Chi sono i Mezzopalco? Come nasce il loro modo di fare poesia? Qual è il fine dell’uso della contaminazione all’interno dell’oralità e della parola in versi?
Abbiamo posto queste ed altre domande, nel video troverete tutte le risposte!
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Premio Gesualdo danza
Domenica sera, il palcoscenico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino è diventato un luogo magico dove l’artista ucraina Iana Salenko, in una magistrale interpretazione del “Cigno nero” in un “pas de deux” con il ballerino moldavo Dinu Tamazlacaru, ha mostrato una combinazione di tecnica ed espressività arrivando a soddisfare non solo l’eccellente aspetto artistico ma anche a trasmettere, attraverso la danza, forti emozioni nel pubblico in sala proveniente da tutta la regione Campania.
Nel corso dello spettacolo si sono alternati: l’étoile Giuseppe Picone, meraviglioso il suo assolo “Il fauno”, al quale è andato il premio Danza Gesualdo alla carriera, Arianne Lafita e Vittorio Galloro, molto bello il “Pas de deux” Libertango , Luisa Ieluzzi (premio Gesualdo al talento) e Stanislao Capissi che si sono esibiti in un coinvolgente pas de deux Cigno Bianco, la ballerina spagnola Lucia Lacarra e Matthew Golding che hanno dato vita in “Snow Storm” ad uno dei momenti più emozionati del gala, e “Spellbound contemporary ballet” , un passo a due quasi ipnotico che ha affascinato la platea del teatro Gesualdo.
Il progetto, ideato e fortemente voluto da Guendalina Manzi, direttrice della scuola tersicorea “Esmeralda” di Avellino, ha visto il maestro Fabrizio Esposito nelle vesti di direttore artistico, mentre la serata è stata presentata dalla giornalista Luisa Mariani di Piuenne TV.
Nel corso della manifestazione sono stati premiati Antonella Iannone (premio rassegne danza) e Valentina Marini presidente A.I.D.A.P. – direttore Spellbound Contemporary Ballet Roma (premio innovazione artistica) ed il Sindaco di Avellino Gianluca Festa che dal palco ha annunciato che l’amministrazione comunale, visto lo straordinario successo, patrocinerà l’evento anche il prossimo anno.
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Sara J Jones racconta in Scusa la trasposizione in musica di un ritrovato e imprescindibile amor proprio
Non basta un mazzo di rose per curare una ferita d’amore: questo è ciò che Sara J Jones, con la sensibilità, la classe e la sensualità che la contraddistinguono, racconta in “Scusa” (Orangle Records/ADA Music Italy), il suo nuovo intreccio di pop e afrobeat avvolto da intense e malinconiche sfumature reggaeton.
Sulla ricercata e riuscitissima commistione sonora che sorregge il pezzo, resa possibile dall’abilità creativa di Andrea Cattaldo e Daniele Fasoli dei Phasher Studios, l’intensità espressiva di Sara si focalizza sul mix di emozioni che ci pervadono quando siamo chiamati a guardare in faccia la realtà nell’affrontare traumi emotivi che lasciano il segno, proprio come gli oggetti e i ricordi sulle pareti di un appartamento ormai abbandonato – «Cosa resta di te? Mobili, ritratti, su pareti vuote» -.
Scritto dalla stessa cantautrice milanese ripercorrendo un’esperienza personale vissuta anni fa, “Scusa” è la trasposizione in musica di una serie di tentativi di riappacificazione e riconquista andati vani, che non cancellano né la gioia né il dolore dei trascorsi a due anime, ma rivelano, con lo scorrere del tempo, l’esigenza di mettere un punto effettivo a capitoli ormai conclusi, per voltare pagina con un ritrovato e imprescindibile amor proprio.
Dichiara l’artista:
Correva l’anno 2017 e, dopo un lungo periodo di relazione, io e lui abbiamo deciso di intraprendere due strade differenti, in quanto, per me, le cose erano totalmente cambiate. Nonostante la mia sincerità e chiarezza nei suoi confronti, è bastato un solo giorno perché lui facesse sparire tutte le sue cose da casa mia. Mi sono ritrovata sola, in una casa improvvisamente vuota.
Non è stato un bel momento, ma mi ha insegnato molto. Qualche mese più in là, questa persona ha provato anche a riconquistarmi, regalandomi un meraviglioso mazzo di rose, pensando che tutto si sarebbe aggiustato. Sapete? da quel giorno ho imparato pian piano ad amare davvero me stessa.
Questo brano è il mio modo di raccontare l’accaduto e spero che gli ascoltatori possano ritrovarsi nelle mie parole.
“Scusa” mi è servito per ricordarmi che le cose belle sicuramente rimangono e che molte volte non abbiamo il coraggio di esporle così come vorremmo. Probabilmente, la me stessa di oggi direbbe che lui non era la persona giusta e non era il momento giusto.
Un pezzo penetrante, a mezz’aria tra selfness love e personal empowerment che, nell’autenticità e nella verità delle sue liriche, dà voce e musica ad uno spaccato sui rapporti umani in cui, ciascun ascoltatore, a prescindere dall’età, dalla provenienza e dall’orientamento sessuale, può ritrovarsi, con la maturità, l’umiltà e l’egenza di chi sa chiedere “Scusa”, agli altri e a se stesso.
“Scusa” è accompagnato dal videoclip ufficiale, girato a Milano dall’immancabile e attento sguardo di Alessandra Miatello, che sarà disponibile su YouTube nel corso delle prossime settimane.
Sara J Jones: chi é?
Sara J Jones, pseudonimo di Sara Libranti, è un’artista milanese classe 1994. Cantante, autrice, content creator, influencer ed imprenditrice, muove i primi passi nel mondo della musica in tenera età, partecipando a numerosi concorsi canori.
Esploratrice per nascita, studia Musical, Tecniche Teatrali e Danza, calcando grandi palchi come quello del Teatro Nazionale di Napoli, impreziosendo così l’eclettismo della sua Arte.
Nel 2015 pubblica “The Queen of the Night”, la sua prima release che le consente di farsi conoscere ed apprezzare da pubblico e critica e di dar vita all’EP “Eterno” (2016).
Dopo una pausa dalla scena che le ha consentito di maturare personalmente e professionalmente, Sara J Jones torna nei digital store nel 2022 con “Waterproof”, un brano, scritto a quattro mani con Marco Conte e prodotto dall’abilità creativa di Andrea Cattaldo (Phaser Studios), che evidenzia la poliedricità della sua anima autorale e interpretativa, raccontando, tra ironia, leggerezza e riflessioni, l’essenzialità di concedere spazio, tempo e cuore soltanto a chi si dimostra meritevole delle nostre attenzioni, imparando il sano amor proprio e dirigendo in prima persona il flusso delle nostre esistenze.
Capelli rossi, sguardo vivace, energia esplosiva e sorriso inconfondibile, sono i tratti distintivi della sua personalità che, uniti ad una vocalità fortemente pop intrisa di sfumature soul, ad una penna sensibile e camaleontica e ad un’attitudine fresca e frizzante, delineano l’essenza del suo percorso artistico.
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Moni Ovadia torna in scena a Napoli con una Lectura Dantis – canto XXVI dell’Inferno”
Moni Ovadia, grande intellettuale contemporaneo che ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli, e della sua vastissima produzione discografica e libraria, la tradizione composita e sfaccettata.
Il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, e della figura dell’esiliato in genere, si confronta con il canto XXVI dell’inferno Dantesco in cui emerge la figura di Ulisse. Un Ulisse che nella “Divina Commedia” chiama i compagni “fratelli” e li incita ad interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere.
La lectura Dantis – lettura ad alta voce, o declamazione pubblica, delle opere di Dante Alighieri – è una grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che distinguono gli esseri umani dalle bestie.
L’evento è organizzato dalla Fullheads srls nell’ambito degli eventi culturali di gennaio 2022 promossi dal Comune di Napoli con il contributo della Città Metropolitana di Napoli – Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra”.
Venerdi 21 Gennaio 2022 alle ore 19:00 presso Sala Refettorio del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli.
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