Dopo mesi di assenza dalle scene cittadine Greg Rega torna ad esibirsi dal vivo a Napoli. Occasione unica, e rara, poiché l’ugola d’oro di Roccarainola sarà accompagnato dal sax del jazzista Daniele Scannapieco. Un featuring d’eccezione che si arricchisce con una band al completo formata da Leo Caligiuri al piano, Diego Imparato al basso e Francesco Varchetta alla batteria.
A rendere ulteriormente unica la serata sarà, in apertura, l’esibizione del progetto vocale, a cappella e non solo, delle Kalìka formato da Vania Di Matteo, Giulia Olivieri e Anna Rita Di Pace.
Lo spettacolo intitolato “Ogni vota” è inserito nel ricco cartellone musicale del Teatro Salvo d’Acquisto di Napoli con la direzione e organizzazione di Isabella Allocca in collaborazione con Emmearteventi di Vincenzo Manco. Obiettivo della rassegna è “valorizzare la cultura Napoletana e la sua musica partendo dalle origini fino alle nuove influenze“.
Greg Rega è un cantautore e interprete, vincitore “All Together Now”, finalista Xfactor Romania e All Together Now Russia, collaboratore di Noemi e membro dei Super4 con Sabba, Aurelio Fierro jr. e Francesco Boccia. Un cantante versatile che interpreta in maniera personale ed originale brani storici e inediti dal sound funky-groove e urban.
Il suo spettacolo è un lungo excursus nella canzone d’autore napoletana e italiana che godrà degli interventi sublimi del sax di Daniele Scannapieco, protagonista nel panorama jazzistico italiano da oltre vent’anni.
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Ariano Book Festival: è tutto pronto per la prima edizione!
È tutto pronto per la prima edizione dell’Ariano Book Festival che si svolgerà dal 9 al 10 agosto 2022 ad Ariano tra filastrocche, filosofia, poesia e musica nella Villa Comunale e le presentazioni di libri al Castello Normanno.
In primo piano la musica e il jazz degli E.VERSI il 9 agosto e il reading finale con i poeti nel ricordo di Parzanese, Pasolini e Domenico Carrara il giorno 10 agosto.
Presentazioni, Performance, Poesia, questo in sintesi il contenuto della 2 giorni di eventi nella Villa Comunale di Ariano Irpino e al Castello Normanno, per la prima edizione dell’Ariano Book Festival, voluto dall’Amministrazione Comunale di Ariano Irpino, in collaborazione della Delta 3 Edizioni di Silvio Sallicandro con la partecipazione del “Forum dei Giovani di Ariano Irpino, del “Panathlon International” Area IX Campania Club di Ariano Irpino, dell’Associazione “Il Vizio di Leggere”, “Raffaella Libri: Un mondo a colori”, dell’Associazione “CulturAttiva/Il Mondo in una Favola” e del BAR Villa.
Il ricco calendario si apre con un primo incontro dedicato ai bambini e al loro mondo. Il 9 agosto alle ore 17:30, Favoleggiando presenta “Il Gattino ha perso un dente e altre filastrocche” di Angelo Giarnese, con la partecipazione dell’Assessore alla Cultura del Comune di Ariano Irpino Lucia Monaco, Silvio Sallicandro e Raffaella Zecchino, nonché la rappresentazione scenica del Gruppo Teatrale “La Fermata”.
Il giorno 10 agosto, sempre alle ore 17,30, invece, ci sarà un incontro dedicato alla filosofia, Filosofando, con la presentazione del libro “Storie del tempo liberato – Scritti sparsi sulla scuola e altri amori” di Amerigo Ciervo, con la partecipazione di Lucia Monaco (ass. cult.), Nicola Sguera e del gruppo musicale Mousikè Tèckne.
Le presentazioni serali saranno al Castello Normanno con Libri al Castello (libri in quota). Il giorno 9 agosto alle ore 20,30, Pasquale Gallicchio presenta il suo romanzo: “Il custode di Catalonga”, interverranno Lucia Monaco (ass. cult.), Paola Pepino, Raffaella Maiullo, Maria Corlito e Silvio Sallicandro. Mentre il 10 agosto, alle ore 20.00 Angelo Ferrante presenta “Christianus sum – Il declino del mondo pagano e l’irresistibile ascesa del cristianesimo”, interverranno: il sindaco di Ariano Irpino Enrico Franza, S.E. Mons. Sergio Melillo, Lucia Monaco (ass. cult.), Paola Pepino, Lucia Scrima e Silvio Sallicandro, oltre alla partecipazione del Duo di musica classica composto da Graziella Di Grezia al pianoforte e Silvano Maria Fusco al violoncello.
La poesia è l’altra grande protagonista di questa edizione, con Vivi il verde: “le strade della poesia”, un’idea del curatore artistico Domenico Cipriano, presentata la prima volta nel lontano 2004 e qui riproposta, che vede l’esposizione di poesie di autori contemporanei nella Villa Comunale durante i due giorni della manifestazione.
Ma non mancherà anche la poesia performata, possibilmente gustando un piacevole aperitivo. L’Aperipoesia di martedì 9 agosto si terrà alle ore 19,00 con la formazione “E.Versi” del poeta Domenico Cipriano e dei musicisti Carmine Cataldo alla tromba e Fabio Lauria alle tastiere e all’elettronica, che propone un reading-concerto in stile jazz-poetry.
Mercoledì 10, invece, troviamo 2 reading particolarmente intensi, con i numerosi poeti presenti che si alterneranno nelle letture. Alle delle ore 19,00 un nuovo appuntamento di Aperipoesia, i poeti saranno accompagnati dagli intermezzi dei Mousikè Tèchne. Poi, il gran finale alle ore 21.00, con le letture dei poeti davanti alla statua di Pietro Paolo Parzanese: Poesia e… desiderio, con una introduzione di Cosimo Caputo e gli omaggi allo stesso Parzanese, il poeta arianese, ai 170 anni dalla sua scomparsa, nonché a Pier Paolo Pasolini, ai 100 anni dalla nascita, e al compianto Domenico Carrara, il giovane poeta di Grottaminarda. Questi tutti i poeti che saranno presenti: Carmine Sarno, Maria Barrasso, Giuseppe Iuliano, Tullio Faia, Antonio Oliva, Angela Toglia, Graziella Di Grezia, Nicola Sguera, Paola Di Toro, Marika Luparella, Angelo Giarnese, Francesco Teselli, Agostina Spagnuolo, Gerardo Genovese, Luca Di Gianni, Antonio Vittorio Guarino, Francesco Di Sibio, Gerardo Iandoli, Antonietta Gnerre, Claudia Iandolo, Laura Serluca, Fran Allen Zimmerman (Francesca De Michele), Imperatrice Bruno, Vera Mocella, Emanuela Sica, Gaetano Calabrese, Antonella La Frazia, Stefania Aurigemma.
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Il tocco del piccolo angelo: il noir di Fiorenza Pistocchi
È disponibile in libreria e negli store online “Il tocco del piccolo angelo”, il nuovo romanzo giallo/noir di Fiorenza Pistocchi edito da Neos Edizioni. Con il talento che le è proprio di restituire l’umanità e le atmosfere delle situazioni, la scrittrice affronta la metropoli, le sue inquietudini e la molteplicità delle sue relazioni.
Dalla penna di Fiorenza Pistocchi nasce una nuova protagonista: Linette, giovane, capelli crespi e occhi abbaglianti, con un passato doloroso. Con lei, l’autrice regala ai suoi lettori una guida sensibile che avvince e scompagina le carte dei luoghi comuni.
Afferma la scrittrice:
Ho avuto occasione di visitare il settore femminile di San Vittore e anche la residenza protetta per le carcerate con figli. Ho visto molte detenute giovanissime, belle, a cui si fa fatica ad attribuire un passato criminale. Ho voluto narrare la storia di una di loro, alla ricerca di una redenzione, tra mille dubbi e incertezze… anche alle prese con un omicidio.
Il romanzo è ambientato nella città di Milano.
Conclude l’autrice:
Lambrate e Crescenzago sono due quartieri, una volta di estrema periferia, oggi inseriti nel tessuto urbano milanese, che hanno caratteristiche interessanti: Lambrate, persa l’identità industriale, è diventato un polo artistico/creativo, mentre Crescenzago, in alcune parti riqualificato, è multiculturale, con pregi e difetti, in cui si può vivere il clima della Milano affacciata sul Naviglio della Martesana. Ho vissuto e lavorato in entrambi. A Lambrate vive Linette, la protagonista femminile, a Crescenzago vive Diego Perego, il protagonista maschile.
Il tocco del piccolo angelo: la trama
Lambrate, periferia di Milano. Il corpo di una donna viene trovato sotto il viadotto della tangenziale.
Inizia un’inchiesta lunga e problematica dalla quale faticano a emergere i moventi dell’assassinio. Fra un sopralluogo, un interrogatorio e una perquisizione, il commissario Perego si imbatte nell’inatteso: la giovane Linette, che sta tentando di imbastire una vita normale dopo vicende di droga e prostituzione.
Il suo passato e ciò che si percepisce di lei però non combaciano, gli occhi trasparenti e l’attenzione per gli altri raccontano di una storia che ha preso una via sbagliata. Diego Perego ne resterà irretito, soprattutto quando la fragilità di lei si esprimerà in premonizioni e intuizioni imprevedibili.
Il tocco misterioso del piccolo angelo accompagnerà le vicende alla soluzione.
Fiorenza Pistocchi: biografia
Nasce a Savona, ha vissuto per molti anni a Milano, attualmente risiede a Pioltello.
In passato ha scritto pubblicazioni per bambini a carattere didattico per Signorelli, Juvenilia, DeAgostini, Atlas. Neos Edizioni di Torino ha stampato la serie di suoi romanzi gialli ambientati in Liguria, a Noli, un antico borgo nel quale agisce il suo personaggio, un vigile impegnato a risolvere delitti e misteri: Il destino disegna paesaggi di mare, 2014; Appuntamento a San Paragorio, 2015; Il tesoro del Transylvania, 2016; Le perle portano lacrime, 2017; La madre nell’ombra, 2019; Ossa sotto il castello, 2020.
È curatrice per Neos Edizioni delle antologie Natale a Milano 2016, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021. Quest’ultima in collaborazione con lo scrittore Gian Luca Margheriti.
A settembre 2018 è uscito il suo primo romanzo a sfondo storico: Il cuore tenace della lavanda, ambientato negli anni della Prima Guerra Mondiale (Neos Edizioni) e a novembre 2019 è stato stampato il secondo, I colori del buio (Neos Edizioni), ambientato a Pioltello tra il 1943 e il 1945, quando dalla piccola stazione del paese transitavano i convogli carichi di persone destinate ai campi di concentramento e di sterminio.
Ha scritto molti racconti, che si trovano in antologie tematiche di Neos edizioni, tra le quali, nel 2020, Nulla più come prima sul dopo-Covid19 e TutTo SotTo-Sotto mentite spoglie, raccolta di racconti noir ambientati in Piemonte.
La sua ultima opera è il romanzo giallo/noir Il tocco del piccolo angelo, uscito nel giugno 2021 per Neos Edizioni, ambientato a Milano, nel quartiere di Lambrate-Città Studi, dove ha abitato.
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Perché dovremmo (tutti) ringraziare Chick Corea
Armando Anthony Corea è morto alla soglia degli ottant’anni. Li avrebbe compiuti il prossimo 12 giugno. A Chick Corea dovremmo tutti un sentito enorme grazie. Perché, diciamocela tutta, se in molte case è entrato il jazz è stato grazie a lui. E se in molte altre case è entrata la contaminazione musicale, l’elettronica, è sempre grazie a lui. Non è un ossimoro, questo. Ma un percorso a sensi inversi che chiunque ha potuto compiere grazie al virtuoso pianista e tastierista statunitense.
Personalmente scoprii Corea quando ero un fresco ginnasiale di quattordici anni. Nel negozio di dischi che frequentavamo suonava una roba che non avevamo mai sentito prima. Nel senso che era qualcosa che scuoteva, pulita ma potente, vibrante piena di virtuosismi ma anche di emozioni. Avrei scoperto solo dopo, quando decisi di acquistare il disco che quel brano era “Got a match?”, uno dei più incredibili esempi di tecnica e contaminazione di jazz ed elettronica.
Chick Corea: Got a match?
Got a match? di Chick Corea faceva parte del primo album realizzato con Elektric Band, con John Patitucci al basso, Dave Weckl alla batteria, Carlos Rios e Scott Henderson alle chitarre. Una band eccezionale, che faceva esplodere funamboliche progressioni all’unisono, lasciando spazio a parti di più ampio respiro e mettendo di volta in volta in primo piano la bravura dei singoli.
All’epoca ascoltavo esclusivamente rock. Erano gli anni in cui in cui stavo capendo quale fosse la musica che mi piaceva davvero. Erano gli anni della scoperta dei classici, dei Led Zeppelin, dei Jetro Tull, dei Kim Crimson. Il resto, con la spocchia tipica dell’adolescenza, era roba da buttare. Per quell’album di Chick Corea fu diverso. Perché era sì jazz, ma anche un pò a modo suo rock, e perché rievocava atmosfere che potevano accostarsi a certo prog-rock che mi era familiare. L’ascolto di quell’album, che era stato pubblicato un paio di anni prima, mi spinse a scoprire “Light Years” e “Eye of the beholder”, che nel frattempo già spopolavano tra gli appassionati.
Solo più tardi scoprii che quel musicista che suonava la tastiera a tracolla, come un rockettaro, era un prodigioso pianista jazz, che aveva nel suo curriculum collaborazioni strepitose, su tutte quella con Miles Davis.
Che piaccia o no, io Miles Davis non lo avevo mai ascoltato. E grazie a Chick Corea lo scoprii, con la conseguenza che il jazz entrò nella mia collezione di dischi, con l’ascolto a cascata dei primi classici, Coltrane su tutti, poi dei contemporanei, tra i quali mi innamorai di Michel Petrucciani. Inevitabile, poi, l’esplorazione della fusion, che mi condusse alla folgorazione per Pat Metheny, che poi significò addentrarmi in un mondo nuovo, parallelo rispetto a tutto ciò su cui avevo fondato i miei ascolti fino ad allora.
Questa prospettiva personale mi fa pensare, senza dubitarne minimamente, che molti abbiano fatto il percorso inverso, e che, partendo dalla conoscenza del jazz e del pianista Chick Corea, abbiano grazie a lui esplorato territori sconosciuti e forse ritenuti sacrileghi. I puristi del virtuosismo jazz sono stati costretti a prendersi sportellate dell’Elektric Band e a non arricciare più il naso di fronte a qualcosa di completamente differente rispetto agli standard imposti dal purismo. Ed una volta scoperto quel mondo, scommetto che nessuno abbia fatto marcia indietro, ma che ognuno abbia invece esplorato, ascoltato, si sia mosso con passi più sicuri verso mondi musicali diversi e che solo apparentemente potevano sembrare distanti anni luce da quelli conosciuti e praticati come intoccabili capisaldi.
Chick Corea era un pianista jazz. Chick Corea era un tastierista. I due elementi compongono la fusion che ha contribuito in modo prepotente a creare. Esattamente come un altro grande tastierista e pianista, Lyle Mays, definito “il lato oscuro di Pat Metheny”, che come in uno scherzo del destino era morto un anno e un giorno prima di Chick Corea, il 10 febbraio 2020. Ecco perché non possiamo non ringraziare Armando Anthony Corea. La sua musica è stata un viaggio vero attraverso i pianeti della diversità. E ci ha fatto scoprire tutti più democratici negli ascolti, più malleabili nei gusti e soprattutto ha fatto comprendere che, spesso, chi vuole ingabbiare la musica in contenitori a comparti stagni probabilmente (e semplicemente) la musica non la ama davvero.
Enrico Riccio
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