Attualità

Didiesse: dalla cialda che diventa compost alla macchina in plastica riciclata

Ridurre, Riutilizzare, Riciclare: un’azione combinata di gesti che possono fare la differenza, a partire dal quotidiano.

Da queste ispirazioni Didiesse, azienda napoletana specializzata nella produzione di macchine espresso a cialde, continua il suo impegno grazie al lavoro del comparto di ricerca e sviluppo interno, nell’ambito della sostenibilità ambientale e punta per le proprie macchine espresso, su materiali riciclati e riciclabili.

Infatti, parte dei componenti in plastica dell’ultima macchina lanciata sul mercato “Baby Frog” sono prodotti da scarti post-industriali e/o rifiuti post-consumo. Tutti i materiali di “seconda vita” rispondono infatti a requisiti CSI, polo di riferimento europeo per la verifica e la certificazione della conformità di materiali, prodotti, impianti e imprese.

Didiesse: dalla cialda che diventa compost alla macchina in plastica riciclata

Inoltre, l’azienda dispone di packaging sostenibili, certificati FSC (che identifica i prodotti derivati da foreste gestite in modo corretto e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici), stampati con inchiostri ecologici a base acqua le buste da imballaggio, utilizzate per proteggere i prodotti nella confezione, sono anch’esse 100% riciclabili e provenienti da scarti di produzione.

Sempre nell’ambito del riciclo, la cialda al termine del suo ciclo vitale può trasformarsi in qualcosa di davvero prezioso.

A parte la qualità del caffè erogato, l’economicità del sistema, è soprattutto il lato ecologico della cialda che ha spinto Didiesse ha puntare sin dall’inizio su questo sistema del caffè porzionato, una vera sfida controcorrente ai tempi. Infatti l’azienda produce esclusivamente macchine espresso a cialde, un formato che può essere smaltito interamente nell’umido e avviato così al compostaggio industriale, un modo naturale per riciclare i propri rifiuti organici, oppure per il compostaggio domestico.

fondi di caffè e la carta filtro hanno un’alta biodegradabilità e quindi idonei alla produzione di concime naturale. Il compostaggio imita, riproducendo in forma controllata e accelerata, i processi che avvengono in natura a carico degli scarti organici, restituendo la sostanza organica al terreno e ai cicli biologici dell’ambiente. Nello specifico i fondi di caffè sono ricchi di azoto e magnesio perciò possono essere utilizzati come concime liquido ed annaffiare le piante.

Flash mob dei genitori degli alunni del ‘Vico’ per la sicurezza

Napoli, flash mob dei genitori degli alunni del ‘Vico’ per la sicurezza.

Gaeta (Demos): “Paura dei ragazzi è sconfitta per tutti. Patto tra istituzioni e genitori per garantire sicurezza”.

Dichiara Roberta Gaeta, consigliere regionale Demos, che ha partecipato al flash mob organizzato dal Comitato spontaneo dei genitori del Vico.

La nostra città ha bisogno di maggiore sicurezza e di luoghi accoglienti per i ragazzi, dove possano vivere serenamente i momenti di socialità, confronto e condivisione. La manifestazione odierna dei genitori degli studenti del liceo ‘G.B.Vico’, che sono stanchi di avere paura ogni qualvolta i loro figli escono di casa, è un segnale forte che non può essere ignorato dalle istituzioni.

La Regione può fare la sua parte affinché le persone possano riappropriarsi dei loro quartieri, facendosi garante di un percorso coordinato e condiviso tra le istituzioni locali e le famiglie, che parta dall’ascolto delle esigenze dei ragazzi per arrivare alla pianificazione di misure efficaci di prevenzione dei fenomeni violenti.

Se i giovani hanno paura di uscire e di riunirsi allora è una sconfitta per tutti ed è nostro dovere restituire ai cittadini un senso di fiducia nei confronti delle istituzioni, a partire dalla capacità cogliere le emergenze intervenendo per tempo. È del tutto evidente che, accanto ad azioni mirate ad un maggior controllo del territorio, è indispensabile offrire opportunità a cui tutti possano accedere, contrastando il rischio di che violenza e criminalità prendano il sopravvento nei territori tra i nostri giovani.

A Grottaminarda è stato presentato il corso universitario in Scienze Biologiche

L’Università degli Studi del Sannio ha attivato il corso di laurea in Scienze biologiche per la diagnostica clinica con sede didattica a Grottaminarda, che partirà dall’anno accademico 2023/24.

L’apertura di un corso di laurea a Grottaminarda e, dunque nel territorio irpino, rappresenta non solo sviluppo culturale ma, soprattutto, un rapido accesso all’istruzione universitaria a Km0. Avere la possibilità di frequentare un corso di laurea, infatti, consente di avere maggiori competenze professionali che, non solo arricchiscono lo studente da un punto di vista accademico ma lo rendono più appetibile per il mondo del lavoro che, oggi, è più competitivo e spietato rispetto a quello di ieri.

Poter frequentare un corso di studi universitario nella propria terra di origine rappresenta una risorsa sotto diversi punti di vista: culturale, sociale, economico e territoriale perché ciò evita la dispersione di menti brillanti che, molto spesso, non ritornano più, apportando miglioramenti in altre zone, che hanno permesso loro una formazione accademica in linea con le richieste di talune figure professionali e quindi di determinate posizioni lavorative disponibili.

Evitare lo spopolamento delle aree interne è un problema che affligge le nostre zone da tempo e creare nuovi poli accademici rappresenta un tassello importante, per cercare di arginare questa problematica. Poter studiare nel proprio territorio significa restare e mettere radici oltre alla possibilità di poter frequentare un corso di studi risparmiando sulle spese, spesso gravose per molti, che riguardano l’affitto e altri costi vivi, che uno studente fuorisede è costretto ad affrontare.

L’Università del Sannio in questo modo apre i confini della cultura accademica in modo strategico, per stimolare non solo il desiderio di arricchirsi attraverso un percorso di studi universitario e professionalizzante ma stimolando e creando domande per future posizioni lavorative.

Incrementare la cultura è il primo passo che può permettere di attuare un cambiamento sostanziale per le zone dell’entroterra, stimolando e sviluppando l’economia circolare di un’intera area.

L’iniziativa è stata presentata da Unisannio, ASL di Avellino e Comune di Grottaminarda nella sala consiliare di Palazzo Portoghesi in Piazza Monumento.

A Grottaminarda è stato presentato il corso universitario in Scienze Biologiche

Presentazione del corso universitario in Scienze Biologiche: gli interventi

Il Consigliere delegato alla Sanità ed ai Rapporti con le Istituzioni universitarie, Antonio Vitale ha affermato:

Il progresso della cultura è favorito dal decentramento territoriale delle università.

Finalmente con la delocalizzazione territoriale dell’offerta formativa possiamo favorire l’accesso all’istruzione universitaria a persone che altrimenti ne sarebbero escluse per motivi economici, sociali e culturali. Il Corso in Scienze Biologiche rappresenta una vera opportunità di crescita culturale con importanti sbocchi in campo professionale e occupazionale che ci auguriamo possano cogliere i ragazzi che stanno ultimando  gli studi della scuola secondaria di secondo grado e non solo

L’Assessore all’Istruzione, Marilisa Grillo ha sottolineato l’importanza di questo nuovo traguardo che non fa altro che arricchire il territorio:

L’apertura di un nuovo corso di laurea è non solo motivo di orgoglio per la comunità, ma un segno tangibile che qualcosa si muove. Avere un Polo Universitario che si arricchisce di nuovi corsi di laurea è sinonimo di un lavoro accademico che funziona bene e che offre una qualità didattica eccelsa. Un tassello prestigioso non solo per Grottaminarda, grazie alla presenza di infrastrutture viarie e servizi, ma per la cultura dell’intero territorio.

Il Sindaco di Grottaminarda

Il Sindaco, Marcantonio Spera, ha affermato con grande entusiasmo:

Questo grande traguardo è anche il preludio di una grande “Rinascita” sociale, culturale ed economica.

Il Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio, Pasquale Vito, si è soffermato sugli aspetti tecnici del corso:

Il corso di laurea triennale in Scienze biologiche per la diagnostica clinica intende formare un biologo clinico che, in ambito sanitario, effettua test su tessuti o liquidi biologici per la diagnosi e la prevenzione delle malattie e per la ricerca biomedica. Il corso prevede anche lo svolgimento di attività formative e laboratoriali presso ospedali e strutture sanitarie afferenti all’ASL di Avellino.

Il Rettore Gerardo Canfora ha sottolineato il problema dello spopolamento delle aree interne dichiarando:

Vogliamo andare incontro ai territori perché avvertiamo forte il nostro ruolo di presidio culturale per le comunità locali contro lo spopolamento delle aree interne. Partiamo con un corso di laurea in ambito sanitario all’indomani di una pandemia che ha mostrato quanto sia importante l’approfondimento delle conoscenze in settori disciplinari fondamentali per la vita delle persone.

Il Direttore generale dell’ASL di Avellino Mario Nicola Vittorio Ferrante, Mario Nicola Vittorio Ferrante, ha concluso:

Siamo molto soddisfatti di avviare sul nostro territorio un percorso di formazione universitaria per biologi, fortemente voluto dall’Azienda Sanitaria Locale che si è fatta promotrice d’intesa con l’Università del Sannio in collaborazione con l’amministrazione comunale di Grottaminarda.

Partendo dall’esperienza decennale maturata dall’Azienda Sanitaria Locale in ambito universitario abbiamo deciso di puntare su un nuovo modello sperimentale che coniughi formazione ed esperienza sul campo, offrendo una importante occasione di crescita sia per l’Azienda che per il nostro territorio.

Il primo passo verso un cambiamento e una rivoluzione culturale nel nostro territorio è stato fatto, ora sarà compito dei futuri studenti quello di proseguire i prossimi passi altrettanto importanti.

Condotte idriche e dissesto idrogeologico, il presidente Buonopane: “Governo e Regione si diano una mossa

Il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, interviene in relazione alla nuova rottura di una condotta idrica, che ha determinato un disservizio in numerosi comuni del territorio e del vicino Sannio.

Noi abbiamo fatto la nostra parte, così come gli altri enti interessati. E continueremo a farla. Ma non si può più attendere. Su acqua e dissesto idrogeologico l’Irpinia ha bisogno di fatti.

Sottolinea il presidente Buonopane:

Abbiamo sollecitato con una terza comunicazione l’Agenzia per la Coesione Territoriale per cercare di verificare i tempi relativi al progetto che abbiamo candidato nei mesi scorsi per il rifacimento delle rete idriche e per i progetti concernenti captazione e accumulo, potabilizzazione, trasporto e distribuzione, fognature, depurazione, riutilizzo e restituzione all’ambiente della risorsa idrica, monitoraggio dei corpi idrici.

Nell’ultima missiva abbiamo reso noti i disagi pesanti che stanno pagando migliaia di cittadini irpini dalla fine dell’anno e che si vanno ad aggiungere a quelli registrati nei mesi precedenti. Ora basta: i progetti ci sono, abbiamo assorbito anche il piano complessivo di Alto Calore, a questo punto servono le risorse. Il tempo delle parole è finito. Ripeto: gli amministratori locali hanno fatto la loro parte. E, purtroppo, sono gli unici a trovarsi in trincea.

Il presidente Rizieri Buonopane ricorda, inoltre, l’impegno della Provincia per la mitigazione del rischio idrogeologico:

La Provincia, pur non avendo competenze in merito, già all’indomani dell’alluvione di Monteforte Irpino la scorsa estate aveva costituito un tavolo tecnico, al fine di accertare le criticità sulla viabilità gestita dall’ente. In quella occasione è stata avanzata richiesta alla Regione Campania di predisporre un piano straordinario per l’Irpinia. E’ stato raggiunto un primo accordo, ma ora sono necessari atti consequenziali. Fondamentali, finora, le interlocuzioni con la Protezione Civile Regionale e la Prefettura, per le attività da realizzare. Ma anche in questo caso servono risposte, cioè le risorse. Altrimenti il territorio continuerà a sbriciolarsi, danneggiando le strade e distruggendo le condotte idriche.

Revman, il poliziotto rapper, torna con A Rozzano legalità

“La mafia uccide, il silenzio pure” (Peppino Impastato) è senza dubbio una delle frasi più iconiche alla lotta contro la criminalità organizzata, un motto a cui il rapper poliziotto palermitano di stanza a Milano Revman continua a dedicare la sua vita, tra Forze dell’Ordine e Musica. Colpire la mafia è difficile, ma ogni qualvolta se ne parla, diffondendo i valori della legalità, si fa sempre centro.

Revman, il poliziotto rapper lo fa ancora, e dopo aver conquistato pubblico e critica per le sue battaglie alla civiltà ed il suo costante impegno nel tradurre in barre concetti quali l’amore incondizionato oltre le barriere geografiche, culturali e di genere parlando la lingua dei giovani, torna nei digital store con “A Rozzano legalità”, brano scritto e inciso con gli alunni delle classi quinte dell’Istituto Elisa Barozzi Beltrami della periferia meneghina.

Nato dal LABORATORIO RAP organizzato con la Onlus FARE X BENE,  che si occupa di promuovere la cultura della legalità e dei diritti alla cittadinanza alle nuove generazioni mediante percorsi e progetti di prevenzione e lotta ad ogni forma di discriminazione e violenza di genere e tra pari, come bullismo e cyberbullismo, l’artista ha seguito in prima persona una fase di formazione e sensibilizzazione, trasformando con assoluta delicatezza un momento ludico e creativo in un’opportunità per gli uomini e le donne di domani di riflettere sulla legalità, il bullismo e il cyberbullismo, attraverso la potenza  comunicativa e l’immediatezza del rap.

La Dottoressa in Psicologia Marta Mereghetti, che ha affiancato Revman durante il laboratorio, ha dichiarato:

Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’entusiasmo dimostrato dai ragazzi nel poter partecipare attivamente alla realizzazione di un intero brano musicale. Stimolarli ad un pensiero critico in questa fascia d’età, permette loro di poter allenare la propria mente ad una rielaborazione continua e costante di realtà spesso già date per assodate, ma ancora malleabili ad innumerevoli traguardi alternativi.

Attraverso una serie di incontri settimanali, orientati all’apprendimento del valore della legalità in un’ottica di condivisione e libertà d’espressione senza giudizio, ragazzi e ragazze delle classi quinte si sono avvicinati ad una sensibilizzazione pratico-formativa sulla violenza tra pari, a partire da un’attività laboratoriale finalizzata alla creazione di un vero e proprio brano musicale prodotto ed inciso dagli stessi studenti, che sono stati coinvolti in ogni fase realizzativa del progetto, dalla stesura al prodotto finito.

Il primo ciclo di incontri si è focalizzato sulle nozioni teoriche della musica e del liricismo rap, conducendo le classi a riflettere sui messaggi e sul lessico utilizzato e, soprattutto, sulla grande responsabilità che può e dovrebbe avere un artista nell’essere o meno un modello imitativo per ascoltatori e pari.

Nel secondo incontro, sono state trasmesse agli studenti importanti nozioni sulla creazione delle barre musicali in rima per la stesura di un brano in metrica e, nel terzo ed ultimo appuntamento, grazie alla strumentazione fornita alla scuola dallo stesso Revman, il rapper e gli studenti hanno inciso il ritornello del pezzo, evidenziando quanto il rap possa rappresentare un importante veicolo comunicativo a sostegno di legalità e benessere collettivo.

L’unione dei contenuti informativi, psicologici e musicali, sorretti dalla presenza dell’artista-agente, ha consentito un naturale avvicinamento di realtà apparentemente distanti, mettendo in luce quanto ciò che spesso etichettiamo agli antipodi, possa dar origine a nuovi orizzonti innovativi e ben coesi tra loro.

Il riscontro degli studenti è stato positivo oltre le aspettative previste dagli stessi esperti: un buon clima di lavoro ha infatti permesso l’esplorazione autentica del pensiero e delle emozioni di ogni singolo alunno, al fine di sperimentare una dimensione ludico-educativa collettiva ben riuscita e strutturata nel suo insieme. Sono gli stessi studenti ad aver colto l’intero senso del progetto, confermando la possibilità di poter far musica trasmettendo messaggi positivi e corretti ed utilizzando un lessico adeguato auspicando ad una diffusione di nuova e rinnovata consapevolezza, partendo proprio dallo stesso tessuto sociale periferico che ogni giorno chiede loro una dura prova di realtà.

Revman

Inoltre, il prossimo 7 Febbraio, in occasione della Giornata Internazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, l’artista e gli oltre 200 alunni dell’Istituto Comprensivo Elisa Barozzi Beltrami, accompagnati dai loro insegnanti, presenzieranno all’evento di rendicontazione del progetto presso la Sala Consiliare del Comune di Rozzano a partire dalle ore 09.30 e, con il patrocinio del Comune di Rozzano e la partecipazione del sindaco Giovanni Ferretti de Luca, della presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano e Politiche Sociali Città Metropolitana Milano Diana de Marchi e della presidente dell’associazione FARE X BENE Onlus Giusy Laganà, presenteranno il brano dal vivo, avvalorando l’accezione di unione e cooperazione che ha corroborato tutto il LABORATORIO RAP.

Con una carriera professionale iniziata proprio nei bordi della città ambrosiana, che gli ha consentito di venire immediatamente in contatto con le problematiche dell’hinterland, Revman pone al centro della sua missione il ritorno nelle periferie, questa volta, utilizzando uno strumento diverso e vicinissimo ai giovani, il rap, dimostrando così che la musica può essere la miglior arma per colpire e prevenire criminalità e discriminazione.

Con “A Rozzano legalità”, accompagnato dal videoclip ufficiale girato e diretto in collaborazione con gli studenti, il cantautore in divisa trasforma ancora una volta la percezione di uno stile musicale ancora troppo spesso equiparato all’illegalità, sottraendolo alla sottocultura criminale che lo utilizza a proprio appannaggio esclusivo, rispondendo con fermezza e positività ai colleghi che incitano sempre di più i ragazzi a combattere contro le istituzioni e le divise, riconfermando la sua urgenza espressiva in una battaglia culturale prima ancora che musicale.

Convegni del ‘Rossi-Doria’ sul bulismo e cyberbullismo

Nella sala convegni-atelier HO.RE.CA dell’IPSEOA ‘Manlio Rossi-Doria’ di Avellino, diretto dalla professoressa Maria Teresa Cipriano, continuano a ritmo incessante le attività del progetto ‘Navigare per l’alto mare aperto’, finalizzato a contrastare il fenomeno del bullismo/cyberbullismo e a sensibilizzare le studentesse e gli studenti all’uso consapevole della rete.

Mercoledì 25 e venerdì 27 gennaio, dalle ore 16 alle 18, si terranno due seminari di approfondimento, aperti ai contributi di autorevoli esperti.

Al primo appuntamento (‘Bullismo e devianza giovanile: azioni di prevenzione e contrasto’) saranno relatori il maresciallo dei carabinieri Francesca Bocchino ed il vicebrigadiere Massimiliano Pilozzi, del Nucleo Investigativo dell’Arma, nonché il prof. Salvatore Pignataro, docente presso l’Università degli Studi ‘Giustino Fortunato’ di Benevento; al secondo incontro (‘Profili di responsabilità penale del minore e conseguenze del reato’) interverranno il dott. Marcello Rotondi, GIP presso il tribunale di Avelino.

Convegni del 'Rossi-Doria' sul bulismo e cyberbullismo

Francesco Schiaffo, ordinario di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Salerno e, in collegamento meet, il dott. Giovanfrancesco Fiore, giudice presso il Tribunale per i minorenni di Salerno. I due eventi esprimono organicamente i percorsi di formazione e sensibilizzazione che il ‘Rossi-Doria’ ha attivato da tempo, coinvolgendo tutte le componenti della comunità scolastica, dagli studenti alle famiglie ai docenti, in costante dialogo con la società civile, come ricordano i docenti Francesco Molon ed Ursula Guerriero, che stanno curando l’azione progettuale:

Con queste ed ulteriori iniziative, il nostro istituto intende fornire un servizio di supporto attivo e concreto alla comunità, rafforzando ulteriormente l’alleanza educativa tra scuola, istituzioni e territorio; ci sembra pertanto necessario intensificare le attività di informazione e sensibilizzazione sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Solo allargando sempre più la nostra platea di riferimento, potremo raggiungere l’obiettivo della piena consapevolezza dei diritti e dei doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche.

Via Appia. Regina Viarum nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco

È stato sottoscritto a Roma il protocollo d’intesa tra il Ministero della Cultura, le Regioni Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, le Città metropolitane di Roma Capitale e Bari, le Province di Avellino, Caserta, Benevento, Latina, Potenza, Matera, Taranto, Brindisi, Foggia, Barletta-Andria-Trani, la Riserva naturale statale di Torre Guaceto, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e una serie di Comuni per il riconoscimento del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco.

Con proprio provvedimento, il presidente Rizieri Buonopane ha approvato l’adesione all’accordo e la sottoscrizione dell’atto.

Il protocollo d’intesa prevede, tra l’altro, che “il Ministero della Cultura, attraverso i suoi Uffici ed Istituti centrali e periferici, gli Enti territoriali, competenti anche per i Parchi naturali, la Riserva naturale statale di Torre Guaceto, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra,  si impegnano a coordinarsi e a collaborare, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, per la valorizzazione delle aree ricadenti nel sito per il quale si chiede l’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, nonché per la tutela e la riqualificazione urbana e paesaggistica e la valorizzazione socio-economica dei territori di riferimento delle aree candidate”.

I soggetti firmatari convengono, inoltre, “di mantenere nel tempo l’integrità dei valori che consentiranno l’iscrizione del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale, attraverso obiettivi strategici fondamentali, cercando di assicurare un giusto equilibrio tra conservazione, sostenibilità e sviluppo, in modo che il sito stesso possa essere tutelato con attività adeguate che contribuiscano anche allo sviluppo socio-economico e alla qualità della vita delle comunità”.

Caffè naturale e riduzione dei consumi

Caffè naturale e riduzione dei consumi: ecco perché l’azienda Didiesse ha puntato sulle macchine espresso a cialde.

Didiesse è un’azienda napoletana ma conosciuta a livello nazionale, e anche all’estero per la produzione di macchine espresso che supportano la tecnologia “a cialda”.

Pioniera nel settore e attenta all’ambiente, Didiesse anticipando di molto le tendenze del mercato ha sin da subito puntato sul sistema cialda, un sistema di confezionamento naturale dove il caffè per raggiungere la tazza non attraversa materiali resistenti come plastica e alluminio, con un risultato positivo anche in termini di estrazione, che assicura un caffè di ottima qualità e promuove la formazione naturale della crema.

Sin da subito ha impiegato molte energie e sforzi nel campo dell’innovazione e della ricerca grazie a un valido ufficio tecnico interno all’azienda che ha garantito il raggiungimento di standard qualitativi sempre più alti, migliorando nel tempo aspetti tecnici legati non solo all’erogazione di un caffè di altissima qualità, ma anche alla riduzione dell’impronta energetica. Anche rispetto al tema oggi attualissimo del risparmio energetico, Didiesse non si è fatta trovare impreparata.

Caffè naturale Didiesse

Dichiara Fulvio Di Santo, proprietario e direttore commerciale di Didiesse:

Questo perché la sensibilità legata alle tematiche ambientali è sempre stata al centro dello sviluppo aziendale e già da tempo lavoravamo in questa direzione Abbiamo puntato sulla cialda in tempi non sospetti e ci abbiamo sempre creduto, sia per la qualità del caffè ma soprattutto per le sue caratteristiche green. Anche la riduzione dei consumi è un tema centrale perché si traduce in un risparmio per il consumatore, soprattutto adesso che è aumentato esponenzialmente l’uso delle macchine espresso e si è diffusa la cultura dello smart working.

Non a caso, le nuove macchine espresso a cialde prodotte da Didiesse hanno la funzione stand by, la modalità d’attesa che permettere di abbattere i consumi e che allo stesso tempo permette di avere un espresso in qualsiasi momento della giornata, senza mai spegnere la macchina. Inoltre, la “Baby Frog” l’ultima macchina espresso a cialde proposta ai consumatori è tra le poche sul mercato a vantare i consumi più bassi della categoria, appena 450 watt. Inoltre, la produzione è 100% italiana, e i materiali che compongono la macchina sono per il 70% realizzati in Campania, una scelta che mira a valorizzare e a sostenere le aziende locali e che s’inserisce nell’obiettivo più ampio, di apportare valore al territorio di origine.

Il pack è certificato FSC, marchio internazionale e indipendente, che garantisce la provenienza dei cartoni usati, da foreste e filiere responsabili, sottoposte a rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Ma non è tutto, l’azienda, a più di 20 anni dalla sua nascita continua la ricerca verso l’utilizzo di materiali eco-sostenibili a partire dal packaging fino agli elementi di progettazione della macchina.

CIRPU presenta istanza per attivare tirocini per 100 giovani

Il Consorzio per l’innovazione e lo sviluppo locale, la promozione della cultura, della ricerca e gli studi universitari ha presentato istanza insieme altri enti per attivare 100 tirocini per altrettanti giovani,  a seguito dell’adesione come partner al bando “Onlife” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa Sociale Srl con l’obiettivo di finanziare progetti di formazione validi ed innovativi volti ad accrescere le competenze digitali dei NEET in Italia al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Il vicepresidente dell’Ente, Covino:

C’è grande soddisfazione, investiamo sui giovani e la loro formazione ambito digitale, innovazione e robotica. Il bando mette a disposizione una dotazione finanziaria complessiva di 8 milioni di euro, di cui 4.272.000,00 euro per l’Area “Sud e Isole”, per finanziare progetti presentati da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore, in forma singola o in partnership costituite da massimo 3 soggetti.

Il CIRPU, ente pubblico, da sempre vicino ai giovani e alle loro problematiche, con questi tirocini formativi intende migliorare le capacità e le competenze di chi si affaccia, sia per la prima volta che non, al mondo del lavoro. I tirocini saranno svolti presso numerose aziende della Provincia di Avellino, ricadenti in area ASI e presso una sede che metterà a disposizione il CIRPU, ossia il Museo della Matematica ubicato ad Avellino. Inoltre il Consorzio si occuperà di dare diffusione delle opportunità formative del progetto.

I percorsi formativi sono i seguenti: 1) impiegato amministrativo, 2) impiegato contabile, 3) operatore di saldatura (Soldamatic simulatore di saldatura e realtà aumentata), 4) utilizzo e configurazione dei robot e 5) web communicator. I diversi percorsi professionali promossi trovano esperienze pratiche nelle diverse aree aziendali e sono richiestissimi dalle aziende in questo momento storico. Saranno coinvolte nel progetto anche le più importanti e rappresentative associazioni datoriali della Provincia di Avellino.

La durata dei tirocini sarà di 100 ore. L’obiettivo è di far incontrare finalmente domanda e offerta di lavoro.

Navigare per l’alto mare aperto: conferenza sul bullismo e cyberbullismo

Lunedì 19 dicembre, alle ore 11:30, presso l’aula HO.RE.CA dell’IPSEOA “Manlio Rossi Doria” di Avellino si terrà una conferenza di servizi, presieduta dalla  professoressa  Maria Teresa Cipriano, dirigente  dell’istituto, ed aperta agli alunni delle classi prime. Si prevede anche il prezioso contributo di due carabinieri della Compagnia di Avellino.

I relatori illustreranno il progetto “Navigare per l’alto mare aperto”, che prevede  la realizzazione di azioni volte a contrastare il fenomeno del cyberbullismo e a sensibilizzare le studentesse e gli studenti  all’uso corretto della rete, educandoli alla consapevolezza  dei diritti e dei doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche.

Navigare per l’alto mare aperto

Il ‘Rossi-Doria’ è da anni impegnato a contrastare i fenomeni di bullismo e di cyberbullismo, utilizzando la strategia della peer education.

Dopo il lungo periodo di distanziamento sociale dovuto alla pandemia, che ha interrotto la continuità delle azioni in sede (ma non la loro necessità, al contrario sempre più impellente), l’istituto intende mettere a sistema una precisa procedura operativa, ritenuta un fondamentale strumento nel sistema di qualità scolastico.

Per realizzare tale traguardo, si attiveranno percorsi di formazione e di sensibilizzazione da rivolgere a docenti e a studentesse, studenti e famiglie della comunità scolastica, con l’ausilio di professionisti qualificati provenienti dal mondo della scuola e dell’università ma anche di figure professionali esperte, impegnate sul campo.

L’Istituto intende fornire, attraverso Navigare per l’alto mare aperto, un servizio di supporto attivo e concreto alla comunità, rafforzando ulteriormente l’alleanza educativa tra scuola e territorio; per questo si propone di intensificare le attività di informazione e sensibilizzazione sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo, allargando sempre più la propria platea di riferimento.

Il programma progettuale prevede quattro tipologie di intervento sia in orario curriculare che extracurriculare.

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