In uscita il 17 febbraio per Visory Indie/Believe Digital Milano, Abbracciami, nuovo singolo di Esteban, ragazzo classe 2000 dalle molteplici influenze: origini cilene, cultura indiana ereditata dalla mamma, nato a Palermo e trasferitosi a Milano dove attualmente trascorre la sue giornate tra l’Accademia delle Belle Arti di Brera e l’insegnamento dello yoga e del calcio ai giovanissimi. Un brano malinconico e scanzonato nello stile riconoscibile di Esteban il cui testo scritto insieme all’amico Dodicianni ne celebra l’amicizia nata proprio nel capoluogo lombardo.
Esteban descrive così il suo brano:
È la prima volta che scrivo con un altro artista una canzone. Mi sono fatto guidare dalla sua penna e dalle sue parole. Andrea Dodicianni non è stato solo un autore per me ma anche un fratello con cui scrivere della mia vita dal suo punto di vista. Abbiamo raccontato della città dove vivo e dove ci siamo conosciuti, dell’abbraccio caldo che il nostro incontro ci ha regalato. Di viaggi e vespe, di amori dolorosi e belli. Di quello che ci lega insomma perché anche se veniamo da ondi diversi abbiamo in comune una grande sensibilità. Pitturata e grigia allo stesso tempo, Milano, Abbracciami è una malinconica via di fuga dalla monotonia cittadina riversata nella nebbia dei ricordi.
Esteban: chi è?
Esteban Ganesh Dell’Orto, in arte Esteban, è nato a Palermo nel 2000.
Di origine cilena, vive a Milano sin dall’infanzia. frequenta l’accademia e studia comunicazione e didattica dell’arte a Milano, dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Brera. Scrive musica dal 2017, dopo un primo progetto musicale chiamato con il suo nome d’arte originale “NeshOffical”, ha abbandonato la musica rap per concentrarsi su un nuovo progetto, più incline alla sua personalità estroversa e solare. Scrive e canta musica Pop Indie, legato al cantautorato italiano.
Il progetto viene seguito dall’etichetta discografica Visory Indie e distribuito da Believe Music Italia. L’11 febbraio 2022 esce con il suo primo EP “Nuvola” che cattura la curiosità e raccoglie apprezzamenti di pubblico e addetti ai lavori. Nel luglio dello stesso anno esce “CBD”, nuovo singolo inedito interpretato insieme alla giovane cantautrice romana Matilde e a novembre con “Meda”, sempre con Visory Indie.
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Stand Up Comedy a Napoli con Francesco Arienzo
Dall’esperienza ventennale della Full Heads Records nasce a Napoli un nuovo management e local promoting artistico dal nome Full Heads Comedy.L’onda lunga della nuova comicità italiana ha un nome preciso ed è Stand Up Comedy che da alcuni anni in buona parte imperversa in piccoli teatri e club, offrendo una nuova formula di comicità in chiaro stile anglosassone. Difatti arriva dagli Usa il genere che fa concorrenza al tipico cabaret italiano.Monologhi, improvvisazione, microfono aperto, nessuna parete tra il comico e il pubblico; parole e pensieri liberi dal piglio aggressivo. I testi, spesso politicamente scorretti, si mischiano in un mantra isterico dove la regola principale è far ridere a tutti i costi, portando sempre un proprio punto di vista sulla realtà che ci circonda.Si chiama Stand Up Comedy ed è un genere comico non proprio nuovo, che nasce nel secolo scorso dall’americano Lenny Bruce, il primo a praticarlo e per questo motivo definito il suo inventore.Questa “nuova” lettura comica si distacca nello stile dal cabaret che gli italiani hanno apprezzato grazie a format tv molto celebri e si sviluppa per canali non convenzionali.Un corposo gruppo di comedians si sta facendo largo su scala nazionale e come in tutti i campi artistici Napoli è protagonista con una nuova leva che già da qualche anno è riuscita a farsi notare e a raccogliere ottimi risultati.D’altronde questa è la TikTok-era e gli stand up comedians fanno largo uso dei social diventando famosi anche tra i giovanissimi.Trai nomi di rilievo nazionale c’è sicuramente Francesco Arienzo, napoletano da sempre, comico da molto, padre da poco, spesso una brava persona. Torna finalmente a Napoli e dichiara:Sono felice perché il 18 dicembre andrò in scena per la prima volta a Napoli” e quando gli facciamo notare che non è vero perché già ci è stato altre volte, ci risponde così: “… da papà. Andrò in scena a Napoli per la prima volta ma DA PAPÀ!Nei suoi monologhi descrive il suo mondo e si diverte a ribaltare l’ovvio e a esaltare gli stati d’animo – anche quelli negativi – in modo cinico e delicato. Già premiato in diverse manifestazioni italiane si è fatto notare al grande pubblico nel 2017 grazie alla partecipazione a Italia’s Got Talent conquistando il golden buzzer e il secondo posto.Sarà proprio Arienzo ad inaugurare la stagione di proposte stand up (e comicità in senso più ampio) della neonata Full Heads Comedy la quale presenterà una lunga rassegna itinerante cittadina alternando nuovissime leve locali a nomi già affermati del circuito nazionale.Appuntamento Domenica18 Dicembre presso la Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli, inizio ore 21:00.Francesco Arienzo: biografia
Francesco Arienzo, napoletano, classe ’81, intraprende il percorso teatrale portando in scena numerosi spettacoli, di cui oltre che attore è spesso autore e regista.Gli anni più recenti della sua carriera sono contraddistinti dall’amore per la stand-up comedy e dalla voglia di sviluppare maggiormente il suo universo comico. E sono proprio i suoi monologhi in cui descrive il suo mondo nei quali si diverte a ribaltare l’ovvio e a esaltare gli stati d’animo -anche quelli negativi- in modo cinico e delicato, già premiati in diverse manifestazioni italiane, a portarlo nel 2017 sul palco di Italia’s Got Talent e a conquistare prima il golden buzzer di Frank Matano e poi il secondo posto. Subito dopo porta in scena il suo spettacolo Disagistica Contemporanea e nel 2018 entra a far parte del cast fisso di Saturday Night Live Italia su TV8, condotto da Claudio Bisio.Da Gennaio 2019 Francesco è in scena nei teatri e nei club italiani con il nuovo spettacolo Maschio Adorabile Poco Virile e in primavera debutta nel programma comico Colorado, su Italia1. L’autunno invece vede Francesco tra i protagonisti di Extra-Factor -il Late Show in onda su Sky subito dopo X-Factor- e come conduttore dell’Ante-Factor per la serata finale.Nel 2020, come tutti, si barrica in casa e, insieme -ma a distanza- a Veronica Pinelli e Marco Renzi, concepisce e scrive Vesuviana Football Club una serie podcast comedy prodotta da Amazon-Audible. Nell’attesa compra un microfono e produce il podcast indipendente Dr. Disagio, una raccolta di 15 monologhi inediti in cui ogni lunedì racconta le sue esperienze di vita e le sue osservazioni che poco si adattano al mondo circostante e che diventa anche uno spettacolo Live in tour per club e teatri d’Italia e sconfina anche in Slovenia.A Marzo 2021 è tra i protagonisti e gli autori di Casa Sanremo, il talk-show pomeridiano e serale in diretta streaming dal Palafiori durante il Festival da Sanremo. A novembre partecipa al nuovo programma di Rai2 Data Comedy Show in seconda serata e nel 2022 entra a far parte del cast fisso di Bar Stella lo show di Stefano De Martino e recita in So Cast So Wine – Uomo delle stelle la sketch-comedy in onda su Sky Uno e NOW.Intanto unisce la sua passione per i live e i podcast con Invito a cena con Delivery, un talk-show con ospiti sempre diversi, che tuttora registra ogni due settimane dal vivo con il pubblico dal GhePensiMi di Milano, disponibile su Spotify e tutte le altre piattaforme. -
Avella,
tutto pronto per l’VIII Edizione di “Pane Ammore e Tarantella”Avella si prepara alla ottava edizione di “Pane Ammore e Tarantella” tra arte, spettacoli, cultura ed enogastronomia, in programma il 15, 16 e 17 novembre nel centro storico.
I numeri rendono bene l’idea di cosa attenderà i visitatori: tre palchi con oltre 150 artisti e Street Band d’eccezione; oltre 100 stand tra eccellenze della gastronomia e dell’artigianato; un palinsesto ricco di iniziative, spettacoli, momenti dedicati ai bambini, mostre e visite guidate al patrimonio storico e artistico di Avella.
Organizzato dalla Pro loco Clanis insieme all’associazione “Pane Ammore e Tarantella”, l’evento gode del patrocinio della Provincia di Avellino e del Comune di Avella, con la direzione artistica di Roberto D’Agnese.
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E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie: la recensione
E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie (2020) è un libro di Giuseppe Culicchia, edito da Feltrinelli Editore, che descrive la società di oggi, basata su fake news, storytelling, ovvietà di un pensiero semplicistico, che mette da parte la costruzione di un pensiero complesso.
Il libro, come si evince anche dal nome, è una sorta di dizionario che analizza alcune parole usate e abusate in tutti i contesti cui fa comodo.
Con ironia lo scrittore descrive il mondo attraverso definizioni che, oltre a dare un significato ad una parola, vengono inglobate automaticamente in un pensiero politico, solo per il semplice fatto di star utilizzando quella parola e non un’altra. In breve, oggi, utilizziamo e ci nascondiamo dietro termini politicamente corretti ma, in fondo, non siamo altro che finti integralisti e ipocriti decodificatori di una realtà, che ci viene comunicata attraverso una strumentalizzazione distorta del linguaggio.
Ad esempio, utilizziamo la parola riforma per definire le misure che, nel corso degli ultimi dieci anni, hanno limitato e abolito i diritti dei lavoratori. Come si può far passare con il termine riforma l’introduzione del precariato?
Per rendervi più il concetto riporto alcuni termini presenti all’interno di E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie.
E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie: citazioni
CICCIA: Ironizzare per anni su quella di Giuliano Ferrara e di Mario Adinolfi, definendoli ciccioni. Stigmatizzare però gli odiatori del web che fanno lo stesso con Michela Murgia. I chili di troppo sono un altro degli spunti preferiti dagli odiatori dei social, che non perdono occasione per attaccare modelle e attrici e cantanti se per caso hanno messo su qualche etto dall’ultima sfilata o passerella o esibizione canora: sempre servendosi dei nick, ci mancherebbe.
Mina risolse la questione sparendo ben prima dell’avvento dei troll digitali.
Ma per tornare al principio dei due pesi e delle due misure, si staglia su tutti l’esempio impareggiabile del famoso tweet di Asia Argento, che incrociando Giorgia Meloni al ristorante la fotografò e scrisse:
“La schiena lardosa della ricca e svergognata -Make Italy great again – #fascista ritratta al pascolo.”
Vale forse la pena di ricordare che la Meloni era diventata madre da pochi mesi, ma al di là di questo sorprende che la futura (in quel momento storico) paladina del #metoo e del neofemminismo attaccasse una donna proprio a partire dal suo aspetto fisico.
Resta indimenticabile il Bianciardi che, ribellandosi al Miracolo italiano, scriveva ne La vita agra: “Scomparse le diete dimagranti e i pregiudizi estetici, le donne saranno finalmente grasse”.
Oltre a termini e singole parole, nel libro, ci sono slang, slogan e nomi di aziende che rappresentano un determinato mondo ideologico e che, se pronunciate o scritte, rappresentano inevitabilmente ed erroneamente l’identificazione del nostro interlocutore.
AIUTIAMOLI A CASA LORO: Anni fa era uno slogan della destra. Chiunque lo pronunciasse veniva subito etichettato come fascista. Poi le cose sono cambiate: a un certo punto lo ha affermato anche Matteo Renzi. quindi forse per alcuni resta uno slogan della destra. Se lo fanno concretamente i volontari delle ONG recandosi in Africa, tutto bene. Se lo propongono da destra, si tratta invece di razzismo bello e buono. Anzi: brutto e cattivo.
E ancora:
AMAZON: Sfrutta i dipendenti che devono rispettare tempistiche e turni controllati da appositi braccialetti elettronici degni del Frande Fratello, per tacere delle tempistiche cui sono soggetti i correri, e con la sua politica dei prezzi e degli sconti danneggia editori e librai indipendenti.
In veste di scrittori, dire in pubblico che i libri si comprano nelle librerie indipendenti. In privato, ma solo se costretti, ammettere: “Beh, sì, sai, anch’io a volte…”. Della multinazionale e delle sue politiche inerenti al mondo del lavvoro e ai diritti (?) dei lavoratori si è occupata di recente la Cgil del nuovo segretario Landini, ma non il Pd, che in teoria sarebbe l’erede di un partito fondato da un certo Antonio Gramsci ma ha bel altro a cui pensare.
A Torino, significativamente, l’edificio dove viveva e lavorava Gramsci è stato riattato e trasformato in un hotel di superlusso.
Qualche buon motivo per leggere il libro di Giuseppe Culicchia
Se si volesse riassumerlo brevemente, definirei l’opera di Giuseppe Culicchia come un libro dissacrante sulla società contemporanea. Lo scrittore ha trovato il modo di rendere leggero, nella lettura, un libro pesante dal punto di vista contenutistico perché scrivendo e sviluppando l’opera letteraria come fosse un dizionario, riesce a parlare in modo breve, semplice e conciso di problematiche e argomenti non proprio di facile esplicazione e poco strutturati.
Il tono di Giuseppe Culicchia è ironico, dissacrante e così banalmente vero che, un pò, si resta mortificati nel leggere la nostra inconsistenza ideologica che si traspone nel liguaggio.
Ogni parola che utilizziamo trasuda ipocrisia e, a mio avviso, questa falsità nell’antica Grecia e in filosofia la si chiamava dialettica, grande capacità oratoria. Quest’arte, nel caso dovesse essere ancora presente ma dubito, oggi, viene strumentalizzata non per ricercare la verità, come un tempo. Oggi la dialettica è uno strumento atto alla ricerca della ragione, sempre la propria e mai quella altrui.
Il punto dello scrittore non è soltanto quello di sottolineare che si può dire di tutto il suo contrario ma è la finalità e l’ipocrisia sociale e politica con cui si strumentalizza la parola. A prescindere dal fatto che la comunicazione, in fin dei conti, non è altro che uno strumento di cui ci avvaliamo per far comprendere un concetto, un intento, un desiderio o un’idea.
Le parole, come diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa, sono importanti e possono essere pesanti come pietre.
La violenza delle parole risiede nell’ipocrisia come i termini politicamente corretti, che utilizziamo, rappresentano l’apologia della falsità dialettica. Ogni parola presente nel nostro vocabolario ha una propria etimologia che dovrebbe aiutarci a comprendere il vero significato, che ha dato origine a quel termine. Probabilmente questa materia che dovremmo approfondire o studiare nelle scuole, a prescindere, se si scelga di fare il Liceo Classico o quello Scientifico (perché ci si imbatte nello studio etimologico dei termini, studiando le lingue morte: il greco e il latino).
Conoscere il vero significato delle parole aiuta ad essere più consapevoli dell’uso dei termini che utilizziamo e ci aiuta a comprendere l’importanza del linguaggio e il rispetto che dobbiamo a questo strumento di comunicazione potente che abbiamo a nostra disposizione.
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