Achinoam Nini Barak, in arte Noa, cantante israeliana da tempo regina di una musica senza più confini, Gil Dor da sempre suo chitarrista e direttore musicale, il Solis string quartet, affermato ensemble di archi che con i due collabora attivamente da più di quindici anni, presentano questo concerto inedito, dalla scaletta creata ad hoc per l’occasione.
Una serata dove l’arte e lo spessore di Noa si fondono con la maestria e la visione degli archi del Solis string quartet, con arrangiamenti raffinati e originali, in cui il rispetto delle tradizioni si coniuga alla ricerca musicale.
Il concerto di Napoli sarà diverso rispetto alle altre tappe del tour, che andrà oltre i confini di genere musicale e della lingua, capace di parlare al cuore delle persone e di emozionarle, creando un punto di contatto tra di loro. Un omaggio alla Canzone partenopea unita alla capacità di sperimentare di un’artista che, in trenta anni di attività, ha saputo attraversare stili e argomenti, sempre in perfetta armonia tra di loro.
Un mare di musica e di sogni, un mare di speranze e suggestioni, un concerto di forti emozioni che lascia spazio a tutte le passioni.
Compongono il Solis string quartet i violinisti Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, il violista Gerardo Morrone e il violoncellista Antonio DI Francia.
Sabato 2 aprile, alle 21, il Trianon Viviani – teatro della Canzone napoletana ospita una speciale serata di musica di Noa in To Napoli with love.
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Avellino: Giù il velo dei pregiudizi
Giù il velo dei pregiudizi è il nome del seminario che si è tenuto all’ex Carcere Borbonico di Avellino. Il tema affrontato è quello della donna islamica, della sua femminilità e del suo reale rapporto all’interno della propria comunità.
Siamo sicuri di conoscere realmente ciò che riguarda la cultura islamica, la religione e il ruolo della donna? La maggior parte di noi ha conoscenze basate su falsi stereotipi e molto spesso si pensa alla cultura islamica senza contestualizzare i luoghi geografici in cui essa esiste. Scopo dell’incontro di oggi è quello di porre attenzione sulla conoscenza e l’approccio verso la diversità attraverso un pensiero laterale, un occhio umano e soprattutto che conosce bene queste tematiche, molto spesso abusate dai media e non approfondite nel modo adeguato.
Giù il velo dei pregiudizi nasce da un’idea nata a scuola dalla professoressa Lucia Savelli che, dopo aver assegnato la lettura di un libro di Malala Yousafzai, ha chiesto ai suoi alunni di scriverle una lettera.
Tra i diversi elaborati la docente ne ha scelta una, quella di Martina Pergola. La lettera è stata tradotta e spedita a Malala Yousafzai, scrittrice, giovane attivista pakistana e la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace.
Giù il velo dei pregiudizi ha coinvolto gli studenti di terza della Scuola Secondaria di I grado Francesco Solimena, l’incontro ha dato degli spunti di riflessione per i ragazzi, aiutandoli a comprendere che la curiosità e l’apertura mentale possono farci apprendere le sfumature del mondo. I confini geografici servono per orientarci praticamente e non per limitarci umanamente e mentalmente.
La discussione, per essere meglio compresa, si è svolta attraverso un parallelismo tra la donna occidentale e quella islamica. La maggior parte delle donne occidentali, ad esempio, rincorre l’ideale estetico di perfezione, non rendendosi conto che questo è un retaggio della società maschilista che ancora ci portiamo dietro. Per molte donne islamiche è fondamentale ottenere il diritto allo studio e questo non significa che loro non curino il loro aspetto fisico o la propria femminilità, semplicemente lo fanno in modo diverso.
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Stre torna con La Terra è piatta
A poco più di un mese dalla pubblicazione di “Uscire”, il cantautore e polistrumentista campano Stre torna nei digital store con La Terra è piatta, il suo nuovo singolo in grado di stupire e affascinare sin dal primo play.
Dopo aver appassionato e coinvolto pubblico e critica con l’incisività dei suoi testi, avvolti da sonorità fortemente rockeggianti perfettamente amalgamate ad un pop fresco e attualissimo, l’artista dona un’ulteriore prova del proprio eclettismo presentando un pezzo che si distacca completamente dalla dimensione punk-alternativa finora abbracciata, per esplorare la delicatezza e la suggestione di un indie-pop dal profumo vintage ma dal sapore contemporaneo, mantenendo però la graffiante carezza del rock che sostiene e accompagna l’intera release di riff e rullanti, senza rinunciare ai violini e ad un ritornello dal richiamo britpop a lui tanto caro.
Con le sue liriche sospese tra il vuoto scaturito dalla struggente mancanza della persona amata e il desiderio di mettere un punto effettivo ad un capitolo già concluso, “La Terra è piatta” rappresenta la chiusura di un cerchio, della trilogia iniziata ad Ottobre 2022 con “A pezzi”, in cui l’artista ha affrontato il tema della rottura, proseguita con “Uscire”, dove ha raccontato il passaggio tra una fase e l’altra, e che qui si conclude con la narrazione, sentita e viscerale, di ciò che viene dopo, appunto la mancanza.
L’assenza dolorosa e sofferta che attraversa e valica il tempo senza trovare senso e pace in nuove abitudini e conoscenze – «passeranno i sogni come compleanni, e ti cercherò un po’ negli altri» -, portandoci a dubitare di tutto, di noi stessi «adesso che non son più io» -, e perfino delle evidenze attorno a noi – «divento complottista, perché senza di te la terra è piatta» -.
Una vera e propria pop-ballad ricercata ed elegante, capace di cullare ferite e sentimenti tra l’immancabile autoironia dell’artista ed il suo estro creativo, che continua a fare centro per l’originalità delle sue vedute: per supportare l’uscita del pezzo, infatti, Stre ha sfoggiato le sue doti attoriali vestendo i panni di un terrapiattista tra le strade di Napoli e, nel suo riuscitissimo vaneggiare, ha catturato l’attenzione di tutti i passanti e degli utenti online, a cui ha donato un volantino, contenente un misterioso QR Code che riportava, astutamente, all’ascolto di “La Terra è piatta”.
Una visione caleidoscopica e personalissima dell’arte, che grazie al taglio ironico e mordace di cui si compone, gli ha consentito di arrivare dritto al cuore del pubblico sin dai suoi primi inediti e che in questo singolo, senza dubbio il più sofferto e malinconico, ritroviamo sia nel titolo che nel videoclip ufficiale – come sempre ideato, diretto e prodotto dallo stesso Stre -, in cui il flusso di rancore e tristezza espresso nel testo, lascia spazio ad alcuni momenti ilari e leggeri, trasponendo in frame una vera e propria conversazione WhatsApp, per far riflettere su quanto, la mancanza della persona amata, attecchisca sulla quotidianità di chi continua a vivere nella sua presentissima assenza.
Dichiara l’artista:
Con questo brano ho voluto fare una cosa a cui tenevo molto, anticipare al pubblico un piccolo assaggio di quello che ci sarà nel mio disco di prossima uscita, anche se ha un mood diverso dai miei precedenti singoli.
Nella mia musica, il filo conduttore è sempre quello di vedere la luce in fondo al tunnel ma è anche vero che, a volte, questa luce riusciamo a vederla solo se conosciamo bene il buio.
Sentivo il bisogno di pubblicare questa canzone adesso, perché per me rappresenta la chiusura della trilogia iniziata con “A pezzi” e proseguita con “Uscire”. Qui si evince ciò che viene dopo: la mancanza. La mancanza quasi perenne, perché il tempo passa, ma la mancanza resta.
Stre: chi é?
Stre è il progetto del cantautore, regista e polistrumentista napoletano Stefano Crispino che, dopo aver militato in diverse formazioni come batterista ed aver rivestito il ruolo di frontman e chitarrista in una band pop punk per quasi un decennio, riparte da solista con un nuovo spirito artistico, inizialmente dai tratti indie-pop e via via sempre più contaminato da generi e sfumature sonore differenti.
Il poliedrico artista partenopeo, oltre ad occuparsi della scrittura e dell’interpretazione dei suoi brani, si dedica alla regia e al montaggio di tutti i videoclip che li accompagnano, evidenziando duttilità, eclettismo e visione d’insieme.
Esperienze e competenze artistiche a tutto tondo, evincibili anche dal suo secondo canale YouTube, in cui pubblica recensioni di film e rubriche musicali. La sua carriera solista prende il via con la pubblicazione della coinvolgente “Remake”, ma è con l’iconica “Alzheimer” che il cantautore firma la hit con cui comincia la sua inarrestabile ascesa, a cui susseguono la leggera ma profonda “Un motivo c’è” e la trilogia di incredibile successo iniziata con l’inno generazionale “A pezzi“, in cui l’artista affronta il tema della rottura, proseguita con la travolgente “Uscire”, ove racconta il passaggio tra una fase e l’altra e terminata con la malinconica pop-ballad “La terra è piatta”, che in una sentita e viscerale dedica, pone in analogia la mancanza della persona amata ai dubbi che ne conseguono, su noi stessi, e perfino sulle evidenze attorno a noi.
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Una famiglia allargata, cane compreso di Marianna Scagliola
Una famiglia allargata, cane compreso è il romanzo d’esordio di Marianna Scagliola pubblicato dalla casa editrice Graus Edizioni nel quale la voce narrante del padre di famiglia Gennaro Schiattarella racconta le vicissitudini di una “tradizionale” famiglia napoletana.
Il titolo arricchisce la collana «Tracce», dedicata alla narrativa, ed è impreziosito dalla prefazione firmata dalla “voce ufficiale” dello Stadio Maradona di Napoli, lo speaker radiofonico Decibel Bellini. Quest’ultimo e il protagonista condividono una passione importante: il calcio. Da grande “patito” del Napoli, infatti, Gennaro non soltanto dovrà fare i conti con un televisore capriccioso che gli impedisce di vedere le sue amate partite, ma dovrà anche cercare di “tollerare” la presenza di un figlio juventino nella sua casa, situazione inaudita per un padre napoletano: «Tutti i suoi tentativi per riportarlo sulla retta via erano falliti miseramente e Gennaro per quel tradimento non si dava pace».
Tutti i membri del piccolo focolare Schiattarella vivono in un appartamento da ottantadue metri quadri in centro, spazio un po’ piccolo per una famiglia “allargata” come la loro. Discussioni, silenzi e battibecchi sono all’ordine del giorno sottolineando quanto sia difficile la convivenza.
La storia, oltre a divertire e allietare con scene comiche, offre numerose pagine introspettive. Ogni personaggio rappresenta una realtà estremizzata delle caratteristiche che fanno di un partenopeo, un napoletano d.o.c.: Concetta è una casalinga ossessionata dall’ordine e dalla pulizia; Gennaro adora essere “servito e riverito” e ritiene che sopportare la suocera per ricevere la sua pensione sia già un lavoro quanto mai estenuante; a loro si aggiungono i tre giovani figli della coppia. Tuttavia, la famiglia Schiattarella non si conclude qui: a completare il quadretto familiare la strana presenza che saltuariamente si avverte in casa in alcune occasioni, “o’ munaciello”, e il coprotagonista della storia, il bianco meticcio a quattro zampe, Pulcinella.
Quando Concetta però simula la scomparsa dell’amato cucciolo e mascotte di casa, l’intera famiglia si adopera per le ricerche dimostrando che non si dovrebbe dare mai nulla per scontato, nemmeno, o forse soprattutto, l’amore per la famiglia.
Marianna Scagliola: biografia
Marianna Scagliola è nata a Napoli nel 1978. Grazie a suo nonno si è appassionata al dialetto napoletano e ha cominciato a scrivere poesie in vernacolo grazie a sua madre, alla cucina partenopea e alla battuta facile. Nel 2000 si cimenta nella scrittura di racconti che vengono inseriti in raccolte pubblicate da case editrici locali: è il caso di 19 (diciannove), pubblicato in Le affinità affettive (Albus Edizioni, 2008) e Precario, in Lavoro in corso (Albus Edizioni, 2008). Nel 2007 partecipa al laboratorio di scrittura comica e umoristica “Achille Campanile”, fondato da Pino Imperatore, ed è amore a prima scrittura. Con Una famiglia allargata, cane compreso estende la sua scrittura anche al romanzo pubblicando il suo primo volume.
La collana “Tracce”
Morbide e sinuose come impresse sulla sabbia, indelebili ed eterne come scolpite nella pietra: queste sono le tracce che danno il nome alla collana. Si tratta di un contenitore essenzialmente riservato alla narrativa, che racchiude storie lunghe di autori affermati o di debuttanti altamente promettenti; un espositore eccellente per talenti nazionali che mettono in mostra la propria abilità scrittoria, con le quali sono capaci di imprimere le proprie orme nell’animo del lettore, il quale viene preso per mano e accompagnato lungo un cammino indimenticabile attraverso storie uniche. Non ci sono restrizioni di contenuti: la collana abbraccia tutti i generi letterari, che siano romanzi drammatici o polizieschi, sentimentali o d’avventura, autobiografici o fantastici.
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