lettura de La città insensibile di Carmine Zamprotta: un’istantanea senza filtri su Napoli.
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Aggiornamento Ordinanza del Presidente della Regione Campania n.15 del 13 marzo 2020
C’è da fare un importante aggiornamento all’articolo apparso ieri 13 marzo 2020 su Il Plurale.
Nella serata di ieri, infatti, il Presidente della Regione Campania con propria ordinanza ha reso più severe e restrittive le prescrizioni del Governo Italiano modificando di fatto alcune delle risposte alle domande che ci eravamo posti. Resta ferma tutta la disciplina sanzionatoria penale già approfondita con una singolare novità di cui si dirà nel prosieguo.
Veniamo nel dettaglio alle nuove risposte trascrivendo per comodità tutto ciò che resta inalterato e segnalando in neretto le modifiche.
Posso fare una passeggiata? Posso andare a correre? Posso andare a lavoro, a fare una visita medica, a fare la spesa o a comprare le medicine? Ma anche banalmente a comprare il giornale o le sigarette? Quali sono le sanzioni alle quali mi espongo in caso di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità? Quali reati posso commettere ai tempi dell’epidemia da coronavirus?
Gli interrogativi legittimi e comuni di questi giorni se ci fosse una macchina del tempo che ci portasse indietro di soli due mesi ci farebbero inorridire e sgranare gli occhi.
I DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) in combinato disposto (cioè da integrare) con le Ordinanze del Presidente della Regione Campania sono provvedimenti urgenti, emergenziali e transitori ( l’Ordinanza P.R.C. n. 15 contiene già il provvisorio termine del 25 marzo) finalizzati alla salvaguardia del preminente interesse della tutela della salute pubblica.
È bene fare questa premessa perchè essi sono permeati di quei caratteri di eccezionalità: sono evidentemente scritti in fretta, seguendo l’evolversi drammatico degli eventi, intervengono a comprimere spazi di libertà che mai erano stati scalfiti a partire dall’introduzione della Costituzione Repubblicana ma, è bene dirlo, poggiano comunque sul consenso sociale che sempre caratterizza il pregiuridico.
Allora rispondiamo alle nostre domande introduttive.
1. Posso fare una passeggiata?
No. È fatto obbligo a tutti i cittadini della Campania – ed a chiunque si trovi sul territorio della Regione – di restare nelle proprie abitazioni. E’ consentito in maniera individuale di portare fuori il cane per le esigenze tipiche degli animali per il tempo strettamente indispensabile e comunque in aree contigue alla propria residenza, domicilio o dimora..
2. Posso andare a correre?
No stando alla lettera dell’Ordinanza n. 15. Il Presidente della Regione Campania era già intervenuto con propria ordinanza a chiudere parchi e ville comunali perchè una interpretazione troppo sciolta e disinvolta di questa concessione, in alcune zone, aveva finito per frustrare e rendere inefficaci i sacrifici di libertà delle altre persone. Nella tarda serata di ieri 13 marzo 2020 un comunicato stampa dello staff del Presidente della Regione Campania (che sarebbe una sorta di interpretazione autentica cioè che proviene dallo stesso organo emanante) ha chiarito che resta la possibilità di fare attività sportiva e motoria all’esterno in maniera individuale, per il tempo strettamente indispensabile e comunque in aree contigue alla propria residenza, domicilio o dimora rispettando tassativamente le norme di cautela della distanza di almeno un metro dalle altre persone.
In realtà tale concessione non è conforme allo spirito del provvedimento regionale – tanto che in esso nulla si dice – ma tale chiarimento si deve all’ultimo e precedente DPCM che lo consentiva: qualsiasi normativa regionale non può essere in contrasto con una statale.
Il mio consiglio per questo breve lasso di tempo emergenziale e per evitare problemi con le forze dell’ordine è di evitare tale attività all’esterno.
3. Posso andare a lavoro, a fare una visita medica, a fare la spesa, a comprare le medicine?
Assolutamente sì ma in maniera INDIVIDUALE. Queste sono le esplicite deroghe al generale divieto di circolazione. Tali esigenze devono essere oggetto dell’autocertificazione da compilare e portare con sé o in assenza il cui modulo viene fornito dalle Forze dell’Ordine. Occorre dichiarare la verità perché gli abusi saranno sanzionati come diremo a breve. A queste deroghe se ne affianca un’altra: lo stato di necessità da esplicitare volta per volta. Gli abusi saranno puniti ribadendo in ogni caso che bisogna limitare allo stretto necessario ognuno dei suddetti spostamenti ed essi devono essere individuali. E’ consentita la presenza di un accompagnatore esclusivamente: 1) nel caso di spostamenti per motivi di salute ove lo stato di salute del paziente ne imponga la necessità; 2) nel caso di spostamento per motivi di lavoro purchè si tratti di persone appartenenti allo stesso nucleo familiare ed in relazione al tragitto da/per il luogo di lavoro di uno di essi.
4. Posso andare a comprare il giornale o le sigarette? Sì in maniera individuale nelle edicole e nei tabacchi più vicini alla propria abitazione per il tempo strettamente necessario all’acquisto.
Quali sono le sanzioni alle quali mi espongo in caso di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità? Quali reati posso commettere ai tempi dell’epidemia da Coronavirus? L’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità integra la condotta prevista e punita dall’art. 650 del codice penale. Esso è un reato contravvenzionale, segnatamente di polizia, punito – sempre che il fatto non costituisca un più grave reato – con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino ad euro 206. Dunque sarete denunciati dalle forze dell’ordine preposte al controllo e l’Autorità Giudiziaria in caso di fondatezza della notizia di reato emanerà nei vostri confronti un decreto penale di condanna.
La trasgressione dell’Ordinanza del Presidente della Regione Campania implica anche la segnalazione all’ASL e l’obbligo immediato per il trasgressore di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario per 14 giorni, con divieto di contatti sociali rimanendo raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza dunque senza nessuna deroga – nemmeno per lavoro – ad allontanarsi dalla propria abitazione.
Nel caso in cui dovesse esservi notificato un decreto penale di condanna non bisogna assolutamente riporlo in un cassetto o limitarsi al pagamento dell’eventuale sanzione pecuniaria ivi contenuta ma se si vogliono evitare e/o mitigare le conseguenze tipiche di una condanna penale occorre immediatamente recarsi dal proprio avvocato.
Nel caso in cui si abbia coscienza di commettere un abuso non bisogna assolutamente tentare di scappare davanti ad un controllo: una simile condotta oltre a mettere in pericolo voi stessi e gli operatori di polizia giudiziaria potrebbe integrare il ben più grave delitto previsto dall’art. 337 del codice penale “resistenza a un pubblico ufficiale” punito con reclusione da sei mesi a cinque anni.
Allo stesso tempo bisogna assolutamente evitare di autocertificare il falso: tale condotta, restando fermo il reato di cui all’art. 650 c.p., integra l’ulteriore reato previsto dall’art.483 codice penale in relazione all’art. 76 D.P.R. n. 445 del 2000 “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” delitto punito con la reclusione fino a due anni.
Tutto ciò se le suddette condotte sono commesse da soggetti sani.
Nel caso in cui si abbiano conclamati sintomi da COVID19 e si violi la quarantena si può integrare il reato di cui all’art. 452 del codice penale “epidemia colposa” punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Nel caso, infine, in cui si risulti positivi al COVID19 e si violi comunque la quarantena – anche nel caso in cui non si volesse direttamente trasmettere la malattia ma, semplicemente nella coscienza di essere positivi, si accettasse il rischio di trasmetterla (c.d. dolo eventuale) – si integrerebbe il gravissimo reato di cui all’art. 438 del codice penale punito con l’ergastolo.
Avv. Paolino Salierno
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Emergenza Covid-19 in Irpinia: 12 nuovi tamponi sono risultati positivi
Dai tamponi effettuati dall’AORN Moscati di Avellino sono risultati positivi al Covid-19, in Irpnia, 12 tamponi.
I risultati sono i seguenti:
- 4 nel Comune di Ariano Irpino
- 3 nel Comune di Scampitella
- 2 nel Comune di Trevico
- 1 nel Comune di Flumeri
- 1 nel Comune di Melito Irpino
- 1 nel Comune di Mirabella Eclano
5 comments on Covid-19 in Irpinia: nuovi 45 tamponi naso-faringei sono risultati positivi
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