Si è conclusa la 44esima edizione del Laceno D’oro, tra le più importanti manifestazioni irpine dedicata al cinema realista in Italia. Il Festival nasce da un’intuizione di Pier Paolo Pasolini e Camillo Marino.
Ciascuna edizione del Laceno D’oro ha come focus quello di proiettare le opere più significative del cinema indipendente nazionale ed internazionale.
È giunta al termine la 44esima edizione del Festival con relative premiazioni, per ciascuna categoria. Per saperne di più non vi resta che guardare il video!
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Ariano Irpino,
tra una settimana il primo Consiglio comunaleSlitta ancora il primo Consiglio comunale di Ariano Irpino che avrebbe dovuto tenersi domani, mercoledì 3 luglio. Il Sindaco Enrico Franza, espressione della minoranza consiliare, ha preferito rinviare di qualche giorno il civico consesso per ricercare un sostegno tra gli eletti all’interno dell’assise.
I consiglieri comunali del Tricolle, quindi, si riuniranno lunedì 8 luglio ed in seconda Convocazione martedì 9 luglio, con il seguente ordine del giorno:
- Convalida degli eletti
- Verbale di giuramento del Sindaco
- Elezione del Presidente del Consiglio e del Vice Presidente
- Comunicazione da parte del Sindaco delle nomine concernenti le cariche di Vice Sindaco e di Assessore Comunale ed eventuali surroghe.
- Elezione della Commissione Elettorale Comunale
- Nomina Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2019/2021 e determinazione del compenso
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Passaggi di proprietà di Salvatore Enrico Anselmi
Tra le novità librarie c’è Passaggi di proprietà dello storico dell’arte, docente e scrittore Salvatore Enrico Anselmi (Linea edizioni, Padova 2021).
Dopo due anni dall’uscita di Exitus (GB Editoria, Roma 2019), che ha suscitato apprezzamenti di critica e pubblico, segnalato dalla Società Dante Alighieri e in concorso al Premio letterario Mastercard 2020, l’autore torna a dialogare con i lettori con questo nuovo romanzo che può essere considerato l’originale biografia di un dipinto.
Il tracciato narrativo del libro attraversa un ampio lasso cronologico, dalla genesi di un’opera pittorica, – un’Annunciazione eseguita nel primo Cinquecento da un giovane artista della Maniera, che ne costituisce il legante tenace – alle vicende che hanno come oggetto le peregrinazioni nel corso del tempo, per l’appunto i relativi passaggi di proprietà.
Gli avvenimenti pertengono a furti, recuperi, restauri, vendite. Ascese e cadute in disgrazia, affermazioni e contraddittorie negazioni delle stesse, ispirazione creativa e prosaica mercificazione, unità familiari e sociali al collasso, derive morali e gracilità dell’indole costituiscono il contesto nel quale operano tutti coloro che, a vario titolo, sono parte integrante o collaterale della narrazione: artisti, mecenati, collezionisti, eredi della famiglia aristocratica che commissiona l’opera e la conserva nella sua quadreria, restauratori, nuovi acquirenti, studiosi d’arte.
Lo sviluppo diacronico che scandisce la lunga “vita” dell’Annunciazione si conclude in un contesto futuribile nel quale le dinamiche sociali e la presenza umana rispondono a circostanze distopiche di ribaltamento.
Il romanzo, pertanto, è segnato da una sorprendente e inaspettata svolta che imprime un abbrivio destabilizzante. L’originalità di Passaggi di proprietà consiste anche nell’aprire margini di riflessione, quanto mai attuali, sul valore di civiltà del patrimonio artistico e sulla sua trasmissione alle generazioni future.
Indicativo, in tal senso, è l’incipit del romanzo, dove il protagonista parla di sé in prima persona e ravvisa il particolarissimo valore attribuito alla sua stessa esistenza.
Ho vissuto come un essere umano.
Ho avuto una nascita, un’esistenza e una morte. Qualcuno mi ha creato e qualcosa ha deciso per me. Accade così anche per l’uomo.
Un evento ineludibile, a un certo tratto del suo cammino, che l’uomo stesso non può stabilire se non dandosi la morte, decide affinché il percorso si interrompa.
Ho avuto una lunga storia, una lunga vita delle quali vado fiero, perché ogni luogo che mi ha ospitato, ogni persona che ho incontrato, ha osservato la mia pelle, i miei tratti, e ne è rimasto segnato, come di fronte a una rivelazione ha intrattenuto con me un rapporto che non lo ha restituito alla sua più comune giornata nella stessa condizione antecedente all’incontro.
Dalla lettura sistematica e sequenziale dei capitoli è possibile ricondurre a unità l’articolata e appassionante vicenda costituita da un prologo, da uno svolgimento e da un epilogo secondo eventi caratterizzati da corrispondenze, rivolgimenti e colpi di scena inattesi.
Il titolo di fatto pertiene, in ragione dei rapporti che intercorrono tra i personaggi, anche all’affermazione del presunto diritto, considerato tale da alcuni protagonisti, di imporre un marchio di proprietà, di ribadire un possesso sugli altri, tentando di indirizzarne gli esiti di vita.
Il contesto storico di riferimento costituisce lo scorcio, il profilo sociale sul quale si staglia l’azione di ogni capitolo. Al servizio dell’impostazione diacronica è stata scelta un’opzione stilistica di adeguamento della lingua e della forma al periodo nel quale si consuma l’azione interna alle diverse sezioni narrative, comunque nella coerenza complessiva che rimanda a un’iconografia scelta e tenuta costante. È stata compiuta pertanto una consapevole operazione meta-linguistica e meta-letteraria che costituisce uno dei collanti del testo.
Per ogni capitolo l’epilogo è repentino e rapido, e in questo senso, l’intento è stato quello di contemperare la tradizione novellistica con il ricorso all’atto conclusivo e fulmineo che caratterizza certa prosa del Novecento in Europa e in America. Forse le analogie più pressanti, in tal senso, riguardano John Cheever e Charles Bukowski autori di racconti. Il clima che qualifica Passaggi di proprietà, anche in considerazione di tali argomentazioni, coniuga per altro, prospettive variate, atmosfere liriche e introspettive, il cinismo ironico, partecipato o asettico, con una presa evidente di posizione dell’io narrante.
Il raggiungimento ultimo potrebbe essere dunque quello, pur nell’originalità, di raccontare una storia che si compone di storie, un romanzo di romanzi caratterizzato da moventi, echi e memorie che il lettore solido e curioso non stenta a riconoscere pur nel loro carattere inedito.
Qualche ulteriore dettaglio utile può essere ricavato dai titoli dei singoli capitoli che innescano una consequenziale trama di corrispondenze e di rimandi reciproci.
Salvatore Enrico Anselmi: biografia
Salvatore Enrico Anselmi, docente, storico e critico d’arte, ha collaborato con il Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma (Atlante del Barocco in Italia, Roma 2014) e ha tenuto corsi di Storia dell’arte moderna presso alcuni atenei italiani. Ha pubblicato monografie dedicate alle vicende di committenza nobiliare di età moderna in area centro-italiana con particolare riguardo ai Giustiniani, ai Farnese, e ai Maidalchini-Pamphilj. Suoi contributi sono apparsi in riviste e atti di convegno.
Alle attività di ricerca affianca la scrittura con particolare dedizione per la narrativa d’introspezione. Il suo romanzo d’esordio, Exitus (Roma 2019), è stato segnalato dalla Società Dante Alighieri e inserito tra le opere in concorso al Premio Mastercard 2020.
Alcuni suoi racconti e testi poetici sono stati pubblicati in Rapsodia. A magazine of art and literature e in Critica Impura. Ha curato la rubrica “Marginalia” per Yawp: giornale di letterature e filosofie. Ha preso parte, tra l’altro, alle edizioni 2021 della Fiera Italiana dello Scrittore, alla rassegna Arte e Cultura nella città del Conclave e al Concorso Caffè letterario Moak attestandosi tra i vincitori.
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Maldestro porta in scena un monologo dedicato a Gino Strada
Antonio Prestieri, in arte Maldestro, uno degli artisti più apprezzati della scena cantautoriale italiana; torna al teatro e nello specifico sul palco del Piccolo Bellini di Napoli. Come autore, regista e attore si esibirà in un monologo dedicato a Gino Strada, il chirurgo che ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri.
“Io non sono pacifista” racconta la violenza della guerra. Il viaggio di un chirurgo che – dal Kurdistan al Ruanda, dall’Afghanistan alle zone più minate – ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri.
Un’analisi profonda e necessaria che spesso vede l’Occidente complice di questa follia contro l’umanità.Puntualizza Maldestro:
Era un uomo straordinario, di cui sentiremo molto la mancanza. È per uomini come Gino Strada che dovremmo essere fieri di poterci chiamare esseri umani. Anche se il mio personaggio è nato a Napoli e considera le stelle di Procida agopunture che gli risolvono il dolore.E ancora:
Spesso dimentichiamo che è solo un caso, soltanto un insensato caso essere nati dall’altra parte del mare, aver vissuto nella terra fertile, nel pensiero libero. Facciamo su e giù nelle più grandi metropoli, tra banche e grattacieli credendo di essere dalla parte giusta, nella società migliore. Siamo convinti di stare più avanti di chi ancora è dietro ai muli a trascinarsi la vita pezzetto pezzetto per non darla vinta alla barbarie.
Il novanta percento delle vittime di guerra sono civili. Donne, uomini e bambini che del gioco del potere non ne sanno niente eppure continuano a saltare per aria grazie a strumenti di guerra fabbricati proprio nelle città dove noi crediamo di stare al sicuro, nel mondo civile, tra banche e grattacieli. Questo deve farci porre delle domande. Una su tutte: siamo i buoni o i cattivi?Conclude Maldestro:
Sono passati sei anni dall’ultima volta che ho messo le mani su un copione. Troppi. La musica mi ha fatto fare viaggi incredibili ma senza volerlo mi ha levato il tempo di vivere di teatro. Ho riflettuto in questi due anni strani, e di soste ai box, e ho capito che era arrivato il momento di ritornare a chiedere la mano del mio più grande amore. Così ho scritto questo testo e ho dato vita a una nuova compagnia d’arte teatrale. Fluida.
4 comments on La 44esima edizione del Laceno D’oro si è conclusa: ecco i vincitori
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