Una donna, tra le pareti del suo studio di psicologia, in attesa dell’arrivo di un cliente, riflette sulla propria vita e i recenti cambiamenti che l’hanno sconvolta: il lavoro, la fine del matrimonio, la maternità mai desiderata.
Lungo un racconto dal ritmo incalzante, quasi più vicino a un inesorabile flusso di coscienza che a un semplice monologo teatrale, la protagonista rielabora la propria esistenza, cercando di riannodare i fili che la legano alla realtà, in un crescendo in cui momenti fortemente drammatici si alternano a frammenti di esilarante comicità.
Monica Nappo: biografia
Monica Nappo fin da giovanissima inizia a scrivere testi di stand up comedy, vincendo a vent’anni La Zanzara D’Oro, concorso nazionale per comici.
Comincia a lavorare in teatro con Mario Martone e, per oltre un decennio, nella compagnia di Toni Servillo, collaborando anche con registi quali Sepe, Cirillo, Lievi, Arias, Cecchi e Alessandro Gassman.
A queste produzioni affianca il lavoro sia di attrice che di regista di drammaturgia contemporanea britannica (portando per la prima volta nei teatri italiani testi di Tony Kushner, Sarah Kane, Dennis Kelly), oltre che di traduttrice (Every brilliant thing di Duncan Macmillan e Kelly’s play vol. 1).
Al cinema è co-protagonista del film Estate Romana di Matteo Garrone, e vanta collaborazioni con importanti registi italiani (Paolo Sorrentino, Silvio Soldini, Ferzan Ozpetek, Leonardo Pieraccioni e Ivan Cotroneo) e internazionali (Ridley Scott, Peter Greenaway e Woody Allen).
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Sulle orme della materia Mostra personale dell’artigiano orafo Ivan Barbato
Dopo la presenza alla dove si è aggiudicato il prestigioso premio Incinque Jewels sul tema del Gran Tour, l’Associazione Culturale Incinque Open Art Monti premia il talento di Ivan Barbato con la mostra personale Sulle Orme della Materia al 5 al 7 maggio. Prosegue l’attività dell’Associazione per la valorizzazione della cultura del gioiello contemporaneo con una mostra capace di “approfondire quella stretta correlazione tra tradizione e innovazione”, dice l’Architetto Monica Cecchini, ideatrice e organizzatrice della RJW e della Galleria Incinque Open Art Monti. Sulle orme della materia è un viaggio a ritroso che l’artigiano orafo Ivan Barbato percorre tra luoghi e diverse forme d’arte, non solo orafa.
Protagonista indiscusso della mostra il gioiello Sulle orme del tempo caro al pubblico romano perché si è aggiudicato l’ambito Premio Incinque Jewel, unione inedita di materiali e tecniche che hanno origine in diversi luoghi ed epoche storiche.
Un vero e proprio percorso attraverso il vissuto dell’autore dove il volto di Medusa ricorda quei temi della mitologia ammirati sin da piccolo, dove il materiale – la pietra lavica del Vesuvio – riconduce a quella terra campana che riporta alle sue origini. Luoghi magici come l’antica città di Pompei, che con i suoi scavi e i suoi reperti archeologici ha conquistato Ivan Barbato e accompagnato il suo progetto artistico e la grande passione per gli antichi mosaici romani. Nell’originale miscela creativa di tradizione e innovazione, l’estro dell’eclettico artigiano orafo lombardo interpreta nella Galleria di Monica Cecchini un viaggio nella storia attraverso luoghi e forme d’arte, preziosi tributi che il tempo non potrà mai scalfire.
I miei gioielli sono eseguiti in modo del tutto artigianale, prestando particolare attenzione alla lavorazione del metallo, alla tecnica del traforo e alla modellazione in cera. Si tratta di creazioni realizzate a mano con gemme di qualsiasi tipo, preziose semi preziose e non. ll mio mantra è un mix: plasmare ogni pezzo con la sua montatura e foggiare un fascino che sappia regalare emozioni nel tempo.
La mostra ha inizio con la collezione Antica Roma, monili realizzati in materiale non prezioso come il bronzo e marmo travertino noce, per poi passare alla collezione Infinity realizzata in collaborazione con il mosaicista Fabio Bordi. Il visitatore potrà ammirare una serie di gioielli anch’essi in bronzo dove la minuziosa modellazione dell’orafo si unisce al paziente lavoro del micro mosaico in marmo o smalti veneziani. Proseguendo si potranno ammirare particolari pezzi unici in argento, fino ad arrivare all’alta gioielleria. È la volta dei lavori in oro, rivisitazione di Ivan Barbato dei diversi stili.
Da quello archeologico a quello che l’artista definisce Mediterraneo, dove corallo, conchiglie, turchesi e pietre laviche, unite alla lavorazione dell’oro, sono protagonisti di gioielli che riassumono temi legati alla mitologia classica. Talvolta corpi ibridi che ricordano le decorazioni a grottesca nonché linee sinuose che via via declinano nel Liberty. Tocca quindi allo stile rinascimentale fiorentino, in cui spiccano la tecnica del traforo applicata al metallo, l’incisione a bulino e i temi ornamentali strettamente legati alla riproduzione di disegni geometrici e all’imitazione delle fantasie di alcuni tessuti. Il gran finale è un tributo ai gioielli che evocano l’Art Nouveau. Qui la natura è musa ispiratrice del design: fiori e delicati corpi femminili sono l’ornamento dominante, realizzati unendo oro a pietre preziose e semi preziose in una delicata armonia delle forme.
Ivan Barbato taglierà il nastro della sua personale con la curatrice Monica Cecchini in occasione del vernissage della mostra (opening 5 maggio ore 18:00) intrattenendosi con i visitatori presenti.
Galleria Incinque Open Art Monti di Monica Cecchini, via Madonna dei Monti, 69 Roma
Orari della mostra: venerdì 5 vernissage 18/21, sabato 6 11 /13:30 – 16:30/20:30, domenica 7 11/13 – 16/20.
A proposito di Ivan Barbato
Classe 1981, nato a Gallarate in provincia di Varese, Ivan Barbato è un artigiano della tradizione orafa italiana che ha il suo laboratorio creativo a Cardano al Campo in provincia di Varese. Scopre questo antico mestiere a soli 8 anni, osservando dalla finestra di casa l’antica oreficeria nella quale lavorava la madre.
Quel mondo lo affascina e presto le fantasie di bambino si trasformano in una passione e un mestiere. Nel 1997 consegue l’attestato di qualificazione professionale presso il CAPAC di Milano. Finiti gli studi, lavora per un decennio in diverse aziende del settore orafo. Nel 2008 inaugura il suo laboratorio atelier, realizzando un sogno e creando la sua prima linea di gioielli che desse ampio risalto alla lavorazione artigianale. Dopo poco tempo, insegue un altro suo desiderio, cominciando a insegnare alle giovani leve oreficeria in una scuola professionale.
Parallelamente, avvia un’importante collaborazione con un brand Italiano dell’alta gioielleria conosciuto in tutto il mondo, esperienza che gli permette di affinare ulteriormente la propria manualità, realizzando pezzi unici di elevatissimo pregio.
Nel 2011 riceve con orgoglio il riconoscimento ARTIS – Eccellenza Artigiana Lombardia nel settore Metalli Preziosi, Artigianato Tradizionale e Artistico. Partecipa nel frattempo assiduamente a mostre di artigianato e di settore per dare sempre più visibilità alle sue creazioni. Nel 2017, in occasione dell’evento “Maestri del gioiello” a Milano, si aggiudica il primo premio degli operatori del settore inerente al concorso “Jacopo da Trezzo”.
Nell’ottobre 2022, alla Roma Jewerly Week vince il primo premio del concorso “Incinque Jewels” grazie al gioiello “Sulle orme del tempo”, unione inedita di materiali e tecniche che hanno origine in diversi luoghi ed epoche storiche. L’atelier di Ivan Barbato si trova a Cardano al Campo in via del Mille 25, in provincia di Varese, a poca distanza dall’aeroporto di Milano Malpensa e a soli 20 minuti di auto da Milano.
A proposito della Galleria Incinque Open Art Monti di Monica Cecchini
Cuore pulsante del Rione Monti, è unica nel suo genere e offre intatto lo scenario di diversi secoli fa. Spiccano nelle mura medievali straordinari elementi marmorei di risulta, derivati proprio dall’adiacente zona dei Fori. Uno spazio che sa valorizzare l’arte in tutte le sue forme.
Con il Premio Incinque Jewels, evento di punta della RJW, giunto alla quarta edizione, l’Associazione Culturale Incinque Open Art Monti valorizza e diffonde la cultura del gioiello contemporaneo, d’autore, d’artista e delle realtà orafe. Monica Cecchini, architetto, curatrice di mostre ed eventi, presidente e co-fondatrice dell’associazione e dell’omonima galleria Incinque, è la ideatrice del progetto della Roma Jewelry Week, un evento culturale, il cui intento è quello della valorizzazione oltre che del gioiello contemporaneo, anche del patrimonio artistico, culturale e immateriale della città eterna.
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Mostra Kême per l’attesa apertura del Tempio di Serapide
Da domenica 20 giugno 2021 alle ore 11.00 e in occasione dell’apertura del “Macellum di Pozzuoli- Tempio di Serapide”, la Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli in collaborazione con Aporema o.n.l.u.s., nell’ambito dell’ATI Macellum, (“La Terra dei Miti s.r.l.”, “Associazione Amartea”, “Aporema onlus” “Graficamente srl”) presenta la mostra Kême.
Il progetto espositivo, nato e realizzato grazie alla collaborazione con il Parco archeologico dei Campi Flegrei, a cui hanno preso parte 14 studenti appositamente selezionati attraverso un concorso
tematico, mette in evidenza la possibile interazione tra il linguaggio contemporaneo e quello archeologico.Il titolo stesso della mostra traduce l’intento, “Kême” in egiziano, infatti, si riferisce a terra nera o materia prima: la materia che dà origine. Così come Serapide, divinità egizia creata per favorire l’incontro tra due civiltà, Kême che da termine egiziano, in arabo diventa al-kimya trasformandosi quindi in alchimia, disciplina finalizzata alla trasformazione della materia tramite il fuoco.
Terra e fuoco sono gli elementi primordiali della trasformazione, anche elementi caratteristici della terra dei Campi Flegrei.
Basandosi su questi temi gli allievi hanno prodotto sculture in materiali argillosi, terracotta o/e ceramica, rispondendo al tema preposto e alla collocazione integrata site-specific. Ogni opera ha una propria autonomia estetica e pur diversificando la matrice che li contraddistingue, dà vita a un percorso espositivo funzionale alla comprensione e l’evoluzione della concettualità e delle capacità scultoree che ad essi appartengono.
Francesca Arduino, Gaetano Fabozzi, Antonio Flumeri, Salvatore Mancino, Tammaro Menale, Rebecca Miccio, Roberto Pesacane, Rosanna Pezzella, Alessandro Piromallo, Salvatore Russo, Biagio Salvati, Antonio Salzano, Noemi Saltalamacchia e Lucia Schettino sono i giovani in mostra.
Le porte del Tempio di Serapide saranno aperte al pubblico e le opere saranno visibili fino al 30 di settembre 2021.All’opening interverranno:
Dott. Fabio Pagano, Direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei;
Antonio Manzoni, Presidente di Aporema onlus, partner dell’ ATI Macellum;
Prof. Renato Lori, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli;
Prof. Valter De Bartolomeis, Dirigente Scolastico Istituto ad indirizzo raro Caselli De Sanctis di Napoli;
Prof.ssa Rosaria Iazzetta, Coordinatrice di Scultura dell Accademia di Belle Arti di Napoli;
Prof. Nello Antonio Valentino, Docente di Formatura, tecnologia e tipologia dei nuovi materiali, dell’ Accademia di Belle Arti di Napoli.La Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con i corsi condotti dalla Prof.ssa Rosaria Iazzetta, Prof. Nello Antonio Valentino, Prof.ssa Elisa Laraia hanno avuto funzione organizzativa e tecnica dell’evento, mentre Marcello Merenda e il corso di fotogiornalismo dell’Accademia, del Prof. Mario La Porta, funzione documentativa delle fasi di lavorazione e
dell’esposizione, Il Prof. Antonio Manzoni con l’Associazione Aporema Onlus funzione ideativa e logistica del concorso Kême, il Dirigente Valter Luca De Bartolomeis, con Istituto ad indirizzo raro Caselli De Sanctis di Capodimonte supporto tecnico-pratico all’evento, e il Sito Macellum (Tempio di Serapide) all’interno del Parco archeologico dei Campi Flegrei, cornice perfetta per
un’interazione interdisciplinare e significativa, viste le vicissitudini culturali e di comunità, che l’arte e la socialità esigono, in questo momento e sempre. -
Valentina Taccone ci spiega nel dettaglio il progetto Ricreazione al vigneto
L’Irpinia è una terra di sconfinata bellezza e di ricchezza dal punto di vista ambientale e naturalistico. La sua tradizione comunitaria è ben radicata nell’agricoltura ma intanto i giovani continuano a fuggire, per giuste ragioni, da questi luoghi elogiati dai più e vissuti da pochi.
Ricreazione al vigneto è un progetto culturale ad ampio raggio che cerca di radicare al territorio le nuove generazioni, partendo dalla risorsa culturale legata al settore agroalimentare. In che modo? Aprendo le porte di un’eccellenza culturale del territorio: la scuola enologica De Sanctis di Avellino attraverso un progetto sull’agricoltura 4.0 con focus sul marketing agroalimentare e sul turismo enogastronomico.
Nell’immaginario collettivo si è sempre pensato all’istituto agrario come ad una delle scuole, seguita da quella artistica, che offriva poco a livello culturale e men che meno prospettive lavorative. La realtà è ben diversa perché le declinazioni e le prospettive lavorative sono diverse e sfaccettate.
Il piano di studi offerto dalla Scuola Enologica De Sanctis di Avellino è pensato per dare struttura e competenze caratterizzanti ai propri allievi. Agrinuovo infatti è un piano didattico pensato per migliorare i sistemi di produzione e di commercializzazione delle aziende presenti sul territorio. Ciò potrebbe non eliminare completamente la piaga dello spopolamento in Irpinia ma quanto meno gettare le basi per un cambio di rotta dei giovani che potrebbe spingerli a restare con reali prospettive occupazionali.
Ricreazione al vigneto contro lo spopolamento in Irpinia
L’agroalimentare e l’imprenditoria legata a questo settore rappresentano un punto nevralgico per la naturale crescita economica di questo territorio. Le percentuali in termini di occupazione e di emigrazione tra i 18 e i 25 anni da tempo è ormai alta.
La piaga dello spopolamento ormai in questi posti è divenuta una grande piaga perché nonostante le risorse territoriali, le prospettive lavorative sono molto basse per una serie di ragioni, molte tra queste legate a diverse falle presenti all’interno delle istituzioni che dovrebbero creare maggiori prospettive reali per la futura generazione. Il discorso sarebbe ampio ma questa non è la sede opportuna per affrontare tali argomenti.
Ricreazione al vigneto rappresenta un nuovo modo di guardare alle risorse del territorio che attraverso la collaborazione e la concretezza vuole guardare al futuro con un piglio differente e non rassegnato.
Attraverso talk, visite in cantina, degustazioni e momenti culturali vuole mostrare in concreto cosa si può fare realmente per guardare l’Irpinia da un altro punto vista.
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