“Segretaria, faccia l’appello”. Con la minaccia di far cadere l’Amministrazione comunale, un disperato Domenico Gambacorta solo qualche settimana fa tentava di convincere il sindaco Enrico Franza a concedergli una pausa dei lavori per l’elezione a presidente di Pasquale Puorro.
Dopo il due di picche di Franza alle richieste dell’ex sindaco, la fuga dei gambacortiani dal primo Consiglio comunale e l’elezione nella successiva seduta di Giovannantonio Puopolo, di Gambacorta si erano perse le tracce. Un silenzio preoccupante vista l’abilità di un politico dal lungo corso non abituato a restare nell’angolo a lungo.
E, infatti, mentre si negava alla stampa, Domenico Gambacorta lavorava sottotraccia. Ed eccolo che oggi riacquista la parola con una nota in cui ringrazia la Conferenza dei Capigruppo e il Presidente del Consiglio, Giovanni Puopolo, per aver accolto la sua proposta di discutere, nella seduta del Consiglio Comunale del 31 luglio, del progetto definitivo del secondo lotto Hirpinia Orsara.
Con tali dichiarazioni, il capogruppo di minoranza legittima di fatto il neosindaco e il presidente del Consiglio e fa partire ufficialmente i lavori consiliari su “una posizione condivisa e accolta da tutti”.
Cos’è successo in questi giorni?
Caduta l’ipotesi, in un primo momento accarezzata, di far cadere il Consiglio comunale, forte di una residua maggioranza consiliare, Gambacorta ha rispolverato la memoria e ricordato i tempi in cui giovanissimo entrava per la prima volta in Consiglio comunale. Un ritorno alle origini, a quando i sindaci non uscivano dalle urne ma venivano indicati dai consiglieri eletti.
Gambacorta, quindi, riconquista la scena e detta l’agenda amministrativa al sindaco Franza, riguadagnando così il ruolo di capogruppo consiliare “di maggioranza”.
A rinforzare la sua posizione di “sindaco ombra” è la conferma da parte del neosindaco Franza della segretaria comunale Concettina Romano, nominata nel 2016 dallo stesso Gambacorta.
E qui rientra in gioco la riforma Bassanini che ha il merito o demerito, dipende dai punti di vista, di aver reso gli incarichi dirigenziali, in questo caso quello del segretario comunale, revocabili a discrezione del sindaco, indebolendo quindi l’imparzialità procedurale della burocrazia negli enti locali e favorendone la fidelizzazione politica.
Ora resta solo da capire come la segretaria Romano, nominata a svolgere il proprio ruolo sia dal capo della maggioranza che da quello della minoranza, riuscirà a garantirsi la posizione, non pestando i piedi a nessuno dei due sindaci e contribuendo a far andare avanti nel migliore dei modi la consiliatura nata zoppa.
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