zoopalco bologna

Messia: intervista al freestyler bolognese

Alberto Pizzi, in arte Messia, classe 1991, è cresciuto in un piccolo paese di provincia. Durante l’adoscenza si trasferisce a Bologna dove alcuni maestri hanno iniziato a notare le sue capacità.

Messia è un rapper freestyle che improvvisa a suon di beatbox ed, ha anche registrato un album: il primo singolo uscito a marzo 2019 si chiama Matondo.

Messia: intervista

1. Perché hai scelto di chiamarti Messia?

È il nome che uso quando faccio musica, quando salgo sul palco e incarno il ruolo del performer. Se posso scegliere di essere chiamato con un nome, allora preferisco essere chiamato Alberto.

2. Come ti definiresti?

Sono qui per superare le categorie. C’è molta offerta di arte e le persone hanno bisogno di etichette per orientarsi dentro al supermercato. Ci vuole coraggio per fare musica senza inseguire il trend del momento. E questo coraggio ultimamente mi sembra manchi a molti.

3. Fai freestyle in real time ed hai registrato un album: queste due attività sono collegate?

Il freestyle è un ottimo strumento creativo, utile per per abbozzare un’idea di getto o per uscire dagli schemi che, quando scrivi, tendi a ripetere. Ma ci sono idee che per essere sviluppate richiedono un lavoro di scrittura mirato. Dal mio punto di vista sono attività complementari.

4. Qual è il leitmotiv del tuo album?

Nel progetto C’è dell’Altro è incentrato sul rapporto tra identità e linguaggio. In tutta la tracklist del progetto si nota l’esistenza di un filo rosso, una rete di collegamenti interni. La medesima cosa accade anche esternamente, tra i vari progetti. Un tema che ora mi interessa molto è la relazione tra l’opera e il creatore.

5. La comunicazione orale per te è?

Un’occasione per aprirsi.

Messia: videp

Messia il poeta bolognese

6. Cosa pensi della comunicazione oggi?

Ultimamente guardo molto la comunicazione politica: “noi vs loro”, e l’idea che esista una verità unica e oggettiva, che non dipende dai punti di vista e dalla soggettività. Vedo tutto ciò e penso che anche la posizione che appare più assoluta e oggettiva, perché sostenuta da dati e prove, è almeno in parte relativa al punto di vista. Realtà e finzione non si escludono a vicenda, al contrario, sono inscindibili.

Eugenia Galli e la poesia performativa della Monosportiva Galli Dal Pan

Eugenia Galli è una poetessa, che si è qualificata alle finali del Premio Alberto Dubito nel 2018 e nel 2019.

Il suo è un progetto che fonde poesia performativa e musica elettronica all’interno della Monosportiva Galli Dal Pan con cui ha registrato un Ep.

Eugenia Galli: video

Eugenia Galli e la Monosportiva Galli Dal Pan

Eugenia Galli: biografia artistica

Eugenia Galli entra nel circuito della poesia performativa nel 2015 attraverso l’esperienza di Slow Lapin, un collettivo di giovani autori e organizzatori di eventi che aveva base  a Rimini, la sua città.

Alla fine del 2015 Eugenia si trasferisce a Bologna, per iniziare l’università e scopre che non esiste una vera e propria “scena” orale bolognese. In compenso nota dei poetry slam condotti da Nicolò Gugliuzza, all’epoca coordinatore regionale dell’Emilia-Romagna per il campionato della LIPS (Lega Italiana Poetry Slam). Nel gennaio del 2016 da uno di questi eventi e dall’idea di creare anche a Bologna uno spazio comunitario li bera espressione intorno alla poesia, ha preso le mosse il progetto di Zoopalco, un’associazione culturale che si occupa di ricerca e produzione nell’ambito della poesia multimediale.

L’attività artistica di Eugenia Galli è strettamente connessa al lavoro di operatrice culturale che svolge per Zoopalco: ogni progetto nasce all’interno di riflessioni collettive e di uno spazio condiviso, DAS (Dispositivo Arti Sperimentali), sede di eventi pubblici ma, soprattutto, di incontri quotidiani con i membri del collettivo.

Tra le ricerche poetiche individuali dei membri del collettivo bolognese è parsa, fin da subito, una certa vocazione narrativa di tutti i testi. Eugenia Galli, seguendo questa inclinazione, inizia a comporre i testi per il progetto di spoken music Monosportiva Galli Dal Pan, un duo che vede lei  alla voce (in versi) e Lorenzo Dal Pan alla musica elettronica.

Monosportiva Galli Dal Pan

Eugenia Galli e Lorenzo Dal Pan

Il primo Ep della Monosportiva Galli Dal Pan, è uscito a maggio 2019 per Zoopalco, un concept imperniato sulla figura di un personaggio: Gilda.

Ecco Il corso di ginnastica, un brano tratto dall’Ep della Monosportiva Galli Dal Pan.

Con questo progetto della Monosportiva Galli Dal Pan nel 2018 e nel 2019 Eugenia Galli si qualifica alle finali del Premio Alberto Dubito di poesia con musica senza però mai riuscire a conquistare il primo posto.

La poetessa però non si arrende e continuerà a partecipare finché non otterrà un premio alla carriera per la perseveranza.

Eugenia Galli

Eugenia Galli

Eugenia Galli: intervista

Qual è la differenza che intercorre tra poetry slam e poesia performativa?

Il poetry slam è uno spettacolo, un format fintamente competitivo che rende la poesia avvincente e “digeribile” per un pubblico di non addetti ai lavori. Per chi sale sul palco funziona come palestra o laboratorio: serve a testare la messa in voce delle proprie composizioni ottenendo una reazione immediata. Si tratta, insomma, di un gioco, di un’occasione per incontrarsi e ascoltarsi a vicenda.

Spesso lo slam è il primo passo nella costituzione di un personale corpus di testi pensati per essere detti ad alta voce. Gli autori più interessanti non si limitano ad esibirsi nel breve spazio di tre minuti concesso dal format, ma decidono spesso di organizzare questo ed altro materiale in un personale spettacolo unitario. Così sono nati alcuni degli spettacoli di poesia performativa più interessanti della “scena” slam italiana: penso a DIXIT di Matteo Di Genova o a “Black in / Black out” di Nicolas Cunial.

Molta altra poesia performativa nasce da premesse diverse da quelle dello slam, spesso in relazione con altri supporti, in una dimensione multimediale. Zoopalco sta sperimentando in questa direzione, per esempio con il live di poesia e beatbox del trio Mezzopalco (Riccardo Iachini, Toi Giordani, Jonny aka Ninjo) o col progetto Guide Percettive.

Eugenia, secondo te la poesia performativa in cosa si differenzia dalla poesia tradizionale?

Le definizioni in questo senso sono un trabocchetto. La poesia è stata storicamente l’unica arte in grado di cambiare continuamente supporti: è nata orale, dunque performativa e “collettiva”, ma ha abitato e abita la scrittura, è tipografica, può essere visiva, sonora…

Per un approfondimento, consiglio la lettura all’Avviso ai naviganti, scritto da Gabriele Frasca e Lello Voce.

Di recente stiamo assistendo a un ritorno della poesia alla sua dimensione orale e performativa, e dobbiamo quindi munirci di strumenti adeguati tanto per produrla quanto per interpretarla. Le tecniche della composizione in versi non sono sufficienti per allestire uno spettacolo del genere a cui accennavo: bisogna associarvi un uso consapevole della voce e del corpo, oltreché progettare una “regia”.

Quali sono i temi di cui tratti principalmente nei tuo testi?

Uno dei temi centrali della mia scrittura è proprio il corpo.

Il mio mi è sempre parso inadeguato, e anche sul palco lo porto come un fardello. I live della Monosportiva Galli Dal Pan mi offrono un’occasione di catarsi: racconto questo disagio proprio nel momento in cui lo vivo.

Eugenia Galli presenta un brano inedito: Atlantide

Da dove prendi spunto prima di scrivere un testo?

Per i testi della Monosportiva Galli Dal Pan traggo sempre ispirazione da storie reali, anche se non necessariamente autobiografiche.

Nel periodo in cui abbiamo iniziato a scrivere l’Ep ero affascinata dalla storia di una ragazza che, in una situazione di grande stress (derivato forse dal fatto di non corrispondere alle aspettative che la sua famiglia aveva su di lei), era stata ricoverata per un’amnesia, e una volta ristabilitasi aveva cambiato radicalmente vita. Ho immaginato che Gilda, la protagonista dell’Ep, decidesse a un certo punto – con il preciso scopo di cambiare vita – di procurarsi volontariamente questa amnesia.

In alcuni testi parli della perfezione di un apparire che contrasta con un vuoto interiore e ciò sembra voler denunciare una società, quella odierna, che basa tutto su valori dettati dall’estetica e dalla paura di affrontare se stessi e dalla fobica paura di accettare lo scorrere, inevitabile, del tempo.

Credo che dovremmo rivoluzionare completamente il modo in cui pensiamo, in senso estetico, ai nostri corpi. Combatto l’idea che un corpo nudo, magari bello, debba essere per forza sessualizzato e quindi censurato; allo stesso modo combatto l’idea che i corpi che la società tende a celare (i corpi delle persone anziane o malate, per esempio, come nel testo di “Ta Ta Ta”) debbano essere sempre raccontati tagliando fuori la sfera del desiderio e del piacere.

Monosportiva Galli Dal Pan: video di Ta Ta Ta

Quanto c’è di Gilda in te?

Gilda è una sorta di mio ambiguo alter ego.

Le premesse della sua storia ricordano le mie (l’attività fisica e il rapporto con la madre, per esempio), ma le scelte che compie sono autonome, non mi riguardano.

Monosportiva Galli Dal Pan: audio di Corpo contraffatto

In Corpo contraffatto riemerge il binomio tra essere e apparire. Mi riferisco a: “che i volumi non sono solo libri, che fare volume ha a che fare con le ripetizioni di una serie.”

Molte strofe mettono a confronto due dei miei interessi principali: i pesi e la poesia. Per me l’attività estetica, tra le due, è quella poetica, ma ovviamente il testo di Corpo contraffatto ha molte sfumature di ironia, non presenta il mondo per come lo vedo io.

Nascono le Guide Percettive: Toi Giordani e Vittorio Zollo presentano il loro progetto poetico

Le Guide Percettive sono un progetto che nasce da un’intuizione originale di Vittorio Zollo e Toi Giordani. Entrambi sono legati al mondo della poesia orale performativa e a quel tipo di comunicazione capace di fondere ambiti culturali, legati a sfere sensoriali diverse.

Le Guide Percettive, infatti, si avvalgono della poesia performativa, del sound-design e dell’arte visiva, intesa in senso lato. Questa fusione ha come finalità quella di creare un’immagine nuova di un qualsiasi luogo d’interesse ma che, allo stesso modo, è in grado di mostrarci in modo diverso e con altri strumenti conoscitivi ciò che ci circonda o ciò che semplicemente non notiamo.

Toi Giordani e Vittorio Zollo: intervista

Guide Percettive a Fragneto Monforte

Cosa sono le Guide Percettive?

Le Guide Percettive sono un modo diverso per scoprire luoghi e storie dimenticate, attraverso la poesia. Questo progetto nasce con lo scopo di dare un’identità dinamica alla poesia che, allo stesso tempo, è in grado attraverso i suoi versi di svelare quella bellezza non mainstream che molti non vedono e che altri ancora non riescono a percepire o che tengono nascosta perché non la ritengono tale.

vittorio Zollo e Toi Giordani: video

Il nuovo progetto di Vittorio Zollo e Toi Giordani

In poche parole le Guide Percettive sono un nuovo modo di viaggiare. Il senso della meta non è dato da un luogo ma da un’esperienza umana. Il significato del termine guida, all’interno del senso delle Guide Percettive, viene spogliato di quel rigore da “atlante geografico” a cui ci hanno abituati.

Festival delle mongolfiere

Raduno internazionale delle mongolfiere

La prima Guida Percettiva è stata realizzata a Fragneto Monforte, durante il raduno internazionale delle mongolfiere che ogni anno, ma solo per tre giorni all’anno, ridona vita ad un borgo che è vittima dello spopolamento.

Mezzopalco: intervista

Chi sono i Mezzopalco? Come nasce il loro modo di fare poesia? Qual è il fine dell’uso della contaminazione all’interno dell’oralità e della parola in versi?

Mezzopalco: intervista

La poesia performativa dei Mezzopalco

Abbiamo posto queste ed altre domande, nel video troverete tutte le risposte!

Scroll to top