Alfonsina Merola

Facebook si oppone alle fake news, avvertendoti

Da tempo, ormai, la nostra maggiore fonte d’informazione si basa sui social network e sul web. Gran parte degli internauti non fanno una cernita delle notizie in circolazione e, molto spesso, si danno per vere notizie infondate, che ci danno un’immagine distorta su ciò che accade realmente nel mondo.

Dal punto di vista contenustico una fake news si allontana dal significato e dal fine più importante che ha il giornalismo: quello di informare.

E allora perché nascono le notizie false?

Le ipotesi più sensate potrebbero essere due. La prima è che un sito d’informazione decide di lanciare una fake news perché, essendo l’unico a divulgare una notizia sul web che altri ovviamente non conoscono perché è inventata o mendace, attira su di sé un maggior numero di utenti, di condivisioni e il sito in questione diventa più noto e i profitti aumentano a livello di visibilità e non solo.

La seconda opzione è quella di voler distorcere la realtà dei fatti per un tornaconto personale, questo meccanismo può riguardare prevalentemente il panorama politico, fidelizzando i propri seguaci e dando per vero qualcosa che non lo è.

Facebook

Facebook

Facebook ha deciso di rilasciare ai propri utenti degli strumenti che siano in grado di marginare la diffusione della disinformazione sulla propria piattaforma.

Inizialmente l’idea era diversa e mirata ad una categoria ben precisa: quella dei politici. Il social network di Mark Zuckerberg, in un primo momento,  aveva deciso di esonerare i politici dal fact-checking dei loro post.

I profili dei politici di spicco venivano monitorati e controllati da Facebook per bloccare, qualora ce ne fosse stato bisogno, discorsi e affermazioni che incitassero all’odio e per evitare che fossero condivise e divulgate notizie false.

Come ha affermato Nick Clegg riguardo al fact-checking:

Non crediamo che per noi sia un ruolo appropriato arbitrare i dibattiti politici e impedire che il discorso di un politico raggiunga il suo pubblico e sia soggetto a dibattito pubblico e controllo. Ciò significa che non invieremo contenuti organici o annunci di politici ai nostri partner per la revisione.

Con le nuove modifiche annunciate da Facebook, il social network ha intenzione di aiutare i propri utenti, evidenziando in maniera più eclatante tutti quei contenuti che sono falsi e che non mirano ad una reale informazione.

Facebook

Il social network di Menlo Park

Facebook: quali sono i nuovi strumenti per accorgersi che si sta per condividere una fake news?

Facebook, attraverso delle newsroom, informerà con un popup l’utente non appena sceglierà di condividere una qualsiasi fake news. Se le pagine e i domini o i gruppi continueranno a voler diffondere informazioni false, il social network ridurrà la loro distribuzione, imponendo delle restrizioni sulla capacità della pagina di poter fare pubblicità e dunque di monetizzare.

Verrà anche monitorata la provenienza delle notizie, qualora vi fossero (e ci sono), di quei media o editori che sono parzialmente o sotto il controllo editoriale del loro Governo. In questo caso queste fonti d’informazione verranno etichettate da Facebook come media controllati dallo Stato.

Volevo essere una vedova: l’ultimo romanzo di Chiara Moscardelli

La scrittrice Chiara Moscardelli dopo Volevo essere una gatta morta (2011), il suo romanzo d’esordio, nel 2019 cambia prospettiva, pubblicando per Einaudi Volevo essere una vedova.

L’elemento predominante, in entrambe le pubblicazioni, è la sferzante comicità con cui la scrittrice riesce a descrivere dettami sociali universalmente sottointesi, mostrandoli in modo reale e strappando un sorriso nel lettore.

Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli: romanzo

Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli

Chi è la gatta morta per Chiara Moscardelli?

La gatta morta per Chiara Moscardelli è quella donna che nella vita sentimentale riesce a realizzare il proprio obiettivo: quello di accasarsi. Nasce con questo scopo da perseguire nella sua vita, crescendo affina le sue arti seduttive e riesce finalmente a portare a casa lo sventurato di turno.

Usando le stesse parole della scrittrice:

La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non fa battute divertenti, sta in disparte, non esprime opinioni. Ha paura dei thriller, le pesa la borsa, non fa uscire il suo ragazzo con gli amici, non si concede mai al primo appuntamento, neanche al secondo e al terzo e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio.

A trent’anni Chiara Moscardelli  crede che la gatta morta possa essere l’unica chiave d’accesso più congeniale, per poter trovare quell’equilibrio sentimentale formato da due individui che decidono di condividere gioie e dolori.

A quarantasei anni le prospettive della scrittrice cambiano, insieme all’aiuto del suo analista, e la sua unica aspirazione indotta dalla società con cui si rapporta quotidianamente è quella di voler essere una vedova, per evitare di essere guardata, usando le parole dell’autrice, come si guarda una che è in attesa del trapianto di un organo che non arriverà mai.

Volevo essere una vedova: libro

L’ultimo romanzo di Chiara Moscardelli

Ecco uno, tra i tanti episodi, in cui Chiara Moscardelli si è imbattuta e che le hanno messo l’idea di voler essere vedova.

Ero di fronte all’ennesimo ortopedico.

-Sposata?- mi chiese, non appena mi sedetti di fronte a lui, dall’altra parte del tavolo.

-No.

-D’accordo- disse pensieroso continuando a digitare.

-Gravidanze?

-No.

-Anni?

-Quarantasei, – sussurrai.

-Come?

-QUARANTASEI.

-No, scusi, – mi corressi, tornando a respirare, – non ne ho ancora quarantasei! Mi sembrava strano… siccome li faccio tra pochissimo, quarantesei intendo, mi è venuto spontaneo dirlo, ma non è così!

– Allora scrivo quarantacinque. Però gravidanze niente. Mi conferma?

-No, in effetti no. Cioè sì, glielo confermo.

-Mmm.

-Senta, scusi. Ho per caso sbagliato medico?

-Prego?

-Voglio dire, lei è ginecologo?

-Certo che no. Che glielo fa credere?

-Proseguendo con le domande, perché niente gravidanze? Qualche malattia? Impedimento? Sa, il tempo è tiranno eh!- E quest’ultima frase la disse facendomi anche l’occhiolino.

Ero vecchia. Ecco cosa stava cercando di dirmi. Come tutti.

Come mai? Come mai avevo quarantacinque anni e non avevo figli?

L’ortopedico non si sarebbe accontentato di una semplice risposta. Era un tipo tosto, si vedeva. -Sono vedova! – gridai.

-Questo mi addolora. Così giovane…

A quaranticique anni ero vecchia, ma in quanto vedova, invece…

Per la sua età (46 anni), infatti, sembra strano anche all’ortopedico che non sia sposata, divorziata, convivente e che, addirittura, non abbia figli.

L’età di una donna nell’immaginario collettivo deve essere scandita da tappe socialmente accettabili e che ne diano un’immagine rassicurante, dunque, anche l’idea della divorziata, paradossalmente, rientra nell’accettazione sociale di questo status sentimentale perché implica il retropensiero che comunque qualcuno l’abbia scelta, storto morto.

Volevo essere una vedova  non ha come focus principale quello di puntare il dito contro una società giudicante, sorridendoci semplicemente sopra. Chiara Moscardelli, nelle pagine del romanzo, pone l’attenzione su altro punto da tenere presente, che è quello più importante: l’accettazione di se stessi.

Mi spiego meglio: la società potrà basarsi anche su dettami morali opinabili ma, se questi dettami pesano a tal punto nella nostra vita da simulare un’immagine più congeniale per gli altri, questo è in primis un problema nostro e di quegli stessi retaggi sociali e culturali che non riusciamo a scrollarci di dosso.

L’esempio più banale potrebbe essere quello di credere nel lieto fine dei rapporti sentimentali, che ci è stato inculcato dalle favole mentre la verità è che il lieto fine non va cercato in una seconda persona ma semplicemente in noi stessi.

Chiara Moscardelli

Chiara Moscardelli

Citando le parole di Chiara Moscardelli:

La lezione più importante è proprio questa: siamo noi il nostro lieto fine, il nostro ballo di Cenerentola. Il vissero per sempre felici e contenti esiste, solo non è quello che ci hanno raccontato. Ecco la vera favola.

Camminata tra gli Olivi a Flumeri e Venticano

Il 27 ottobre è la Giornata Nazionale della Camminata tra gli Olivi, un’iniziativa promossa dall’Associazione Città dell’Olio, a cui parteciparenno ben 119 Comuni italiani appartenenti alle Città dell’Olio. Le Regioni coinvolte in questa iniziativa sono 17 dalla Lombardia alla Sicilia e sono numerosi gli itinerari da scegliere.

Ciascun Comune ha selezionato un itinerario tra gli olivi e ogni percorso terminerà con visita in un’azienda olivicola o in un frantoio locale, dove verranno offerti in degustazione pane, olio e prodotti tipici locali.

Camminata tra gli olivi a Flumeri e Venticano: video

Camminata tra gli olivi a Flumeri e Venticano

La Camminata tra gli Olivi è un’occasione per ristabilire un legame tra i cittadini e la propria terra insieme alla storia del patrimonio olivicolo italiano.

Flumeri e Venticano hanno aderito all’iniziativa!

Priestess: chi è la promessa del rap al femminile

Alessandra Prete, in arte Priestess, è una cantante e rapper pugliese che si sta affermando nel panorama rap italiano. Nel 2015 viene scoperta dal produttore Ombra perché stava cercando una ragazza che cantasse in inglese alcune tracce del rapper Mad Man. Da quel momento entra nella Tanta Roba, etichetta di musica rap indipendente.

Priestess: video

Priestess

Ad aprile 2019 esordisce con il il concept album Brava composto da 14 tracce, ciascuna intitolata con nomi di personaggi femminili che hanno segnato ed influenzato la sua vita. Brava è anche il nome della traccia autobiografica in cui Priestess racconta:

Nata a metà dei ’90

Voce incanta

È un mantra

Ninna nanna

Echi di sirene

Sbirri, sgamano le mie compagne

Compagnie malate beverdì champagne

Sveglia con l’hangover

Mamma le lasagne

Il mio ex in giro, sì, con certe cagne

Lucido le Jordan

Non chiamarle scarpe

Tutte queste Barbie Mattel

Sembrano rifatte

Borsa sotto gli occhi

Borsa Prima Classe

Porto il mondo a spasso

Le mie amiche pazze

Non le vedo più

 

Priestess, hostess

No stress, relax

Bitches, dress code

Black list, collage

Cartier, Cartdor

Collant, mi amor

Hotline

Eyes wide shut

Kidman Nicole

 

Takada Kenzo

Tagadà, moon walk

Sto andando a cento

In strada motor sport

Annientamento

Natalie Portman

Caschetto nero

Come Mia Wallace

 

Scusa se rispondo ma mi trilla l’iPhone

Guarda quante cose nella borsa Vuitton

Sì, ti sto rubando il cuore come Margot

E tu stasera mi vuoi bella e sbronza

Meglio di no

Bomba nella bocca, Listerine

Nella stanza sola lingerie

Faccio un’altra foto identikit

Peccatrice dieci ave Marì

Amen

Tu non credere alle stelle se non sai desiderare

Cuore freddo siderale

In auto Trevis Scott a cento venti

Sulla provinciale

Dai non correre così

 

Non basta essere brava

Non basta essere me

Priestess: Brava audio ufficiale

Priestess tocca temi attuali come l’abuso dell’aggettivo brava perché oggi, per la cantante, non serve poi a granché essere brave in un mondo in cui viene dato risalto ed importanza all’apparenza e alla superficialità.

In Alice, ad esempio, la cantante sottolinea l’importanza di accettarsi per come si è e non per i dettami modaioli del momento, che ci vogliono magre fino all’osso. Lei che rientra nel target delle curvy, ribadisce questo concetto anche nei confronti di chi la vorrebbe diversa, dicendo che il suo desiderio è quello di farsi ricordare per il peso delle sue parole e non per il peso del suo corpo.

Priestess: Alice audio ufficiale

I live di Priestess sono un mix perfetto tra trap, hip-hop e r&b; il suo flow è capace di affascinare anche chi non ama questo genere musicale.

Pino Raduazzo, presidente di Baroniagreen, punta sulla rivalorizzazione del territorio

Pino Raduazzo, presidente di Baroniagreen, punta sulla rivalorizzazione del territorio, partendo dalla canapa.

Il primo progetto su cui sta lavorando  Pino Raduazzo insieme a Federcanapa punta tutto su giornate formative rivolte agli agricoltori, per spiegare le differenze sostanziali che esistono tra la coltivazione della canapa industriale e quelle della cannabis e quali sono gli aspetti commerciali ed economici legati alla prima.

Il secondo è il Progetto 3T (turismo, territorio e tradizioni) che mira alla rivalutazione del territorio e dei prodotti irpini.

Pino Raduazzo: video

Pino Raduazzo

Per approfondire l’argomento non vi resta che guardare l’intervista video.

 

Il Sindaco del rione Sanità: incontro con Mario Martone e Francesco Di Leva a Lioni

Giovedì 31 ottobre alle ore 18:00 presso il Cinema Nuovo di Lioni verrà proiettato Il Sindaco di rione Sanità di Mario Martone, tratto dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo (1960). Non è la prima volta che questa commedia viene adattata per il grande ed il piccolo schermo: nel 1964 e nel 1979, infatti, Eduardo de Filippo lo ripropone alla televisione mentre nel 1996  arriva nei cinema.

Il Sindaco del rione Sanità di Mario Martone è un riadattamento ai giorni nostri sia per quanto riguarda la fotografia che gli argomenti “gomorriani” a stampo criminale ma c’è un’introspezione maggiore dei protagonisti della pellicola del regista napoletano.

Il sindaco del rione Sanità: trailer

Francesco Di Leva

Il Sindaco del rione Sanità di Mario Martone ci mostra un Antonio Barracano (Francesco Di Leva) come un guappo energico e spietato, paladino di una giustizia soggettiva fatta di violenza e difesa nei confronti non dei più deboli ma degli ignoranti.

L’evento organizzato da Zia Lidia Social Club prevede, dopo la proiezione del film l’incontro con il regista e l’attore Francesco Di Leva.

Il prezzo del biglietto è di euro 10,00, incluso viaggio con partenza del pullman alle ore 16:00 a piazza D’Armi.

La prevendita è autorizzata presso Bio 2000 fino ad esaurimento posti.

Per info e prenotazione contattare i seguenti numeri: 328 6730274 o 0825679652

La stagione delle meraviglie irpine: le impressioni dei produttori

La stagione delle meraviglie irpine ha esordito con la prima edizione che ha riscosso consensi e grande partecipazione da parte della comunità. L’evento nasce dalla voglia di valorizzare il territorio e dalla passione che ciascun produttore, partecipante all’evento, impiega nel proprio lavoro.

Roberto Pascarella: video

Roberto Pascarella

Roberto Pascarella è l’ideatore de La stagione delle meraviglie irpine, la due giorni dedicata alle eccellenze enogastronomiche del territorio, oltre ad essere il titolare dello storico ristorante Aeclanum è un tartufaio da oltre venti anni. È un ristoratore che si occupa in prima persona della selezione e della ricerca delle materie prime da impiegare nella propria attività commerciale.

Traganelle al tartufo bianco irpino: video

Traganelle al tartufo bianco irpino

Abbiamo posto agli espositori qualche domanda tecnica e culinaria sul tartufo irpino e le ricette migliori da realizzare, nel video le risposte!

San Sossio Baronia: cosa c’è da sapere sulla coltivazione della canapa industriale

FederCanapa arriva a San Sossio Baronia per raccontarci in che cosa consiste la coltivazione della canapa industriale e soprattutto quali prospettive economiche possono aprirsi a chi decide d’intraprendere quest’attività.

Per prima cosa dobbiamo distinguere la differenza che intercorre tra canapa industriale che è legale in Europa e in Italia e la canapa stupefacente.

In molti sono ancora convinti  che coltivare la canapa industriale sia l’equivalente della coltivazione illegale della canapa stupefacente invece ci sono differenze che ovviamente partono dal seme. Tra canapa industriale e canapa illegale non ci sono differenze morfologiche ma differenze di seme perché i semi utilizzati per creare filiere legali legate a questa pianta sono composte da semi selezionati che non hanno la concentrazione di cannabinoidi utili per poter creare l’effetto stupefacente.

federcanapa: video

federcanapa

A causa delle numerose difficoltà che sono venute a crearsi in Italia con il precedente Governo ed il continuo alternarsi di figure politiche, in Italia a livello legislativo non riusciamo a metterci in pari con le normative europee legate alla coltivazione della canapa. Da ciò scaturisce il primo contronsenso: non essendoci normative ben definite a tutela della canapa industriale gli agricoltori coltivano canapa industriale in Italia ma con semi francesi.

Rachele Invernizzi, vicepresidente di FederCanapa, ci spiega in cosa consiste la coltivazione della canapa industriale e quali sono le attività commerciali esistenti che investono su prodotti legati a questo tipo di coltivazione. La canapa industriale infatti può essere impiegata nei settori edilizi, in quelli cosmetici, in quelli farmaceutici e in quelli alimentari. Esiste un mercato florido che riguarda la canapa, che ha bisogno di materia prima da poter impiegare per realizzare prodotti che hanno già un proprio spazio all’interno dei diversi settori industriali di cui abbiamo parlato sopra.

Federcanapa: video

Federcanapa

Come si coltiva la canapa industriale

La canapa industriale può essere coltivata sia in biologico che in convenzionale ovviamente scegliendo la prima soluzione la qualità del prodotto sarà migliore sotto vari aspetti. Le esigenze colturali della canapa industriale sono simili a quelle della bietola perché la canapa predilige terreni freschi e profondi, non teme gelate tardive ma soffre ristagni idrici. I terreni ideali per la coltivazione della canapa industriale devono essere lavorati bene, senza avvallamenti e eccessiva zollosità perché queste caratteristiche favoriscono la proliferazione di erbe infestanti. I terreni da preferire sono quelli freschi e poco argillosi.

Per la produzione di seme è preferibile utilizzare varietà monoiche come Fedora, Felina o Uso-31, l’altezza non deve superare 1.5 o 1.8 mt per poter consetire l’impiego di normali trebbiatrici.

Il problema principale da evitare per la coltivazione della canapa industriale è la semina tardiva. La semina è consigliata nel mese di aprile ovviamente può essere anticipata o posticipata in base all’andamento stagionale che è un fattore variabile.

Sbagliare il periodo della semina può portare alla produzione di semi vuoti e dunque non produttivi.

canapa industriale: video

canapa industriale

Per approfondire questo argomento non vi resta che guardare il video o contattare FederCanapa.

 

La stagione delle meraviglie irpine: buona la prima

La stagione delle meraviglie irpine è giunta al termine della sua prima edizione ed il risultato è stato eccellente sotto molti punti di vista e ora vi spieghiamo il perché. L’Irpinia è la terra del buon cibo e del buon vino, nella zona abbondiamo di eventi legati all’enogastronomia locale ma la qualità, nella maggior parte dei casi, non si sposa con l’immagine dell’eccellenza. Troppo spesso in giro per l’Irpinia capita d’imbattersi in eventi che badano prevalentemente al riscontro economico, svalutando la qualità e le materie prime del territorio.

La stagione delle meraviglie irpine invece ha puntato sulle eccellenze enogastronomiche a Km 0, coinvolgendo tutte le imprese del territorio che hanno rafforzato la cultura del mangiare bene e locale che ci rappresenta.

La stagione delle meraviglie irpine. video

La stagione delle meraviglie irpine

La stagione delle meraviglie irpine non mira a diventare una sagra ma un evento che sia capace di aggregare le piccole e medie imprese che hanno investito sulla qualità delle materie prime. Le eccellenze a cui si è dato maggiore rilievo sono: i funghi porcini e il tartufo nero e bianco.

Quando parliamo di tartufo, in particolar modo del nero, siamo portati ad associare questa materia prima esclusivamente alla zona di Bagnoli Irpino mentre come ha affermato Carmine Marinelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Tartufai  della Regione Campania, le nostre zone sono ricche di tartufo e non solo di quello nero ma anche del più pregiato bianco.

Tartufo bianco: video

Tartufo bianco irpino

Quando si parla del tartufo bianco si pensa al Bianco d’Alba considerato da sempre il re dei tartufi perché oltre ad essere il più profumato e aromatico è il più raro, difficile da trovare perché i tentativi di coltivazione sono falliti miseramente nel tempo.

Il tartufo bianco si sviluppa in modo spontaneo in un rapporto simbiotico solo con alcune piante specifiche ed è per questo motivo che raggiunge prezzi stratosferici. Il tartufo bianco irpino non è da meno, stiamo parlando di 2000 euro al kg.

La stagione delle meraviglie irpine nasce con lo scopo di diffondere una conoscenza genuina verso le materie prime del territorio, mostrando un mondo che non tutti conoscono e che viene, molto spesso, commercializzato superficialmente e senza passione.

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