Un liquore ideato e creato da Alma De Lux per ricordare San Gennaro, un’icona e un eroe che protegge Napoli e i napoletani.
Luisa Matarese, cuore pulsante di Alma De Lux, un laboratorio artigianale che produce liquori con un mix unico composto da passione, stile, sapori e ricercatezza.
La bottiglia del liquore di San Gennaro è composto dal busto e dal copricapo del santo, lo stesso busto, che nel 1631 fermò miracolosamente la lava che stava per distruggere la città. Il tappo simboleggia l’ampolla che contiene il sangue del patrono di Napoli, uno scrigno che viene osservato da tutti i fedeli al Duomo di Napoli, ogni 19 settembre, in attesa che il sangue si sciolga.
Il liquore dedicato al santo si divide in tre diversi aromi e prodotti differenti, ciascuno composto da spezie che sono pregne di simbologia.
Il liquore nero è composto da liquirizia purissima che rappresenta la lava.
Il liquore rosso rappresenta il sangue ed è composto da un concentrato di cannella.
Il liquore giallo è un mix di camomilla e lime, omaggio al celebre pseudonimo del santo chiamato anche Faccia Gialla che richiama il colore bronzeo del volto della statua portata in processione.
I liquori di Alma De Lux nascono dalla voglia di creare un prodotto che sia in grado di conciliare l’autenticità dei sapori di una terra incontaminata racchiusi all’interno di bottiglie originali.
I liquori prodotti da questo brand partenopeo, dietro cui vi è l’estro e la passione di Luisa Matarese, sono quaranta. Ciascun prodotto viene realizzato con materie prime di qualità.
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Parco del Partenio: droni per difendere il territorio e forza lavoro a costo zero?
Difesa e valorizzazione del territorio sono le parole d’ordine del Parco del Partenio, presieduto da Franco Iovino, che punta sulle nuove tecnologie e sull’innovazione insieme all’aiuto di preziose collaborazioni esterne. Quest’ultimo un punto importante che andrebbe approfondito.
Le dichiarazioni fatte da Franco Iovino sono le seguenti:
Siamo aperti a chiunque voglia bene all’Irpinia e a questa fetta territorio. Va proprio in questa direzione la partnership intrapresa con Analist Group, software house irpina.
Si è chiuso con un successo di numeri e attenzione il corso formativo “Modalità d’uso di tecnologie innovative per l’acquisizione dei dati del territorio” nato proprio dalla collaborazione tra Parco del Partenio e Analist Group.
Venti partecipanti al corso, per una sala colma di professionisti, di rappresentanti delle istituzioni che si occupano del controllo del territorio e anche di semplici amanti delle nuove tecnologie.
Il corso, svoltosi a Summonte, presso la sede dell’Ente, è stato tenuto dall’ingegner Antonio Iannuzzi, Ceo di Analist Group, che ha illustrato le dinamiche di funzionamento del drone nella lezione teorica per poi tenere una sessione pratica di volo.
Prosegue il rappresentante dell’Ente Parco del Partenio, rivolgendosi ai corsisti:
La nostra non è solo l’istituzione che reprime e pone vincoli. Abbiamo sposato una nuova filosofia, vogliamo sorvegliare e proteggere il parco, ma anche creare nuove opportunità di crescita, di sviluppo e di lavoro.
L’ente Parco ha ancora pochi strumenti per fare quello che andrebbe fatto. Per questo motivo, c’è bisogno della collaborazione di tutti. Spero che possiate continuare, anche dopo il corso di formazione, a darci una mano. Dobbiamo fare di tutto per questo territorio che si trova proprio a ridosso del capoluogo.
Questa non è una cosa da poco. Perciò va difeso e protetto con ogni mezzo, per questo motivo c’è bisogno della collaborazione di tutti.
Le domande, il rammarico e la rabbia nascono spontanee, leggendo queste parole. Ora vi spieghiamo il perché.
Il Parco del Partenio appartiene agli enti strumentali controllati di diritto pubblico, che ricevono ed hanno ricevuto fondi dalla Regione Campania, per poter erogare corsi formazione, pagare personale, mantenersi durante il corso degli anni, per organizzare eventi e non continuiamo perché la lista è lunga e può diventare davvero imbarazzante.
Ciò che stiamo affermando è presente nella nota integrativa al disegno legge del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019-2021, in cui viene chiaramente delucidato l’importo erogato dalla Regione Campania per i diversi comparti. Una lettura lunga ma sicuramente esaustiva.
In breve essendo stati stanziati fondi sia per la formazione che per creare lavoro, post formazione perché ci si deve appellare al prezioso aiuto di collaborazioni esterne per poter sorvegliare il territorio a costo zero? I corsi di formazione erogati dal Parco del Partenio sono stati erogati a terzi gratuitamente perché così andava fatto ma sicuramente coloro che hanno messo a disposizione le proprie conoscenze e il materiale sono stati retribuiti, com’è giusto che sia.
Perché, post corso di formazione, i partecipanti dovrebbero mettere a disposizione il loro tempo gratuitamente per fare qualcosa che all’interno del bilancio regionale dovrebbe essere retribuito?
Perché ci lamentiamo che il territorio non viene valorizzato nel modo giusto se non viene data dignità al tempo messo a disposizione, remunerandolo?
La forza lavoro e il tempo speso hanno un valore che si trasforma in retribuzione che equivale a gratificazione. Iniziando a pensare in questo modo, dando il giusto valore alle persone, qualcosa potrebbe iniziare a cambiare.
Il problema grave è che chi parla di riqualificazione del territorio, tutela e spopolamento non fa nulla per evitare queste piaghe sociali, su cui si sta giocando anche troppo, a nostro avviso. In questa situazione post pandemica in cui il divario sociale ed economico è palese ogni giorno sempre di più, sotto gli occhi di tutti, questa eterna circolarità sempre uguale a se stessa e poco inclusiva stanno realmente stancando.
Se le cose non cambiano è perché non si fa nulla per cambiarle perché non lo si vuole, per gli interessi più disparati.
Lo sdegno nasce dalla consapevolezza che ci sono i mezzi, i fondi e le risorse per poter cambiare le sorti mentre si dice tutt’altro, probabilmente, per una ripartizione errata delle risorse messe a disposizione. Il cane che si morde la coda perché è consapevole e gli fa comodo così.
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Napoli: Ermione di Rossini in scena al San Carlo
Ermione è una delle opere più difficili di Gioachino Rossini, il cui intento era quello di portare in scena una proposta teatrale drammatica e caratterizzata da un forte realismo. Dopo ben 31 di assenza, era il il 1988, Ermione ritorna in scena al teatro San Carlo di Napoli.
Il 27 maggio del 1819, sempre al San Carlo di Napoli, ci fu il debutto dell’opera di Rossini, che fu un fiasco per l’eccessiva tragicità dell’opera, cui il pubblico non era abituato. Da quel momento Ermione non venne più ripresa in nessun teatro fino al 1977 quando, sotto forma di concerto, la tragedia venne ripresentata dinnanzi al pubblico nella Chiesa dell’Annunziata a Siena.
Dal 7 al 10 novembre Ermione ritorna a Napoli con la regia di Jacopo Spirei e viene ripresentata in occasione dei 200 anni dalla sua prima assoluta.
Come afferma lo stesso Jacopo Spirei:
Ermione è un’opera di scelte: amore, dovere, potere e follia. A che cosa si è disposti a rinunciare pur di ottenere quello che si vuole? Si può sacrificare il bene di una nazione per un interesse privato? E per amore? In quest’opera tutti sacrificano tutto e sono disposti a pagare un prezzo altissimo per le proprie scelte.
Rossini, attraverso Ermione, cerca di mettere in rilievo e interpretare le debolezze dell’uomo, quelle stesse che esasperandolo lo conducono a fare scelte estreme. Protagonista, contrariamente ai classici stereotipi della tragedia classica greca, non è un vincitore ma un perdente sconfitto.
Ermione: l’opera teatrale
Troia è stata sconfitta da Pirro, principe degli Achei, che decide di portare con sé alcuni prigionieri troiani tra cui Andromaca, vedova di Ettore, di cui lui è follemente innamorato. Pirro vuole che Andromaca diventi sua moglie anche se, questi, ha promesso di sposare Ermione, figlia di Menelao, che venuta a conoscenza delle intenzioni del suo promesso sposo viene colta da sdegno e implacabile gelosia.
La tragedia è divisa in due atti.
Il primo atto si apre con un coro di prigionieri troiani che lamentano la sconfitta e la distruzione della loro città. Nel coro c’è Andromaca disperata e inconsolabile per la morte del marito Ettore, di cui rivede continuamente il volto. A tormentarla c’è Attalo, confidente di Piro, che continua ad insinuarle le intenzioni amorose del principe che, in cambio del suo amore, le promettere di salvare la vita a suo figlio Astianatte, accettandolo come figlio, qualora dicesse di sì alle nozze. Se Andromaca dovesse accettare le nozze come la prenderebbero gli Achei nel sapere che il successore al trono diventerebbe il figlio di Ettore, acerrimo nemico dei Greci? La possibilità di una nuova guerra, sarebbe un’ipotesi da tenere in considerazione.
Ermione incontra finalmente Pirro, che la umilia e proprio in quello stesso momento viene annunciato l’arrivo di Oreste, capo dei condottieri greci e innamorato di Ermione ma non corrisposto dalla donna, che vuole far ragionare il principe acheo, ricordandogli di rispettare i patti.
Pirro afferma con veemenza le sue intenzioni anche ad Oreste e annuncia il suo matrimonio con Andromaca, che però rifiuta la mano del principe. Pirro infuriato ritorna sui suoi passi, decidendo di sposare Ermione e di consegnare Astianatte ai condottieri greci.
Nel momento stesso in cui Pirro sta per consegnare il bambino, Andromaca gli supplica di darle del tempo per cambiare idea. Pirro si rallegra mentre l’ira pervade Ermione, che ha come unico sentimento quello di vendicarsi dell’affronto subìto.
Il secondo atto si apre con Attalo che comunica a Pirro che Andromaca ha deciso di sposarlo. La notizia giunge anche ad Ermione che, in preda al delirio e alla rabbia, approfittando dell’amore che Oreste nutre per lei gli chiede giustizia per il torto infertole da Pirro. Ermione vuole che Oreste uccida Pirro e che le porti, come prova dell’uccisione, il pugnale intriso del sangue della vittima.
Il giovane innamorato segue alla lettera le parole di Ermione, uccidendo il principe. Pilade, infuriato per la morte di Pirro, minaccia il linciaggio per vendicare l’omicidio. Ermione maledice Oreste mentre viene portato via in preda al delirio.
Ermione: direzione e interpreti
La tragedia che verrà presentata al Teatro San Carlo di Napoli si avvale della seguenti figure direttive:
Direttore: Alessandro De Marchi
Maestro del Coro: Gea Garatti Ansini
Regia: Jacopo Spirei
Scene: Nikolaus Webern
Costumi: Giusi Giustino
Luci: Giuseppe Di Iorio
Assistente alla Regia: João Carvalho Aboim
Per quanto concerne l’interpretazione teatrale
Ermione, Angela Meade / Arianna Vendittelli (10 novembre)
Andromaca, Teresa Iervolino
Pirro, John Irvin
Oreste, Antonino Siragusa
Pilade, Filippo Adami / Julian Henao (10 novembre)
Fenicio, Guido Loconsolo / Ugo Guagliardo (10 novembre)
Cleone, Gaia Petrone
Cefisa, Chiara Tirotta
Attalo, Cristiano OlivieriOrchestra e Coro del Teatro di San Carlo.
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Napoli Music City: un evento sul copyright musicale
L’industria discografica sceglie Napoli per un summit internazionale delle società di diritti musicali.In seguito alla recente istituzione dell’Ufficio Musica creato dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Napoli città della Musica” per rendere Napoli una Music City di standard globale, tra l’8 e il 10 Novembre si riuniscono nel capoluogo campano le principali aziende discografiche internazionali – major e indipendenti, le principali associazioni di categoria e gli organismi di gestione collettiva con delegati da tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti.Il settore – che secondo l’ultimo Global Music Report di IFPI vale oggi quasi 26 miliardi di dollari di incassi, il cui il 10% dei ricavi è rappresentato dai diritti e dalle royalties gestiti dalle società di gestione delle licenze del settore – sceglie l’Italia, il paese che rappresenta il decimo mercato a livello globale, e in particolare Napoli per il congresso annuale sulla gestione dei diritti musicali delle imprese discografiche.Continuano quindi i processi di industrializzazione musicale voluti dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che, attraverso le relazioni culturali e imprenditoriali coordinate dal delegato del Sindaco per l’industria dell’audiovisivo e musicale Avv. Ferdinando Tozzi, stanno sviluppando relazioni durature per il comparto musicale napoletano e per l’internazionalizzazione del mercato artistico.Da giugno, quando si è istituito l’Ufficio Musica del Comune di Napoli, molti i risultati raggiunti. Dalle iniziative dal vivo, come essere capofila nazionale della Festa della Musica 2022, Ecofest 2022, Piano City Napoli 2022, Welcome to Napoli, Villa Di Donato – La musica ha trovato Casa, La Notte della Tammorra, ai protocolli d’intesa con la Federazione Industria Musicale Italiana e Assomusica passando per la partecipazione ai panel di Milano Music Week 2022 e il Festival del Turismo Musicale di Cremona per presentare il modello lavorativo adottato in questi mesi, fino ad arrivare alle prossime iniziative d’internazionalizzazione come “Napoli World 2022” e gli eventi live di Capodanno 2022 dedicati alla città.
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