Marilena Ruta, soprano, oggi era presente al 167esimo anniversario della Polizia di Stato, una manifestazione nata per ricordare l’impegno che quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia si assumono nei confronti della comunità.
La giovane, durante l’esibizione, ha incantato tutti i presenti, donando un momento intenso grazie alla sua professionalità e bravura.
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Ripartire dal desiderio: Elisa Cuter parla dei luoghi comuni del femminismo mainstream
Ripartire dal desiderio è il primo libro di Elisa Cuter edito da Minimum Fax. Protagonista del libro è il femminismo. Si parte dalla questione del desiderio che lega la differenza di genere, per arrivare al femminismo dei luoghi comuni di oggi che si differenzia dal femminismo della differenza o da quello dell’800. La scrittrice pone una domanda provocatoria, chiedendosi se ha ancora senso rivendicare, oggi, un’identità storicamente costruita come subalterna.
Che la femminilità sia un costrutto culturale, e non un’istanza naturale o biologica, è una tesi tipica della teoria queer almeno a partire da Judith Butler, che già negli anni Ottanta parlava di una costruzione del genere binario come di una performance attuata mimeticamente o direttamente imposta a chiunque si trovi a nascere nella nostra società.
La riflessione di Butler andava a inserirsi però in una tradizione che aveva iniziato a riflettere sul genere principalmente dal punto di vista femminile, vale a dire nel femminismo della seconda ondata, fortemente legato al cosiddetto pensiero della differenza.
La domanda potrebbe essere confutata se si pensa alla letteratura del passato ed è plausibile rispondere che l’identità storicamente costruita come subalterna è stata pensata da chi ha arbitrariamente dato questo peso specifico alle donne, che non è stato universalmente valido per tutti gli intellettuali ma sicuramente per la maggior parte di loro.
Ripartire dal desiderio: trama
Il libro parte dal concetto di donna di Non è la Rai e approda al #metoo per arrivare all’educazione sessuale e alla moralità politica di oggi. Fenomeni questi che sembrano essere distanti tra loro ma se li analizziamo bene tanto lontani o separati non sono.
Al contrario del primo femminismo – quello di fine Ottocento e inizio Novecento, impegnato nella battaglia per il suffragio universale e la rivendicazione di una sostanziale parità tra i sessi – il femminismo della differenza si concentrava invece su questioni legate al corpo, alla riproduzione e alla sessualità, e quindi a esigenze radicalmente diverse, in termini politici e sociali, tra uomo e donna.
Non soltanto assumeva centralità l’aborto, ma la riflessione avveniva in concomitanza con la messa in discussione della famiglia nucleare operata dalla rivolta giovanile nel ’68, con la rivoluzione sessuale e con l’ingresso sempre più massiccio delle donne nel mondo del lavoro – un evento fondamentale che farà da filo rosso in questo libro, permettendoci di legare vicissitudini politiche della questione di genere a un sistema economico preciso: quello tardocapitalista.
La scrittrice riesce a dare un quadro completo e critico su come è nato il femminismo, quali sono le esigenze politiche e sociali che hanno creato una differenza di manifesti argomentativi sulla condizione della donna. In che modo si vanno a collocare figure rilevanti come quella del femminismo della differenza di cui la maggior esponente ricordiamo essere Simone de Beauvoir.
Elisa Cuter attraverso Ripartire dal desiderio vuole invitare ad abbandonare il porto sicuro dell’identità per soffermarsi invece su domande più inquietanti.
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A cinquant’anni dal Bloody Sunday, per non dimenticare
Il 30 gennaio del 1972 si consumava uno dei più gravi massacri compiuti dall’esercito britannico in Irlanda del Nord. Arriva ora in Italia il memoir di Tony Doherty Il piccolo di papà.
Il libro sarà presentato a Roma sabato 22 gennaio insieme a Scritti dal carcere di Bobby Sands (paginauno).
Interverranno Andrea Binelli, curatore del progetto di traduzione, Riccardo Michelucci, autore della prefazione, e il traduttore e irlandesista Enrico Terrinoni.
L’appuntamento, preceduto dal restauro del murale di Via San Nemesio, è alle ore 17:00 presso Villetta Social Lab, Via degli Armatori 3.
Il piccolo di papà: trama
Tony Doherty entrò nell’Ira e conobbe presto il carcere. Una volta in libertà, divenne promotore di una campagna popolare senza precedenti, ottenendo finalmente nel 2010 il riconoscimento dell’innocenza delle vittime. L’impegno politico dell’autore trova qui una declinazione più personale, in cui si trovano l’uno accanto all’altro biglie, tamburelli di latta e un compagno di classe travolto da un blindato.
Tony Doherty aveva nove anni quando il suo amatissimo padre cadde sotto il fuoco dei parà inglesi, entrando nell’elenco delle 14 vittime del Bloody Sunday. Una strage di cittadini inermi commessa alla luce del sole, durante una marcia pacifica del Movimento per i diritti civili.
A cinquant’anni dal brutale massacro di cui si macchiò l’esercito britannico in Irlanda del Nord, Doherty racconta nel suo memoir Il piccolo di papà, in uscita il prossimo 20 gennaio, l’Irlanda in cui è cresciuto e in cui gradualmente si è insinuato il conflitto.
Primo libro di una trilogia dedicata alla città di Derry e al padre scomparso, Il piccolo di papà è un memoir e allo stesso tempo una saga familiare, epica dell’infanzia e testimonianza da un mondo vicino al punto di rottura. Partendo dalla
storia della sua famiglia, risalendo all’incontro tra i genitori e fino alle vicende altalenanti dei bisnonni, Doherty narra la vita quotidiana di un bambino nella Derry operaia degli anni Settanta, un mondo fatto di giochi, intimità familiare, piccole e grandi scoperte, di tutta una comunità di personaggi particolari e indimenticabili. In questo mondo intimo, si insinuano gradualmente gli scontri e il pericolo, mentre il giovanissimo protagonista si trova a dover imparare parole nuove, come B-men, Ira, informatore, per descrivere una realtà che non capisce ancora.Lo sguardo del bambino, in cui si trasfigura la consapevolezza dell’adulto, dona luce e calore a un passato amaro, superando non solo il dolore, ma soprattutto il silenzio che troppo a lungo ha continuato a cancellare tanto i morti quanto i sopravvissuti.
Tony Doherty: biografia
Tony Doherty (1963) ha avuto un ruolo chiave nella campagna che ha portato alle scuse del governo britannico e alla
riabilitazione dei quattordici innocenti uccisi dai militari inglesi durante il Bloody Sunday. Dopo essere entrato per qualche tempo nell’Ira, e aver conosciuto anche il carcere, oggi lavora per l’Healthy Living Center Alliance e per la riforma del sistema sanitario pubblico nord-irlandese. -
Nasce Millennial il vino della generazione Y
Millennial è il vino ideato e prodotto dall’enologo Antonio Giuliano e da Marika Vallefuoco, coppia consolidata sul lavoro, così come nella vita.
Il primo “figlio” di Cantina Maranto, progetto che dà voce a una storia autentica, basata sull’innovazione, che s’intreccia con i retaggi del territorio, lo studio e la voglia di scoprire cose sempre nuove. Non a caso, il vino firmato dai due giovani appassionati, si chiama Millennial ed è dedicato alla cosiddetta “generazione Y” ovvero a tutti quelli nati tra il 1981 e il 1996, che hanno vissuto da teenager gli anni 2000. Una generazione, che sente forte il senso del dovere, legata alle proprie origini, ostinata e propensa alle novità.
I Millennial sono giovani intraprendenti, con voglia di creare, apprezzare il passato, rispettarlo, ma che allo stesso tempo, puntano al futuro. Una descrizione, che sembra cucita addosso ai due imprenditori, così come sembra plasmarsi perfettamente al vitigno Piedirosso selezionato dal giovane enologo:
Abbiamo scelto il Piedirosso perché è un’uva molto antica a cui abbiamo dato una seconda vita. Ci regala tracce del passato, massima espressività del nostro territorio, il Vesuvio, che racconta allo stesso tempo anche la nostra storia.
Ma non è tutto. L’antico vitigno Piedirosso, vanta anche tratti di straordinaria modernità, infatti, se correttamente gestito, è in grado di donare raffinatezza e si fa modellare sotto il tocco dell’enologo. Al rispetto per il passato si unisce la voglia di imparare, sperimentare e di osservare soprattutto le altre culture per attingere sempre il meglio. Non a caso, Antonio e Marika, hanno scelto, come vaso vinario per il loro Piedirosso, il cemento, di tradizione francese.
Spiega Antonio Giuliano:
Ogni vitigno si comporta in modo diverso, secondo i propri tempi. Non c’è una ricetta per fare un buon vino, c’è bisogno di tanto studio facendo tesoro dalle osservazioni del passato, utilizzando conoscenze attuali legate alla tecnologia. Per il Piedirosso, il cemento è un toccasana – conclude – non solo per i profumi e i sapori che sa esprimere, ma anche per una questione tecnica: promuove l’illimpidimento, che nel cemento avviene in tempi brevi, per questo motivo Millennial non è filtrato.
Millennial è un Piedirosso Pompeiano IGT 2019, elegante al palato, che regala al naso sentori di ciliegia vivaci e maturi, con sfumature speziate e balsamiche, mentre il finale mandorlato è seguito da una sensazione di freschezza minerale, tipica del suolo vesuviano.
4 comments on Avellino: Marilena Ruta incanta il Cimarosa
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