Pierluigi Bersani ad Avellino insieme all’eurodeputato Massimo Paolucci e all’on. Francesco Todisco spiega i motivi che hanno portato Mdp-Articolo 1 a sostenere in queste elezioni Europee i candidati del Partito Democratico, nelle cui liste il movimento da lui presieduto avrà il cosiddetto diritto di tribuna.
Sulle vicende amministrative del capoluogo, Bersani è lapidario: “Tre centrosinistra sono troppi. Ce ne vorrebbe uno solo che tirasse una riga tra quello che è stato e quello che sarà”.
Infine, un passaggio sulle forze di Governo: Movimento 5 stelle e Lega, sul cui operato è molto critico.
Francesco Todisco: intervento
Non avrei mai preso parte a scelte minoritarie e velleitarie. Era necessario dare un segnale di compattezza, un segnale forte rispetto a ciò che sta accadendo nel Paese, rispetto a ciò che sta accadendo in Europa. È stata una scelta sofferta, l’abbiamo fatto nonostante il Partito Democratico che c’è.
Rosanna Repole: intervento
Queste sono le elezioni Europee più difficili. Ho deciso di recuperare la tradizione antica della campagna elettorale casa per casa per chiedere alla gente un voto responsabile per il Partito Democratico.
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Barack Obama scende in sostegno della Casa Bianca
Barack Obama scende in campo sostenendo la Casa Bianca durante la settimana decisiva per il futuro dell’agenda di Biden.
La proposta fatta è quella di aumentare le tasse dei ricchi, per poter finanziare il piano di spesa del Presidente. In questo modo sarebbe possibile assicurare fondi necessari per la sanità, per i servizi all’infanzia e per la lotta contro il clima.
Barack Obama in un’intervista rilasciata all’Abc dichiara:
Penso che i più ricchi se lo possano permettere, ce lo possiamo permettere. Ora mi metto in questa categoria.
Penso che chiunque finga che sia una difficoltà per i miliardari pagare un po’ in più di tasse, in modo che una mamma single riceva assistenza all’infanzia o in modo che possiamo assicurarci che le nostre comunità non siano inondate da incendi e inondazioni e che stiamo facendo qualcosa per il cambiamento climatico per la prossima generazione non è un’azione insostenibile.
Si stima infatti che la fortuna dell’ex Presidente si aggiri intorno ai 70 milioni di dollari. Nel 2017, dopo aver lasciato la Casa Bianca, ha pubblicato un libro come parte di un contratto di libri da 65 milioni di dollari. Insieme alla moglie ha firmato un accordo Netflix che si ipotizza possa valere più di 100 milioni di dollari.
I repubblicani e i gruppi legati all’imprenditoria si oppongono agli aumenti delle imposte sulle società e sulle persone nel pacchetto di spesa Biden, che ha un costo di 3,5 trilioni di dollari e punta a migliorare l’assistenza sanitaria, il settore legato all’infanzia e la lotta contro i cambiamenti climatici.
Biden sta cercando di rendere le infrastrutture più efficienti attraverso la ricostruzione di numerosi edifici, strade, ponti, porti in modo da poter essere fortificati in vista dei cambiamenti climatici. C’è bisogno di investire in tipi di efficienza energetica che saranno necessari per combattere il cambiamento climatico.
I democratici intanto hanno indicato questo progetto come una crisi fabbricata perché a loro avviso si avrebbe un collasso economico.
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Provincia di Avellino: linee programmatiche di governo 2021-2025.
L’introduzione della legge di riforma delle Province (c.d. Legge Del Rio n. 56 del 7 aprile 2014) ha generato grandi incertezze normative e restrizioni finanziarie che hanno fortemente compromesso il ruolo di questi enti ed in particolare l’efficacia di alcuni servizi essenziali ai cittadini, a partire da viabilità ed edilizia scolastica. Le ultime leggi finanziarie hanno finalmente impegnato risorse che se pur non sufficienti, hanno ridato valore a questi enti di prossimità e di Area Vasta; per questo, l’occasione del rinnovo del Governo provinciale, rappresenta il primo passo avanti per restituire il giusto rilievo a quelle funzioni fondamentali ancora attribuite a questi enti e garantire risposte adeguate ai bisogni delle comunità irpine. La Provincia di Avellino ha dimostrato negli ultimi anni di essere virtuosa, pur tra ristrettezze di bilancio e carenze di personale. Non si è registrata, tuttavia, una visione di sistema e di progetto territorio, fatta eccezione per qualche sporadico episodio, che fosse davvero efficace.
L’assenza di una responsabile programmazione, basata sui principi della condivisione e della sussidiarietà, in relazione alle funzioni attribuite dalla legge su temi di grande sensibilità sociale e di diretto interesse dei cittadini quali la viabilità, l’edilizia scolastica, i trasporti, l’ambiente, la pianificazione territoriale, renderebbe ancora più grave il vulnus che si è creato fra cittadino e rappresentante politico. La distorsione del principio democratico di elezione dei propri rappresentanti (eletti che nominano altri eletti), ha indebolito gravemente quel vincolo elettorale e di risultato tra cittadino ed eletto che assume, invece, un valore essenzialmente morale, prima ancora che politico, nei confronti delle persone che si trovano ingiustamente escluse dalla possibilità di scelta.
Da ciò scaturisce la necessità di riportare la politica, grande assente degli ultimi anni, alla guida della Provincia di Avellino, agendo in assoluta discontinuità con la gestione dell’amministrazione uscente, costruendo un percorso identitario, basato su principi riconoscibili e col fine ultimo della tutela delle comunità irpine e del rilancio del territorio. Nessuna comunità potrà e dovrà essere dimenticata, come nessun’altra sarà privilegiata; ogni sindaco troverà disponibilità all’ascolto perché non saranno i muri, ma i ponti a caratterizzare questo mandato amministrativo.
I consiglieri saranno messi nella condizione di avanzare proposte e dialogare in modo costruttivo, pur non dimenticando la sostanziale differenza di ruolo tra i rappresentanti di forze politiche che hanno sostenuto la candidatura del Presidente eletto e coloro i quali, legittimamente, hanno compiuto scelte diverse.
Sarà necessario un percorso programmatico e strategico, nonché una visione della Provincia che devono essere sanciti in un vero e proprio “patto di governo” che leghi, alla luce del sole, il Presidente, i sindaci e gli amministratori tutti, oltre che tutte le parti sociali ed imprenditoriali del territorio.
Linee Programmatiche
Le linee programmatiche possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Assicurare alla Provincia di Avellino una visione prospettica, favorendo finalmente il consolidamento di un ente che, nel rapporto con la Regione e lo Stato, diviene “soggetto di regia” dello sviluppo territoriale, «Casa dei Comuni», ponendosi al servizio del territorio, attivando processi di «amministrazione condivisa» nonché di supporto tecnico, anche con l’ausilio di nuove figure altamente specializzate, individuate attraverso un trasparente reclutamento, in sintonia con le azioni intraprese dal Ministero della funzione Pubblica.
- Garantire attraverso una pianificazione razionale ed equa, per ambiti di intervento, un graduale e definitivo riassetto della rete viaria provinciale, basato anche su un programma quadriennale che consenta di pianificare gli interventi sulla gran parte dei 1600 km di viabilità e che segua criteri oggettivi di priorità. Attualmente ci sono storture inaccettabili sui ritardi di programmazione e messa in cantiere delle opere (la segnaletica, ad esempio, viene contrattualizzata ogni anno in primavera, dopo che la nebbia che colpisce in inverno, specie i territori di altura, è ormai scomparsa). Secondo il principio sussidiario e di partenariato, occorrerà favorire, inoltre, l’azione diretta dei Comuni attraverso la sottoscrizione di convenzioni o protocolli d’intesa che consentiranno, da un lato, una maggiore celerità nella realizzazione degli interventi, da un altro, un più efficace e diretto controllo sulla qualità dei lavori. Riguardo ai viadotti, va completata la progettazione e la programmazione di tutti i ponti compresi nella viabilità provinciale. Affianco all’avviata attività di monitoraggio e di verifica della stabilità dei ponti, si dovrà procedere ad uno screening puntuale e metodologico anche con tecniche innovative digitali, sia sull’analisi degli interventi necessari che su un piano di manutenzione temporale, raccogliendo tutte le informazioni tecniche del manufatto all’interno del “fascicolo della infrastruttura” e candidando progetti specifici sui fondi del PNRR (Misura 3 del Recovery Plan: “…..introdurre sistemi digitali di monitoraggio da remoto per la sicurezza delle arterie stradali e conseguenti urgenti opere per la messa in sicurezza arterie stradali, ponti e viadotti ammalorati”).
- Aumentare la capacità di investimento sull’edilizia scolastica, soprattutto sulla messa in sicurezza degli edifici, completando la dotazione progettuale esistente facendosi trovare pronti per l’impiego delle risorse del PNRR sulla Misura specifica “3 Riqualificazione o ricostruzione in chiave di efficienza energetica e antisismica” e realizzando intelligenti operazioni di razionalizzazione della spesa, superando anche le criticità sugli interventi di manutenzione ordinaria affidati ai dirigenti scolastici, collaborando con loro in modo costruttivo. Predisporre un intervento strategico e straordinario sul monitoraggio e la verifica di tutto il patrimonio scolastico fino all’adozione del “fascicolo del fabbricato” che comprenda anche un programma di manutenzione e verifica scadenzato, oltre a tutte le informazioni sulla vita dell’edificio. Seguendo sempre il principio della sussidiarietà e della responsabilità, è necessario favorire un dialogo costruttivo fra Comuni interessati, dirigenti scolastici, rappresentanti degli studenti, attivando anche forme innovative di comunicazione e informazione. Gli investimenti avviati sui “Poli Formativi di Eccellenza”, a partire dal polo enologico di Avellino, devono essere ripresi, rivalutati e strutturati in una prospettiva di “sistema” attraverso la realizzazione di un campus diffuso di altissima formazione coinvolgendo Comuni, università, istituti culturali, mondo delle imprese, CIRPU, favorendo da un lato la conoscenza a livelli di eccellenza e da un altro agevolando i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. Questa missione, pur non essendo precipuamente nelle funzioni proprie della provincia, dovrà inserirsi nel contesto della valorizzazione del territorio e dell’istruzione, con formale intesa con la Regione Campania.
- Definire, attraverso una caratterizzazione di “indirizzo” la partecipazione della Provincia agli enti sovracomunali o strumentali non legandola alla titolarità del presidente o alla “delega” ma ad una precisa scelta che tenga conto di motivazioni coerenti con gli indirizzi politici-programmatici assunti, nell’interesse preminente dei cittadini, soprattutto per quel che riguarda l’Alto Calore, Consorzio ASI e Irpiniambiente. Su Irpiniambiente apro e chiudo parentesi: Occorre da parte della Provincia un rinnovato sistema di controllo sulla gestione. Irpiniambiente è “patrimonio” della Provincia, ma, prima ancora, della intera comunità irpina. Un patrimonio che va salvaguardato per farci trovare pronti nel momento in cui l’Ente d’Ambito dovrà avviare le procedure e le scelte rispetto alla scelta del gestore unico.
- Rivalutare gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica territoriale con particolare riferimento al P.T.C.P. e ad un opportuno aggiornamento, soprattutto per quanto attiene la coerenza dei piani comunali a detto strumento, recuperando un protagonismo ed un’autorevolezza di indirizzo rispetto a scelte di singoli Comuni che possono incidere negativamente su aspetti di sviluppo interessanti territori contigui o più vasti, addirittura in contrasto con le vocazioni indicate nel piano medesimo; Anche in relazione all’energia e allo sfruttamento del territorio, affiancare la Regione rispetto a scelte all’interno del PEAR e Piano Paesaggistico che non stravolgano la vocazione territoriale o compromettano la salvaguardia del paesaggio irpino soprattutto sul tema dell’energia rinnovabile. Anche nelle azioni di programmazioni di area vasta avviate da alcuni enti territoriali, la Provincia deve impegnarsi ad assumere ruoli di coordinamento e di ottimizzazione di processi di sviluppo complessi e sistematici, sul principio di proposta dal basso e verso obiettivi di “smart land” innovativi. I principi che dovranno ispirare la pianificazione territoriale dovranno basarsi sullo sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente e la coesione territoriale, con lo scopo di migliorare la qualità di vita delle popolazioni presenti e future
- La Provincia, nell’ambito della funzione di ente di area vasta e di coordinamento sullo sviluppo del territorio, dovrà elaborare quei Progetti Strategici che si collocano a un livello di maggiore complessità e si propongono di implementare alcune visioni di medio e di lungo periodo, soprattutto nel campo delle infrastrutture. Va ripreso e rilanciato il “Patto per lo Sviluppo” della Provincia di Avellino, completamente scomparso dall’agenda politica provinciale degli ultimi anni e che deve essere, invece, un luogo all’interno del quale tutti gli attori dello sviluppo del territorio (istituzioni, parti sociali, associazioni, rappresentanti dei soggetti produttivi ed economici, sindacati, scuole, ecc.), in una dialettica di proposta e di analisi e non di mera denuncia delle problematiche, debbono cooperare affinché, a partire dai grandi progetti della piattaforma logistica della Valle Ufita, dell’Alta Velocità, dell’Area Vasta intorno al Capoluogo proseguendo per il Progetto “Sistema Irpinia”, l’Area Pilota “Alta Irpinia” finanziato dalla SNAI, e fino alla rete ecologica coi “Contratti di Fiume”, si individuino strategie e progetti di sistema, facendo riferimento in particolare alle sei Misure del P.N.R.R.. Da questa azione dovrà scaturire un vero e proprio “Piano Territoriale di Area Vasta” che esalti la funzione di pianificazione strategica d’area vasta e di coordinamento dell’ente definendo gli indirizzi strategici di assetto e cura del territorio e dell’ambiente, in coerenza con gli obiettivi strategici regionali stabiliti dal PTR.
- La rete dei trasporti va ripensata attraverso una razionalizzazione del servizio pubblico locale, tenendo conto anche dei territori marginali e penalizzati favorendo soprattutto la comunicazione con le università, specie per quella del Sannio che da una grossa parte della provincia ne è totalmente sprovvista. Potrà rivelarsi utile un dialogo con l’area del “Progetto Pilota Alta Irpinia” rispetto alla possibilità di utilizzare risorse mirate proprio a favore di aree svantaggiate come quelle interne alla provincia, aggiungendo anche progettualità sulla viabilità lenta della Ferrovia Storica, collegandola alle azioni del “Sistema Irpinia”. La possibilità, infatti, di una comunicazione agevole con le università, che garantisca la possibilità di rientro al proprio paese, consentirà, da un lato, l’accessibilità agli atenei anche a giovani con redditi più bassi e, da un altro, di scongiurare il potenziale abbandono dei nostri territori a favore di altre città, dopo il conseguimento della laurea.
- Il tema “Ambiente” nella nostra provincia riveste una importanza fondamentale per conservare quella identità che ha caratterizzato la definizione stessa del nostro territorio: “la verde Irpinia”. Le competenze su questa materia, tuttavia, non sono vaste ma limitate in particolare alla salvaguardia dei corsi d’acqua e al monitoraggio ambientale. Il progetto di allocazione di centraline come “sentinelle” sul livello di inquinamento dei fiumi ha rappresentato una scelta responsabile e di garanzia; tuttavia, ci sono una serie di altri ambiti, seppur non direttamente riconducibili ai corsi d’acqua, che vanno monitorati e salvaguardati; vedi le aree industriali, specie quella di Pianodardine che presenta attività produttive di grande impatto e che, essendo contigua agli insediamenti abitativi, implica potenziali pericoli per gli stessi cittadini residenti.
Insieme a queste attività, andrà posta particolare attenzione anche all’esame e alla verifica dei progetti approvati dalla Regione Campania per la realizzazione di impianti di smaltimento e di recupero e alla valutazione dei siti inquinati e delle modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale di tali siti. È importante che la Provincia assuma un ruolo che rafforzi gli indirizzi compresi nel PTCP proprio in occasione del rilascio delle AUA ai Comuni sul principio che infrastrutture così “sensibili” non possono appartenere alla scelta di un singolo municipio, ma vanno definite in un contesto territoriale e di salvaguardia delle valenze di produzioni di eccellenza, turistiche, culturali e tipiche locali.
Il tema ambientale è direttamente legato al ciclo integrato dei rifiuti. Giova ricordare che l’ente di gestione Irpiniambiente è a totale partecipazione della Provincia. La gestione degli ultimi anni registra sicuramente delle azioni positive in tal senso, ma l’intero sistema va ottimizzato in una visione di “Piano d’Area Omogenea Provinciale per la gestione dei Rifiuti”.
Il ciclo integrato dei rifiuti è un sistema molto complesso, che assume valenze di rilevanza generale per gli aspetti non solo ambientali e sanitari, ma di riflesso anche occupazionali ed economico-sociali. Anche nel Piano Regionale si evidenzia che “la gestione del ciclo integrato dei rifiuti richiede la messa a punto di un sistema coordinato di politiche, azioni pianificatorie e programmatorie settoriali e nazionali, soluzioni gestionali, impieghi di tecnologie, che consentano i massimi risparmi di risorse non rinnovabili e recuperi di materie seconde e/o energie, unitamente alla sostenibilità economico-occupazionale delle azioni attuate, in un quadro di sicurezza e minimizzazione dei rischi sanitari e ambientali.”
Per tale motivo è necessario iniziare a progettare e programmare gli interventi nell’ottica dell’economia circolare in armonia con le indicazioni e gli obiettivi perseguiti dall’Unione Europea nell’ultimo decennio e presenti nel PNRR.
- La Provincia, o per competenze proprie o per la partecipazione con quote societarie, ha importanti influenze negli enti di servizio (ASI, Irpiniambiente, Alto Calore, Consorzio Universitario-CIRPU). Particolare attenzione andrà riposta al servizio idrico dove l’ente provinciale ha una partecipazione con oltre il 10% delle Le recenti vicende che interessano “Alto Calore”, con pesanti risvolti economici a danno dei cittadini-utenti, nonché una diffusa qualità del servizio molto al di sotto dei livelli standard di efficienza ed economicità, impongono un ripensamento radicale del modello finora adottato, in linea col piano di risanamento avviato dall’attuale gestione. Sempre sul principio dell’Acqua come Bene Comune e risorsa pubblica, la mission dell’ente deve essere accompagnata dalla Provincia attraverso un disegno e un piano aziendale strategico che risolva le ataviche problematiche strutturali dell’ente recuperando anche il valore del rapporto tra la Regione, il gestore e l’utente, cui devono essere garantiti una serie di servizi oggi scadenti.
- “Sistema Irpinia” rappresenta una novità interessante sul tema dello sviluppo territoriale, in particolare quello turistico e culturale. Tuttavia, l’impianto del progetto va completamente riformato perché possa essere sostenibile e si caratterizzi in una forma “strutturata” nel tempo. L’attuale impostazione che vede impegnare risorse importanti dalla Provincia, alcune non condivisibili, può giustificarsi in una fase di avvio ma non in una di prospettiva che, invece, deve autosostenersi, anche per una aderenza al criterio di spesa coerente con le funzioni proprie dell’ente, liberando il capitolo di bilancio da costi insostenibili. Questo obiettivo potrà raggiungersi attraverso due azioni:
- La prima deve svilupparsi in un proficuo dialogo di partenariato istituzionale con la Regione che deve sostenere questo progetto anche come modello regionale per la valorizzazione del territorio delle aree interne, integrando la sua partecipazione, anche dal punto di vista finanziario, come già accade per musei e biblioteche della Provincia. L’esercizio della delega su alcune funzioni costituzionali della Regione alle provincie può essere applicato e in tal senso ci impegneremo per una soluzione che ha già avuto una prima disponibilità da parte dell’Assessore al ramo.
- La seconda missione deve essere quella di coinvolgere in un protocollo formale e strutturato, tutto il comparto dei “soggetti privati” e delle imprese culturali in genere che ruotano intorno al tema affinchè, in uno scambio virtuoso di crescita territoriale, tra servizi e offerta turistica e culturale, si possa indirizzare risorse attraverso la Fondazione Irpinia all’intera struttura del progetto. In questo modo, si dà un futuro e si valorizzano anche le professionalità attualmente coinvolte negli info point o hub territoriali. Anche l’università, le scuole di indirizzo presenti sul territorio, insieme agli organismi di formazione, devono essere parte integrante di questo “sistema” virtuoso ed intelligente. Il ricorso alle sponsorizzazioni adottato dalla Provincia va utilizzato non come “Cassa” per finanziare “progettini”, ma come strumento finanziario che individui in maniera chiara e visibile quelle opere o interventi che devono qualificare questa straordinaria forma di finanziamento su beni di interesse culturale e strategico.
- Il PNRR rappresenta una straordinaria opportunità che deve vedere impegnata la Provincia su due azioni fondamentali:
- Attività di coordinamento strategico di area vasta
- Assistenza agli enti locali con la costituzione di una “struttura di missione”
- La Provincia di Avellino, in conseguenza della R. 08 agosto 2016, n. 26 “Costruire il Futuro. Nuove politiche per i giovani”, ha costituito il Coordinamento Provinciale dei Forum Giovanili e ne ha approvato il Regolamento per l’elezione degli organismi previsti (Coordinatore Provinciale e Direttivo) che pero per le vicende covid-19 non è ancora stato svolto; già a partire dall’inizio dell’anno 2022 si stabilirà la data delle elezioni. Questa realtà dovrà assicurare ai giovani una positiva partecipazione alla vita pubblica come momento di arricchimento e di partecipazione ad una missione di valorizzazione delle politiche giovanili attraverso un nuovo protagonismo di tante ragazze e ragazzi che sono una grande ricchezza per la nostra Provincia.
- Consulta delle Pari Opportinità:
Occorre ridare forza alla struttura esistente, con risorse e strumenti adeguati, al fine di porre anche al centro del dibattito provinciale, il ruolo delle donne in ambito lavorativo e sociale. Anche rispetto a questo tema, la Provincia deve recuperare con autorevolezza, un ruolo di pianificazione che certamente le compete.
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Covid-19: le misure di contenimento dell’epidemia e le nuove regole sulla quarantena
Cambiano le disposizioni e le misure di contenimento dell’epidemia che riguardano anche nuove regole sulla quarantena.
Dal 10 gennaio 2022 fino al termine dello stato di emergenza si amplia l’uso del Green Pass rafforzato che riguarderanno anche una serie di attività all’aperto.
Per utilizzare i mezzi di trasporto pubblico locale o regionale c’è l’obbligo del green pass rafforzato.
Dal 31 dicembre sono cambiate le disposizioni per le quarantene. Non si applica la quarantena preventiva a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al Covid-19 nei 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione nonché dopo la somministrazione della dose di richiamo.
Fino al 10ecimo giorno successivo all’ultima esposizione al caso, a queste persone è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 e di effettuare un test rapido o molecolare solo in presenza di sintomi.
I primi dati sull’efficacia dei vaccini nei confronti della variante Omicron suggeriscono che la stessa sarebbe in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione, della trasmissione, della malattia sintomatica, soprattutto chi ha completato il ciclo di due dosi da più di 120 giorni.
La terza dose riporta l’efficacia dei vaccini a livelli comparabili a quelli contro la variante Delta, conferendo una buona protezione nei confronti della malattia grave.
Per le seguenti ragioni è opportuno promuovere la somministrazione della terza dose di richiamo (booster) e differenziare le misure previste per la durata ed il termine della quarantena sia in base al tempo trascorso dal completamento del vaccino primario che alla somministrazione della dose booster.
Quarantene
Per quanto riguarda i contatti stretti i soggetti non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale (coloro che hanno ricevuto una sola dose di vaccino) o che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni resta inalterata la misura della quarantena che prevede una quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del periodo bisogna eseguire un test molecolare o antigenico con risultato negativo.
Coloro che hanno completato il ciclo vaccinale primario da oltre 120 giorni, e che hanno in corso di validità il green pass se asintomatici devono effettuare una quarantena di 5 giorni, al termine di questo periodo deve essere eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.
Se i soggetti asintomatici hanno ricevuto la dose booster o hanno concluso il ciclo vaccinale nei 120 giorni precedenti o sono guariti da infezione SARS-CoV-2 nei 120 giorni la quarantena non viene applicata ma è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione per almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso. Il periodo di auto sorveglianza termina al quinto giorno.
Bisogna effettuare un test antigenico rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e se ancora asintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi al Covid-19.
Gli operatori sanitari devono eseguire tamponi su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con il soggetto contagiato.
Per i contatti a basso rischio, qualora abbiano indossato sempre le mascherine chirurgiche o FFP2 non è necessaria quarantena ma dovranno essere mantenute le comuni precauzioni igienico-sanitarie. Se non è stato possibile garantire l’uso della mascherina, tali contatti dovranno sottostare a sorveglianza passiva.
I soggetti contagiati che hanno precedentemente ricevuto la dose booster o hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni l’isolamento può essere ridotto dai 10 ai 7 giorni, se asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.
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Bersani: «Siamo un gruppo plurale»
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