Salvatore Vecchia, sindaco di Cassano e vicesegretario provinciale della Lega, è lanciatissimo verso la riconferma nel proprio comune dopo aver cinque anni fa sbaragliato tutti gli avversari.
Primo sindaco in Irpinia ad aver aderito alla Lega, rivendica la sua scelta coraggiosa e il lungo lavoro che sta portando il partito di Salvini, anche qui in Irpinia, a un capillare radicamento territoriale.
Non mancano, infine, stoccate al suo bersaglio preferito, Ciriaco De Mita, che a 91 anni si ricandida a Nusco per portare a termine il progetto pilota per l’Alta Irpina.
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Vincenzo De Luca e l’ordinanza n.13
L’inizio del mese si apre con una nuova ordinanza di Vincenzo De Luca in merito a ulteriori misure per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il documento fa particolare riferimento a disposizioni di prevenzione sanitaria in materia di servizi di cura e igiene degli animali da compagnia.
Ordinanza n.13 in breve
Il documento dichiara quanto segue:
con decorrenza immediata, l’attività dei servizi di cura e igiene degli animali da compagnia equivalenti al se codice Ateco 96.09.04 può proseguire a patto che rispettino i protocolli già in uso. i servizi erogati potranno essere erogati esclusivamente previo appuntamento e autodichiarazione, da parte del proprietario.
L’animale non convive con persone poste in quarantena o affette da Covid-19. I clienti non possono entrare all’interno dei locali ma bisognerà consegnare l’animale e ritirarlo in modo da evitare la permanenza davanti le attività.
Questa ordinanza è nata dalla necessità di prevenire dei rischi sanitari, anche potenziali, connessi all’interazione degli operatori dei servizi menzionati per tutelare la salute pubblica.
Vista la situazione che stiamo vivendo viene da pensare che effettivamente avevamo proprio bisogno di questa ordinanza e della gentile concessione offerta agli animali da compagnia.
Restiamo in attesa di nuove disposizioni post feste pasquali.
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Marcantonio Spera sul Polo Logistico: “I foderi combattono e le sciabole restano appese!”
Marcantonio Spera mostra grande preoccupazione e rammarico per la la situazione che riguarda il Polo Logistico di Valle Ufita, questione rilevante negli ultimi mesi ma che, allo stato attuale, sembra sopita.
Che cosa sta accadendo in Valle Ufita?
Come mai c’è uno stato di tregua tra i Sindaci irpini che invece di mantenere alta l’attenzione perché si rischia di perdere tutto assistono passivamente con uno stato d’animo comatoso, che sembra presagire già la sconfitta e il tracollo?
Dov’è finito l’ardore manifestato con calorose parole nell’assemblea pubblica Se forse un treno?
Non si può attendere inermi ad una fine che non è stata ancora preannunciata. Non si può assistere passivamente e silenziosamente ad un passato che si ripete per la nostra terra, considerata solo quando c’è da prendere e non da darle.
Non si può assistere all’ennesimo scippo con rassegnazione e senza provare a fare nulla di concreto.
Si erano promesse barricate!
Dopo lo scempio cui stiamo assistendo per la IIA, che non è altro che un quadro triste in cui versa l’Irpinia, non si può stare a guardare il cadavere che passerà sul fiume mentre i foderi combattono e le sciabole restano appese.
Il Sindaco di Grottaminarda ribadisce la sua volontà e l’intento di fare squadra in un momento critico e drammatico che sta vivendo l’Irpinia perché solo la politica dei fatti può risollevare le sorti in cui versa il territorio:
C’è bisogno di ricostruire un tavolo di lavoro. I ministri Matteo Salvini (Mit), Raffaele Fitto (Pnrr), il deputato Gianfranco Rotondi e la premier Giorgia Meloni dovrebbero darci la giusta voce incontrando i Sindaci della Valle dell’Ufita. C’è bisogno di mantenere alta l’attenzione perché il tempo è tiranno e così rischiamo di perdere tutto.
Mi rifiuto di abbracciare il pensiero di chi, da tempo, ha preannunciato il tracollo perché sono fermamente convinto che possiamo ancora fare qualcosa con l’impegno, la costanza e senza avere un atteggiamento negativo prima del tempo.
C’è bisogno, mai come in questo momento di essere uniti, compatti e solidali se davvero si ha a cuore l’Irpinia. Le parole e gli intenti se non concretizzati diventano inconsistenti.
Non possiamo ripetere gli errori del passato, perpetrando e seguendo gli stessi atteggiamenti negativi e di resa prematura perché prima di arrendersi bisogna aver cercato di fare realmente qualcosa.
Ricordo ai cittadini delle nostre comunità che stiamo aspettando che le ultime promesse fatte non vengano disattese, per poter sperare che Stazione Hirpinia e Master Plan dell’Area Vasta possano realizzarsi insieme, segnando un’onda di progresso inarrestabile per poter far rinascere le aree interne.
Noi sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Ufita ci siamo riuniti con l’intento di monitorare gli eventi nel breve periodo, sperando di non dover rimpiangere questa tregua che si sta consumando in tempi troppo lunghi, a mio avviso.
Avrei continuato a manifestare, a far sentire viva la nostra voce perché è del futuro della IIA in Valle Ufita e di tutti i lavoratori coinvolti che dobbiamo sostenere con azioni mirate e continue.
Bisogna prendere piena consapevolezza della situazione che stiamo vivendo e reagire attivamente con la mobilitazione e azioni tempestive. Non c’è più tempo di osservare passivamente.
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Il nostro male viene da lontano?
L’Italia è in crisi ma è davvero soltanto colpa dell’Europa o il nostro male viene da più vicino, da noi?
L’Unione Europea è diventata sicuramente una macchina che impone le regole di un liberalismo selvaggio o di un capitalismo globalizzato (come lo ha definito il filosofo francese Alain Badiou) ma non è la causa principale del nostro male.
Il ruolo dello stato oggi è ovunque lo stesso: proteggere le disuguaglianze, proteggere il mostro. Sia che si tratti del governo socialista della Francia, del governo conservatore della Germania, del Partito Comunista della Cina, del dominio di Putin in Russia, dello stato coloniale di Israele o dello stato islamico in Siria – e lo stesso vale ovviamente anche per il presidente degli Stati Uniti – tutti seguono solo una massima: conquistarsi un posto, grande o piccolo fra le fila del mostro; diventare, se già non lo sono, uno degli autorevoli protagonisti nella razzia del commercio internazionale.
Viviamo in un’epoca dove tutto diventa il contrario di tutto e dove i concetti espressi non vengono approfonditi fino in fondo, ciò non genera altro che confusione e smarrimento. Da cosa deriva ciò? Sicuramente da una classe intellettuale che, ai giorni nostri, non esiste più o si tiene in disparte.
Si prendono in prestito pensieri, trasformandoli a proprio piacimento e secondo il proprio fine retorico, per creare consensi.
Un politico oggi per essere ascoltato deve avere una retorica popolare accattivante perché perdersi in discorsi troppo pieni di significato, risulta troppo per le orecchie della maggior parte degli ascoltatori, abituati a tempi di spot, dove le immagini vanno per la maggiore e le parole si dimenticano con troppa facilità.
Non esiste più una politica che ha come scopo l’emancipazione dell’umanità perché dobbiamo vivere tutti senza idee o con idee a metà che devono essere completate in base al momento e a ciò che è più congeniale all’oratore di turno.
Viviamo sullo sfondo illusorio di un nazionalismo rivendicato dalle leadership che vanno per la maggiore in Europa e in Italia, quando perdiamo di vista che la chiave del successo politico risiede nella forza della ribellione che oggi è stata sostituita da un’apatia e un disinteresse che ci riguarda tutti indistintamente.
Non è nel contagio di un sentimento negativo di resistenza che troveremo la soluzione per uscire da questo pantano politico.
Non è usando impropriamente le parole che daremo nuovo lustro all’Italia.
4 comments on Salvatore Vecchia,
il sindaco leghista che sfida De Mita
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