Nella sala blu dell’ex Carcere Borbonico, appaiono le divisioni dem: da una parte Gianluca Festa, dall’altra i franceschiniani di Enzo De Luca e Michele Vignola.
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La fine di Craxi e una rivoluzione finita male
22 anni fa muore ad Hammamet (Tunisia) Bettino Craxi, statista lungimirante del nostro secolo.
Nato il 24 febbraio 1934 a Milano è stato Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987 e Segretario del Partito Socialista Italiano dal 15 luglio 1976 all’11 febbraio 1993. Senza ombra di dubbio, è stato uno degli uomini politici più rilevanti della Repubblica italiana e tra i politici italiani più influenti degli anni ’80, ed inoltre il primo socialista ad aver rivestito l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Luci e ombre si accavallano nel percorso politico di Craxi.
Propose la Grande riforma delle istituzioni ma non decollò mai. Tangentopoli decretò la fine della prima Repubblica, lo sterminio politico dei socialisti e di Craxi. Pagò due scelte. La prima: non capì l’arrivo dell’onda giustizialista e praticamente la fronteggiò da solo. La seconda: commise l’errore di gestire anche personalmente i finanziamenti irregolari, non delegando tutto al segretario amministrativo. il segretario socialista considerava l’autonomia finanziaria del partito come la premessa della sua autonomia politica, in grado d’impedire ogni subalternità.
Però Craxi, per sé non intascò “mai” soldi.Lo riconobbe anche Gerardo D’Ambrosio. Uno dei magistrati di Mani Pulite, osservò: «La molla di Craxi non era l’arricchimento personale, ma la politica».
Fu condannato per corruzione e finanziamento illecito al partito. Morì a quasi 67 anni in Tunisia. Il 19 gennaio del 2000 non superò un delicato intervento chirurgico.
C’è un prima e dopo la morte di dello statista.
Qualcuno immaginava un’Italia diversa, magari migliore.
Ma La gogna in piazza, il popolo che dispensa sentenze con le monetine, i movimenti che entrano in Parlamento , come la Lega sono tratti di un’Italia in preda alla demagogia e alla confusione : non solo per Mani pulite, sono anche gli anni della morte di Falcone e Borsellino.
L’Italia di oggi, che da allora ha eliminato partiti, istituzioni, simboli, reputazioni, rispetto dei ruoli, soprattutto ha smembrato quel poco di tessuto civico che la nostra giovane democrazia aveva faticosamente ordito.
Ciò che è arrivato dopo, tutt’altro che politica: «La tecnocrazia. L’illusione della società civile. Il neopopulismo.”
Le piazze sono diventate virtuali, il debito pubblico è duplicato, il ceto medio sconfina nel proletariato, la crescita economica è un’illusione, le aziende più importanti hanno delocalizzato o sono state cedute, la classe politica è drasticamente peggiorata, riprendendo una riflessione di Facci:l’Italia è l’unico Paese a non avere più «un partito liberale, socialista, verde o democratico-cristiano». Tutto questo già prima della pandemia… Se per alcuni la fine di Craxi e delle grandi correnti ha sancito l’inizio di una rivoluzione, beh, è stata una rivoluzione finita male.
Questo il pensiero di MAPS
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Scegli il volto pulito della città,
l’appello di Massimo PassaroI Cittadini in Movimento, in vista delle prossime amministrative, intervengono sul caso Acs, sul teatro, sulla questione dei biglietti mancanti dell’Air e su tutti quegli aspetti che in un certo senso hanno un legame con il dissesto finanziario del Comune di Avellino.
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Ariano Irpino esclusa dai fondi: dopo Carlo Sibilia parla Enrico Franza
Ariano Irpino esclusa dai fondi stanziati per il rilancio dei Comuni delle zone rosse, questa notizia ha destato stupore e malcontento in molti, il primo ad esporsi, infatti, è stato Carlo Sibilia in disaccordo con la scelta presa.
Anche Enrico Franza ha preso la parola, rivolgendosi ai consiglieri regionali e alla deputazione campana affinché diventino portavoce per la difesa territoriale.
L’ex Sindaco di Ariano Irpino ha ritenuto l’esclusione dai fondi un’azione lesiva e discriminatoria nei confronti della popolazione campana, affermando quanto segue:
Ciò è inammissibile e comporta una ingiusta discriminazione per comunità che hanno patito sofferenze molto superiori alla media e che ancora affrontano diffidenze diffuse che ostacolano ulteriormente la ripresa sociale ed economica.
Al di là delle legittime appartenenze politiche di ognuno si faccia fronte comune con un’azione politica unitaria, tesa ad ottenere il giusto riconoscimento al ristoro del danno economico subìto dai Comuni sottoposti a divieti di allontanamento da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell’area applicati con provvedimenti del Presidente della Regione, Comuni che, per ragioni ancora non del tutto chiarite, non risultano più destinatarie del Fondo.
Chiedo dunque che tale disposizione sia emendata opportunamente, ripristinando il testo il pubblicato.
Queste le parole di Enrico Franza che, durante i mesi scorsi, ha espresso pareri, opinabili, su molteplici problematiche riguardanti la popolazione di Ariano Irpino.
Un invito spassionato che sentiamo di fare a tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno intenzione di fare politica attiva o hanno intenzione di rimettersi in gioco è quello, sì, di affrontare e parlare di situazioni che potrebbero essere critiche ma di porre anche soluzioni positive ai quesiti sollevati, cercando di trovare soluzioni alle problematiche.
La popolazione di Ariano Irpino si è trovata a vivere una situazione particolare, come del resto l’intero Paese, ma ora come ora c’è bisogno di lanciare non solo critiche ma anche pensieri e azioni positivi, partendo, magari, dal fare inteso come aggregazione e partendo da noi e dalle nostre risorse.
Come ha affermato Immanuel Kant, nella Critica della ragion pura:
Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo.
3 comments on Pd, Zingaretti trova una «Piazza» divisa
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