All the Streets are Silent (2021) è un docu-film che racconta le origini dell’Hip-hop e la sua integrazione con la scena skate.

All the Streets are Silent: trama
Il documentario descrive come un’ampia varietà di leggende abbia avuto il via su Marte o abbia semplicemente frequentato lo spot: black sheep, Puff Daddy, Jay-Z, Run DMC, KRS One, Ice Cube, DeLa Soul, a Tribe Called Quest, Queen Latifah e altro ancora. Moby è stato uno dei primi DJ su Marte.
Marte e le strade di New York durante il periodo erano il terreno fertile perfetto non solo per l’intersezione tra hip-hop e cultura dello skateboard, ma anche per l’intersezione tra arte e commercio.
Anche se Mars ha chiuso poco dopo la sua apertura, le connessioni fatte e la cultura che si è sviluppata da esso hanno portato alla prima linea di abbigliamento hip-hop, Phat Farm, che è stata descritta come una collaborazione tra Russell SImmons e “tre skateboarder”. Anche Zoo York, Supreme e altri marchi locali sono cresciuti dall’influenza del gruppo principale.
Darryl McDaniels di Run DMC spiega nel documentario come Marte fosse:
il luogo in cui tutte le persone avrebbero conservato prima dell’esplosione di opportunità per tutti noi – le grandi linee di abbigliamento, le grandi etichette, i grandi musicisti – tutto è iniziato con Marte.
Utilizzando filmati d’archivio e interviste, il documentario dà vita alla magia del periodo di tempo e alla convergenza che ha creato uno stile e un linguaggio visivo che avrebbero avuto un effetto culturale fuori misura e duraturo che esiste ancora oggi. Dalle cabine DJ e piste da ballo della discoteca Mars alla fondazione di marchi come Supreme, questa convergenza getterebbe le basi per lo street style moderno.
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Sara J Jones racconta in Scusa la trasposizione in musica di un ritrovato e imprescindibile amor proprio
Non basta un mazzo di rose per curare una ferita d’amore: questo è ciò che Sara J Jones, con la sensibilità, la classe e la sensualità che la contraddistinguono, racconta in “Scusa” (Orangle Records/ADA Music Italy), il suo nuovo intreccio di pop e afrobeat avvolto da intense e malinconiche sfumature reggaeton.
Sulla ricercata e riuscitissima commistione sonora che sorregge il pezzo, resa possibile dall’abilità creativa di Andrea Cattaldo e Daniele Fasoli dei Phasher Studios, l’intensità espressiva di Sara si focalizza sul mix di emozioni che ci pervadono quando siamo chiamati a guardare in faccia la realtà nell’affrontare traumi emotivi che lasciano il segno, proprio come gli oggetti e i ricordi sulle pareti di un appartamento ormai abbandonato – «Cosa resta di te? Mobili, ritratti, su pareti vuote» -.
Scritto dalla stessa cantautrice milanese ripercorrendo un’esperienza personale vissuta anni fa, “Scusa” è la trasposizione in musica di una serie di tentativi di riappacificazione e riconquista andati vani, che non cancellano né la gioia né il dolore dei trascorsi a due anime, ma rivelano, con lo scorrere del tempo, l’esigenza di mettere un punto effettivo a capitoli ormai conclusi, per voltare pagina con un ritrovato e imprescindibile amor proprio.
Dichiara l’artista:
Correva l’anno 2017 e, dopo un lungo periodo di relazione, io e lui abbiamo deciso di intraprendere due strade differenti, in quanto, per me, le cose erano totalmente cambiate. Nonostante la mia sincerità e chiarezza nei suoi confronti, è bastato un solo giorno perché lui facesse sparire tutte le sue cose da casa mia. Mi sono ritrovata sola, in una casa improvvisamente vuota.
Non è stato un bel momento, ma mi ha insegnato molto. Qualche mese più in là, questa persona ha provato anche a riconquistarmi, regalandomi un meraviglioso mazzo di rose, pensando che tutto si sarebbe aggiustato. Sapete? da quel giorno ho imparato pian piano ad amare davvero me stessa.
Questo brano è il mio modo di raccontare l’accaduto e spero che gli ascoltatori possano ritrovarsi nelle mie parole.
“Scusa” mi è servito per ricordarmi che le cose belle sicuramente rimangono e che molte volte non abbiamo il coraggio di esporle così come vorremmo. Probabilmente, la me stessa di oggi direbbe che lui non era la persona giusta e non era il momento giusto.
Un pezzo penetrante, a mezz’aria tra selfness love e personal empowerment che, nell’autenticità e nella verità delle sue liriche, dà voce e musica ad uno spaccato sui rapporti umani in cui, ciascun ascoltatore, a prescindere dall’età, dalla provenienza e dall’orientamento sessuale, può ritrovarsi, con la maturità, l’umiltà e l’egenza di chi sa chiedere “Scusa”, agli altri e a se stesso.
“Scusa” è accompagnato dal videoclip ufficiale, girato a Milano dall’immancabile e attento sguardo di Alessandra Miatello, che sarà disponibile su YouTube nel corso delle prossime settimane.
Sara J Jones: chi é?
Sara J Jones, pseudonimo di Sara Libranti, è un’artista milanese classe 1994. Cantante, autrice, content creator, influencer ed imprenditrice, muove i primi passi nel mondo della musica in tenera età, partecipando a numerosi concorsi canori.
Esploratrice per nascita, studia Musical, Tecniche Teatrali e Danza, calcando grandi palchi come quello del Teatro Nazionale di Napoli, impreziosendo così l’eclettismo della sua Arte.
Nel 2015 pubblica “The Queen of the Night”, la sua prima release che le consente di farsi conoscere ed apprezzare da pubblico e critica e di dar vita all’EP “Eterno” (2016).
Dopo una pausa dalla scena che le ha consentito di maturare personalmente e professionalmente, Sara J Jones torna nei digital store nel 2022 con “Waterproof”, un brano, scritto a quattro mani con Marco Conte e prodotto dall’abilità creativa di Andrea Cattaldo (Phaser Studios), che evidenzia la poliedricità della sua anima autorale e interpretativa, raccontando, tra ironia, leggerezza e riflessioni, l’essenzialità di concedere spazio, tempo e cuore soltanto a chi si dimostra meritevole delle nostre attenzioni, imparando il sano amor proprio e dirigendo in prima persona il flusso delle nostre esistenze.
Capelli rossi, sguardo vivace, energia esplosiva e sorriso inconfondibile, sono i tratti distintivi della sua personalità che, uniti ad una vocalità fortemente pop intrisa di sfumature soul, ad una penna sensibile e camaleontica e ad un’attitudine fresca e frizzante, delineano l’essenza del suo percorso artistico.
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Ruggero Ricci torna a dar voce all’estate con “Coccodrilli”, il suo nuovo singolo
Reduce dall’incredibile ondata di successo delle sue precedenti release, che l’hanno riconfermato come una delle firme più apprezzate e delle vocalità più emozionanti del panorama discografico italiano indie-pop, Ruggero Ricci torna a dar voce all’estate in “Coccodrilli” (Orangle Records/Universal Music Italia), il suo nuovo singolo.
Prodotto dall’immancabile e incantato tocco di Max Giorgetti (già per Random), il brano è l’emblema del traslato tra gli esseri umani e i loricati, rettili dal sangue freddo notoriamente delineati come privi di ogni qualsivoglia scrupolo, in un fotogramma di ritmo e parole che immortala il progresso nel regresso della società attuale, come lo stesso artista racconta:
Sentivo l’esigenza di descrivere il periodo che tutti noi stiamo vivendo: si sente parlare di guerra ogni giorno, come se fosse una cosa normale…Nel mentre, assistiamo ad un rapido e repentino decadimento dell’umanità; ho voluto descrivere questa situazione, quest’epoca storica, con un pezzo che, nonostante suoni estivo e frizzante, non ha di fatto alcunché di felice.
Un’antinomia che consente all’ascoltatore la profonda immersione in un testo d’autore minuziosamente curato dalla camaleontica ed incisiva penna del cantautore lughese, avvolto da un abbraccio indie vestito di vivide gemme elettro pop, la cui genesi è la conseguenza di un’attenta analisi, di una serie di quesiti che ciascuno di noi dovrebbe porsi ed a cui, Ruggero Ricci, ci invita a prestare attenzione:
Mi interrogo su quanto si sia spenta la nostra umanità, su quanto siamo realmente disposti a prenderci cura dell’altro, del diverso…Fino a che punto saremmo in grado di spingerci pur di non amare e, di conseguenza, di inaridire il nostro cuore?
Distante da cliché e perbenismi, la vocalità unica e magnetica dell’artista, dona vita alle ombre che aleggiano sullo scenario post-apocalittico, crudo ma dinanzi cui non ci è più concesso voltare lo sguardo, per celarne o rinnegarne l’esistenza, lasciando però, sul finale, un piccolo ma prezioso spiraglio di luce, incastonato ad hoc tra le brillanti striature della speranza, il desiderio sentito di un cambiamento collettivo.
Conclude Ruggero Ricci:
Non tutti i coccodrilli sono asettici. C’è una minoranza che lotta per il cambiamento e che si augura, con il cuore, di arrivare ad un punto di svolta. La mia visione della felicità non è da associare alla ricerca di un domani migliore; penso, piuttosto, che ciascuno di noi debba imparare ad assaporare le cose belle del presente, così da giungere alla consapevolezza di sé, a sentirsi fieri di ciò che è, ogni singolo giorno.
Un mood propositivo e fiducioso verso il futuro, che inizia, imprescindibilmente, dalla coscienza interiore individuale che per rivoluzionare il mondo intorno a noi, occorre, necessariamente, partire da se stessi.
“Coccodrilli” è accompagnato dal videoclip ufficiale, in uscita martedì 14 Giugno, diretto dall’immancabile eleganza raffigurativa di Andrea Zanzucchi.
Dinamismo, autenticità, finezza autorale ed urgenza espressiva sono le chiavi della cifra artistica di Ruggero Ricci, brani che non si pongono l’obiettivo di modificare la realtà, ma di risvegliare il senso empatico, altruistico e civile insito in ciascuno di noi, per stimolarci e portarci a costruire, tutti insieme, un domani migliore.
Ruggero Ricci: biografia
Ruggero Ricci nasce a Lugo (RA) il 13/02/1989.
Fin da bambino dimostra una predisposizione per la musica soul-R&B con successivo inquadramento nel cantautorato elettronico, genere Indie. I suoi riferimenti principali sono: Amy Winehouse, Janis Choplin, Billie Holiday e James Brown, Calcutta, Tiromancino, Franco 126 e Gazzelle.
La passione per la musica lo spinge ad intraprendere la via della composizione di testi come autore parallelamente a quella della didattica del canto grazie all’incontro con la Vocal Coach internazionale Cheryl Porter e con il Vocal Coach Luca Jurman; da qui proseguirà i propri studi in ambito vocale autonomamente, specializzandosi nella didattica e gestione della voce artistica in ambito performativo. Talent Scout, Direttore Artistico, giurato per svariati contest e format TV, Ruggero Ricci partecipa anche a manifestazioni canore, tra cui Sanremo Music Awards (2013, vincitore del Premio Futura come Miglior Cantautore dell’anno), X Factor Italia – Boot camp(2013), Casa Sanremo – ospite (2014), Area Sanremo – finalista (2015 e 2016) e Deejay On Stage (2017).
Nel 2014 pubblica “Contrasti”, il suo primo album ufficiale, a cui fa seguito un tour internazionale che tocca metropoli come Londra, consentendogli di calcare palchi di rilevanza planetaria, quali, ad esempio, quello del Piccadilly Square dell’Oxford Circus e dell’Empire Casinò e di essere opening act di celebri artisti italiani, come: i Nomadi, Marco Masini, Fiorella Mannoia, Alexia, i Finley, Michael Bolton e J-Ax.
Il 2018 è la volta di “La forma delle nuvole”, secondo album di inediti full length, che porta Ruggero a spopolare su tutte le emittenti radiofoniche italiane, ad incontrare i fan attraverso un fortunatissimo instore tour nei Centri commerciali in distribuzione con Feltrinelli e ad esibirsi in concerto nelle più prestigiose venue nazionali.
Nel 2019 e nel 2020, il poliedrico artista emiliano rilascia diversi brani di successo, tra cui “Tsunami” e “Le persone non parlano”, quest ultimo, in collaborazione con il giovane astro nascente del panorama rap italiano, Young Speed.
Il 2021 si apre con la preghiera in musica scritta durante il lockdown “Basterà l’amore”, da quel momento, la carriera di Ruggero Ricci diviene in continua ascesa con la pubblicazione di singoli quali: “Saturno e il tuo nome” (in featuring con Dylan Luppi da X-Factor 2020), “Bombe atomiche”, “Chimere” e “E’ un’altra notte” che gli permettono di superare 1 milione di stream su Spotify e 1 milione di visualizzazioni sul proprio canale YouTube.
Tra le ultime esperienze di rilievo del cantautore, troviamo la partecipazione (prima tramite la delegazione della piattaforma giornalistica “OAplus” e in seguito come artista) al “M.E.I. – Meeting Etichette Indipendenti” – dove per conto della delegazione conferirà due premi all’allievo Dylan Luppi (miglior artista emergente dell’anno) e all’artista Tosca con il brano “Ho amato tutto” (miglior brano d’autore sanremese dell’anno).
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Ritorna Dante per tutti e le leggende medievali al Castello d’Aquino di Grottaminarda
Ritorna Dante per tutti al Castello d’Aquino di Grottaminarda, dopo la sospensione causata dall’emergenza sanitaria. L’iniziativa curata da Luca Maria Spagnuolo, storico dell’arte di Avellino ha come scopo quello di leggere volta per volta passi della Divina Commedia di Dante Alighieri e di leggende medievali, di cui il noto e intramontabile testo è permeato.
I testi presentati provengono da manoscritti e incunaboli non editi o di difficile reperibilità che sono stati trascritti da Luca Maria Spagnuolo.
Dante per tutti è un laboratorio culturale che prevede la lettura e il commento di un Canto dantesco, la cui tematica è correlata ad un approfondimento legato a temi culturali, teatrali e della letteratura medievale.
Ritorna l’appuntamento letterario dedicato a Dante Alighieri
Dante per tutti: l’iniziativa culturale
Dante per tutti prevede degli appuntamenti in cui vengono proposte leggende del XIV e del XV secolo, lette nella loro versione originale (volgare italiano), discusse e commentate successivamente.
I temi principali di cui trattano le letture riguardano leggende di Santi e diavoli e brani provenienti dal repertorio giullaresco medievale.
In previsione delle celebrazioni per il centenario della morte di Dante Alighieri (2021), Il Castello d’Aquino ha programmato una serie di incontri danteschi.
Il primo incontro si terrà mercoledì 12 agosto alle ore 19:30 in cui è prevista la lettura del Canto I dell’Inferno: l’incontro tra Dante e Virgilio nella selva oscura.
Il secondo appuntamento è previsto per 2 settembre alle ore 19:30 in cui verrà letto e commentato il Canto V dell’Inferno, il canto di Paolo e Francesca che verrà introdotto dalla leggenda di un demone che tenta un monaco al peccato di lussuria.
La durata dell’incontro è di circa un’ora e per poter partecipare all’evento bisogna prenotarsi, contattando il seguente numero telefonico: 334 947 46 73.
Il costo del biglietto è di € 5.00
Struttura dell’Inferno dantesco
L’Inferno dantesco
La Divina Commedia (1472) di Dante Alighieri è considerato un capolavoro della letteratura mondiale che è attuale perché racconta dell’umanità, immutata nei secoli, e descrive la complessità della nostra vita composta da viaggi concreti, astratti, mistici e morali.
La Divina Commedia spesso viene definita l’enciclopedia del Medioevo perché Dante Alighieri, studioso, filosofo e credente ha dato vita ad un’opera lettraria che contiene tutti gli elementi della cultura del suo tempo.
L’immaginario viaggio oltremondano nell’Inferno dantesco si compie in sette giorni. Dante Alieghieri al tempo aveva 35 anni ed era al punto centrale della sua vita perché all’epoca l’età media del tempo era di circa 70 anni.
Una sera perdendo la strada si ritrova in una selva oscura (che allegoricamente rappresenta il peccato) e vede l’angoscia e la sofferenza di quel luogo da cui vorrebbe fuggire, percorrendo un colle ma viene ostacolato da tre animali (una lonza che rappresenta l’incontinenza, un leone che rappresenta la violenza e una lupa che incarna la cupidigia).
In suo soccorso giunge Virgilio (simbolo della ragione) che lo accompagna nel suo viaggio ultraterreno tra: inferno, purgatorio e paradiso.
L’inferno è il primo dei mondi ultraterreni che Dante attraversa ed è un abisso sotterraneo che lo scrittore colloca vicino Gerusalemme, centro geografico e religioso del mondo emerso che ha la forma di un cono rovesciato.
L’Inferno dantesco è diviso in tre zone: Antinferno, Alto inferno e Basso inferno.
Dante si è preoccupato di dare una struttura geometrica all’inferno, esigenza che rispecchia la mentalità astratta e geometrica del Medioevo. Ciascun cerchio è popolato da anime peccatrici e lo scrittore si sofferma sul loro processo di degradazione e di imbestiamento, evidenziando la genesi psicologica del peccato e delle motivazioni che indusse al rifiuto della legge divina e umana.
Le anime vengono fissate nell’eternità con la loro contraddittoria personalità che si manifestò in terra. I peccatori sono uomini che hanno vissuto in modo esasperato e disperato, una sorta di esseri degradati dal peccato. L’Inferno, infatti, è pieno di personaggi che da un lato rivelano le lotte civili di Firenze e da un altro insistono sul tema della degradazione della Chiesa sul cui seggio si succedono papi simoniaci.
Il mondo, dunque, per Dante Alighieri è ribaltato e c’è bisogno di ricostruire una società secondo le indicazioni divine contenute nei testi sacri.
Per approfondire l’immenso e misterioso mondo racchiuso nell’Inferno dantesco non vi resta che partecipare a Dante per tutti!
9 comments on All the Streets are Silent: Skateboarding & Hiphop in una indimenticabile New York anni ’80!
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