Il recital di Mario Maglione, la nuova tappa di “Terræmotus Neapolitan Talent” (Tnt), il contest delle nuove voci “esplosive”, e le Conferenze cantate di Mauro Gioia e di Francesca Colapietro e Mariano Bellopede: questi gli appuntamenti del Trianon Viviani, programmati da mercoledì 2 a domenica 6 marzo.
Il concerto di James Senese, James is back, previsto per sabato 5 marzo, per cause di forza maggiore, è rinviato a giovedì 19 maggio, alle 21. Gli spettatori che hanno acquistato il biglietto possono contattare il botteghino per il cambio della data o per richiedere il rimborso del tagliando.
Intanto il teatro della Canzone napoletana propone ancora la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone. Inoltre, per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €. Un particolare miniabbonamento è dedicato agli abitanti di Forcella: un lotto di cinquanta biglietti per ogni spettacolo, disponibili allo speciale prezzo ridotto di 7 €, sottoscrivibile esclusivamente al botteghino del teatro.
I miniabbonamenti e i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30.
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Volevo essere una vedova: l’ultimo romanzo di Chiara Moscardelli
La scrittrice Chiara Moscardelli dopo Volevo essere una gatta morta (2011), il suo romanzo d’esordio, nel 2019 cambia prospettiva, pubblicando per Einaudi Volevo essere una vedova.
L’elemento predominante, in entrambe le pubblicazioni, è la sferzante comicità con cui la scrittrice riesce a descrivere dettami sociali universalmente sottointesi, mostrandoli in modo reale e strappando un sorriso nel lettore.
Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli
Chi è la gatta morta per Chiara Moscardelli?
La gatta morta per Chiara Moscardelli è quella donna che nella vita sentimentale riesce a realizzare il proprio obiettivo: quello di accasarsi. Nasce con questo scopo da perseguire nella sua vita, crescendo affina le sue arti seduttive e riesce finalmente a portare a casa lo sventurato di turno.
Usando le stesse parole della scrittrice:
La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non fa battute divertenti, sta in disparte, non esprime opinioni. Ha paura dei thriller, le pesa la borsa, non fa uscire il suo ragazzo con gli amici, non si concede mai al primo appuntamento, neanche al secondo e al terzo e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio.
A trent’anni Chiara Moscardelli crede che la gatta morta possa essere l’unica chiave d’accesso più congeniale, per poter trovare quell’equilibrio sentimentale formato da due individui che decidono di condividere gioie e dolori.
A quarantasei anni le prospettive della scrittrice cambiano, insieme all’aiuto del suo analista, e la sua unica aspirazione indotta dalla società con cui si rapporta quotidianamente è quella di voler essere una vedova, per evitare di essere guardata, usando le parole dell’autrice, come si guarda una che è in attesa del trapianto di un organo che non arriverà mai.
L’ultimo romanzo di Chiara Moscardelli
Ecco uno, tra i tanti episodi, in cui Chiara Moscardelli si è imbattuta e che le hanno messo l’idea di voler essere vedova.
Ero di fronte all’ennesimo ortopedico.
-Sposata?- mi chiese, non appena mi sedetti di fronte a lui, dall’altra parte del tavolo.
-No.
-D’accordo- disse pensieroso continuando a digitare.
-Gravidanze?
…
-No.
-Anni?
-Quarantasei, – sussurrai.
-Come?
-QUARANTASEI.
…
-No, scusi, – mi corressi, tornando a respirare, – non ne ho ancora quarantasei! Mi sembrava strano… siccome li faccio tra pochissimo, quarantesei intendo, mi è venuto spontaneo dirlo, ma non è così!
– Allora scrivo quarantacinque. Però gravidanze niente. Mi conferma?
-No, in effetti no. Cioè sì, glielo confermo.
-Mmm.
-Senta, scusi. Ho per caso sbagliato medico?
-Prego?
-Voglio dire, lei è ginecologo?
-Certo che no. Che glielo fa credere?
…
-Proseguendo con le domande, perché niente gravidanze? Qualche malattia? Impedimento? Sa, il tempo è tiranno eh!- E quest’ultima frase la disse facendomi anche l’occhiolino.
…
Ero vecchia. Ecco cosa stava cercando di dirmi. Come tutti.
Come mai? Come mai avevo quarantacinque anni e non avevo figli?
L’ortopedico non si sarebbe accontentato di una semplice risposta. Era un tipo tosto, si vedeva. -Sono vedova! – gridai.
…
-Questo mi addolora. Così giovane…
…
A quaranticique anni ero vecchia, ma in quanto vedova, invece…
Per la sua età (46 anni), infatti, sembra strano anche all’ortopedico che non sia sposata, divorziata, convivente e che, addirittura, non abbia figli.
L’età di una donna nell’immaginario collettivo deve essere scandita da tappe socialmente accettabili e che ne diano un’immagine rassicurante, dunque, anche l’idea della divorziata, paradossalmente, rientra nell’accettazione sociale di questo status sentimentale perché implica il retropensiero che comunque qualcuno l’abbia scelta, storto morto.
Volevo essere una vedova non ha come focus principale quello di puntare il dito contro una società giudicante, sorridendoci semplicemente sopra. Chiara Moscardelli, nelle pagine del romanzo, pone l’attenzione su altro punto da tenere presente, che è quello più importante: l’accettazione di se stessi.
Mi spiego meglio: la società potrà basarsi anche su dettami morali opinabili ma, se questi dettami pesano a tal punto nella nostra vita da simulare un’immagine più congeniale per gli altri, questo è in primis un problema nostro e di quegli stessi retaggi sociali e culturali che non riusciamo a scrollarci di dosso.
L’esempio più banale potrebbe essere quello di credere nel lieto fine dei rapporti sentimentali, che ci è stato inculcato dalle favole mentre la verità è che il lieto fine non va cercato in una seconda persona ma semplicemente in noi stessi.
Chiara Moscardelli
Citando le parole di Chiara Moscardelli:
La lezione più importante è proprio questa: siamo noi il nostro lieto fine, il nostro ballo di Cenerentola. Il vissero per sempre felici e contenti esiste, solo non è quello che ci hanno raccontato. Ecco la vera favola.
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Parte da Napoli il Green screen tour dello jazz-crooner italiano
Walter Ricci inizia da Napoli un lungo tour estivo – intitolato Green screen che lo porterà in giro per l’Italia, e all’estero, per ben sedici tappe che toccheranno anche Bari, Palermo, Milano, Cosenza, Matera e Brindisi con due appuntamenti attesissimi in Francia.Il crooner italiano Walter Ricci, napoletano dall’anima e dal sound internazionale, annuncia la tournée estiva che lo vedrà coinvolto per 16 live in collaborazione con la società Mr.few.Non è una novità per Walter suonare dal vivo in lungo e in largo per lo stivale e molti sono già gli appuntamenti internazionali che il prodigioso cantante e pianista affronta da alcuni anni con esibizioni esclusive a Dubai Mosca e New York.Venerdi 9 giugno – con l’eccezionale featuring del trombettista Fabrizio Bosso – si esibirà dal vivo presso la Fondazione Foqus (Via Montecalvario, Quartieri Spagnoli) con un sentito omaggio a Nat King Cole icona del jazz americano che attraverso le sue interpretazioni ci ha lasciato un repertorio di brani indimenticabili.Walter Ricci gli rende omaggio rispettando i canoni dell’ epoca utilizzando la forma del trio jazz. Accompagnato da Dario Rosciglione al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria due grandi musicisti amici da sempre, esplora il repertorio sempreverde dei classici dell’eclettico artista americano.Ho conosciuto Nat King Cole attraverso le sue interpretazioni ed è stato amore al primo ascolto ma vederlo in tv recitare e cantare mi ha totalmente rapito al punto di considerarlo un modello di riferimento per la mia carriera artistica.È stato doveroso quindi, omaggiarlo attraverso la produzione di un disco in vinile registrato dal vivo in studio nel rispetto totale dei canoni del tempo.Green screen tour: calendario
“Walter sings Nat King Cole” feat Fabrizio Bosso
presso Fondazione Foqus / Napoli
23 Giugno
Argiro 52 / Bari
26 Giugno
Palazzo Butera / Palermo
Sicilia Jazz Festival
27 Giugno
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28 Giugno
Don Lisander / Milano
Bluenote Off
29 Giugno
“Walter sings Nat King Cole” feat. Fabrizio Bosso
Piano B / Rende (CS)
01 Luglio
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Neufchâtel-Hardelot (Francia)
Jazz’Opale
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“My little Italy” feat. Jeanpierre Como
Peillon (Francia)
Peillon Jazz Festival
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Ostuni (Br)
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Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted al Teatro Mercadante
Come possono le parole non dette o le intonazioni ambigue provocare malintesi e guastare definitivamente l’amicizia di due vecchi amici?
La commedia Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del novecento, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità.
Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle intonazioni a deformare la loro comunicazione aprendola a significati multipli e variati.Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted
Pour un oui ou pour un non è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili.
Franco Branciaroli e Umberto Orsini si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita con la loro abilità al terribile gioco al massacro che la commedia prevede.
A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa.Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted all’ 8 al 13 febbraio al Teatro Mercadante.