Casa è dove fa male è un romanzo di Massimo Cuomo edito da e/o Edizioni. Lo scrittore affronta e descrive in modo lucido gli abitanti di un palazzo composto da sette piani nella periferia di Mestre.
Il libro ci rende spettatori delle paure, fissazioni e abitudini di coloro che vivono all’interno. Casa è dove fa male è un libro che, in qualche modo, riassume anche l’anno appena trascorso in cui siamo stati obbligati a vivere nel nostro perimetro e a sfruttare le zone comune che, forse, in circostanze di normalità non avremo mai apprezzato.
Casa è dove fa male: trama
Entrando in ogni singolo appartamento si riesce a conoscere tutto degli abitanti: ossessioni, amori, difetti, frustrazioni e la noia che accompagna la maggior parte del quotidiano. A volte non ci accorgiamo che, a prescindere da noi e dai nostri comportamenti, la nostra abitazione, la disposizione dei mobili, i libri che abbiamo in bella vista negli scaffali di casa, gingilli che scegliamo per rendere un’abitazione più confortevole riescono a raccontare di noi più di ogni altra cosa.
L’abitazione del dottor Sbrogio è come una scatola di cartone riempita di emozioni consumate, consumabili, stipata di promesse fatte, mantenute, lasciate sospese. Un contenitore in cui si ripara dallo squallore della vita, dall’imbarazzo indefinibile, dall’imbarazzo indefinibile di un’esistenza vissuta senza lei, disgiunto dalla bellezza.
Casa è dove fa male è un affresco intimo dell’umanità e dei suoi peccati capitali poiché lo scrittore ci consente di varcare la soglia di ciascun appartamento e di trarre giudizi sulla natura imperfetta altrui.

Un romanzo che palesa la nostra natura imperfetta
Le nostre abitazioni hanno diversi ruoli e funzioni: ci proteggono, ci osservano, ci rispecchiano e a volte sono la causa del nostro malessere. Ciascuna casa rappresenta il nostro micromondo, quello di cui abbiamo bisogno per trovare conforto, un luogo in cui in qualche si abbassano le nostre difese perché possiamo essere ciò che siamo e ciò che vogliamo.
Casa è dove fa male è un libro che dovremmo leggere tutti per comprendere i diversi aspetti imperfetti che ci definiscono e ci danno la nostra identità.
Buona lettura!
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Info Irpinia e I cammini della purificazione
Info Irpinia è un’associazione turistico culturale che da anni si impegna nel mostrare le bellezze storiche e paesaggistiche del territorio. È stato presentato il calendario di questa nuova stagione 2021 che ha come nome I cammini della purificazione.
La scelta del nome non è un caso perché dopo questo anno pandemico che ci ha disorientati e costretti a una limitazione della libertà ora abbiamo bisogno di riappropriarci del nostro tempo, seguendo il tempo naturale che solo l’immersione nella natura riesce a darci.
Ritornare alle cose semplici, come può esserlo una giornata dedicata al trekking e alla conoscenza del proprio territorio, potrebbe rappresentare un passo per un nuovo inizio e per una purificazione dalle scorie accumulate in questo ultimo periodo. Il contatto con la natura riesce a regalarci quel ritorno alle radici che, purtroppo, un po’ abbiamo perso e che ci ha allontanati ulteriormente dal benessere psicofisico.
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Info Irpinia
L’Irpinia però non ha come unica attrattiva solo i paesaggi naturalistici, è un luogo ricco di storia, tradizioni e cultura. Denominata da sempre la terra di mezzo perché è sempre stata una terra di transito per la sua posizione geografica, situata tra il Tirreno e l’Adriatico. L’Irpinia è sempre stata una zona di passaggio, basti pensare alla Via Appia che passa sopra la Mefite che collegava Roma e Brindisi come fosse una sorta di autostrada del tempo.
La Via Francigena, ad esempio, serviva per collegare Canterbury a Roma, giungendo fino a Brindisi e ci sono dei percorsi che attraversano l’Irpinia. La ricchezza che possediamo è inestimabile ma bisogna valorizzarla e, soprattutto, comunicarla.
Questo luogo è ricco di strade che servivano a collegare i diversi territori e le persone che un tempo aveva bisogno di spostarsi per motivi commerciali o per fede. I cammini della purificazione infatti hanno come scopo non solo quello di percorrere sentieri dio montagna e naturalistici ma di scoprire la storia di un tempo, scoprendo percorsi storici che potrebbero rappresentare una forte attrazione turistica.
Info Irpinia ha cercato di coniugare questi aspetti, che contraddistinguono il nostro territorio attraverso cinque tappe.
L’associazione turistico culturale presenta il calendario 2021
Info Irpinia e I cammini della purificazione: le 5 tappe individuate
- La prima tappa si svolgerà domenica 6 giugno alle ore 10:00 a Serino verso le sorgenti del Sabato. Una passeggiata nel cuore del Monte Terminio in cui sarà possibile scoprire la storica e misteriosa Civita di Ogliara, antica città muraria di 2 Km in cui veniva custodita una città e le sorgenti da cui nasce il Fiume Sabato.
- La seconda tappa è prevista domenica 20 giugno a Caposele per percorrere la strada delle 7 fontane. Un’esperienza che ripercorre la storia delle acque di Caposele all’interno del Parco dei Monti Picentini in cui è possibile percepire la diversità della flora e della fauna di queste montagne fino a 1400 mt di altitudine.
- La terza tappa prevista per domenica 11 luglio ci conduce a Rocca San Felice alla scoperta della Mefite e i riti di purificazione. Il percorso attraversa l’antica Valle d’Ansanto che va da Rocca San Felice, splendido borgo medievale, fino alla Mefite, luogo sacro ricco di leggende intrise da riti di purificazione.
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Info Irpinia
Come partecipare
Per poter partecipare a I cammini della purificazione bisognerà diventare Soci di Info Irpinia, spostarsi con auto propria e prenotare o richiedere maggiori informazione al sto di Info Irpinia o contattando il seguente numero: 31 98 65 322.
Il costo di ciascuna escursione è di 10 euro.
Buona purificazione a chi lo vorrà!
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Licenziare degli Elettrojoyce: l’alienazione vista come una salvezza
Cosa ci insegna una canzone quando siamo certi di averla individuata come fonte d’ispirazione dei nostri pensieri più reconditi? Qual è la reazione che ci spinge a pensare che ciò per cui siamo nati e cresciuti non possa coesistere col pensiero comune, quello vincolato in maniera troppo forzata?
Vent’anni fa, nel 1999, una rock band romana, gli Elettrojoyce, pubblicano per la prima volta con la Epic (Sony Music) la loro definitiva versione dell’interazione di un pensiero, che forse trae in inganno, se comparato all’azione ludica che un brano punk può ispirare, proprio perché siamo certi che stiamo per rilassarci in un ascolto e non stiamo allargando gli orizzonti alla crescita sociale.
Niente di più sbagliato.
Capire quanto sia importante la comprensione sta esattamente nell’azione che una linea melodica (non necessariamente sempre accoppiata con un testo) può, nel momento dell’ascolto, farci aprire a nuove condotte di pensiero, che forse non risultano sempre tangibili con le materie umanistiche studiate a scuole, né con l’induzione che ha un nucleo familiare su un soggetto più propenso ad una fuga più morale che prossima.
Il branoLicenziare degli Elettrojoyce esce per la prima volta, come singolo, nel 1998, suggella il loro rapporto con un’etichetta major e anticipa il secondo album della band romana, Elettrojoyce (2°), del 1999.
Il gruppo, capitanato da Filippo Gatti (oggi ancora musicista e autore all’attivo), voce e basso, ha un ruolo fondamentale nell’elevazione di una musica colta che si cela negli ascolti forse più scontati. La musica d’autore già in quel periodo va scemando, e il commercio che deriva da un introito guidato da un discutibile pensiero unilaterale guida una comunità di ragazzi a concentrarsi sulla scia del momento, a farsi coinvolgere da nulla di troppo coinvolgente, da un accumulo di oggetti di uso comune con scadenza prossima.
Nel 1999 il vecchio secolo e il vecchio millennio stanno per terminare, e la paura che tutto troppo presto non possa più funzionare incombe sulla capacità (o forse sull’incapacità) di poter coesistere con una pagina nuova, con una parentesi che inizia tale, poi diventa periodo. Nessuno, forse, sa che stiamo per affacciarci alla resa definitiva delle nostre pretese esistenziali, e tutti, nel frattempo, erroneamente, cadiamo nella matematica certezza che giungerà qualcosa di nuovo, di inaspettato, così come sia ovvio che dopo uno 0 ci sia il numero 1.
I calcoli non erano troppo sbagliati, in effetti, se riuscissimo solo un momento a guardarci indietro e a capire quante sostanziali differenze possano esistere rispetto ad un ventennio fa, quando ( ad esempio) ciò che state leggendo in questo istante non sarebbe stato alla portata di un click in qualsiasi posto vi sareste trovati con una connessione internet wi fi sufficiente, e con uno smartphone. Gli ascolti musicali, i più influenti, di quel periodo combaciano alla perfezione con la decadenza complessiva che avrebbe condizionato le persone che, oggi, si considerano adulte e guidano i servizi, i pensieri e i partiti politici, e indirizzano i propri figli all’ibernazione morale, culturale, stimolante, reazionaria che una cultura personale può regalare, in un mondo dove “regalo” significa sempre un interscambio economico, o una prestazione da restituire con interessi.
Elettrojoyce Licenziare
Nel 1999 gli Elettrojoyce capiscono che qualcosa nell’equilibrio di un’autenticità sta per spezzarsi, e scrivono un testo che sa dell’incredibile, una poesia semplice che invita ad una scelta forse più complicata, più estrema ma giustificabile:
prendimi la mano
usciamo dal vagone in corsa
vite cancellate da un’oscillazione in borsa
ho sentito i nostri battiti del cuore accelerare
meglio che restare intrappolati nella foto ad invecchiare
Colui che parla, in questo testo, è un soggetto che s’impegna a far rimarginare ferite inferte dal tempo che non s’arresta, che corre imperterrito, e che detta le leggi che secondo i suoi esecutori, gli individui cloni che lo circondano, sono alla base di una convivenza forzata, dove la capacità che può pervenire da un tentennamento dei mercati può trascinarci in un vortice di pessimismo collettivo.
Eppure basta soffermarsi, darsi del tempo, lasciare che i nostri ritmi non marcino necessariamente all’unisono con tutto il resto, perché è proprio quando il nostro cuore che accelera i battiti, scaturiti da un’emozione, che si ha più capacità di sentire il suo tumulto emergere dal caos circostante. Una sorta di foto che ci ritrae identifica nei solchi della nostra pelle la cadenza del tempo così come ci viene dettato, e in tali linee si demarcano, alla stessa maniera, obbligatori cambi di direzione, così come quest’ultima sta ad indicare a seconda delle esigenze, il vecchiume che contrae le grinze sul nostro Dorian Gray peccaminoso e corrotto, intrappolato nel suo ritratto, mentre il suo avatar corre sotto dettatura.
Cambia forma il male
cambia nome
cambia di colore
pensa sempre al resto
mentre chiudi gli occhi
e salti, amore e ogni giorno si allontana
mentre noi dimentichiamo
non avere mai paura
mentre andiamo
Il nostro protagonista ha trovato un’affinità elettiva con colei che lo seguirà in questa alienazione curativa, quindi le dà coraggio, la incita a intraprendere il grande salto, ad affrontare la grande sfida che condurrà entrambi all’olimpo dell’individualità, dell’originalità. Le malvagità cambiano identità a seconda dei suoi coordinatori; i loro portavoce a doppio petto incitano all’obbligo e alla disciplina, mentre essi stessi, dal loro canto, infrangono di nascosto le regole, come in 1984 di George Orwell. Per questo il nostro uomo vuole inimicarsi i vari ministeri; vuole superare concetti che questi ultimi dettano, le regole che vengono fatte rispettare dalla “psicopolizia”. La paura alimenterebbe soltanto il pretesto di una persecuzione, e scacciarla via è solo il primo passo verso un concreto successo dell’ammutinamento, e della successiva alienazione.
In quello stesso anno i Bluvertigo pubblicano l’album Zero, e la qualità che vi si enuncia è la stessa. Anzi, nel caso del gruppo di Morgan e soci la produzione volge già alla garanzia di una prestanza che mette sicurezza e ci prepara al nuovo millennio, e l’elettronica, che corre sul binario parallelo di un’esecuzione ancora suonata con strumenti, sembra voglia convivere con qualcosa di superato, un po’ come restare sospesi a mezz’aria tra un ciglio e l’altro di un dirupo.
Gli Elettrojoyce, dal loro canto, ed in questa canzone, restano affezionati al filone rock che più sconvolse i canoni di fine millennio. Ricordiamoci che la scena musicale italiana di quel genere aveva vissuto momenti felici in quel decennio stesso, e basterebbe citare i Timoria, i Marlene Kunz, Movida, etc.
Oggi non esistono più, e di certo anche noi domani dovremo cedere il posto, ma appunto per questo, la nostra eredità sarà più preziosa se legata ad una lezione ai nostri posteri, ad una preparazione che possa consistere nel rispetto della propria linea d’ombra e coesistere con quelle altrui, seppur non combaciando alla perfezione, ma trovando i punti di sutura necessari a crearne una immensa che possa oscurare ostacoli collocati da chi è sullo scranno del potere da duemila anni.
Carmine Maffei
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Irpinia Madre Contemporanea,
Adriano Giannini apre la IV Edizione della kermesseIl 24 novembre, nella suggestiva cornice del Castello della Leonessa a Montemiletto, l’attore Adriano Giannini aprirà la quarta edizione di Irpinia Madre Contemporanea. La manifestazione, ideata da Antonia De Mita con la direzione artistica di Antongiulio Onofri, sin dalla prima edizione si pone l’obiettivo di promuovere e valorizzare i bellissimi borghi e castelli d’Irpinia portando in scena alcuni tra i volti noti dello star system italiano.
Scheda di Adriano Giannini
Adriano Giannini
Figlio dell’attore Giancarlo Giannini e della regista Livia Giampalmo, a diciotto anni muove i primi passi nel mondo del cinema come aiuto operatore nel film “Evelina e i suoi figli”, diretto dalla madre. Da qui ha inizio il suo percorso professionale che lo porta a lavorare con registi del calibro di Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino.
Molte anche le sue collaborazioni con registi e attori hollywoodiani come Sylvester Stallone e Jean-Claude Van Damme.
Nel 2001 debutta sul grande schermo come co-protagonista di “Alla rivoluzione sulla due cavalli” di Maurizio Sciarra. Nello stesso anno il regista Guy Ritchie lo sceglie per recitare al fianco di Madonna in “Swept Away” remake di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller, nel ruolo che era stato del padre Giancarlo.
Nel 2017 insieme a Valeria Golino è protagonista del film “Il colore nascosto delle cose”, diretto da Silvio Soldini.
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