Alle origini del comico c’è Aristofane.
Le indagini dei critici e degli studiosi hanno illuminato molti aspetti della sua opera, da quelli letterari e filosofici a quelli politici, sociali e di costume.
Hanno però prestato scarsa attenzione agli accorgimenti spettacolari, alle soluzioni comiche, alle eterogenee invenzioni verbali che hanno fatto delle commedie dell’artista ateniese un’irresistibile fonte di riso.
Coniugando il rigore critico e la conoscenza dei meccanismi del teatro antico e moderno, Umberto Albini individua nei lavori di Aristofane il linguaggio e le strutture sceniche adottate per divertire un pubblico esigente e quanto mai vario, ricostruendo un esauriente ritratto della sua opera e dei suoi stilemi.
Umberto Albini: biografia
Ha insegnato nelle università di Bonn, Colonia e Firenze, divenendo infine direttore del Dipartimento di Filologia Classica presso l’Università di Genova.
Fra i massimi esperti e traduttori del teatro classico, è stato presidente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico.
Tra i suoi saggi si ricorda: Nel nome di Dioniso, Testo e palcoscenico. Divagazioni sul teatro antico, Atene: l’udienza è aperta, Euripide o dell’invenzione.
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Le Ragioni del Boia di Giuseppe Garofalo: intervista
Le Ragioni del Boia (2019) è l’ultimo libro scritto dall’avvocato penalista Giuseppe Garofalo, pubblicato da Graus Edizioni.
Vincenzo de Jorio, avvocato criminale del Foro di Napoli, è la voce narrante all’interno de Le Ragioni del Boia. L’avvocato il 10 maggio del 1809 viene arrestato con l’accusa di aver partecipato ad una cospirazione per attentare alla vita del re, reato che ai tempi veniva punito con la pena di morte.
Le Ragioni del Boia mostra il doppio volto del diritto che, per certi aspetti, ancora è vigente.
Il libro è composto da una narrazione fatta di processi giudiziari che si svolgono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo a Napoli, in età borbonica. Durante la lettura del libro assistiamo, in base alle decisioni giuridiche del momento, al processo di vittime che vengono accusate per aver gridato in strada: “Viva Ferdinando e viva Carolina” e cinque anni dopo “Abbasso Ferdinando e abbasso Carolina”.
In sostanza viene fuori un quadro della giustizia che processa se stessa perché le leggi, soggette a interpretazioni non sono altro che interpretazioni dettate da una legalità composta di concetti precettistici incompatibili con la realtà dei tribunali e del patibolo.
Durante la presentazione del libro, svoltasi a Santa Maria Capua Vetere, il noto giurista Carlo Taormina ha delineato un parallelismo tra il diritto di ieri e quello di oggi, partendo dalla spiegazione de Le Ragioni del Boia.
Carlo Taormina ha definito così Le Ragioni del Boia:
Un libro pieno d’insegnamenti perché ci sono una miniera d’informazioni tecnico-giuridiche su cui bisognerebbe riflettere.
Per avere un’idea più esaustiva de Le Ragioni del Boia, ecco l’intervista integrale a Giuseppe Garofalo.
Intervista integrale a Giuseppe Garofalo
Giuseppe Garofalo: biografia
Giuseppe Garofalo oltre ad essere l’autore de Le Ragioni del Boia è un noto avvocato penalista, allievo del professore Alfredo De Marsico.
Lo scrittore è uno studioso di storia giudiziaria infatti ha scritto tre libri di successo su questi argomenti: Teatro di Giustizia (1996), La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra (2005) e L’Empia Bilancia (2011).
Con la pubblicazione de Le Ragioni del Boia Giuseppe Garofalo giunge al suo quarto libro, ma lo scrittore sta già lavorando ad un altro progetto, di cui ancora non sappiamo nulla.
Quali sono le ragioni del boia?
Tommaso Paradiso, il boia, vende spezzoni di corda degli impiccati a persone credulone che ne fanno degli amuleti o li conservano come reliquie. Il prezzo di ogni pezzo corda varia in base alla notorietà e alla personalità dell’impiccato.
La morte data dal boia era e doveva rimanere un atto amministrativo, la cui esecuzione doveva essere asettica, se non ripugnante, anche per chi la eseguiva.
…
A governare la Giustizia nei tribunali erano in tre: il re, il giudice e il boia. Non era una triade ma una Trinità perché decideva della vita e della morte.
Il re indicava con una legge in astratto le persone da uccidere, il giudice le indicava in concreto e il boia le uccideva. Nella trinità, però, non regnava la giustizia, quella delle leggi non scritte. Dell’orrore della decapitazione e della impiccagione veniva indicato responsabile il boia e non il giudice che le aveva ordinate.
In breve ad essere elogiato, paradossalmente, era il giudice che veniva apprezzato per la decisione mentre il boia veniva disprezzato per averla semplicemente eseguita.
Tommaso Paradiso, condannato a morte, era reo di peccati veniali e non di quelli mortali perché quest’ultima responsabilità era dei giudici che l’avevano decisa e fatta eseguire.
Le Ragioni del Boia mostra come sia ambivalente il volto della legge e come possa rinnegarsi o contrapporsi a se stessa, a distanza di anni o di epoche.
Se dovessimo riassumere con una frase Le Ragioni del Boia potremmo dire che si assiste alla condanna della giustizia che non fa altro che condannare se stessa.
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L’omonimo debutto discografico del trio che omaggia le melodie popolari del Sud Italia
Ra di spina nasce nel periodo del duro lockdown dovuto alla pandemia da covid-19: Laura Cuomo propone a Sonia Totaro e Francesco Luongo di registrare alcune melodie popolari da lei ri-arrangiate per trio vocale. Le registrazioni, necessariamente di qualità casalinga ed estemporanea, vengono seguite da video homemade, girati con il cellulare dai tre luoghi di clausura “obbligatoria”: Baronissi (SA), Monte Sant’Angelo (FG) e il centro storico di Napoli.
Laura Cuomo, Francesco Luongo e Sonia Totaro hanno tre voci e tre provenienze dal canto assolutamente diverse (Laura viene dall’esperienza della Psychophonie, dai mondi dell’etnomusicologia e del canto popolare; Francesco dal teatro e dal canto lirico e popolare; Sonia è danzatrice e cantante di Taranta Power).
Il loro incontro musicale è scaturito dal comune interesse per le melodie e le radici del sud Italia e dalla collaborazione con Eugenio Bennato, con cui i tre artisti lavorano attivamente da alcuni anni.Il progetto “Ra di spina” suscita l’attenzione di Ernesto Nobili, già produttore di Flo, Greta Zuccoli, Spakkaneapolis e direttore musicale di Passione Next Generation, a cui più tardi viene affidata la produzione artistica. Il risultato sono sei brani dove la musica popolare è la grande direttrice su cui si poggiano le diversità vocali, gli arrangiamenti, i suoni che viaggiano tra l’elettronica ed il terrestre.
I brani:
Procidana, classico della tradizione marinara campana, portato alla fama dalla immensa voce di Concetta Barra. Matarrese grottesca, favola popolare musicata, tra gli altri, da Antonio Infantino e i Tarantati di Tricarico. Matajola, brano della tradizione calabrese. La ninna nanna di Carpino (FG), opera dei Cantori riscoperti da Bennato, Surfarara e Canti dei Salinai, libere reinterpretazioni di canti dei lavoratori delle saline e delle miniere siciliane, registrate da Alan Lomax nel corso del suo viaggio in Sud Italia negli anni ’50, impreziosite dal tamburo di Alfio Antico, massimo esponente dello strumento.Il progetto di rielaborazione in chiave vocale delle melodie popolari in Ra di spina ha suscitato anche il beneplacito di Eugenio Bennato. Il disco è stato infatti prodotto con la sua etichetta “Sponda Sud” con la “Bulbart” di Andrea Saladino (produttore esecutivo dell’Ep).
Biografia degli artisti
Laura Cuomo: cantante e ricercatrice vocale dalla formazione eterogenea che spazia dalla musica soprattutto corale/vocale, alla psicofonia di M.-L. Aucher, agli studi etnomusicologici e alla pratica dello Yoga nella tradizione di T.Krishnamacharia e Desikachar. Laureata in Etnomusicologia (La Sapienza di Roma) con una tesi sulla voce nel XX secolo tra terapia e musica, ha da sempre coltivato il canto in diverse formazioni vocali di musica popolare e antica accrescendo la sua passione per la voce e le voci che cantano insieme in una pratica corale continua e costante. Studia la psicofonia, una disciplina basata sul canto e sull’armonizzazione psico-corporea attraverso la voce. Conduce laboratori espressivo – musicali sulla voce. Attualmente collabora con Eugenio Bennato & Taranta Power (progetto “Le Voci del Sud”), con cui ha inciso il disco “Qualcuno sulla terra” nel 2020 (solista nel brano Ballata di una madre). Si è esibita a Piazza del Plebiscito in occasione del ventennale di Taranta Power, al Kaulonia Tarantella Festival, in luoghi di prestigio come la Basilica di Sant’Ambrogio (Milano) con “Qualcuno sulla terra” (in onda da settembre 2021 sul canale Sky Classica). Collabora come interprete in spettacoli di teatro canzone liberamente ispirati alla musica di Fabrizio De André e Rino Gaetano (Sul sentiero dei cantautori: omaggio a Fabrizio De Andrè ; omaggio a Rino Gaetano). Ha da poco collaborato con il compositore Rocco De Rosa partecipando alla colonna sonora di “Dante” di Pupi Avati.
Sonia Totaro: è originaria di Monte Sant’Angelo, un piccolo paese sul Gargano, promontorio ricco di antiche tradizioni popolari. A Bologna consegue la laurea in Sociologia della Comunicazione presso l’Alma Mater Studiorum. Decisivo è stato l’incontro con Eugenio Bennato che la riporta, attraverso la sua innovazione, ai suoni della sua terra. Collabora con il musicista napoletano prestando la sua voce nei progetti discografici come Sponda Sud (2007), Grande Sud (2008) Questione Meridionale (2011), Canzoni di Contrabbando (2016), Da che sud è sud (2017). Lo accompagna nelle maggiori tournée in Italia e all’estero: (Angola, Mozambico, Corea del Sud, Thailandia, America del Sud, Libano, Giordania), nei Festival Italiani (Sanremo, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Notte della Taranta, Primo Maggio di Roma, Carpino Folk Festival, Kaulonia Tarantella Festival). Ha tenuto stage sulla tarantella del Gargano e sulla pizzica salentina in Italia, ma soprattutto all’estero: da Manila a Bangkok, da Innsbruck a Madrid. Attualmente continua le sua collaborazione con Taranta Power.Francesco Luongo: cantante , attore e regista, laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Salerno, inizia gli studi teatrali sotto la guida di Michele Monetta, allievo di Etienne Decroux, all’”I.C.R.A. Project” Centro Internazionale di Ricerca sull’Attore dove si diploma in Mimo Corporeo.Studia Canto lirico prima con il M° Sergio Voccia e poi al Conservatorio “Martucci” di Salerno. Il suo esordio teatrale è con Gianfranco e Massimiliano Gallo in “Piedigrotta futurista”. Nel campo musicale è cantante dell’ ensemble vocale “Le Voci del Sud” diretto da Eugenio Bennato. Nel 2020 esce il disco “Qualcuno sulla terra”, in cui è solista dei brani “Kifaya” e “Fiat Lux”. Lavora come Aiuto regia di Armando Pugliese nello spettacolo “Teresa Sorrentino” interpretato da Lalla Esposito. Assistente alla regia negli spettacoli “Celeste” (Premio Cervi 2021) e “A. D. E.” di Fabio Pisano ( premio Hystrio 2019). Come regista mette in scena un Omaggio a Fabrizio De André e un omaggio a Rino Gaetano. Partecipa ai videoclip de “Il mondo cambierà” di James Senese e “Maskerate” di Eduardo Bennato. Come attore ha partecipato a “Un posto al sole” e a teatro ha lavorato con Bruno Garofalo, Antonio Casagrande, Velia Magno, Federico Salvatore, Massimo Masiello. -
Pino Daniele Opera al Trianon Viviani
Il prossimo 19 marzo Pino Daniele avrebbe compiuto 67 anni. Nel giorno del suo compleanno si terrà il consueto memorial al PalaPartenope ideato da Nello Daniele, fratello del grande cantautore partenopeo.
A latere di questa manifestazione, venerdì 18 marzo, alle 21, il Trianon Viviani ricorderà l’Artista il con il concerto “Pino Daniele Opera”, che vede la partecipazione di musicisti, tra cui collaboratori storici del “Nero a metà”.
La serata nel teatro della Canzone napoletana sarà diretta da Paolo Raffone, amico storico di Pino e arrangiatore di alcuni suoi brani, che l’ha ideata insieme al cantante interprete Michele Simonelli, per la produzione di Wing e Record M.E.. Simonelli sarà accompagnato da un ensemble da camera di nove elementi. Special guests del concerto Rosario Jermano, Ernesto Vitolo, Antonio Onorato, Roberto Giangrande – in più occasioni a fianco di Pino – e Jerry Popolo.
Spiegano Raffone e Simonelli:
”Pino Daniele Opera” è un’opera cameristica in senso stretto, con un dialogo tra le voci degli strumenti : un concerto vero e proprio nel quale abbiamo fortemente voluto mantenere intatto il sentimento e l’anima dei brani di Pino: un viaggio emozionante per ritrovare, sotto una veste sonora inedita, tutte quelle suggestioni che si diffondono naturalmente dalle melodie e dai versi delle canzoni dell’Artista che ha riportato “Napoli” e la sua musica al centro dell’universo artistico nazionale e internazionale.
Con gli arrangiamenti originali di Raffone, saranno interpretati sedici tra i maggiori brani di successo del cantautore, che vanno cronologicamente da Napule è, dall’album Terra mia del 1977 – in cui Pino esprime appieno un profondo legame con la tradizione partenopea e mediterranea sia per le sonorità che per i testi – a Senza ‘e te, del 2001, contenuta nel cd Medina.
L’ensemble è costituito da Alessandro de Carolis (flauto), Marco Patierno (clarinetto), Alessia Viti (violino), Marco Traverso (viola), Giovanni Sanarico (violoncello), Cira Romano (arpa), Lorenzo Traverso (pianoforte), Eduardo Robbio (mandolino e mandoloncello) e Pasquale De Paola (batteria).
Per questo concerto, nello spirito della festa, il Trianon Viviani ha coinvolto alcuni dei tanti fan club dedicati a Pino Daniele.
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