Il Sud negli occhi: sguardi critici sulle immagini di Frank Cancian verrà esposta al Museo delle Civiltà di Roma. Le fotografie, 1801 scatti d’epoca realizzati nel 1957, dal fotografo statunitense che viene ricordato anche per la ricerca antropologica rappresentano un patrimonio etnografico sulle comunità del Sud.
Il prossimo 20 settembre nella Sala Blu dell’ex Carcere Borbonico verrà presentato il progetto in anteprima insieme agli enti promotori. Durante la presentazione sarà proiettato il docufilm, 5×7 – il paese in una scatola di Michele Citoni, che sarà presente in sala.
Frank Cancian: chi è?
Frank Cancian è un antropologo statunitense con la passione per la fotografia, nata alla fine degli anni ’40. Dopo aver vinto una borsa di studio come studente di antropologia, giunge a Lacedonia nel 1957 e durante 7 mesi immortala gli usi e i costumi della società di quel tempo.
La particolarità dei suoi scatti risiede appunto nel cercare il diverso in situazioni normali. Per usare le sue stesse parole:
Mi piace scattare foto dove le persone svolgono le loro normali attività: a casa, a lavoro o in luoghi di culto. Cerco spesso l’esotico in situazioni ordinarie e l’ordinario in ciò che molte persone vedono come esotico.
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To A God Unknown – Al Dio Sconosciuto di Samantha Casella
“To A God Unknown – Al Dio Sconosciuto” è il cortometraggio da record firmato dalla regista italiana Samantha Casella, che sta avendo un grande successo in tutto il mondo tanto da aver conquistato ben 228 premi internazionali. Decisamente un risultato importante per un progetto che è partito dagli Stati Uniti, forte degli ottimi riscontri ottenuti dal precedente corto “I Am Banksy”.
“To A God Unknown” è diviso in tre capitoli (ognuno recitato in lingua originale): il primo è ispirato ai versi del poeta russo Sergey Esenin, il secondo si basa su un romanzo di John Steinbeck che da il titolo all’opera, il terzo si chiude con dei brani poetici di Arthur Rimbaud.
Ad unirli sono elementi primordiali quali l’acqua, il sangue, il fuoco, l’amore, Dio.
Una chiave di lettura più approfondita suggerisce che tutti i capitoli trattano il tema del sacrificio rituale in onore dell’amore, di Dio e della sacralità.
Il “tempo” è la matrice della vita umana nel mondo, eppure se il tempo si fonde con il divino, ogni orologio viene annientato.
Il cast è composto da un solo attore, presente nel secondo capitolo.
Dopo mesi di provini interminabili senza riuscire a trovare il volto giusto, alla fine la scelta è andata sull’italiano Matteo Fiori, conosciuto negli Stati Uniti con lo pseudonimo di Brian Witt.
“To A God Unknown – Al Dio Sconosciuto” è stato realizzato con il prezioso supporto del gruppo di lavoro “The Wild Bunch”.
Il montatore è lo stesso di “I Am Banksy”, ovvero Trevor Bishop. E lo stesso vale per la colonna sonora, firmata da Massimiliano Lazzaretti, qui affiancato da Tatiana Mele.
Il direttore della fotografia è Frank Hoffman.
Per quanto riguarda gli aspetti di visual effects ed effects templates sono state coinvolte numerose persone come Nassim Farin, Arseny Gutov a Lario Tus.
Tra gli operatori Dylan Winter e Nik Rijavec.
I doppiatori sono il russo Viacheslav Syngaevskiy, l’americano Richard Lloyd Stevens e il francese Frédéric Bernard.
Il dipinto di Ofelia presente nel corso è stato realizzato da Claudia Drei, madre di Samantha Casella.
Ha svelato la regista:
Mia madre, mio padre e una persona che ha un posto speciale nel mio cuore mi hanno incoraggiato a dar vita a questo progetto che sulla carta sembrava una sorta di follia. Oltre a loro, a credere in me sono state numerose persone negli Stati Uniti, che non smetterò mai di ringraziare.
Samantha Casella: biografia
Samantha Casella nasce a Faenza. Studia sceneggiatura e tecniche narrative alla Scuola Holden di Torino e regia alla Scuola Immagina di Firenze.
Il suo percorso iniziale l’ha vista alternarsi tra cortometraggi che hanno partecipato a importanti vetrine internazionali – “Juliette”, “Memorie da un’isola di morti”, “Silenzi Interrotti”, “Iris”, “Ágape” – e documentari presentati alla Biennale di Venezia come “Mediterraneo”.
Sempre a livello documentaristico spiccano “Autoritratto con Papa”, testimonianza di un dono, consistente in un’opera di Gianni Bubani e una poesia di Davide Rondoni a Papa Benedetto XVI e presentato in Aula Paolo VI alla presenza di Papa Benedetto XVI; e “Via Crucis al Pantheon”,
che testimonia i processi di lavorazione e installazione della Via Crucis collocata al Pantheon di Roma .
In seguito dirige “Giro di giostra”, mediometraggio presentato durante la Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Venice Film Meeting.
Nel 2019 è tornata alla regia di un altro corto: “I Am Banksy” con Marco Iannitello. Oltre a essere stato presentato nelle sale di Los Angeles ha vinto 15 Festival Internazionali negli Stati Uniti.
Nel 2020 è la regista del cortometraggio “To A God Unknown”, distribuito negli USA da FourWalled.
Il corto vince 228 premi in festival internazionali organizzati in 34 differenti paesi, tra cui l’Independent Short Award, il Metropolitan Film Festival NYC, il Toronto Short Film Channel Festival, il International Motion Picture Critics Awards, il “Royal Society of Motion Picture Award”, il Hollywood Gold
Awards e il Star Hollywood Awards.
“Santa Guerra” è il suo esordio nel lungometraggio. Film spiccatamente onirico e surreale, ha come protagoniste Eugenia Costantini, Ekaterina Buscemi, Emma Quartullo e vede la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta. -
Firework di Ruggero Ricci affronta la delicata tematica dell’overthinking
Con la sua vocalità inconfondibile, potente e al contempo intrisa di delicatissime nuance e cromie, Ruggero Ricci, reduce dal fortunatissimo debutto ad Una Voce per San Marino – che l’ha visto condividere il palco con ospiti del calibro di Roy Paci, Eiffel 65, Lorenzo Licitra, Deborah Iurato e Ronela Hajati -, torna in radio e nei digital store con “Firework” (Orangle Records/Universal Music Italia), il suo splendido ritratto voce ed anima sulla necessità di ammettere errori e paure per ricominciare ad amarsi e, di conseguenza, a vivere.
Scritto dalla penetrante e fulgida penna dello stesso artista romagnolo a quattro mani con Messya e avvolto dall’abbraccio sonoro minuziosamente cucito sull’emozionalità di strofe e ritornello dall’abilità di Riccardo Brizi (già per Aaron e molti altri), “Firework” è la perfetta commistione di contemporaneità e ricordi, il riuscito connubio tra un suggestivo testo d’autore bilingue ed un emblematico tappeto sonoro capace di coniugare l’elettronica ad una ballad malinconica, viscerale e sincera, che guida ed accompagna l’ascoltatore in un catartico e liberatorio viaggio introspettivo.
Il brano, presentato per la prima volta alle semifinali di “Una Voce per San Marino”, nasce dall’esigenza personale dell’artista di voler dar luce e voce alle difficoltà che la vita presenta lungo il percorso di ciascuno di noi sotto diverse forme. Lo scorrere del tempo, la sempre più crescente ansia scaturita dall’esigenza di dover piacere a tutti ad ogni costo, i ritmi frenetici che la società di oggi ci impone, sono solo alcuni dei molteplici fattori che, se perpetrati, possono condurre all’overthinking, destabilizzando contemporaneamente la nostra sfera emotiva, fisica e mentale.
Ed è proprio in un momento di sovraccarico e profondo squilibrio interiore che è nato il pezzo, con l’auspicio e l’intento di sensibilizzare il pubblico su una tematica ancora molto sottovalutata e spesso equiparata ad un banale ed ordinario “riflettere molto”, ma che ha, in realtà, non soltanto importanti conseguenze sul benessere complessivo dell’individuo, ma anche e soprattutto una genesi strettamente interconnessa al modo in cui viviamo, o, per meglio dire, al modo in cui riteniamo sia opportuno vivere per essere accettati e apprezzati da chi ci circonda.
Nell’incantevole e toccante susseguirsi dei violini di Mariella Papanaga e dei rullanti di Matteo Raimondo, Ruggero Ricci scava in se stesso per riscoprire il valore dell’autenticità e delle peculiarità individuali, decidendo – ed esortando tutti a noi a fare lo stesso – di riconoscere difetti e sbagli, accogliendo ed accettando il dolore per elaborarlo e trasformarlo in forza, connettendosi così alla parte più vera della sua natura.
Archi, chitarre, percussioni e pattern elettronici, vestono di sontuosa raffinatezza la sorprendente genuinità del testo, che trasforma l’opaca e vacua incertezza in una realtà concreta e tangibile, avvalendosi dall’abilità interpretativa di Ruggero che richiama l’esplosione dei fuochi d’artificio per travolgere orecchie e cuore con un’estensione vocale degna dei più grandi interpreti internazionali.
Dichiara Ruggero Ricci:
Sono molto legato a questo pezzo , perché evidenzia le fragilità dell’essere umano, ma al tempo stesso ne fa istantaneamente percepire la forza che è possibile trarne, se comprendiamo i nostri errori, i nostri limiti e li trasformiamo in trampolini di lancio verso la libertà, la libertà di essere noi stessi al 100%.
Spero dal profondo che questa mia lettera a cuore aperto in musica, possa servire ad aiutare altre persone che si sono ritrovate a superare, o che in questo momento stanno affrontando, un periodo simile a quello che ho vissuto io sulla mia pelle.
Con eleganza e delicatezza, “Firework” entra nell’anima sin dal primo ascolto, facendo riemergere ricordi assopiti attraverso un accurato patchwork di liriche ed elettronica; un viaggio la cui meta esula dalla semplice speranza e si allontana dal miraggio, mostrando istantaneamente il traguardo, quella felicità pura e totalizzante che è frutto esclusivo dell’accettazione delle nostre imperfezioni umane, con la vivida consapevolezza che il fallimento non rappresenta la fine, ma è parte integrante e formativa del background di vita di ciascuno di noi.
“Firework” è accompagnato dallo spettacolare videoclip ufficiale, presentato in anteprima nazionale su TGCOM24 e girato a San Marino sotto la direzione di R3tro, al secolo Andrea Colucci, che, come un vero e proprio corto, traspone in frame ed immagini la penetrante accezione del testo, anche grazie alla sensibilità performativa e artistica della ballerina pluri-blasonata Veronica Bagnolini.
Un brano intenso, che nell’abbagliante contrasto di luci ed ombre e nella sentita interpretazione di Ruggero Ricci, mostra uno spaccato di verità su una società di filtri e apparenze, stupendo l’ascoltatore e riconfermando la cifra stilistica versatile, l’attitudine ricercata e l’innegabile talento del suo autore, in un perfetto sodalizio tra il cantautorato più classico della struttura testuale e l’impeccabile intreccio sonoro che strizza l’occhio alle più moderne tendenze musicali internazionali.
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La Commissione Anticamorra Campania in campo per prevenire infiltrazioni criminali durante l’emergenza Covid-19
La Commissione Speciale Anticamorra e Beni Confiscati scrive una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Campania, all’Assessore al Bilancio e all’Assessore alle Politiche Sociali per spiegare l’emergenza economico sociale causata dal Covid-19 ed evitare il pericolo di ingerenze della criminalità organizzata.
In queste settimane di emergenza sanitaria globale, la vita di tutti noi è stata profondamente stravolta.
Il sistema economico, i mercati, la filiera imprenditoriale ad ogni livello, persino la scuola hanno dovuto adattarsi a nuove regole.
In questo scenario anche le organizzazioni criminali, anche la camorra ha dovuto fare i conti con condizioni nuove e inattese.
E, come tipico della sua natura criminale, ha immediatamente compreso come adattarsi e trasformare la crisi in opportunità.
I negozi sono chiusi e il pizzo non può essere riscosso, gli spostamenti sono limitati e controllati, intralciando il traffico illegale a partire da quello degli stupefacenti.
Il primo modo allora per mantenere il controllo del territorio da parte dei vari clan, è stato quello di aggredire le difficoltà delle famiglie, concentrandosi subito su quelle che fino al giorno prima avevano un lavoro, seppure a nero, e soprattutto su quelle che già fragili hanno immediatamente visto sparire ogni possibilità di introito, con la conseguenza di avere avuto da subito la difficoltà di mangiare, comprare le medicine, pagarsi l’affitto.
Un finto sostegno per bloccare e condizionare i più deboli, più esposti alle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria.
Misure tese al controllo del territorio, non al sostegno del bisogno.
Allo stesso modo, anche i titolari di esercizi commerciali, costretti alla sospensione della propria attività e che hanno risentito e stanno risentendo pesantemente della mancanza di entrate economiche, sono dsiventati potenziali bersagli di prestiti e ricatti.
Scopo della lettera è quello di esortare il Governo e la Regione Campania, in primis, ad intervenire in maniera rapida e tempestiva per tutelare e sostenere i soggetti che sono esposti al rischio di un possibile condizionamento mafioso.
Per poter prevenire questo rischio c’è bisogno di far arrivare aiuti alle imprese, alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori autonomi e a quelli a nero.
Oggi, con determinazione sempre maggiore, bisogna sostenere le attività dei Beni Confiscati, evitare che le difficoltà possano aprire spazi ai poteri criminali, leggere i territori ed i problemi.
La Commissione Anticamorra e Beni Confiscati chiede ai Comuni di fare in modo di tenerli informati, veicolando tutte le informazioni che riguardano le iniziative di solidarietà che sono attive in ciascun ambito territoriale. Vi è bisogno di monitorare la filiera di solidarietà affidando la distribuzione dei generi di prima necessità alle associazioni laiche e cattoliche riconosciute legalmente che devono collaborare insieme alle Forze dell’Ordine. Solo in questo modo si può impedire alla camorra di utilizzare il circuito della distribuzione legale per fare circolare i propri traffici, attraverso associazioni improvvisate e create ad hoc.
La Commissione Anticamorra e Beni Confiscati consiglia a chi si trova in difficoltà di rivolgersi alle Istituzioni, piuttosto che alla Chiesa, ad utilizzare canali attivati appositamente per questa emergenza per chiedere aiuto e presentare le proprie difficoltà.
Evitare di utilizzare i social per fare sapere che si è in difficoltà, tutelarsi dal pericolo che, in determinati quartieri soprattutto quelli dove il disagio sociale ed economico è più diffuso, la camorra possa arrivare prima della filiera della solidarietà e degli aiuti delle Istituzioni.
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