La signora Michela dell’agenzia Acierno Travel rivela quali sono le preferenze degli avellinesi che hanno deciso di trascorrere le proprie vacanze lontano da Avellino.
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Fiordellisi (Cgil):
«Avellino salvata dal commissario»Il segretario generale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, parte dalla riscoperta della Costituzione e della funzione sociale dell’imprenditore, sul modello di Olivetti, per entrare nelle vicende locali dove un cumulo di approssimazioni, lacune, furbizie e spensieratezze della classe politica e imprenditoriale irpina hanno dato il via a una stagione ad alto indice di trasgressività sia nel pubblico (vedi Alto Calore), sia nel privato (Isochimica).
Unica nota positiva in un quadro a tinte fosche, l’arrivo in città del Commissario Priolo che di fatto sancisce la necessità di una maggiore presenza del centralismo statale per porre fine a decenni di malgestione e clientelismo.
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Il Comune di Cesinali firma la convezione con AssoApi
Da anni AssoApi (Associazione Artigiani e Piccoli Imprenditori) è impegnata per valorizzare i territori attraverso prodotti agroalimentari, impegnandosi costantemente nella promozione di prodotti tipici locali e nello sviluppo locale delle aziende, sostenendo l’acquisto a Km0.
Il Comune di Cesinali ha firmato la convenzione con AssoApi per incentivare il consumo di prodotti locali che offrono maggiore sicurezza e genuinità e riducendo notevolmente la distanza che, spesso, intercorre tra produttore e consumatore.
L’associazione che si rivolge ai piccoli imprenditori
Luigi Gaudiosi, presidente dell’associazione afferma:
Ringrazio il sindaco Dario Fiore e il consigliere comunale Maurizio Taddio sempre attento alle esigenze del proprio Comune e per aver abbracciato l’importante tematica del dare Valore al nostro territorio. Grazie al loro impegno, siamo riusciti ad aggiungere un altro piccolo tassello allo sviluppo commerciale e sociale del Paese.
In un momento importante come questo in cui l’economia si è arrestata, soprattutto, a discapito delle microimprese è fondamentale puntare sulla valorizzazione del proprio territorio e delle risorse che esso mette a disposizione. Siamo tutti consumatori dunque scegliere consapevolmente di acquistare prodotti locali e provenienti da imprese familiari è un passo che dobbiamo e possiamo fare tutti per la nostra terra.
La crisi che si sta intravedendo non farà altro che rendere più netto il divario sociale ed economico tra chi ha risorse e chi ne ha poche o non ne ha più. Nel proprio piccolo ciascuno può avere parte attiva per tentare una ripresa, dando un supporto e un contribuito minimo acquistando prodotti a Km0.
Un gesto che crea speranza in chi non ha deciso di mollare, affrontando le difficoltà ma soprattutto compiere questo gesto significa preferire la qualità alla quantità. Fare ciò richiede un piccolo sacrificio per le tasche di ciascuno perché sappiamo bene che l’acquisto di un grande marchio equivale ad un abbattimento dei costi di produzione che una piccola azienda non può permettersi ma se pensiamo che il prezzo maggiorato, spesso, è sinonimo di qualità perché non farlo.
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Buoni fruttiferi postali: le controversie spiegate da Paolino Salierno
I buoni fruttiferi postali sono finiti all’interno di un vero e proprio polverone perché Poste Italiane ha agito modificando i tassi d’interesse in senso peggiorativo.
Riguardo a ciò c’è molta confusione ed è per questo motivo che l’avvocato Paolino Salierno ha deciso di parlarci di alcune controversie che riguardano i buoni fruttiferi postali che sono stati emessi dal 1989 al 1999.
L’avvocato ci spiega alcune cose che dobbiamo sapere
Buoni fruttiferi postali: cosa sta accadendo
I buoni fruttiferi emessi a decorrere da luglio 1986 e prima del 1999, nonostante sul retro riportino un prospetto degli interessi maturati dalla data di emissione, vengono rimborsati da Poste Italiane con una cifra inferiore rispetto a quella indicata.
Dopo l’entrata in vigore del decreto del 13 giugno 1986 le Poste Italiane avrebbero dovuto emettere buoni fruttiferi postali della serie Q invece, per un pò di tempo, hanno continuato ad utilizzarfe i moduli delle serie O e P che indicavano tassi superiori ma non applicabili.
La legge infatti consentiva alle Poste di utilizzare, fino a esaurimento, solo buoni della serie P e non quelli della serie O a patto che venissero apposti due timbri: uno sul fronte e uno sul retro.
Poste Italiane continua a rimborsare importi inferiori rispetto a quelli spettanti, nonostante l’intestatario del buono non abbia mai ricevuto alcuna comunicazione sul presunto e diverso rendimento degli interessi, originariamente sottoscritte e unilaterlamente modificate.
L’avvocato di parla dei buoni fruttiferi postali emessi dal 1986 al 1999
Paolino Salierno ci spiega quali sono i margini per poter chiedere un eventuale rimborso
C’è un modo per poter recuperare gli interessi che non si sono avuti?
Paolino Salierno ci spiega che se si è acquistato un buono fruttifero postale tra il 1986 e il 1999 e gli interessi incassati sono stati inferiori rispetto ai tassi previsti è possibile avere diritto ad un rimborso, che riguarderebbe cifre abbastanza importanti.
Prima di iniziare qualsiasi strada bisogna controllare la data di emissione del buono fruttifero postale e la serie. Se la data di emissione è anteriore al 1986 le possibilità di ottenere un rimborso sono scarse se la data è invece posteriore bisogna verificare la serie.
Se risulta appartenere alla serie rarissima O è molto probabile che, in caso di contenzioso, si abbia ragione. Riguardo alle serie P bisogna verificare che siano stati apposti due timbri.
Lo studio legale Salierno sito ad Avellino Corso Vittorio Emanuele II n. 359 offre una prima consulenza gratuita sull’argomento. Per maggiori informazioni e per prenotare un appuntamento è possibile contattare i seguenti recapiti telefonici:
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