Sospeso tra realtà autobiografica e finzione letteraria, Memorie del sottoscala costituisce un mirabile pastiche narrativo, dove si alternano attraverso le gesta del protagonista Vincenzo – vero e proprio alter ego di Vittorio Gassman – romanzo, memoir, monologo, piccole scene drammaturgiche, dando vita a un testo grondante di umori e passioni.
Come sottolineato dalle preziose pagine introduttive di Vittorino Andreoli, emerge, tra brani di cupa riflessione ma anche di irresistibile ironia, «l’inconscio teatrale» di Vittorio Gassman in una rappresentazione dell’«avventura umana, raccontata in teatro da un grande attore, da un uomo che crea e distrugge, che soffre e cerca il piacere».
Vittorio Gassman: biografia
Nato nel 1922, dopo aver frequentato per un biennio l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica di Roma, esordisce nel 1943 sulle scene a fianco di Alda Borelli.
Divenuto ben presto uno dei massimi attori teatrali (si ricordano le sue interpretazioni in Amleto e Otello di Shakespeare, nell’Adelchi di Manzoni e nell’Oreste di Alfieri diretto da Visconti), sbarca a Hollywood negli anni Cinquanta, ma è in Italia dove trova il grande successo al cinema, rivelandosi uno degli esponenti principali della commedia all’italiana (tra gli altri si ricorda, sotto la regia di Dino Risi, Il sorpasso e Profumo di donna; con Mario Monicelli, I soliti ignoti, La grande guerra e L’armata Brancaleone).
Acclamato interprete per la tv sia dell’arte recitativa colta che dell’intrattenimento di massa, nel 1996 riceve a Venezia il Leone d’oro alla carriera.
Si spegne a Roma nel 2000.
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Covid-19 in Irpinia: nuovi 129 tamponi naso-faringei sono risultati positivi
Dagli ultimi tamponi naso-faringei effettuati in Irpinia, 1.130, sono risultati positivi al Covid-19 nuovi 129 casi.
I risultati pervenuti dall’ASL di Avellino sono i seguenti:
- 3 residenti nel comune di Ariano Irpino
- 11 residenti nel comune di Atripalda
- 6 residenti nel comune di Avella
- 24 residenti nel comune di Avellino
- 1 residente nel comune di Bagnoli Irpino
- 1 residente nel comune di Cesinali
- 2 residenti nel comune di Contrada
- 1 residente nel comune di Fontanarosa
- 6 residenti nel comune di Forino
- 2 residenti nel comune di Lioni
- 2 residenti nel comune si Mirabella Eclano
- 12 residenti nel comune di Monteforte Irpino
- 2 residenti nel comune di Montefredane
- 1 residente nel comune di Montemarano
- 19 residenti nel comune di Montoro
- 1 residente nel comune di Mugnano del Cardinale
- 3 residenti nel comune di Ospedaletto d’Alpinolo
- 1 residente nel comune di Pratola Serra
- 1 residente nel comune di Rotondi
- 3 residenti nel comune di San Potito Ultra
- 3 residenti nel comune di Sant’Angelo dei Lombardi
- 5 residenti nel comune di Savignano Irpino
- 2 residenti nel comune di Serino
- 2 residenti nel comune di Sirignano
- 10 residenti nel comune di Solofra
- 1 residente nel comune di Sperone
- 3 residenti nel comune di Sturno
- 1 residente nel comune di Venticano1 residente nel comune di Villamaina
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Gli étoiles Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalvez al Premio Internazionale della Danza “Carlo Gesualdo”
Compagni sul palcoscenico, compagni nella vita. Una carriera parallela che li ha portati, come coppia da sogno, sui più importanti palcoscenici del mondo.
Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalvez saranno tra gli ospiti più attesi del Premio Internazionale della Danza “Carlo Gesualdo”, imponente progetto artistico fortemente voluto dalla direttrice della scuola di danza “Esmeralda” di Avellino, Guendalina Manzi, con la direzione artistica del maestro Fabrizio Esposito.
La loro presenza è attesa per la serata di Gala del Premio Internazionale della Danza “Carlo Gesualdo”che si terrà domenica 24 aprile, quando potremo vederli esibirsi in tutto lo splendore che le loro performance esprimono.
Ci spiega l’étoile napoletano Vittorio Galloro:
Non vedo l’ora di tornare ad Avellino. Ho un bellissimo ricordo del Teatro “Carlo Gesualdo”, una vera e propria perla per il potenziale che ha e per perfezione della sua struttura tecnica. Ringrazio di cuore l’organizzazione e Fabrizio Esposito per averci coinvolti in questo importante progetto.
Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalvez: intervista
Una carriera eccezionale la sua, una vita dedicata alla danza che l’ha reso uno dei nomi italiani più apprezzati di questa arte nel mondo.
Ho iniziato a danzare che ero solo un bambino, seguendo le orme di mia sorella maggiore. Poi ho fatto un’audizione al San Carlo di Napoli, sono stato preso e ci sono rimasto per sei anni. Io stesso a un certo punto ho deciso di lasciare perché il mio desiderio era quello di studiare danza a Cuba, in ho sempre amato tanto l’approccio maschile alla danza del ballerino cubano. Ho frequentato una scuola prestigiosa che mi ha formato molto e sono divenuto poi gradualmente un ballerino che ha girato i più prestigiosi palcoscenici del mondo.
Quali differenze ha riscontrato nell’approccio alla danza tra l’Italia e i Paesi esteri?
Porto Napoli sempre nel mio cuore, anche se ora sono di sede in Emilia-Romagna e per lavoro viaggio tantissimo. In Italia ho trovato da ragazzino poche porte aperte, e solo quando ho consolidato una carriera internazionale non ho più avuto problemi. Devo ammettere che all’estero le possibilità che può avere un ballerino sono diverse, e decisamente maggiori, per una propensione alle arti più diffusa e incentivata.
Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalvez: un binomio di magia sul palcoscenico iniziato 11 anni fa. Come si trova una danzatrice cubana in Italia?
Mi sono sempre trovata bene in Italia, confessa l’étoile Arianne Lafita Gonzalvez, in particolare Napoli è molto simile a Cuba come cultura e ogni volta che mi ci reco mi trovo come a casa. In linea generale, però, c’è sempre in me il pensiero che si possa fare di più per la danza, perché il potenziale è molto alto e molti talenti sono destinati ad andare fuori.
Dopo la necessaria pausa legata all’emergenza sanitaria del Covid, sono tornati ormai a pieno regime gli eventi in presenza. È stato sicuramente difficile per voi del balletto stare fermi. E quali emozioni prova ora?
L’invito da parte del maestro Esposito mi ha fatto un immenso piacere e mi ha regalato tanta gioia. È un evento importante e far parte di questo progetto per me è un onore. Quello della pandemia ha rappresentato un periodo molto particolare per il mondo intero, e anche per noi ballerini è stata dura dover continuare ad allenarci senza poter fare nulla di più. Stando praticamente fermi. Ora c’è una voglia straripante di emozionarci e di emozionare.
Cos’è per lei la danza?
Per me la danza è il mio tutto. Sembra una frase banale, ma non potrei definire altrimenti quella che per me non è solo una passione, non è solo un lavoro, ma l’essenza stessa della mia vita. Ho iniziato da piccolina, ma già ero consapevole che quello sarebbe stato il mio destino.
I ballerini Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalvez parteciperanno alla serata di Gala del Premio Internazionale della Danza “Carlo Gesualdo” esibendosi in due passi a due: “Satanella” e un tango su musiche di Piazzola. Protagonisti di un evento pieno di bellezza, di arte, di incanto.
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Il MEC-Mercatino Enogastronomico a Certosa sulla Strada delle Abbazie
Pasqua golosa, sapori genuini in scena: il MEC- Mercatino Enogastronomico della Certosa on the road per questa Pasqua 2022, in casa e in trasferta.
Nei giorni di Pasqua e Pasquetta, 17 e 18 Aprile, decine di produttori ed espositori animeranno l’area verde su cui si affaccia la Certosa (via del Monumento, Certosa di Pavia) offrendo a golosi e turisti una carrellata di prodotti – tutti a filiera corta – come riso del Pavese, salame di Varzi, formaggi e salumi dell’Oltrepò e dolci come le offelle di Parona, praline e pasticceria secca, grappe e birra artigianale. Ed ancora miele, vini, salumi di suino e d’oca, pasta fresca, confetture, distillati, olio. Gli organizzatori hanno previsto una ulteriore data domenica 25 Aprile: stesso format ed eccellenze a prova di goloso per foodies ed enoturisti.
Il MEC-Mercatino Enogastronomico della Certosa, non tutti lo sanno ma in certe occasioni si trasforma e si caratterizza per la sua ubiquità: infatti, il lunedì di Pasquetta le sue eccellenze wine & food saranno presenti anche a Morimondo, alle porte di Milano, destinazione Corte dei Cistercensi.
A chi fosse alla ricerca di un’idea su come trascorrere Pasqua e Lunedì dell’Angelo, il MEC dà quindi la possibilità di una gita golosa a Certosa di Pavia ed in quel di Morimondo. Due località che si caratterizzano per bellezza e storia: il MEC offre, infatti, l’occasione per coniugare gusto e cultura con una gita fuori porta: enogastronauti e turisti a breve raggio potranno scoprire realtà dove arte e cultura si fondono e dove lasciarsi andare alla meraviglia di trovarsi in luoghi bellissimi, carichi di storia e spiritualità.
L’Abbazia di Morimondo è visitabile dalle 15 alle 18. Per la Certosa di Pavia gli orari di visita sono dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17.30 (ingresso gratuito, info allo 0382 925613). Meteo permettendo, entrambe le location sono facilmente raggiungibili anche in bicicletta, oltre che in auto e con il treno.
Morimondo: la storia
La storia di Morimondo ruota intorno alla vicende della sua abbazia e dei monaci dell’ordine dei Cistercensi che la fondarono: giunti nel 1134, dodici monaci del monastero di Morimond in Borgogna diedero inizio alla costruzione del monastero, concluso solo nel 1297.
La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l’austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l’opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio.
L’esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi romanico-lombardi; la facciata presenta un taglio a capanna, il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui fianchi. L’interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all’intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522.
Certosa di Pavia: la storia
La Certosa di Pavia è stata dichiarata monumento nazionale italiano nel 1866 diventando così proprietà del Regno d’Italia. Eretta a partire dal 1396 per volere di Gian Galeazzo Visconti come sacello funebre della famiglia, il monastero fu ultimato nel 1452 e la chiesa nel 1473. La facciata venne realizzata successivamente dai fratelli Mantegazza e da Giovanni Antonio Amadeo (la parte inferiore) e da Lombardo nel XVI secolo (la parte superiore).
La facciata, marmorea, è stata disegnata tassello dopo tassello da scultori e architetti, con angeli, monarchi e statue di santi. Un autentico tripudio di affreschi, ori, lapislazzuli e lacche e un’arte unica: bassorilievi e dipinti famosi come il “Padre eterno benedicente” del Perugino si vanno a sommare alle figure dipinte dagli antichi Certosini, che si affacciano dall’alto da finestre trompe l’oeil.
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