The Box è un corto animato che mostra la storia di uno dei tanti milioni di bambini che subiscono la guerra.
Il progetto nasce dalla University of the Arts di Londra. La pellicola animata è stata proiettata in oltre 225 festival e in 52 paesi diversi, vincendo 41 premi in tutto il mondo.
The Box inizia mostrando la vita felice di un bambino, che gioca con il suo gatto, immaginando che uno scatolone di carta sia la sua casa.
Pian piano l’immagine serena si tramuta e lo scatolone inizia a prendere varie forme che non sono più quelle della casa rassicurante ma diventa un posto per rifugiarsi e per difendersi dalla guerra, dalle sue brutture e dalla paura di non saper identificare bene ciò che sta accadendo.
Lo scatolone, infine, diventa una barca che naviga verso una destinazione ignota perché non è importante la meta ma la speranza di poter vivere meglio o semplicemente quella di poter guardare il mondo con l’incanto che tutti i bambini dovrebbero fare.
The Box è corto animato delicato, semplice e diretto, non gioca sul sentimento della compassione, che lascia il tempo che trova a livello emozionale. L’intento del lavoro è quello di far riflettere, ponendo l’attenzione su un punto di vista che, molto spesso, dimentichiamo o che non vogliamo vedere.
You Might also like
-
Ritrovata in Abruzzo la porta rubata al Bataclan con murale di Banksy
La porta di uscita di sicurezza del Bataclan, il locale parigino dove 13 novembre 2015 a causa di un attentato terroristico persero la vita 90 giovani che stavano assistendo al un concerto live degli Eagles of Death Metal, era stata rubata nel 2019 dopo che Banksy, il celebre street artist, aveva realizzato nel 2018 un graffito, per ricordare il triste episodio.
La porta è stata ritrovata in un casale della campagna abruzzese dai carabinieri di Alba Adriatica (Teramo). Il ritrovamento è stato possibile grazie alle indagini condotte dalla Procura distrettuale insieme agli organi di polizia e della magistratura francese.
Sulla porta nera è raffigurata una donna dipinta di bianco con lo sguardo vuoto e rivolto verso il basso, un cappuccio che sembra un velo come quelli utilizzati per rappresentare il lutto. La giovane donna ha entrambe le mani impegnate: in una stringe un fazzoletto mentre nell’altra impugna, probabilmente, una macchina fotografica.
La donna racchiude tutte le versioni umane che hanno vissuto o subìto le conseguenze della strage. La protagonista del graffito rappresenta tutti i 90 giovani che hanno perso la vita durante il live e che, al momento della morte, come unica arma per difendersi avevano un macchina fotografica o uno smarthphone per riprendere l’evento.
Il velo sul capo e il fazzoletto rappresentano le lacrime versate dai familiari, da chi è riuscito a salvarsi e dall’intera popolazione francese e mondiale che restò immobile e addolarata davanti ad un gesto truce, disumano, spietato e senza senso.
Lo street artist con un semplice graffito è riuscito a racchiudere tutto ciò che è scaturito in una notte e che doveva essere, per ciascuna vittima e ciascun superstite, una serata all’insegna del divertimento e della spensieratezza.
-
Manca poco per il Gala Internazionale Gesualdo danza
Cresce l’attesa per un evento dal grande valore culturale che vedrà riuniti ad Avellino i più prestigiosi nomi del panorama della danza internazionale.
Domenica 24 aprile con inizio alle ore 20.30, nell’ambito del primo Concorso Gesualdo Danza, il palcoscenico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino diventerà un luogo magico e straripante di bellezza grazie alla presenza di 11 étoile internazionali che si esibiranno per dar vita ad una serata di gala che emozionerà sicuramente i presenti.
Nel corso dello spettacolo si alterneranno l’étoile Giuseppe Picone, uno dei più grandi ballerini di danza classica al mondo, e le altre stelle della danza internazionale quali Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru, Luisa Ieluzzi e Stanislao Capissi, Arianne Lafita e Vittorio Galloro, Lucia Lacarra e Matthew Golding, Giuliana Mele e Mario Laterza (Spellbound).
Il progetto, ideato e fortemente voluto da Guendalina Manzi, direttrice della scuola tersicorea “Esmeralda” di Avellino, vede il maestro Fabrizio Esposito nelle vesti di direttore artistico.
Durante l’evento saranno attribuiti i seguenti riconoscimenti: Premio Carla Fracci, Premio al talento, Premio Produzione, Premio Formazione, Premio Carriera.
Presenterà la serata Luisa Mariani di Piuenne TV.
La serata di gala sarà preceduta, sabato 23, dai concorsi nazionali ed internazionali che vedranno la partecipazione di numerose scuole di danza italiane che si disputeranno numerosi premi e borse di studio alla presenza di giudici di altissimo prestigio quali: Giuseppe Picone (etoille internazionale – Presidente Giuria Internazionale), Franco Miseria (coreografo TV – Presidente di Giuria Nazionale), Alen Bottaini (direttore Bavaria ballett academy di Monaco di Baviera), Alessandro Rende (direttore Europa in danza e Italian dance award), Alin Gheorghiu (consigliere onorifico balletto dell’Opera Nazionale di Bucarest), Azzurra di Meco (giornalista e coordinatrice danza cantiere internazionale d’arte di Montepulciano), Emanuele Battista (coreografo internazionale), Fabio Gison (Solista e coreografo teatro San Carlo), François Petit (Assistente direttore Ballett Schule Theater Basel), Irma Cardano (Coreografa internazionale), Manuela Barbato (Art journalist and dance curator Teatro Bellini di Napoli), Mario Nocera (Responsabile area Urban), Massimiliano Craus (Critico di danza e giornalista), Peter Valentin (coreografo internazionale), Roberto D’urso (Responsabile modern/jazz), Stefano Angelini (Solista teatro San Carlo), Valentina Marini (presidente A.I.D.A.P. – direttore Spellbound Contemporary Ballet Roma).
Il concorso sarà per i giovani allievi un’occasione di crescita professionale unita alla possibilità di guadagnare esperienze formative di prestigio.
Il Teatro Gesualdo, durante l’evento, ospiterà la mostra fotografica “AQVA” di Luigi Bilancio e la presentazione del volume “Giselle e il teatro musicale” di Maria Venuso, Docente di Storia della danza presso l’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli.
-
Brevi interviste con uomini schifosi interpretato da Lino Musella e Paolo Mazzarelli
Brevi interviste con uomini schifosi (1999), una raccolta di 23 racconti, di David Foster Wallace diventa una rappresentazione teatrale diretta da Daniel Veronese e interpretata da Lino Musella e Paolo Mazzarelli.
Una scelta coraggiosa quella di Veronese, per chi conosce bene lo scrittore e i contenuti dei suoi romanzi, in particolare dell’opera letteraria in questione. Brevi interviste con uomini schifosi, se volessimo riassumerlo con poche parole, è un bestiario completo che racchiude e definisce l’umanità e la società intera.
Dei 23 racconti che compongono il testo letterario sono stati scelti 8 dialoghi, che meglio definiscono il mood dell’opera e che ben riflettono, con le dovute sfumature che caratterizzano ciascun io, ciò che caratterizza l’uomo nella sua essenza e totalità individuale e collettiva.
Siamo tutti in qualche modo difettati: c’è chi esaspera un tratto distintivo caratteriale, chi diventa vittima, chi carnefice ma ciò che predomina è il ruolo, consapevole o scelto a ragion veduta, che ciascun individuo decide e vuole interpretare, per arrivare ad un fine sia esso materiale o metafisico.
Il cinismo e lo humor nero predominano nella rappresentazione teatrale portata in scena, dividendo il pubblico facendolo alternare, durante i diversi dialoghi, tra chi si immedesima e partecipa in sacro silenzio, alle volte commiserandosi o prendendo semplicemente consapevolezza di ciò che si è e tra chi ride travolto dall’assurdità di un momento o di un sentire che non gli appartiene e che sente lontano. In base a questa divisione e a questa tipologia di approccio, si nota quella vena disincantata e cruda che appartiene a quel modo di descrivere la vita nella sua poca eleganza che definisce un quadro grottesco di ciò che siamo, in fondo lo siamo un po’ tutti. Ciascun essere umano definisce un ruolo per se stesso, in cui si identifica e che ha lo scopo di farci vivere, in fondo, per come abbiamo scelto e per come vogliamo farci riconoscere sia dall’altro che dalla società intera.
Brevi interviste con uomini schifosi tocca diverse problematiche non solo individuali e disturbate ma soprattutto sociali. Un esempio nonché tratto distintivo è la scelta non casuale di Daniel Veronese di portare sul palco due uomini che senza travestimenti, imbelletti o riconoscibili da tratti distintivi sessuali si scambiano i ruoli interpretando l’uomo e la donna durante lo spettacolo. Una scelta, questa, che ben si presta alla modernità dei nostri tempi.
Il risultato della rappresentazione teatrale trasuda di una verità cruda che non parla per metafore e di riflessioni intime e sociali su cui, ciascuno spettatore, inevitabilmente valuterà.
Brevi interviste con uomini schifosi è stato in scena fino al 6 febbraio al Teatro San Ferdinando di Napoli mentre dall’8 al 13 febbraio è in scena al Teatro India a Roma.
One comment on “The Box è il corto animato che mostra la guerra con gli occhi dei bambini”
Comments are closed.