Cultura

“Storia dell’Italia Corrotta”,
nel libro di Sales e Mellorio la nostra concezione feudale del potere

Storia dell’Italia Corrotta di Isaia Sales e Simona Mellorio nasce dall’insoddisfazione degli autori nei confronti dell’analisi storica e sociologica del fenomeno mafioso e del sistema clientelare nel Belpaese. Con questo saggio, presentato al Circolo della Stampa di Avellino, su proposta di Marcello Rocco dell’Associazione Idea Irpinia, i due autori hanno voluto smontare il convincimento che la storia d’Italia sia un progressivo andare verso cose migliori rispetto al passato e che le mafie e la corruzione siano solo un accidente in questo lineare sviluppo della civiltà.

Non ci si rende conto, spiegano gli autori, che in questo accidente c’è qualcosa di strutturale. La mafia appartiene alla struttura delle classi dirigenti del nostro Paese e la corruzione appartiene allo stesso rango.

Il successo delle mafie in Italia non è dato né dalla forza militare né dalla capacità di creare consenso. Dal punto di vista militare, se mettessimo tutti i mafiosi nello stadio di Avellino e schierassimo un solo reparto dell’esercito italiano, la battaglia non durerebbe più di dieci minuti. Sono le relazioni che fanno forti i mafiosi.

Si può parlare di violenza di relazione tra sistema clientelare e mafia.

Mafia e corruzione: il caso Avellino

Diversamente da quanto si è portati a credere, la corruzione si muove dall’alto verso il basso della società. La corruzione non è un fenomeno di origine popolare. Se ne serve anche una parte del popolo, ma riguarda le èlite. E se la corruzione viene usata dalle èlite del nostro Paese e le mafie hanno relazioni, hanno successo perché hanno relazioni, non può essere accettata l’Italia raccontata nei libri di storia.

In Italia, in provincia di Avellino in particolare, non abbiamo mai risolto fino in fondo la nostra concezione feudale del potere. I mafiosi sono feudatari nella concezione del potere e c’è un altro potere feudatario: il potere politico.

Il largo consenso personale dato ad alcuni politici del Sud per lunghissimo tempo ne è l’esempio più lampante e dipende dal fatto che il popolo in queste terre ha l’idea che il politico dia qualcosa alla collettività mentre in realtà distribuisce soltanto quello che è dello Stato.

La corruzione, secondo gli autori di “Storia dell’Italia Corrotta”, è espressione di questa concezione feudale del potere ma è più grave perché la mafia non appartiene formalmente allo Stato. I mafiosi non sono uomini dello Stato ma in genere i corrotti fanno parte degli apparati pubblici, degli apparati statali. E dunque, da questo punto di vista la corruzione è fatta da uomini che mettono sotto i piedi il senso dello Stato. Abbiamo una delegittimazione del senso dello Stato quando chi ha ricevuto una condanna per corruzione può fare il parlamentare, quando un imprenditore condannato per corruzione può costruire carceri per lo Stato, quando un funzionario corrotto può continuare a lavorare per la Pubblica amministrazione e se passeggia per Avellino gli offriamo il caffè considerandolo come un eroe dei nostri tempi.

Mimmo Calopresti parla di Aspromonte alla 44esima edizione del Laceno D’oro

In occasione della 44esima edizione del Laceno D’oro Mimmo Calopresti incontra il pubblico di Avellino per parlare di Aspromonte, il suo ultimo film uscito nelle sale italiane il 21 novembre.

Aspromonte di Mimmo Calopresti

Aspromonte di Mimmo Calopresti

Aspromonte si discosta dal cinema che vuole spiegare tutto, come avviene nelle serie TV cui siamo abituati. Mimmo Calopresti non approfondisce le vite dei suoi personaggi ma ce li mostra per come appaiono nel loro quotidiano perché dobbiamo conoscerli per come sono nel qui ed ora e non per le loro storie passate.

Il regista vuole mostrare l’impotenza di alcuni abitanti che, rappresentando una minoranza territoriale, hanno difficoltà nel cercare di migliorare la loro condizione sociale e di comunità.

Aspromonte racconta della vita retrograda di Africo, un piccolo paese arroccato sule montagne calabresi dell’Aspromonte, dove le persone muoiono di parto perché non c’è il medico, vivono senza elettricità e senza acqua perché le istituzioni non tengono conto delle esigenze di un piccolo paesino perché il luogo e le persone che ci abitano non possono influenzare gli interessi locali.

Gli abitanti di Africo nonostante tentino di migliorare le loro condizioni di vita, decidendo di costruire arbitrariamente una strada che possa permettere l’arrivo di un medico, vengono ostacolati dalle istituzioni locali e dal prepotente di turno.

Locandina di Aspromonte

Locandina di Aspromonte

Per molti Aspromonte mostra vicende di un tempo passato ma se pensiamo ad alcuni posti, anche all’Irpinia ad esempio, non è al degrado che assistiamo perché a differenza di Africo ci siamo evoluti ma ci sono altre problematiche.

Oggi, nelle nostre zone, assistiamo ad altre forme di abbrutimento come quello dei borghi fantasma o dello spopolamento su cui si pone l’attenzione ma in concreto non si fa nulla per risollevare o cercare una quadra perché ci sono altre criticità che riescono sempre ad avere la precedenza.

Cast di Aspromonte

Cast di Aspromonte

Mimmo Calopresti con questo lungometraggio vuole elogiare anche la semplicità della vita che segue un ritmo naturale e non frenetico come quello che viviamo oggi perché, probabilmente, ci siamo evoluti ma non siamo più felici come quando si sorrideva per e con poco.

“Per le strade di Contrada”,
la storia del paese nei ricordi di Domenico Cerullo

Per le strade di Contrada è il libro che il professore Domenico Cerullo ha dedicato al paese che diede i natali al padre Antonio, Maresciallo Maggiore dei Carabinieri. La sua ricerca di memorie del passato si propone di far riscoprire, apprezzare e rispettare le bellezze racchiuse nei paesi che la vita ci fa conoscere.

Trovo che le strade, ovunque portino, hanno qualcosa di superbamente intrigante. Hanno il fascino di poter essere attraversate, uniscono ciò che altrimenti rimarrebbe diviso. Nello stesso momento in cui vediamo dinnanzi a noi una strada, si srotolano infinite possibilità: possiamo iniziare a percorrerla, perchè la strada, anche a fondo cieco, da qualche parte dovrà pur portarci: possiamo scegliere di salire su un’auto e imboccare una sua traversa; possiamo fermarci e guardare cosa succede in quel punto di quella strada: oppure possiamo chiedere informazioni a qualche passante, entrare in un negozio, in una chiesa, in un bar, possiamo incontrare un vecchio amico e decidere di passeggiare per quella strada con lui; possiamo chiederci quale sia il nome di quella strada, quale la sua storia, perchè quella denominazione. Ed ecco che si scopre che dietro quel nome c’è una storia che merita di essere raccontata. E io, cercando e percorrendo le strade di Contrada, ho voluto raccontare alcune di quelle storie.

Il volume del professore Cerullo vuole restituire dignità a casali, stradine acciottolate, fontane, edicole votive, una volta parte integrante della religiosità popolare. Nelle chiese più antiche, fra le iscrizioni lapidarie, ritrova personaggi che hanno dato lustro a quei luoghi che descrive con entusiasmo. Così non solo induce a conoscerli, ma anche a visitarli, curarli e soffermarsi a parlare con la gente.

Durante il periodo natalizio sarà possibile trovare il libro “Per le strade di Contrada” presso lo shop Urciuolo a Celzi di Forino abbinato, nella confezione regalo, a due bottiglie di vino delle “Cantine Faliesi”.

Partezigo,
si accende il Natale al cinema Partenio

Si accende la magia del Natale al cinema Partenio di Avellino con gli addobbi realizzati dai bambini di Zigarte protagonisti di Partezigo: un progetto per scoprire e riscoprire il fanciullino che è dentro di noi.

Albero di Natale di Partezigo

Albero di Natale di Partezigo

Il grande albero resterà nel cinema Partenio per tutto il periodo natalizio, illuminando le numerose attività ed eventi d’intrattenimento per grandi e bambini promossi da Marianna Calabrese che così commenta la prima giornata laboratoriale di Partezigo:

Lo abbiamo addobbato con spirito di condivisione ed allegria, con emozione e speranza. E quando l’albero ci guarderà, e noi lo guarderemo, ci sarà per un attimo fugace quel fanciullino che sorriderà felice.

Partezigo: il cartellone degli eventi

Partezigo attività e laboratori in programma

Partezigo attività e laboratori in programma

Come nasce un libro illustrato

Fabio Cocco, illustratore pugliese, svolgerà un interessante workshop su come nasce un libro illustrato, dedicandosi -nella seconda parte- a svolgere una dimostrazione reale sulla sua ultima esperienza creativa, ovvero il libro “Il gatto che miagolava alla luna”.

Caccia alla notizia: diventa junior reporter e reporter

Alfonsina Merola, web editor, terrà due corsi da 4 lezioni, differenti per contenuto e date di svolgimento, dedicati ai ragazzi interessati al mondo del giornalismo, nonchè al corretto utilizzo della parola e dell’immagine, trasferendo i concetti pilastro su cui si fonda la professione di reporter.

Frittella (e le saporite storie di Natale)

Rossella Massarin, attrice della compagnia teatrale VerniceFresca, vestirà i panni di Meringa Frittella, una particolare cuoca amica dei bambini e amante dei “pasticci” creativi che, nei 4 appuntamenti presvisti, mostrerà ricette nuove e antiche legate a storie di popoli, leggende e viaggi.

Ti voglio bene assai

Il tenore Antonio Della Mura e l’attore Giuseppe Borrelli propongono un viaggio nel mondo della musica classica napoletana. Le due serate di canto lirico saranno accompagnate da poesie e racconti di Luciano De Crescenzo, filosofo, ingegnere, attore e scrittore napoletano capace di far arrivare e comprendere a tutti la più bella e significativa napoletanità.

Errori di prima gioventù: A-social man

Gli attori Giuseppe Borrelli e Cristian Izzo propongono un’indagine sul mondo social attraverso una mise teatrale. Il mondo social offre habitat felici o poco felici per tutti ormai. Direttamente o indirettamente, volontariamente o di riflesso, ciascuno vive questa dimensione sentendosi “incluso” o “escluso”, oppure “diversamente classificabile”. Lo spettacolo è consigliato a tutti i ragazzi dai 12 anni in su.

Fatmir Mura, l’artista della sabbia

L’artista della sabbia Fatmir Mura cercherà di intercettare la nostra immaginazione per ritrovare lo stupore della meraviglia. L’esperienza di assistere al processo creativo di un’opera o di un’attività artistica èmolto entusiasmante e suggestiva, capace di generare una spinta emozionale a volte indimenticabile.

Visione: creazione di un’opera collettiva

Gennaro Vallifuoco, artista scenografo, pittore e illustratore, propone l’happening di pittura “Visione”. La vita stessa è una visione: ciò che ci porta avanti, spingendo con forza dolce o prepotente, costante o fugace, può far diventare il cielo verde e i prati blu. Nel corso del laboratorio sarà creata un’opera collettiva destinata all’esposizione all’interno del cinema.

Buona la prima: sperimentazione della tecnica artistica del monotipo

Il collettivo artistico “Regno di Amataria” lancia “Buona la prima: workshop di sperimentazione della tecnica artistica del monotipo”. Unendo le loro energie per dare linguaggio/forma/segno/materia all’arte, i giovani artisti si propongono di creare un mondo, un habitat speciale, in cui si celebra la creazione derivante dalla sperimentazione.

Tutti i colori della Polaroid

Massimo Tagliaferri, fotografo, propone un workshop di Fotografia Istantanea Polaroid e tecniche creative dal titolo: “Tutti i colori della Polaroid”.  C’è chi scatta fotografie una volta al giorno chi almeno dieci; chi invece dipende… da tante cose. C’è chi aspetta la stagione dei monsoni, il mare in tempesta oppure Babbo Natale. Si investigherà sulla condizione “istantanea” dell’attimo fuggente e sulla identità che assume un’immagine.

Albero di Natale al Cinema Partenio

Albero di Natale al Cinema Partenio

Partezigo vi aspetta al botteghino del Cinema Partenio!

Se c’è un aldilà sono fottuto: intervista a Simone Isola e Fausto Trombetta

In occasione della chiusura del Premio Mario Puzo, consegnato ai registi del lungometraggio Se c’è un aldilà sono fottuto, abbiamo colto l’occasione per scambiare due parole con Simone Isola e Fausto Trombetta.

Fausto Trombetta e Simone Isola: intervista

Fausto Trombetta e Simone Isola

Se c’è un aldilà sono fottuto è un lugometraggio su Claudio Caligari che mostra non solo la vita professionale di un regista, che ha avuto difficoltà durante la sua vita, ma ne sottolinea la dedizione e l’amore per il suo lavoro. Il lungometraggio è stato fortemente voluto da Valerio Mastandrea che con Claudio Caligari aveva un rapporto di amicizia e di stima profonda.

La realizzazione del lungometraggio è un atto d’amore che nasce dalla desiderio di far conoscere l’importanza di un regista che, non si sa per quale motivo, non è riuscito a raccogliere i frutti meritati del suo lavoro.

Valerio Mastandrea e Claudio Caligari

Valerio Mastandrea e Claudio Caligari

Claudio Caligari: biografia

Claudio Caligari (1948-2015) ha realizzato solo tre film durante la sua carriera lavorativa e stiamo parlando di trent’anni di lavoro. Il regista e sceneggiatore piemontese inizia la sua carriera, a metà degli anni ’70, come documentarista all’interno degli ambienti del cinema indipendente e di ricerca sociale.

Riportiamo le parole di Claudio Caligari per spiegare la sua passione per il cinema:

La passione per il cinema nasce dall’appartenenza alle classi subalterne in un periodo in cui il cinema era ancora lo spettacolo popolare per eccellenza. A vent’anni sono stato rapito dalla Nouvelle vague e dal cinema politico di subbuglio che sentivo aleggiare. Il cinema di quel periodo era un cinema contro ed allora mi son detto: “Ma perchè non posso farlo anch’io?”. Così, e siamo a metà degli anni ’70, anni in cui tutto sembrava si potesse mettere in discussione, ho preso mezzi leggeri ed ho iniziato a girare cose davvero underground, ma pieno di animo ed entusiasmo.

Con questo animo ovvero quello di parlare di un mondo bistrattato e disagiato nasce Amore tossico (1983).

Amore tossico è un film ambientato tra Ostia e la periferia romana e mostra l’insediamento dell’eroina negli ambienti degradati e privilegiati anche da Pier Paolo Pasolini. Il cast è composto da persone prese per strada e che il mondo che vuole mostrare Claudio Caligari lo conoscono bene perché lo vivono in prima persona.

Amore tossico viene presentato alla 40esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, vincendo il Premio speciale nella Sezione De Sica. Il discreto successo sembrava aver dato una svolta alla carriera di Claudio ma non fu così perché la pellicola venne distribuita nelle sale italiane solo ad un anno dalla sua uscita.

Se c’è un aldilà sono fottuto

Se c’è un aldilà sono fottuto

Se c’è un aldilà sono fottuto si sofferma su Amore tossico e ci mostra i sopravvissuti all’eroina di quegli anni.

Altro focus di Fausto Trombetta e Simone Isola è sul lungometraggio Non essere cattivo, film uscito nelle sale nel 2015, lo stesso anno in cui è morto Claudio Caligari che non ha potuto assistere alla presentazione del lungometraggio, presentato alla 72esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Non essere cattivo fa aggiudicare a Luca Marinelli  il Premio come Miglior attore, ricevendo successo dalla critica.

Claudio Caligari e Valerio Mastandrea

Claudio Caligari e Valerio Mastandrea

La lettera a Martin Scorsese di Valerio Mastandrea

Per poter creare movimento mediatico e supportare la realizzazione del film Non essere cattivo, Valerio Mastandrea nel 2014 pubblica una lettera sul quotidiano Il Messaggero, indirizzata a Martin Scorsese, un appello a cui il regista americano non ha mai risposto.

Ecco la lettera di Valerio Mastandrea:

Caro Martino,

ti scrivo per una ragione semplice. Tu ami profondamente il Cinema. In Italia c’è un Regista che ama il Cinema quanto te. Forse anche più di te. Certo non basta amarlo per farlo bene, il Cinema, ma questo signore prossimo ai 70 ha avuto poche opportunità per dimostrare il valore. Quando le ha avute, lo ha fatto. La sua filmografia fai presto a leggerla: Amore tossico, ’83, L’odore della notte, ’98. Ti scrivo perché, dopo tanti anni di resistenza umana alla vita, a questo mestiere e alle sue dinamiche, questo signore ha avuto il coraggio di scrivere un nuovo copione, e di provare a girare un nuovo film. Da circa due anni un gruppo di amici di cui faccio parte lo sta supportando muovendosi nei meandri delle istituzioni e delle produzioni grandi e piccole ottenendo piccoli risultati ma importanti. Attorno a questo film si è creata un’atmosfera molto rara. In tanti lo vogliono fare per rispetto di questo signore e del più alto senso del Cinema e di chi vive per il Cinema. Molte delle eccellenze del nostro settore, hanno espresso la volontà di lavorare gratuitamente o di entrare in partecipazione. Ora, se starai ancora leggendo, ti chiederai: «Allora perché non riuscite a metterlo in piedi?». La risposta a questa legittima domanda ti obbligherebbe a un’altra domanda: «Ma è così difficile fare i film in Italia?». Questo è un altro discorso. Più lungo e più maledettamente ovvio, almeno per noi. Caro Martino questa mia lettera è solo un tentativo che va ad aggiungersi alle centinaia che abbiamo fatto in questi due anni. Non riusciamo a raggiungere una cifra tale per mettere questo signore sul set: che è il suo luogo naturale. Ho pensato: questo signore parla e cita Martino come se fosse un suo compagno di scuola. Conosce il Cinema e soprattutto quello di Martino come lo avessero fatto assieme. A noi mancano tanti soldi per fare questo film. È piccolo ma ne mancano ancora tanti, anche per quel piccolo. Allora io chiedo a Martino di leggere il copione e di guardarsi Amore tossico. Spero che Martino lo faccia, si innamori del Cinema di questo signore e venga qui a conoscerlo, pronto a produrre il suo film insieme a noi che siamo la sua piccola banda che il Cinema lo ama e lo detesta forse per quanto lo ama. Spero che Martino non si offenda per come lo chiamo ma è questo signore che lo chiama sempre così. Ecco, questo ho pensato e questo spero. E anche se questa lettera sarà tradotta e con la traduzione forse si perderà la commozione con cui è stata scritta, sarà stato un altro tentativo a cui ne seguiranno altri magari ancora più folli. Perché il Cinema di questo signore, Claudio Caligari, merita più di quanto è stato fino a oggi. E perché lo ripeto, quanto lo ama Claudio, il Cinema, forse neanche tu, Martino.

A nome della Crew di Non essere Cattivo ti ringrazio per l’attenzione.

La vita professionale ed umana di Claudio Caligari non è stata semplice e questo potrete comprenderlo meglio solo guardando il lungometraggio Se c’è un aldilà sono fottuto.

Le Ragioni del Boia di Giuseppe Garofalo: intervista

Le Ragioni del Boia (2019) è l’ultimo libro scritto dall’avvocato penalista Giuseppe Garofalo, pubblicato da Graus Edizioni.

l'autore de Le Ragioni del Boia: intervista

Giuseppe Garofalo

Vincenzo de Jorio, avvocato criminale del Foro di Napoli, è la voce narrante all’interno de Le Ragioni del Boia. L’avvocato il 10 maggio del 1809 viene arrestato con l’accusa di aver partecipato ad una cospirazione per attentare alla vita del re, reato che ai tempi veniva punito con la pena di morte.

Le Ragioni del Boia mostra il doppio volto del diritto che, per certi aspetti, ancora è vigente.

Il libro è composto da una narrazione fatta di processi giudiziari che si svolgono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo a Napoli, in età borbonica. Durante la lettura del libro assistiamo, in base alle decisioni giuridiche del momento, al processo di vittime che vengono accusate per aver gridato in strada: “Viva Ferdinando e viva Carolina” e cinque anni dopo “Abbasso Ferdinando e abbasso Carolina”.

In sostanza viene fuori un quadro della giustizia che processa se stessa perché le leggi, soggette a interpretazioni non sono altro che interpretazioni dettate da una legalità composta di concetti precettistici incompatibili con la realtà dei tribunali e del patibolo.

Durante la presentazione del libro, svoltasi a Santa Maria Capua Vetere, il noto giurista Carlo Taormina ha delineato un parallelismo tra il diritto di ieri e quello di oggi, partendo dalla spiegazione de Le Ragioni del Boia.

Carlo Taormina

Carlo Taormina

Carlo Taormina ha definito così Le Ragioni del Boia:

Un libro pieno d’insegnamenti perché ci sono una miniera d’informazioni tecnico-giuridiche su cui bisognerebbe riflettere.

Per avere un’idea più esaustiva de Le Ragioni del Boia, ecco l’intervista integrale a Giuseppe Garofalo.

Intervista integrale a Giuseppe Garofalo

Giuseppe Garofalo: biografia

Giuseppe Garofalo oltre ad essere l’autore de Le Ragioni del Boia è un noto avvocato penalista, allievo del professore Alfredo De Marsico.

Lo scrittore è uno studioso di storia giudiziaria infatti ha scritto tre libri di successo su questi argomenti: Teatro di Giustizia (1996), La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra (2005) e L’Empia Bilancia (2011).

Con la pubblicazione de Le Ragioni del Boia Giuseppe Garofalo giunge al suo quarto libro, ma lo scrittore sta già lavorando ad un altro progetto, di cui ancora non sappiamo nulla.

Quali sono le ragioni del boia?

Tommaso Paradiso, il boia, vende spezzoni di corda degli impiccati a persone credulone che ne fanno degli amuleti o li conservano come reliquie. Il prezzo di ogni pezzo corda varia in base alla notorietà e alla personalità dell’impiccato.

La morte data dal boia era e doveva rimanere un atto amministrativo, la cui esecuzione doveva essere asettica, se non ripugnante, anche per chi la eseguiva.

A governare la Giustizia nei tribunali erano in tre: il re, il giudice e il boia. Non era una triade ma una Trinità perché decideva della vita e della morte.

Il re indicava con una legge in astratto le persone da uccidere, il giudice le indicava in concreto e il boia le uccideva. Nella trinità, però, non regnava la giustizia, quella delle leggi non scritte. Dell’orrore della decapitazione e della impiccagione veniva indicato responsabile il boia e non il giudice che le aveva ordinate.

In breve ad essere elogiato, paradossalmente, era  il giudice che veniva apprezzato per la decisione mentre il boia veniva disprezzato per averla semplicemente eseguita.

Tommaso Paradiso, condannato a morte, era reo di peccati veniali e non di quelli mortali perché quest’ultima responsabilità era dei giudici che l’avevano decisa e fatta eseguire.

Le ragioni del boia

Le ragioni del boia

Le Ragioni del Boia mostra come sia ambivalente il volto della legge e come possa rinnegarsi o contrapporsi a se stessa, a distanza di anni o di epoche.

Se dovessimo riassumere con una frase Le Ragioni del Boia potremmo dire che si assiste alla condanna della giustizia che non fa altro che condannare se stessa.

Premio Mario Puzo si è concluso con i registi di Se c’è un aldilà sono fottuto

Corto e a capo conclude il ciclo d’incontri con gli autori per questo 2019, consegnando a Simone Isola e Fausto Trombetta, i registi del lungometraggio Se c’è un aldilà sono fottuto.

Premio Mario Puzo 2019

Premio Mario Puzo 2019

Se c’è un aldilà sono fottuto è un documentario che mostra la vita e la storia professionale di un grande regista: Claudio Caligari che, nonostante abbia girato solo tre film, rimarrà nella storia del cinema per la sua regia e il suo modo realistico di trasporre la realtà più abbrutita del nostro tempo su pellicola.

Abbiamo intervistato Umberto Rinaldi, direttore artistico di Corto e a capo, per sapere qualcosa di più.

Essere diversi di Musto vince il primo premio al CortoDino Film Festival

Essere Diversi, opera prima del regista Francesco Musto, trionfa alla 9a Edizione del “CortoDino”, Festival internazionale di cortometraggi organizzato dall’associazione culturale Esseoesse e dedicato al produttore Dino De Laurentiis.

Molto soddisfatto il regista di Pratola Serra che ha visto la sua opera imporsi tra gli oltre 3mila cortometraggi in concorso.

Alla consegna dei premi, tenutasi nell’aula magna del liceo artistico “De Chirico” di Torre Annunziata, tanti i volti noti presenti: le attrici Sandra Milo e Isabel Russinova, il produttore Gianfranco De Rosa, la presidente di giuria Nunzia Schiano e Juliette Esey Joseph presidente della giuria internazionale.

Aggiudicandosi il primo premio con unanime consenso della giuria popolare al “Cortodino Film Festival 2019”, Musto bissa il successo ottenuto questa estate alla 7a Edizione dell’Ariano Film Festival.

Alla sua bacheca personale si aggiungono anche il premio miglior sceneggiatura al Festival del cinema di Mercogliano “Ciak White Days”, il premio miglior cortometraggio fuori concorso al “Cortisonanti International Short Film Festival” e una menzione speciale della Accademia del Cinema di Napoli “Grenoble” per l’alto valore sociale ed educativo dell’opera.

IL CORTOMETRAGGIO

Essere Diversi è uno specchio sulla realtà, tratta temi come l’inclusione sociale dei diversamente abili, la paura di essere esclusi dal gruppo (la ragazza) accettando di fare anche cose controvoglia, l’apparire a tutti i costi forti e fighi, l’uso smisurato della tecnologia (vedi l’uso dei cellulari durante l’atto di bullismo) che porta i ragazzi a vivere sempre più nel mondo virtuale e meno in quello reale.

Così Francesco descrive Essere Diversi, cortometraggio da 16 minuti, scritto a maggio 2018 e concluso alla metà di settembre.

Una lettera d’amore nei confronti della vita, dell’avere il coraggio di affrontare tutte le difficoltà e restare sempre sé stessi, nonostante tutto e tutti. Questo cortometraggio è dedicato a tutti i ragazzi – e non solo – basti pensare al caso del signore di Manduria torturato e ucciso da una baby gang – che ogni giorno si trovano a contatto con i loro carnefici, persone che possono essere a loro volta vittime di bullismo, perché il bullismo è un cerchio che può essere spezzato, con l’impegno e la volontà di denunciare.

Essere diversi però non affronta la tematica del bullismo nella disabilità ma nella sua universalità. Perché il bullismo è un fenomeno che può essere vissuto da chiunque, che siano minoranze o meno. Francesco forma un grande abbraccio nei confronti di tutti e lascia un messaggio importantissimo: non siete soli.

Proiezione del documentario al Gaveli: Se c’è un aldilà sono fottuto

Il Festival Corto e a capo il 29 novembre alle ore 19:00 vi aspetta al Gaveli di Benevento con la proiezione, ad ingresso gratuito, del docu-film Se c’è un aldilà sono fottuto di Simone Isola e Fausto Trombetta che saranno presenti all’evento.

Se c’è un aldilà sono fottuto

Se c’è un aldilà sono fottuto

L’evento è stato organizzato per completare le premiazioni dedicate a Mario Puzo, sceneggiatore e scrittore statunitense, , figlio di immigrati irpini nonchè autore de Il padrino.

Come ha affermato Umberto Rinaldi, direttore artistico di Corto e a capo:

Ricordare Puzo non è soltanto un modo per sottolineare la presenza di personalità irpine all’interno della storia del cinema ma anche un modo per celebrare nel modo migliore una delle menti più brillanti che, iniziando come scrittore, ha contribuito a fare la storia del cinema mondiale. Mario Puzo e Claudio Caligari sono accomunati dalla grande capacità che hanno avuto entrambi di raccontarci strutture, logiche e dinamiche del fare criminale.

Se c’è un aldilà sono fottuto è un docu-film su Claudio Caligari, regista laziale che ha realizzato tre lungometraggi caratterizzati da forte realismo e spregiudicatezza, tra cui ricordiamo Amore Tossico (1983).

Ecco un assaggio del documentario dal trailer.

Se c’è un aldilà sono fottuto: il trailer

Se c’è un aldilà sono fottuto è un lungometraggio che invita a riscoprire l’uomo e le opere piuttosto che fare una semplice commemorazione di Claudio Caligari. Il film è stato molto apprezzato alla 76esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Partezigo: un progetto per scoprire e riscoprire il fanciullino che è dentro di noi

Dal 1 dicembre 2019, al Cinema Partenio di Avellino, ci sarà uno spazio dedicato all’arte e alla cultura, non solo cinematografica, e si chiamerà Partezigo. La sala 4 ospiterà attività, laboratori, spettacoli, concerti, corsi, workshop, happening, eventi, dedicati ai piccoli, ai ragazzi, ai grandi, ai molto grandi… A tutti coloro che hanno dai 5 ai 115 anni, a tutti coloro che vogliono guardare/sentire/scoprire/fare arte e, soprattutto, a tutti coloro che la amano e non vogliono vivere senza.

Partezigo

Partezigo

Arte e linguaggi artistici che incontrano lo spazio e le persone: nell’inarrestabile fluire del tempo, ciò accade da sempre! E con il progetto Partezigo, all’interno di una realtà immaginata e realizzabile, si vuole incoraggiare il divenire e il compimento del significato esperienziale, attraverso il sentire chiarificato e intensificato. Concepita come luogo altro che abbraccia il confine di uno spazio reale per trascendere nell’immaterialità e multidimensionalità delle diverse forme/espressioni/esperienze artistiche, essa persegue l’intento di favorire la comprensione dell’arte e del suo ruolo nella civiltà.

Il manifesto/poetica di Partezigo proclama la necessità di una ricerca personale e collettiva, volta ad investigare l’auto-consapevolezza di ciascuna creatura vivente, nel compimento di un’esperienza estetica (in senso artistico). In opposizione alle condizioni che isolano l’arte e la sua valutazione in un regno loro proprio, in contrasto con coloro che ne hanno annunciato la fine e celebrato la morte, essa si muoverà per partecipare alla creazione culturale di una nuova società, propugnatrice di individui che partecipano al mondo interrogandosi sulla situazione in cui versa la condizione politico-culturale dell’umanità, per scegliere cosa combattere e cosa sostenere nella vita sociale dell’epoca in cui si vive, e persuasi ad instaurare un rapporto positivo con certi valori positivi.

Andy Superstar: video laboratorio

Zigarte incontra i bambini al Castello D’Aquino di Grottaminarda

Come ha affermato Marianna Calabrese, presidente dell’associazione Zigarte:

Allo scopo di favorire la comprensione dell’arte e del suo ruolo nella civiltà, si dovrebbe ritornare all’esperienza del corso ordinario delle cose per scoprire la qualità estetica che possiede tale esperienza e non, invece, fornire indizi sulla natura intrinseca dell’esperienza estetica, iniziando ad occuparsi di un oggetto già riconosciuto come opera d’arte e quindi già separato da ogni altra modalità di esperienza. Una concezione dell’arte che cominci dalla sua connessione con qualità colte nell’esperienza comune, sulla base di una trattazione tesa a mostrare che il carattere estetico non deriva in virtù di un’idealità trascendente, ma che è lo sviluppo chiarificato e intensificato di tratti che appartengono a ogni esperienza normalmente compiuta. Il mio filosofo ispiratore è John Dewey che non vuole considerare l’opera d’arte come pura forma isolata e in sé conchiusa, di origine astratta e astorica, concepita da un’idea superindividuale, innata o divina, bensì come la costruzione di un’esperienza integrale attraverso l’interazione tra condizioni ed energie organiche e ambientali.

Rispetto alla questione della cultura in relazione alla dimensione del problema politico, sollevando la prospettiva secondo cui l’instaurazione di una nuova società esigerebbe la distruzione dei valori che dominano attualmente questo agire individuale e sociale, Marianna Calabrese è orientata verso una tesi trasformista: proprio perché l’essere umano nel corso della propria produzione sociale in quanto individuo è indotto a riconoscere e a investire positivamente i valori della società, per spiegare responsabilità, conseguenze, presupposti culturali, che muovono una radicale trasformazione della società, non si può prescindere dal problema della creazione culturale in senso stretto.

Con la poetica della realizzazione dell’impossibilità esploriamo questa prospettiva: far nascere uno spazio culturale articolato, in cui l’equilibrio tra consumo e produzione della cultura renda possibile la creazione e diffusione di significati, per una trasformazione sociale, economica e culturale.

Questo è il primo cartellone Partezigo, quello che chiude un anno per accoglierne un altro.

Partezigo attività e laboratori in programma

Partezigo attività e laboratori in programma

Partezigo vi aspetta previa prenotazione e prevendita presso il seguente numero: 371 44 54 474 o recandosi al botteghino del Cinema Partenio. Il primo dicembre si terrà il primo evento gratuito in cui si svolgeranno le audizioni per comporre un coro voci bianche.

Non mancate!

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