In attesa della cerimonia di consegna dei premi, che si svolgerà il 14 ottobre in contemporanea da Casa Italiana a Washington DC e dal Palazzo della Santa Sede San Carlo ai Catinari in Roma, il Premio Eccellenza Italiana 2022 fa tappa a Firenze oggi martedì 4 ottobre, a partire da mezzogiorno.
Nella cornice rinascimentale di Palazzo Coppini, centro congressi, eventi e studi internazionale, anche grazie alla diretta televisiva e social, si daranno appuntamento i comitati italiani e internazionali del Premio per attribuire i riconoscimenti e le menzioni speciali di questa nona edizione della manifestazione, nata su iniziativa del giornalista economico Massimo Lucidi per raccontare il merito e il talento degli Italians nel mondo.
Annuncia Lucidi, anticipando che la cerimonia di consegna dei Premi a Washington DC sarà presentata da Amy Riolo, giornalista, scrittrice, volto televisivo a stelle e strisce con la passione per la cucina italiana e mediterranea:
A Firenze presenteremo i vincitori 2022 che saranno premiati nel gran galà americano, nello splendido contesto di Casa Italiana.
All’evento a Palazzo Coppini parteciperanno, tra gli altri, oltre Lucidi e Riolo, i componenti della commissione del Premio e alcuni ospiti, tra cui Carlotta del Bianco, Presidente della Fondazione Romualdo Del Bianco, Alberto Patruno, Segretario generale di Assoimpredia/Confindustria Cisambiente, Carlo Russo e Dario Salvini, fondatori della startup fiorentina Bromance impegnata nel settore clean tech per la riduzione dell’inquinamento da polveri sottili delle città.
I primi vincitori della IX edizione Premio Eccellenza Italiana 2022 che saranno premiati a Washington DC:
Paul Scialla
Founder of International WELL Building Institute (IWBI)
A Mentor of our common Future
Giuseppe Madonia
VP HYLA International GmbH & Co.
Global Mind, Italian Heart
Associazione Internazionale “Joe Petrosino”
Un Gigante, uomo delle Istituzioni, pietra miliare della Lotta alla Mafia
Maria Fusco
Director of Education Office
Embassy of Italy
Excellence in Education Award
Joe Farruggio
Founder’/Owner Il Canale, A Modo Mio, 90 Second Pizza
Lifetime Achievement Award: Restaurant Industry
Oro Catering
Francesco & Enzo Marra
Excellence in Italian Catering and Food Service
Cibo Divino
Stefano Ferrari
Founder/Cibo Divino, LIFeSTYLE
Excellence in Italian Imports
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Portraits: la mostra personale di Alex Premoli
La mostra personale Portraits del fotografo lombardo Alex Premoli si terrà presso lo spazio Arte in Atrio della fondazione Banca Popolare di Lodi patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Lodi e facente parte della rassegna Lodi al Sole.
La mostra è una raccolta di immagini di persone comuni, modelle e personaggi pubblici che nel corso del tempo hanno scelto di affidarsi ad Alex Premoli e al suo modo di raccontare la fotografia.
Arte in Atrio è il titolo della rassegna artistica proposta dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sua sede operativa situata nello Spazio Tiziano Zalli, la piazza interna del Centro Direzionale Bipielle progettato da Renzo Piano. L’atrio della sede si propone come una vetrina espositiva dedicata agli artisti, aperta al pubblico.I ritratti saranno visibili fino al 3 Ottobre 2023. Accessibile da Lunedì al Venerdì dalle ore 9.30 alle 12,30 e dalle ore 15.00 alle 16.30.Sabato, domenica e festivi chiusi. Ingresso gratuito.
Questa serie raccoglie immagini di persone comuni, modelle e personaggi pubblici che nel corso del tempo hanno scelto di affidarsi al suo modo di raccontare la fotografia.
Per il suo stile, nei ritratti preferisce, se possibile, utilizzare la luce naturale servendosi dell’85 mm per staccare il soggetto dallo sfondo.
Alex Premoli. biografia
Lodigiano, classe 1984, si interessa fin da giovane alla fotografia grazie alla reflex analogica del padre.
L’avvento del digitale lo affascina per la prontezza di avere tra le mani le foto di paesaggio che scatta, ma, col passare del tempo, avverte di sentirsi marginale rispetto alla sua concezione di fotografia.La ricerca di un nuovo genere lo conduce a ritrarre gli amici e a cogliere l’opportunità di dirigerli, sentendosi così parte integrante del risultato finale.
A giugno 2023 riceve il Premio Nazionale Bramanti Paroleinposa, mentre a marzo 2023 l’Associazione Culturale Cinema della città di Lenola organizzatrice del 24° Festival Inventa un Film, con il sostegno dell’amministrazione comunale e della Regione Lazio, ha annunciato che è il vincitore del premio del pubblico del IX concorso Fotografico Internazionale Fotocanzone.
La sua foto “Temporale in arrivo sul Canal Grande” è scelta per promuovere la selezione di foto del Festival Internazionale della fotografia Trieste Audace, in occasione dei dieci anni del Trieste photo day. Sempre nel corso del 2023, si è piazzato primo al 12° concorso Fidas Forcoli, terzo nella VI selezione Terme di Giunone-Caldiero e finalista nella competizione “Tell me of your waters at home”.
Nel 2022 ha vinto la sezione miglior foto in Bianco e Nero di Scatta la Bici FIAB Lodi.
Nel 2021 ha trionfato nella categoria “L’Adda e i lodigiani” ed è arrivato 2° nella categoria “L’Adda che non c’è” del concorso indetto da Nüm del Burgh cun quei de la Madalena. Nel 2015 ha vinto il contest Per bilanciare il mondo, dell’Associazione PATTO, mentre nel 2014 è stato premiato come secondo da ABC Ciclofficina.
Tra le più recenti mostre si segnalano le partecipazioni alle collettive internazionali di Bucarest Photofest e Fridge Gallery di Washington DC. Nel corso della pandemia 2020 le sue fotografie sono state inserite nelle Virtual Collective Exhibition della Blank Wall Gallery Atene e della Almanaque Fotográfica di Città del Messico.
In ambito nazionale, nel 2015, la foto da lui scattata “Da Sempre e per sempre insieme” vincitrice del concorso PATTO è stata esposta all’EXPO di Milano.
Ha partecipato alle mostre collettive “VIII La Sicurezza nei Cantieri” di Federarchitetti a Bologna, L’emozione di vedere presso l’Università CFZ CA’ Foscari Zattere di Venezia, “Grace e Strength: la delicata forza delle donne” di Giovani Acli Trento, FVG Scats Cjanalots presso Stalon di Osais di Prato Carnico (UD) e nelle sezioni Fidas Forcoli e Verona Ter- me di Giunone-Caldiero.A Lodi, sua città natale, presso la Bipielle Arte con “Photographers” della Digital Camera School, alla biblioteca Laudense con il Gruppo Progetto Immagine e nella sede della Ciclofficina di Lodi.
Nel biennio 2021-2022 grazie alle vittorie nei concorsi Nüm e Fiab le sue fotografie sono state esposte nel Circuito OFF del Festival della Fotografia Etica di Lodi.
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Crisi da Covid-19: il 70% degli editori verso la cassa integrazione
L’Italia, lo sappiamo, rientra tra quei Paesi in cui la lettura è una virtù poco praticata dalla maggior parte della popolazione.
Questo aspetto culturale e di abitudine intellettuale ha sempre fatto camminare su un filo precario il mondo dell’editoria nostrana. L’emergenza Covid-19 ha dato la stoccata finale a questo settore, che già se la passava malaccio.
Crisi nel mondo del libro
Il 70% degli editori sta programmando la cassa integrazione, per cercare di limitare i danni economici che si fanno già sentire.
Molti editori, infatti, stanno bloccando le novità 12.500 in uscita, che sono pari a 44,5 milioni di copie che non saranno stampate.
Il futuro, post quarantena da Covid-19 come già preannunciato da molti, non si prospetta dei più rosei per l’intera economia italiana e, soprattutto, per quei settori che già arrancavano prima di questa devastante emergenza pandemica.
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Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino: 5 drink per 5 film internazionali
In collaborazione con il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, dopo 5 drink per 5 film italiani, abbiamo deciso di associare altrettanti drink a cinque film internazionali.
La scelta questa volta ci ha condotti verso trame di film che, in qualche modo, sono attinenti al periodo che stiamo trascorrendo: lontani dal nostro concetto di vita normale, libera e lontani dalla cultura condivisa.
I lungometraggi che abbiamo scelto, per gli amanti del cinema, rappresentano sicuramente dei classici che non possono non essere conosciuti perché mostrano diversi modi raccontare, di girare e diverse suggestioni in cui è possibile osservare e conoscere il mondo, anche quello surreale.
Che sapore avrebbe un film internazionale se fosse un drink?
Ecco cosa abbiamo scelto insieme a Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino.
Buona scoperta!
5 drink per 5 film internazionali
1. Per L’angelo sterminatore di Luis Buñuel un Daiquiri Heminghway
Cocktail e Cultura al Castello: cinque drink per cinque film internazionali
L’angelo sterminatore di Luis Buñuel (1962) è tratto da un soggetto teatrale di José Bergamin, intitolato Los naufragos. Il film scava nella psicologia umana, soprattutto in quella borghese. Il regista infatti attraverso questo lungometraggio vuole rendere non morale ciò che appare come morale.
Dopo una prima teatrale, una comitiva dell’alta borghesia viene invitata a casa di amici. All’improvviso tutti si accorgono che la servitù improvvisamente si è eclissata. Nessuno riesce ad uscire dall’abitazione, come se qualche forza oscura li stesse trattenendo tra quelle mura. Ciascuno dei presenti si ritrova a piangere sul proprio destino finché la situazione degenera in un sacrificio carnale.
Da un punto di vista psicologico L’angelo sterminatore mette a nudo la pochezza umana, esasperata dall’angoscia e dall’ansia di non poter e di non riuscire a fare ciò che si vuole.
Il film sotto questo aspetto rispecchia in pieno quello che stiamo vivendo, soprattutto dal punto di vista umano non legato al lavoro, a causa della pandemia.
Al film di Luis Buñuel abbiamo abbinato un Daiquiri Heminghway perché è una bevuta complessa che, in apparenza, sembra essere innocua e dai tratti organolettici caraibici ma in realtà è un drink strong non adatto a tutti.
Allo stesso modo L’angelo sterminatore sembra un film fruibile a tutti ma, in realtà, c’è bisogno di una determinata propensione e sensibilità, per poterne godere pienamente così come lo è il drink che abbiamo abbinato.
2. Per L’impero della mente di David Lynch un Canchanchara
Che drink sarebbe L’impero della mente se fosse un cocktail?
L’impero della mente (2006) di David Lynch è un film diverso da quelli cui siamo abituati normalmente perché non ha una trama lineare e comprensibile. Il lungometraggio non segue schemi perché il suo fine non è quello di comunicare o dire nulla ma solo trasmettere sensazioni.
Il film può essere visto come un viaggio intimo che si svolge in mondi paralleli, per chi li ha. Ne L’impero della mente realtà e finzione si mescolano e si fondono, divenendo un’unica cosa.
L’impero della mente, dopo la sua visione, lascia un senso di disorientamento e confusione, ciò che vuole David Lynch, perché ciò che si svolge sullo schermo della TV dei protagonisti diventa parte integrante della vita degli spettatori.
Abbiamo abbinato a questo film un Canchanchara perché è un drink che risale alla metà del ‘700 e rappresenta il primo punto di riferimento della categoria Sour.
Come L’impero della mente è un film che esprime al massimo la potenza onirica di questo genere, allo stesso modo questo drink rappresenta la pietra miliare, per quanto riguarda la storia della miscelazione.
Ciò che lega il film e il cocktail è l’essenzialità senza fronzoli anche se sono di difficile approccio entrambi: per il film c’è bisogno di una determinata predisposizione mentale mentre per il drink la difficoltà risiede nel gusto dell’Aguardiente, un distillato molto diverso dalla sua categoria di appartenenza.
3. Per Fahrenheit 451 di François Truffaut un Campari Shakerato
Un Campari Shakerato per il film di Truffaut
Fahrenheit 451 (1966) di François Truffaut è un film anticipatore dei nostri giorni. Ci ritroviamo in un mondo in cui leggere libri rappresenta un reato ma anche il solo fatto di leggere rappresenta un’azione vietata dallo Stato.
Le persone sono tutte ammaliate dalle immagini che non portano a nessun tipo di ragionamento ma al semplice subire, inglobando acriticamente ciò che viene mostrato. Lo scopo della demonizzazione dei libri è un chiaro tentativo dei poteri forti di indurre i cittadini a non pensare, a non sviluppare alcun pensiero critico, diventando delle amebe. Un po’ come quello che sta accadendo, da un paio di anni, con il mondo costruito dei social, in cui vengono mostrate immagini divertenti, per certi versi ironiche ma prive di morale o d’insegnamento.
L’editoria sta perdendo sempre più lettori perché sono in molti ad affidarsi alle immagini, preferendole, non contemplando più la lettura, grande nutrimento per la mente, considerata troppo impegnativa.
Abbiamo abbinato a Fahrenheit 451 un Campari Shakerato perché è annoverato tra i grandi classici della miscelazione: la bevuta amara per eccellenza.
L’amarezza del drink è intensa come la forza della trama del film. Come questo lungometraggio è importante per la filmografia internazionale, allo stesso modo risulta essere iconico questo cocktail, sottolineando l’importanza del Bitter Campari all’interno della storia della mixology.
4. Per Tempi moderni di Charlie Chaplin un Dirty Martini
Se il film di Charlie Chaplin fosse un drink sarebbe un Dirty Martini
Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin è il secondo lungometraggio del regista ma è il primo che affronta tematiche importanti ed esasperanti per l’epoca in cui è stato girato e per la nostra che stiamo vivendo.
Ciò su cui pone l’accento Charlie Chaplin sono i risvolti e le conseguenze della rivoluzione industriale scandita da ritmi sempre uguali, dal continuo produrre sempre lo stesso pezzo in modo automatico e senza avere il tempo necessario per riposare e distaccarsi dal lavoro.
Tempi moderni è la trasposizione cruda di ciò che stiamo vivendo: esseri umani che hanno diritti civili legati al lavoro ma che sono stati privati completamente della libertà sociale, privata e interpersonale. Le domande che potrebbero scaturire dopo la visione del film potrebbero essere svariate. una di queste potrebbe essere: “A cosa ci porta la globalizzazione? Che senso ha il solo diritto al lavoro se non possiamo essere altro se non la maschera sociale e lavorativa che stiamo indossando da più di un anno?
Abbiamo abbinato a Tempi moderni un Dirty Martini (Martini sporco) perché il classico Martini viene sporcato dalla salamoia delle olive. In questo modo si ottiene a livello organolettico un sapore sapido, salmastro ma molto gradevole. L’aggiunta della salamoia, per assurdo, rende la bevuta fruibile ad un maggior numero di persone, senza togliere la forza intrinseca del drink.
La scelta del Dirty Martino è stata fatta per evidenziare quanto Charlie Chaplin sia riuscito ad alleggerire una disastrosa condizione socio-politica, rendendola meno asfissiante con la sua comicità e la sua grande bravura interpretativa.
5. Per Il posto delle fragole di Ingmar Bergman un Last Word
Per Il posto delle fragole di Ingmar Bergman un Last Word
Il posto delle fragole (1957) di Ingmar Bergman è un road movie esistenziale in cui i sogni-incubi rappresentano una sorta di agnizione per ciò che il gap esistenziale del protagonista. Ciò che permea il film è il cambiamento dettato dalle stagioni della vita e quindi dallo scorrere del tempo che ci appartiene anche a livello biologico in cui un uomo riesce a intaccare la maschera della sua indifferenza poco prima di morire.
Il sogno premonitore dell’orologio fermo e della bara che esce dal carro funebre rappresentano due scene cult del film.
Il posto delle fragole riesce a descrivere il dramma dell’insofferenza emotiva di vivere, scontrandosi ad una certa età con ciò che siamo stati e con le scelte fatte, che non sono altro che una summa di ciò che, storto morto, abbiamo deciso di essere.
Abbiamo abbinato a questo film internazionale un Last Word perché d’impatto lascia senza parole per la sua struttura composta da: gin, Maraschino e Chartreuse verde e lime. È un Sour molto personale e particolare che è l’equivalente del modo di girare di Ingmar Bergman. Questo cocktail non si sceglie per tedio o indecisione così come non si decide con leggerezza di optare per la cinematografia del regista svedese.
Ecco la nostra scelta di 5 drink per cinque film internazionali.
Alla prossima!