Chi sono i Mezzopalco? Come nasce il loro modo di fare poesia? Qual è il fine dell’uso della contaminazione all’interno dell’oralità e della parola in versi?

La poesia performativa dei Mezzopalco
Abbiamo posto queste ed altre domande, nel video troverete tutte le risposte!
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In Irpinia prima dell’Unità di Edmondo Pugliese: l’intervista
In Irpinia prima dell’Unità (2019) è l’ultimo libro scritto da Edmondo Pugliese pubblicato da Delta 3. L’opera raccoglie una serie di documentazioni che rendono più chiara la situazione in Irpinia pre Unità nazionale e post.
Edmondo Pugliese evidenzia come i Borboni si siano affidati alle conoscenze tecniche, economiche e culturali del ceto intellettuale irpino come Giovanni Gussone e Pionate, per citare qualche esempio. Il contributo di questi intellettuali ha creato una cultura del territorio, che molti di noi ignorano, legata al settore agricolo e agroalimentare. Purtroppo tutto ciò si è dissolto, andando nel dimenticatoio, con l’Unità quando il governo dei Piemontesi ha distrutto l’industrializzazione del Sud e il declino dell’agricoltura.
In Irpinia prima dell’Unità di Edmondo Pugliese
C’è stato un tempo (quello prima dell’Unità) in cui l’Irpinia aveva una ricca economia agricola-forestale composta dalla coltivazione dei cerali, della vite, dell’olivo e dall’allevamento degli animali senza dimenticare le rigogliose fioriture di piante officinali usate per uso terapeutico.
Il nostro suolo ove Cerere, e Pamona fanno sfoggio maestoso de’ loro doni, ed ove l’ebrezza di Bacco fa obliare le sventure della vita, a mali fisici che aggravano l’umana specie e come nella variante virtù delle sue encomiate acque offre ristoro e baluardo! Soprattutto il suolo beato che circonda l’incantevole soggiorno delle sirene, dove estinti vulcani scuoprono la tremenda forza della natura, ove lo sguardo dello spettatore si confonde tra tanti oggetti di sorpresa, di terrore e di meraviglia. I prodotti di Villamaina sono buoni cereali, ottimi formaggi, se però si fanno in febbraio e marzo; né gli olii vi sono dispregevoli, ed i vini ancora. Vi allignano molte piante officinali, talune tintorie e le varie crociere con le tigliose.
da L’Elogio Istorico dell’Arciprete Costanzo Macchia
In Irpinia prima dell’Unità, a prescindere dal pensiero che ciascuno può avere intorno a questo periodo storico, è un modo per conoscere nel dettaglio il nostro territorio e iniziare a guardarlo con altri occhi. Il lettore scopre nomi di intellettuali dell’epoca che sono stati apprezzati per il loro intelletto oltre i confini della propria terra. Un esempio è Giovanni Gussone.
Giovanni Gussone
Chi è Giovanni Gussone?
Giovanni Gussone è nato a Villamaina nel 1787, ha studiato medicina a Napoli e si laurea nel 1811. Già da studente mostra uno spiccato interesse per la Botanica che iniziò ad approfondire dopo gli studi anzichè dedicarsi alla professione di medico.
Trascorse la maggior parte della sua vita tra Napoli e in giro per l’Europa alla ricerca di nuove piante e nuove erbe da descrivere e catalogare.
Divenne assistente di Michele Tenore, direttore dell’Orto Botanico di Napoli, diventando una figura indispensabile nell’organizzazione della struttura. Grazie a Giovanni Gussone l’Irpinia ha raggiunto elevati standard culturali per quanto riguarda la botanica applicata al settore agrario.
Il botanico irpino, divenuto un affermato botanico, nel 1817 viene chiamato dal duca di Calabria, che gli affida l’incarico di costituire un Orto botanico a Boccadifalco. Tutta la sua attività scientica è racchiusa in numerose opere, scritte da lui. L’opera più importante di Giovanni Gussone è la Synopsis dove sono descritte tutte le sue esperienze dei viaggi condotti in giro per l’Europa.
Altro scritto rilevante è il Cenno sul coltivamento del riso secco cinese.
Dopo il 1861 il botanico irpino ebbe contatti con personalità rilevanti del nuovo Regno d’Italia e fu nominato da Vittorio Emanuele II professore emerito dell’Università di Napoli.
Giovanni Gussone deluso dagli ultimi accadimenti storici decise di non tornare più in Irpinia, morendo a Napoli nel 1866.
Edmondo Pugliese
Edmondo Pugliese attraverso In Irpinia prima dell’Unità rende meno occulto un pezzo di storia che la maggior parte di noi non conosce e ignora.
Usando le parole del professore Pugliese:
Una sorta di ansia claustrofobica rende schizofrenico il pensatore del nostro tempo, che si pone alla disperata ricerca di possibili evasioni.
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Oroscopo della settimana: dal 26 agosto al 1 settembre
Ecco il nostro cielo nel periodo che va dal ventisei agosto al primo settembre.
Il grande protagonista di questa settimana sarà Mercurio, cari amici del cielo di Marlena.
Il Messaggero degli Dei lascerà il segno del Leone il 28 per entrare in quello della Vergine. A questo punto lo strapotere dei segni di Terra sarà veramente assoluto. La Vergine ospiterà quindi ben quattro pianeti: Mercurio, Sole, Marte e Venere; il Capricorno continuerà ad ospitare Saturno e Plutone e il Toro godrà dell’energia di Urano.
Fragili invece risulteranno tutti gli altri segni. Quelli di Fuoco, orfani di Mercurio, in questa settimana potranno contare solo su Giove in Sagittario; quelli d’Acqua su Nettuno in Pesci. I segni d’Aria continueranno invece a non essere supportati direttamente da nessun luminare. Ma, come vi ricordo sempre, il cielo gira rapidamente
Ariete: dal 21 marzo al 20 aprile
Ariete
Le parole sono molto pericolose. Possono diventare una vera e propria arma… Possono ferire l’avversario ma anche noi stessi.
Ricordate bene questa frase dello scrittore giapponese Haruki Murakami perché, nel corso di questa settimana, sarà molto importante il modo in cui voi, amici dell’Ariete, gestirete la comunicazione.
Mercurio, pianeta che sovrintende appunto la comunicazione, uscirà da una posizione a voi molto favorevole tra il 28 e il 29. Saturno, sempre quadrato dal segno del Capricorno, potrà a questo punto rigettare contro di voi, come se fossero un boomerang, le parole che avete proferito.
Se volete la pace, quindi, seguite i consigli di un vecchio proverbio che non passa mai di moda:
La parola è d’argento, il silenzio – in alcune occasioni – è d’oro.
Toro: dal 20 aprile al 20 maggio
Toro
Adesso sì che il vostro cielo è davvero limpido e sereno, cari amici del segno del Toro.
Occasione più unica che rara, nel corso di questa settimana vi troverete con una sfilza di pianeti favorevoli e nessun pianeta messo di punta. Questa sorta di stato di grazia, condivisa peraltro dai cugini del Capricorno, vi viene donata dall’uscita di Mercurio dalla quadratura dal segno del Leone e dal suo ingresso nel segno amico della Vergine.
C’è un tempo per attendere e un tempo per passare all’azione, questo per voi, carissimi Toro, è proprio il momento di passare a questa seconda opzione. Gettatevi a capofitto nelle cose che vi stanno a cuore… in amore non risparmiatevi, Venere vi sorride sorniona dal cielo della Vergine e fa in modo che i sogni diventino realtà.
Gemelli: dal 21 maggio al 20 giugno
Gemelli
Esiste una forma di divinazione molto antica che si ispira ai simboli archetipici.
Vi dico questo, cari amici dei Gemelli, perché guardando il vostro cielo di questa settimana, mi viene in mente proprio uno di questi simboli. Si tratta del fulmine. Ebbene cari amici, questo fenomeno della natura è da sempre temuto e venerato. Porta con sé la grande energia del fuoco celeste che può scaldare, ma anche distruggere. Ebbene, nel corso di questi giorni, sarà estremamente importante che voi procediate con cautela.
La grande concentrazione di pianeti nel segno della Vergine, promette fulmini e saette nel vostro cielo. Quindi il consiglio di diamante è quello di non intraprendere imprese rischiose nel corso di questi giorni… quando c’è un temporale in corso, la cosa più intelligente da fare è quella di stare al riparo e godersi lo spettacolo delle luci che illuminano il cielo.
I temporali, si sa, passano in fretta, e voi potrete godervi presto il profumo della pioggia dopo la calura.
Cancro: dal 21 giugno al 21 luglio
Cancro
Agosto mette a fuoco e fa furiosamente bollire tutto ciò che hai ascoltato nella primavera e nei primi mesi d’estate.
Quanto è vera questa citazione di Henry Rollins! Lo è in generale, ma lo è soprattutto per voi, cari amici del segno del Cancro.
In questi giorni, con la fine delle grandi quadrature ed il passaggio in posizione favorevole di Marte, Mercurio, Sole e Venere, vi troverete a mettere insieme i pezzi di un puzzle, sbucati fuori negli ultimi mesi e che fino ad ora sembravano non avere un senso. Adesso, invece, per voi tutto prende una forma coerente.
Le risposte che aspettate da tempo arriveranno proprio in questi giorni. In amore si apre una nuova stagione di quiete e di armonia, preludio di un autunno che regalerà dolci nettari…
Leone: dal 23 luglio al 23 agosto
Leone
I simboli sono depositari di energie, la stessa cosa vale per le lettere dell’alfabeto. Guardando il vostro cielo di questa settimana, cari amici del Leone, mi sento di assegnarvi la lettera dell’alfabeto greco Y. Questo simbolo grafico rappresenta un bivio, la necessità di una scelta.
Giove in trigono dal segno del Sagittario, sollecitato da Urano in quadratura dal segno del Toro, vi pone infatti davanti alla necessità di un’attenta valutazione dei vostri progetti.
Meditate bene su ciò che volete fare. Urano metterà sulla vostra strada degli ostacoli che richiederanno grandi energie per essere superati. Quindi, se potete attendere, attendete… tra qualche settimana, avrete dalla vostra parte astri potenti. Soprattutto in amore sarete supportati da Venere che, generosa, vi renderà ciò che vi è stato promesso durante il suo recente transito, proprio nel vostro spicchio di cielo.
Vergine: dal 24 agosto al 22 settembre
Vergine
Ed anche Mercurio sta per fare il suo ingresso trionfale nel vostro spicchio di cielo, cari amici della Vergine. Il pianeta del pensiero lucido e creativo entrerà a casa vostra tra il 28 e il 29 agosto. A questo punto avrete vostri ospiti ben 4 astri dall’energia molto potente: Mercurio, Marte, Venere e Sole.
Quando si verifica una concentrazione così forte di energie, le ripercussioni sono ambivalenti. Da un lato avrete a disposizione grandi energie e grandi opportunità, dall’altro vi troverete a fare i conti con l’impegno che richiede il tenere testa e il saper indirizzare tutte queste energie.
Il consiglio del cielo è quello di lasciarvi andare e di non prendere, come siete soliti fare, sempre tutto troppo sul serio. Se, ad esempio, vi troverete a dover scegliere tra due opzioni, il consiglio è quello di godervele entrambe finché potete e poi di effettuare la vostra scelta!
Bilancia: dal 23 settembre al 22 ottobre
Bilancia
È la Luna la carta dei Tarocchi che più vi rappresenta questa settimana, cari amici della Bilancia. Si tratta di una lama ambivalente che da un lato indica incertezza dall’altra richiama alle profondità del sentire e ad una grande, ma grande passionalità.
Se siete indecisi sul da farsi in una situazione, soprattutto negli affari di cuore, questa carta vi spinge a chiudere gli occhi e a seguire i dettami del cuore. Assolutamente sbagliato, sotto questo cielo, è seguire solo il buonsenso. Saturno è infatti in quadratura dal segno del Capricorno e come tale non dà buoni consigli.
Al contrario avete dalla vostra Giove, il pianeta dell’espansione che vi invita ad essere aperti e generosi verso gli altri. Le energie positive, ricordatelo, attirano energie positive… questa è la strada che dovete seguire.
Scorpione: dal 23 ottobre al 21 novembre
Scorpione
Dicevano i Latini:
Ad astra per aspera.
“È attraverso le difficoltà che si raggiunge la felicità.”
Ebbene, cari amici dello Scorpione, voi di asperità ne avete dovute affrontare abbastanza nell’ultimo mese, vista la concentrazione di pianeti che, dal segno del Leone, vi ha dato filo da torcere.
Finalmente, questa settimana, il vostro cielo si fa decisamente più leggero. Adesso potete quindi volare è raggiungere le stelle. Questo cielo di fine agosto è particolarmente prodigo per voi. Ciò che noterete è che molti dei problemi che avete dovuto affrontare adesso apriranno per voi la porta del beneficio.
Marte, Mercurio, Venere e Sole, infatti, passando dal Leone alla Vergine, si trasformano da nemici in amici fidati.
Approfittatene!
Sagittario: dal 22 novembre al 21 dicembre
Sagittario
Il denaro è un’arma a doppio taglio, cari amici del Sagittario!
Può essere un ottimo alleato, ma non è d’oro la chiave che apre le porte della felicità. Come tutti i segni della Croce Mobile (Pesci, Sagittario, Vergine e Gemelli), dovete fare i conti con un cielo difficile.
Sole, Venere, Mercurio e Marte vi stanno di punta dal segno della Vergine, così come Nettuno dal segno dei Pesci. Dalla vostra avete Giove, il pianeta dell’espansione. Attenzione però a non farvi prendere dall’avidità e dalla cupidigia… che, tra l’altro, sono caratteristiche che poco rispecchiano il vostro reale modo di essere. Puntate al denaro e ai guadagni, dunque, ma solo per arricchire la vostra vita di cose belle e magari per regalarvi qualche esperienza nuova.
Capricorno: dal 22 dicembre al 19 gennaio
Capricorno
Che dire del vostro cielo di questa settimana, cari amici del Capricorno. Le stelle sono al top per voi. Insieme al segno del Toro potete godere di un quadro astrale davvero senza macchia. E di questo dovete dire grazie ai cugini della Vergine che, in questi giorni, ospitano nel proprio spicchio di cielo ben quattro pianeti pronti a darvi manforte.
Questo, dunque, amici cari, è proprio il momento di spingere il piede sull’acceleratore:puntate l’obiettivo e dirigetevi senza paura verso il traguardo. Che si tratti di amore, di lavoro, di benessere in senso generale, adesso avete veramente tutti gli strumenti per realizzare i vostri sogni. Un solo avvertimento vi giunge dalle stelle, a questo punto: attenti ai desideri che esprimete, l’universo vi ascolterà… quindi fate la scelta giusta!
Aquario: dal 20 gennaio al 19 febbraio
Acquario
Si dice:
L’amore non si compra e non si vende.
Così è per tutte le cose che contano veramente.
Per vostra fortuna, cari amici dell’Acquario, Giove in sestile dal segno del Sagittario, vi sprona a seguire le cose che contano nella vita. Nei giorni scorsi, la quadratura di Mercurio dal segno del Leone vi ha potuto portare a scambiare lucciole per lanterne e a seguire falsi sentieri. Adesso, Mercurio si è tolto finalmente di mezzo e voi potete ricominciare a vedere le cose per quello che sono.
Se ciò che vi sta a cuore è una persona, impegnatevi per starle accanto, non perdete tempo in altre occupazioni. Se ciò che volete è godervi la vita, non la impegnate per costruire ricchezze che poi non danno la felicità.
Pesci: dal 20 febbraio al 20 marzo
Pesci
Esiste una pietra preziosa che in realtà pietra non è, è qualcosa di vivo che nasce e cresce nelle profondità del mare. Molto amata dalle donne, la perla è invece snobbata dagli uomini che la considerano un orpello privo di virilità.
Uomini o donne che siate, cari amici dei Pesci, questa settimana dovreste proprio munirvi della potenza energetica di una perla. Avete a che fare con un cielo pesante che vede ben quattro pianeti: Mercurio, Marte, Venere e Sole in opposizione dal segno della Vergine, senza contare Giove in quadratura dal segno del Sagittario.
Il modo vincente di superare e, anzi, far fruttare questo quadro difficile, è proprio quello di potenziare il raggio di Nettuno che transita proprio a casa vostra. Ebbene, la perla ha questo potere. Fatevi dunque questo regalo e non badate alle chiacchiere.
Alla prossima settimana!
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Decameron: tra pandemie, Pasolini e Napoli
Eppure qualcosa ne verrà fuori.
Sapremo presto se questa costrizione domestica ci abbia fatto migliorare, in termini umanistici o peggio, ci abbia fatto accelerare la folle corsa verso l’agognato e utopico traguardo che ci siamo prefissati a discapito del prossimo. La vista all’orizzonte di un tracollo economico, di un abbattimento morale per tutte quelle donne e quegli uomini morti in solitudine, di una paura collettiva non potranno certo farci rialzare con un certo orgoglio, certamente, tenendo conto che ognuno dovrà vedersela con le proprie perdite, in primis valutando anche la scomparsa dei propri cari, o comunque di tutti coloro che hanno pagato con la vita.
Successe qualcosa di analogo nel Decameron, la raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio tra il 1349, l’anno successivo alla peste nera che si abbatté sull’Europa, e il 1353.
Fu proprio la peste nera, che allora si dichiarò come una pandemia, che provocò quasi venti milioni di vittime, dai nobili alla povera gente, quest’ultima di certo non pronta a eventuali motivi di difesa, né a possibilità di fuga, data la situazione di estrema miseria.
Giovanni Boccaccio, nell’introduzione del Decameron, descrisse gli effetti della pandemia, orrido cominciamento, e ne offre una spiegazione in termini di stravolgimento dei costumi, senza tralasciare la scarsa influenza delle leggi, l’esaltazione del sesso come materia di fuga e frutto di ogni freno inibitore, sconvolgendo il comportamento del genere umano, che inizia ad avere un contatto più diretto con la morte. La fine dell’esistenza non è che una parte dell’esistenza stessa, e le sepolture iniziano a susseguirsi a ritmi incredibili, fino a che pèrdono dell’anche possibile sacralità del rito stesso, e i defunti vengono ancorché umiliati con le sepolture di massa, con le fosse comuni.
Giovanni Boccaccio scrive:
…ma per ciò che, qual fosse la cagione per che le cose che appresso si leggeranno avvenissero, non si poteva senza questa ramemorazion dimostrare, quasi da necessità costretto a scrivere mi conduco.
Nel Decameron esiste però anche una giustificazione ad una reazione più intellettualmente sensata.
La peste viene raggirata da un gruppo di dieci giovani, sette donne e tre uomini, tutti di elevato spessore sociale, che pensano ad una soluzione: affrontare una quarantena insieme e ritirarsi in campagna, offrendosi ognuno come narratore, e nel cui contesto vengono raccontate le cento novelle che fanno parte dell’opera.
Racconti che spesso contengono visioni di una materia sessuale vista come un ritorno alla natura umana, più che ad una provocazione, e anche se c’è comunque da dire che il sesso non è l’unico argomento trattato nelle novelle, il Decameron fu soggetto a critiche e a censure.
L’incredibile freschezza morale che contiene quest’opera del ‘300 è, innanzitutto, l’affermazione della libertà sessuale delle donne, che viene descritta al pari di quella degli uomini, e dove alle donne viene concessa la completa libertà delle parole, quindi il loro valore espresso a pieno anche in maniera verbale, dato che, come lo stesso Giovanni Boccaccio ritiene, alle donne il molto parlar si disdice.
Giovanni Boccaccio includerà nell’opera vari riferimenti alla sua città più amata per eccellenza, Napoli, che gli ricorderà sempre i trascorsi in cui incrementò la passione per la letteratura, a dispetto della professione del padre, mercante fiorentino, che voleva un ovvio erede per i suoi commerci.
Il Decameron è forse l’opera letteraria con più trasposizioni cinematografiche in assoluto, e basta citarne qualcuna, per averne un’idea chiara: dal più recente Maraviglioso Boccaccio (2015) dei fratelli Taviani, partendo dal Boccaccio (1940) di Marcello Albani, passando per Notti del Decamerone (1953) di Hugo Fregonese, e tutto ciò solo per nomenclarne alcuni, la cui origine su pellicola prende spunto forse dal primo film tematico in assoluto, ossia un muto, Il Decamerone (1921).
Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini e Napoli
Non si esclude, certo, che l’adattamento più celebre in assoluto fu Il Decameron (1971), trasportato al cinema da Pier Paolo Pasolini, e che ebbe, forse a maggior ragione, più effetto perché fu interamente girato con dialoghi in dialetto napoletano, e questo dice molto, ma di sicuro ancora non tutto.
Napoli, città amata sia dal regista, poeta e scrittore friulano che da Giovanni Boccaccio, fu la protagonista dell’intera pellicola, e esattamente nel 1970, cinquant’anni fa, iniziarono lì le riprese per il film che avrebbe visto la luce soltanto l’anno dopo, e che sarebbe stato soggetto a continue modifiche e tagli, che avrebbero ridotto la durata, in principio pensata intorno alle tre ore.
La gestazione e la presentazione al pubblico de Il Decameron ebbero una storia lunga.
Dapprincipio, almeno all’estero, il film ottenne un successo strepitoso, ottenendo l’Orso d’Argento al Festival del Cinema di Berlino, mentre in Italia fu soggetto a sequestro per oscenità, accusa che però decadde dopo poco tempo, con molta probabilità proprio grazie al prestigioso premio ottenuto.
Con Il Decameron si aprirà la cosiddetta trilogia della vita di Pier Paolo Pasolini, che continuerà con I Racconti di Canterbury (1972), e Il Fiore delle Mille e una Notte (1974), finendo poi con l’apoteosi di un cinema che farà della mercificazione del sesso la filosofia di una vita consumistica malata e corrotta, ossia Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).
Il Decameron, invece, illustra una sessualità innocente, del tutto naturale e spontanea, così come viene illustrata nell’opera di Giovanni Boccaccio, e sarà soltanto l’inizio di un percorso che mirerà ad uno scopo: colpevolizzare la società moderna nella scelta di utilizzare la materia sessuale come ritratto proprio di ossessione e contrapposizione ad un’età sì arcaica, ma a suo tempo ricca di valori persi con l’incedere del forte ritratto dell’influenza dei media, come la televisione, che hanno generato una sorta di genocidio culturale, quest’ultimo tema frequente nella filosofia di Pier Paolo Pasolini.
Tornando alla realizzazione, perché la scelta di questa trasposizione cadde proprio su una location particolare come la città di Napoli? E perché la lingua parlata dai suoi protagonisti è quasi sempre il dialetto napoletano?
Come accennavo poc’anzi, la città a cui Giovanni Boccaccio rimase affezionato per sempre fu proprio Napoli, che grazie ai suoi primi amori (Fiammetta, che trovò posto tra i protagonisti del Decameron), ai suoi sbocchi culturali, riuscì a donare allo scrittore fiorentino la giusta aspirazione per le sue passioni, che lo allontanarono dalle ambizioni paterne, dedite al commercio, impegno che per eredità sarebbe stato inoltrato a lui.
Non si discosta la scelta di Pier Paolo Pasolini, seppur per altri ovvi motivi: all’inizio combattuto per le varie ambientazioni che avrebbe considerato per dirigere le varie parti che avrebbero illustrato le novelle boccacciane, si decise infine su Napoli, e su essa soltanto. Per comprendere meglio le motivazioni, eccovi una sua spiegazione:
I napoletani sono l’ultimo momento autenticamente popolare che posso trovare in questo periodo in Italia. Perché ho scelto Napoli? Per una serie di selezioni e di esclusioni. Nel momento in cui ho pensato di fare un film profondamente popolare, nel senso proprio tipico, classico di questa parola, ho dovuto escludere pian piano tutti gli altri possibili ambienti. Mi è rimasto Napoli, fatalmente, perché Napoli, proprio fatalmente, storicamente, oggi, è la città d’Italia, luogo d’Italia, dove il popolo è rimasto più autenticamente sé stesso, simile a quello che era nell’Ottocento, nel Settecento, nel Medioevo.
Murales di Pier Paolo Pasolini
Lo stesso Pier Paolo Pasolini rivestirà il ruolo di un attore, l’allievo di Giotto, che si reca in Santa Chiara per realizzare un affresco, e la scelta non sembra casuale, a questo punto, perché il regista pare voglia, in qualche modo, accentuare il ruolo pittorico che ha voluto apportare ad un film essenzialmente colorato dalle varie scene ed ambientazioni popolari del Medioevo a Napoli.
Carmine Maffei