Venerdì 14 gennaio, alle 21, Peppe Servillo & Solis String quartet rendono omaggio al cantapianista più famoso di sempre con “Carosonamente”.
A distanza di cinque anni dall’uscita di Presentimento, l’album con il quale, insieme al precedente Spassiunatamente, hanno affrontato con dovuto rispetto capolavori della canzone classica napoletana, propongono al Trianon Viviani il concerto dell’ultimo lavoro discografico, questa volta dedicato a un solo autore: Renato Carosone.
Si chiede Peppe Servillo:
Si può prendere a prestito l’aria lieve e scanzonata di un autore profondo e romantico come Renato Carosone? È utile forse e necessario ora più che mai, non per incoscienza ma per amore di quella vita colorata, ironica, spassiunata che nel dopoguerra lui seppe cantare e interpretare. Oltre i titoli famosi proporremo brani meno noti che ci raccontano un Carosone “altro”, sempre vitale anche nella narrazione d’amore. Come al solito, nella versione sobria ed elegante dei Solis, speriamo di far apprezzare in controluce la voce di un singolare autore italiano.
Il Solis string quartet è composto dai violinisti Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, il violista Gerardo Morrone e il violoncellista e chitarrista Antonio Di Francia.
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Ad alta voce per piacere! Il nuovo progetto culturale di Realtà Debora Mancini
Amplificare la dimensione della lettura ad alta voce attraverso un ricco ventaglio di eventi di carattere formativo, educativo, spettacolare e artistico: questo è la mission di “Ad alta voce…per piacere!”, il nuovo progetto culturale di Realtà Debora Mancini, vincitore del Bando Ad Alta Voce (per i progetti a carattere regionale) finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura.
Un progetto Tran’s-n’art, di arte tra le arti, oltre le arti, al di là delle arti, che segue la linea e la poetica portata avanti dall’associazione fin dalla sua nascita.
Le discipline artistiche, scientifiche e didattiche si sostengono a vicenda: la parola viene messa al centro, sviluppata, presentata, raccontata da diversi punti di vista: dell’attore, del musicista, dell’illustratore, dello scienziato, del formatore e del pubblico, che viene il più delle volte coinvolto attivamente in un continuo dialogo.
La parola si fa così strumento di unione e condivisione, elementi che ci sono così tanto mancati negli ultimi due anni fatti di distanziamento sociale.
La lettura è un’esperienza ricca, piena, sociale, socializzante, vicina alle dimensioni pratiche e condivise della festa, del teatro, del laboratorio, del gruppo di discussione.
Il libro torna ad essere l’ideale focolare intorno a cui sedere e creare.
La parola letta ad alta voce diventa materia, immagine, suono, corpo e si rende fruibile con tutti i sensi, compresi l’olfatto e il gusto nel caso delle degustazioni a tema che seguiranno alcuni reading. La pratica della lettura andrà infatti a braccetto con il divertimento e la gioia di stare insieme.
Questa visione sinestesica vuole essere veicolata grazie anche alle nuove tecnologie: così il libro da leggere e ascoltare come la parola da re-inventare vengono diffusi dal vivo, on-line e su supporti concepiti a questo scopo come libri illustrati, letti e musicati che si renderanno disponibili grazie al progetto, podcast, video booktrailer.
“Ad alta voce…per piacere!” è un progetto legato profondamente al territorio lombardo, che va a interpellare e coinvolgere i nuclei di socialità importanti e basilari: dalla famiglia alla scuola, ai circoli alle biblioteche ai teatri.
I cittadini saranno coinvolti in eventi comunitari e collettivi dedicati alla lettura nei luoghi deputati alla trasmissione culturale. Tutti sono invitati a partecipare con atti creativi.
Da segnalare è infatti il coinvolgimento attivo del Patto locale per la lettura comunale.
Il Sistema Bibliotecario di Milano sostiene il progetto, in piena consonanza con principi e obiettivi del Patto di Milano per la Lettura (istituito con deliberazione di Giunta Comunale n. 1598 del 18/09/2015 con finalità di diffusione e promozione della lettura, inclusione sociale e coinvolgimento del territorio indicate nelle linee di indirizzo per la promozione del libro e della lettura approvate con deliberazione di Giunta Comunale n.1294 del 26/07/2018).
Il progetto si avvale della collaborazione di INAF Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF OA Brera, Re.Gi.S. Rete dei Giardini Storici, Teatro Menotti di Milano, e dei Comuni e Biblioteche di Arese (MI), Cerro al Lambro (LO), Cesate (MI), Cinisello Balsamo (MI). Cuggiono (MI),Cornaredo (MI), Opera (MI), Senago (MI), Vimercate (MB).
Al progetto partecipano, oltre all’attrice Debora Mancini e al musicista Daniele Longo (che hanno curato il progetto artistico): Alessia Bedini (attrice), Reno Brandoni (musicista, scrittore, editore Fingerpicking.net/Curci), Emanuele Cedrone (percussionista), Enrico Ernst (scrittore, drammaturgo), Massimo Giuntoli (compositore, performer, creativo urbano, artista multimediale), Marco Gobetti (attore, drammaturgo, regista, inventore del Teatro Stabile di Strada®), Francesco Mancini (maestro fiorista), Nadio Marenco (fisarmonicista, compositore), Roberto Piumini (poeta, scrittore, attore), Stefano Sandrelli (astrofisico INAF OA Brera, scrittore, divulgatore scientifico), Daniela Tediosi (illustratrice, performer), Nicoletta Tiberini (cantante, compositrice).Ad alta voce per piacere: programma di giugno
LUNEDI’ 6 GIUGNO, ORE 9.30
Scuola primaria Parco dei Fiori – Cinisello Balsamo (Mi)
FORME E COLORI IN MUSICA
per le classi I, II e IIIUn incontro per scoprire le forme e i colori dei libri e degli strumenti, e che ci circondano, ci
appartengono, ci piacciono. E per cantare insieme la canzone segreto per crescere bene: “Gioca
coi libri, canta la musica, danza le forme, ammira i colori”.
con Debora Mancini, attrice, musicista
Daniele Longo, tastiere, voce, cajon, tank drum, ukulele, campanelle, piccole percussioni
e con i bambini, le maestre e i maestri coinvolti a cantare, sonorizzare, inventare.
Evento in collaborazione con ISC “Zandonai” di Cinisello Balsamo (MI)LUNEDI’ 6 GIUGNO, ORE 11.00
Scuola primaria Parco dei Fiori – Cinisello Balsamo (Mi)
TUTTI A TAVOLA! SI LEGGE DI GUSTO
per le classi IV e VÈ ora! Tutto è pronto, la tavola apparecchiata. Il menù prevede parole gustose e prelibate,
stuzzicanti e nutrienti. Morbide e croccanti da gustare sono condite dal vivo, con suoni e canzoni
originali. Il tutto viene servito su un letto di sogni con una spolverata di fantasia e un pizzico di
buonumore.
con Debora Mancini, attrice, musicista
Daniele Longo, tastiere, voce, fisarmonica, cajon, piccole percussioni
e con i bambini e le maestre e i maestri che saranno tutti coinvolti per cantare, sonorizzare,
inventare.
Evento in collaborazione con ISC “Zandonai” di Cinisello Balsamo (MI)MERCOLEDI’ 8, 15, 22 GIUGNO dalle 18.00 alle 20.00
DAL CORPO LA VOCE – LABORATORIO
Biblioteca Frà Cristoforo (Via Frà Cristoforo, 6) Milano
Laboratorio di lettura ad alta voce
per mamme e papà di bambini di 3-6 anni
con Debora Mancini, attrice e musicistaLeggere ad alta voce a bambini da 3 a 6 anni è un bel modo di divertirsi e crescere insieme. Ma
non dimentichiamolo: la voce e le parole vanno accudite, seguite e curate, così come i nostri
bambini. Le mamme e ai papà che vorranno esplorare la lettura ad alta voce verranno coinvolti con
giochi ed esercizi col corpo e con la voce. Oltre a verificare i possibili benefici – personali, fisici e
mentali – che si possono ottenere da una corretta respirazione ed emissione, si offriranno spunti
per porre attenzione e rafforzare la musicalità, il ritmo e le variazioni, e destare curiosità ed
interesse nei piccoli ascoltatori. Si leggeranno libri dedicati alla fascia d’età 3-6 anni, ma non solo.
Ingresso libero con prenotazione: 02 8846 5806 c.bibliofracristoforo@comune.milano.it
Evento in collaborazione con Biblioteca Frà Cristoforo | Sistema Bibliotecario di MilanoDOMENICA 19 GIUGNO dalle 17.00 alle 19.30
Villa Annoni (Piazza XXV Aprile, 4) Cuggiono (MI)
IL BARONE RAMPANTE
Una maratona letteraria in concerto dedicata a Il Barone Rampante di Italo Calvino. Ad alta voce
verranno letti alcuni passi da uno dei capolavori della trilogia degli antenati, in dialogo con la
musica. A poche ore dal 15 di giugno, giorno in cui, nel 1767, Cosimo Piovasco di Rondò salì su
un albero, per poi non discendere mai più.
con Marco Gobetti, attore, drammaturgo, regista
Debora Mancini, attrice, musicista
Daniele Longo, musicista, poli-strumentista
E con il pubblico presente che potrà leggere a piacere estratti dall’opera
Evento in collaborazione con Comune di Cuggiono (MI) | Re.Gi.S. Rete Giardini Storici
MERCOLEDI’ 29 GIUGNO dalle 18.00 alle 20.00DAL CORPO LA VOCE – LETTURA PUBBLICA DEI PARTECIPANTI
Biblioteca Frà Cristoforo (Via Frà Cristoforo, 6) Milano
Lettura pubblica ad alta voce con i genitori partecipanti
per bambini 3 – 6 anni
con Debora Mancini, attrice e musicista
Ingresso libero con prenotazione: 02 8846 5806 c.bibliofracristoforo@comune.milano.it
Evento in collaborazione con Biblioteca Frà Cristoforo | Sistema Bibliotecario di MilanoGIOVEDI’ 23 GIUGNO, ore 21.00
COSMICOMIC JAZZ
Piazza C. A. Dalla Chiesa, Arese (MI)
Dialoghi di scienza, musica, segni e parole dedicati a Le Cosmicomiche di Italo Calvino
con Debora Mancini, attrice
Stefano Sandrelli, astrofisico INAF – Osservatorio Astronomico di Brera
Musica dal vivo con Daniele Longo, compositore polistrumentista
Live Painting di Daniela Tediosi
Invito per il pubblico dress code: accessori cosmico-spaziali
Info: Comune Arese 02 93527383 -
Terra di nessuno: il romanzo ambientale di Alberto Di Buono
Il 22 aprile ricorre la Giornata della Terra che rappresenta la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. La celebrazione di questa giornata nasce nel 1970 e oggi gli ecologisti la utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: inquinamento, distruzione degli ecosistemi e l’esaurimento delle risorse rinnovabili, cercando di promuovere soluzioni che consentano di eliminare o quantomeno attutirne gli effetti causati dalle attività dell’uomo.
Terra di nessuno (2019) è l’ultimo libro di Alberto Di Buono, pubblicato da Graus Edizioni, ed è un romanzo ambientale che porta il lettore a soffermarci proprio su queste tematiche e non solo.
Federico Manfredi è il protagonista del libro e lo incontriamo adolescente mentre curioso cerca di conoscere ciò che lo circonda, attraversando in bici il suo paesino, che si trova in una provincia di Napoli.
Un giorno il ragazzo, in lontananza, scorge un vecchio Castello e inizia a sentire, dentro di sé, un forte richiamo che lo spinge a raggiungere l’antico rudere. Questa sensazione di attrazione si unisce anche ad uno strano timore che il ragazzo non riesce a spiegarsi finché non sente una voce che gli parla con l’accento tipico della sua zona. Quella voce è la voce di Oikos, il vecchio castello, che si rivolge a lui, chiamandolo per nome e invitandolo a non salire per andarlo a trovare perché non è ben disposto nei confronti degli esseri umani.
P’ o’ passato tanti uomini so’ venuti addò me, ma nun m’hanno mai dato problemi. L’hanno fatto sempe cu rispetto. Mo però sò cagnate troppe cose, io nun me fido cchiù ‘e vuje pecché site gente senza valore, me facite paura. Perciò nun voglio avé niente a che fare cu vuje, sto buono accussì, sto buono sul’io.
…
Io vi guardo tutt’ ‘e juorne, saccio buono ‘o rispetto che tenete pe chello ca ve sta attuorno e come v’impegnate a distruggere ogni cosa. Site ‘a specie vivente cchiù pericolosa, riuscite a fà male perfino a vuje stessi. È meglio tenervi ‘a luntano.
Federico Manfredi prende le parole di Oikos come una sfida, si allena strenuamente finché un giorno giunge davanti la vecchia fortezza. Arrivato davanti all’ingresso si sente così piccolo e insignificante e decide di non entrare perché:
Ciò che si ama non si possiede, ma si custodisce.
Dalla sfida superata comprende una lezione che gli sarà utile per il proprio futuro. Il ragazzo apprende che le reali potenzialità dell’uomo si esprimono al meglio solo quando agiscono in armonia con l’ambiente perché assecondare la nostra natura ci rende più forti.
Trascorrono gli anni e Federico Manfredi cresce, abbandona il suo paese e diventa un brillante ingegnere ambientale. Un giorno, all’improvviso, gli giunge un incarico di supplenza proprio in una scuola del suo paese natìo e decide di lasciare la certezza del suo lavoro per avventurarsi nella nuova avventura dell’insegnamento.
Quando arrivò in paese, nella sua vecchia casa ritrovò i mobili, gli oggetti a lui cari e il quartiere della sua infanzia come se il tempo non fosse mai passato, ma non ritrovò nessuno dei suoi vecchi amici, perché la vita li aveva portati altrove a percorrere chissà quali strade. Erano rimasti solo tanti cari ricordi, che come fantasmi vagavano senza meta in quei luoghi raccontando sottovoce di un tempo che fu.
Il paese era cresciuto tantissimo, ma quasi tutte le periferie erano state urbanizzate in modo piuttosto selvaggio, si vedeva chiaramente la mancanza di un’appropriata programmazione urbanistica.
Federico Manfredi ben presto si rende conto che il suo paesino fa parte della Terra dei Fuochi. Decide di sfruttare la possibilità dell’insegnamento per poter educare al rispetto ambientale i propri alunni e decide di andare a far visita al suo vecchio amico Oikos che gli spiega, con poche parole, le cause di tutto quello scempio:
Qua ci sta ancora tanta gente per bene che la pensa proprio comme a te, ma s’annasconne. Sono tutti quelli che non accettano ‘e regole ‘e chesta società, pecché troppo spesso sç fatte sulo o vantaggio ‘e chi e scrive. Tu devi cercare questa gente e fargli capì che se ognuno fa la sua parte, assieme s’addiventa na forza.
Ccà t’he sta accorto. Non farti abbagliare da quelli che parlano bene e sventolano troppo vistosamente ‘e bandiere ‘e l’ecologia, pecché spisso sò proprio lloro che fanno i danni peggiori. Statte accorto pure a quelli che fanno i consulenti, gli imprenditori e a tanti tuoi colleghi che cercano di vendere pe forza cose inutili sulo pe fà soldi. Occhio a tutti quelli che cu l’ecologia fanno soldi assai, pecché nun so buone. Gli ambientalisti veri non hanno un colore politico e non fanno na prufessione particolare. Sò tutti quelli che tengono na visione del mondo cchiù larga e cercano ‘e mettere in pratica queste loro convinzioni cu nu stile ‘e vita cchiù intelligente.
Per l’uomo inizia la scuola e questa nuova avventura. Dopo aver ascoltato bene le parole ed i consigli di Oikos, Federico Manfredi si rende conto che la cultura che ha il dovere di trasmettere ai propri alunni non è quella solo racchiusa nei programmi scolastici che, a fine anno, certificano la frequenza scolastica ma è un altro tipo di conoscenza.
Durante la settimana inizia a parlare di ecologia e della stretta connessione che intercorre tra uomo e natura, una sorta di equilibrio che regola il mondo perché ogni piccola particella vivente è interconnessa con tutto ciò che ci gravita intorno.
Riuscirà Federico Manfredi a sensibilizzare i propri alunni? Oikos cambierà idea nei confronti dell’essere umano? Queste ed altre informazioni le potrete scoprire solo leggendo Terra di nessuno di Alberto Di Buono.
Terra di nessuno non è soltanto un romanzo ambientale ma racconta anche di vita quotidiana, di una storia d’amore, di coraggio e della capacità che ha ognuno di prendere in mano le redini della propria vita, trasformandola in altro.
Il romanzo di Alberto Di Buono è adatto a tutti ma, a mio avviso, in particolar modo ai ragazzi perché attraverso la scrittura semplice, diretta e talvolta popolare il romanzo è capace di destare meraviglia, speranza e stupore in quegli occhi giovani che hanno ancora tanto da scoprire e da comprendere sul mondo.
Nonostante la tematica ambientalista il libro ci porta a riflettere anche su ciò che stiamo vivendo in questo periodo di pandemia mondiale perché Terra di nessuno ridimensiona la finitudine dell’essere umano, riportandolo nella reale proporzione, misura e dimensione che ricopre all’interno del mondo.
A prescindere dalla nostra intelligenza e dalla capacità che abbiamo di modificare ciò che ci sta intorno, natura compresa, non siamo altro che una parte millesimale di un meccanismo che, appena ne ha la possibilità, è in grado di riprendersi ciò che gli è stato tolto irrispettosamente.
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Sanremo 2021: Il festival è finito con il trionfo dei Maneskin, favoriti della prima ora
Alla fine hanno vinto loro, i Maneskin, che si cancellano di dosso l’etichetta di secondi e salgono sul gradino più alto del podio.
Tornano a casa con la palma sanremese, dopo aver ingoiato amaro ad X Factor, dove avevano, appunto, conquistato l’argento, e dove però avevano trovato un contratto con la major Sony Music, e l’ala protettiva di Manuel Agnelli, che ha contribuito non poco al lancio dei quattro ragazzi che vincono l’indimenticabile (ma solo perché non c’era pubblico in sala) Sanremo 2021 dell’era Covid, e lo fanno copiando se stessi ed assecondando la platea di rockettari improvvisati ed inconsapevoli, quelli dell’ultimissima ora, che partecipano al televoto, che non hanno idea di cosa sia davvero il rock, di quelli che anzi credono che Vasco Rossi ne sia il massimo esponente.
Damiano, il leader della band, ha risvegliato gli ormoni di mezza nazione, e questo è il suo merito principale, assieme alla capacità di stare sul palco (indiscutibile) e riuscire a coniugare le lacrime di emozione nel momento della proclamazione, alla durezza (ahahaha) della proposta musicale della sua band.
Una vittoria salvifica, se si considera il podio, dove sono saliti il duo Fedez-Michielin con una canzonetta da villaggio turistico, che ha raccattato i voti sollecitati dalla Ferragni su Instagram, e la solita minestra riscaldata firmata Ermal Meta che, parole sue, ha portato una canzone con due accordi in croce, che però ha vinto il premio come migliore composizione musicale, assegnato dall’orchestra. Andiamo bene. Nello sprint finale, dunque, ha vinto il meno peggio. Come sempre le cose interessanti non ce la fanno.
Arrivano ad un passo dal podio Colapesce e Dimartino, quarti, e Willie Peyote, sesto. Quasi non pervenuto Ghemon, che chiude ventunesimo. La certificazione che a Sanremo o ci vai con un pezzo brutto o non hai speranze.
Ne sa qualcosa Irama, quinto, sfortunato concorrente a distanza a causa del Covid, ma ne sanno qualcosa anche tre regine che avrebbero meritato miglior sorte con le loro canzoni, Annalisa (settima), Noemi e Malika Ayane (quattordicesima e quindicesima).
Basso, bassissimo in graduatoria Max Gazzè (diciassettesimo), che stavolta ha decisamente riscontrato scarso consenso da parte di tutti, pubblico e critica, nonostante si sia presentato nei panni di Clark Kent/Superman per l’ultima esibizione.
Finire dietro a Orietta Berti (nona, dio mio) non deve essere una bella sensazione. A proposito, è stata lei la vera anima rock del festival 2021, con la violazione del coprifuoco, gli inseguimenti della Polizia, l’allagamento della stanza d’albergo, lo storpiamento del nome dei Maneskin in Naziskin, gli
ingioiellamenti che nemmeno il peggior rapper americano. La sua canzone già non ce la ricordiamo più, ma questo è un dettaglio.D’altronde chi si ricorda le canzoni di Fulminacci (posizione 16), de La Rappresentante di lista (11), di Gio Evan (23), di Random (fanalino di coda, ma se l’è giocata alla grande con Aiello), di Fasma (18), dei Coma Cose (20)? Al limite qualcuno stamattina si è alzato fischiettando il brano degli Extraliscio, che non potevano ambire alla vittoria, ma a modo loro, con l’amico Toffolo, a casa il risultato lo hanno portato eccome, con un onorevole dodicesimo posto. A differenza de Lo Stato Sociale, in graduatoria un gradino più sotto, che nella transizione che sta portando Lodo ad abbandonare il microfono, toppano e non riescono a replicare “Una vita in vacanza” che li portò, tre anni fa, alla ribalta nazionalpopolare.
Dimenticabile la Arisa (10) tatangelizzata dal brano scritto per lei da Gigi D’Alessio, il Bugo (24) stralunato e senza voce, il Francesco Renga (22) che ha deciso di servire la sua parabola discendente al pubblico, come in un reality show. Ci si ricorderà, invece, delle urla del penultimo in classifica Aiello, che ha ispirato più meme di Bernie Sanders, e della bruttissima canzone di Gaia, diciannovesima, che però (ci scommettiamo) passerà in radio da qui alla fine dell’estate (sapete com’è, lei, proprio come i Maneskin e la coppia Fedez-Michielin, è della scuderia Sony, che qualche parola la può spendere in fatto di rotazioni).
E non ci siamo dimenticati di Madame, che ha conquistato l’ottavo posto nella classifica generale, ma ha vinto il premio per il miglior testo, lei che ha solo diciotto anni, che le canzoni se le scrive da sola e che ha qualcosa da dire. Quando le restituiranno anche le ultime sillabe delle frasi sarà una cantante completa.
Enrico Riccio
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