Tra noi uomini di Marco Pontoni è un romanzo di relazioni, dove nessuno è innocente e nessuno è del tutto colpevole: la storia di tre uomini che si perdono e si ritrovano, in un’amicizia che attraversa le età, i luoghi, i fraintendimenti, le relazioni con le donne. Tre uomini che diventano specchio di un’epoca difficile, dei conflitti irrisolti che la contraddistinguono, delle mediazioni faticosamente raggiunte. E di un malcelato bisogno d’amore.
Tra noi uomini di Marco Pontoni: trama
Enzo, un giovane alla ricerca di qualcuno che gli faccia da padre. Il suo migliore amico, Andrea, al quale lo lega un rapporto maturato sui banchi del liceo quando la vita è voglia, desiderio, scoperta. E infine un uomo, Antonio, padre di Andrea, pittore anarchico che prende a cuore Enzo al punto da instradarlo – proprio come un padre – verso l’età adulta. Un’età che coincide, fatalmente, con la scoperta dell’amore, incarnato da Olga, ragazza originale e indipendente.
Sono questi i protagonisti di una storia fatta di traiettorie che talvolta si intrecciano, talvolta si discostano, senza mai separarsi del tutto. Quella di Enzo si sviluppa fra Italia, Medio Oriente e Africa, mentre insegue una carriera da giornalista, fatta di alti e bassi e soprattutto di domande che non trovano risposta. Più chiaro è il percorso – professionale e sentimentale – di Andrea, ma solo in apparenza. Mentre Antonio, nel tentativo stolido ma tenace di vivere, schiva i suoi demoni dando seguito in maniera spregiudicata al suo carisma e alle sue capacità manipolatorie.
Tre uomini, dunque, uniti da un legame che è amicizia, voglia di confronto, ma anche incomprensione e talvolta di conflitto. Un legame difficile quindi, ma irrinunciabile.
Marco Pontoni: chi é ?
Marco Pontoni è nato a Bolzano e vive fra il Trentino e l’Umbria. Giornalista, diplomato alla scuola Holden, già finalista al Premio Calvino, vincitore del concorso Frontiere-Grenzen, ha all’attivo il romanzo Music Box, la raccolta di racconti Vengo via con te e diverse altre pubblicazioni. Ha realizzato reportage e documentari in Africa, Asia e America Latina. Lavora per la Provincia autonoma di Trento e il Parco Naturale Adamello Brenta.
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Cilento Music Festival appuntamento con Rossana Casale e Mariella Nava
Continuano gli appuntamenti del Cilento Music Festival con due spettacoli che porteranno nel Cilento nomi di portata nazionale in una location mozzafiato quale il castello Angioino Aragonese di Agropoli.
La rassegna rientra tra i progetti co-finanziati dal Ministero della Cultura per la valorizzazione dei beni culturali e dei borghi rurali del Cilento costituito da un cartellone di eventi “diffusi” su ben 13 comuni (Agropoli, Capaccio-Paestum, Cicerale, Laureana, Laurino, Lustra, Ogliastro, Prignano, Perdifumo, Perito, Rutino, Stio, Torchiara) e che interessano buona parte del territorio del parco.
Con i patrocini del Parco Nazionale del Cilento, del Gal Regeneratio, Dell’Unione Dei Comuni Alto Cilento Paestum, del club dell’Unesco di Elea.
Rossana Casale e Mariella Nava
Ad Agropoli, presso il Castello Angiolino Aragonese, domenica 5 settembre imperdibile concerto di due signore della musica italiana. Rossana Casale e Mariella Nava offriranno al pubblico la possibilità di ascoltare il meglio della loro vasta carriera che va dalla musica leggera al raffinato jazz. Rossana Casale, e Mariella Nava: un duo d’eccezione e d’eccellenza per un progetto tutto al femminile in un laboratorio di musica d’autrice.
Venerdi 10 settembre, sempre al Castello Angiolino Aragonese di Agropoli, spettacolo gratuito con gli OSCAR MOVIES ENSEMBLE, formazione da camera con l’aggiunta di Flauto, chitarra classica e mezzo soprano per un omaggio ai grandi classici delle musiche da film. Si esibiranno Alina Di Polito (voce), Mauro Navarra (Flauto traverso), Maurizio Mautone (chitarra classica), Serena Giordano (violoncello), Alessandro Marino (violino) ed Edoardo Caiazza (viola).
Dichiara il Sindaco di Agropoli Adamo Coppola:
È un piacere enorme ospitare, nell’affascinante scenario del Castello, due protagoniste della musica italiana. Mariella Nava e Rossana Casale sono artiste di qualità straordinaria dalla vocalità unica Il 10 settembre invece avremo l’onore di omaggiare Ennio Morricone con un tributo degli Oscar Movies Ensemble per ricordare il grande Maestro. Due eventi di tutto rispetto per chiudere degnamente gli eventi musicali dell’estate 2021. Estate che continuerà con l’iniziativa Settembre Culturale con appuntamenti che sapranno catturare la curiosità e l’interesse del pubblico con tematiche che faranno riflettere.
Cilento Music Festival 2021
Con queste parole Lillo De Marco, regista del progetto, ha ribadito gli obbiettivi:
Dopo le difficoltà dovute alla pandemia bisognava, con le dovute attenzioni e rispettando le misure di protezioni, tornare alla vita. Il Cilento Music Festival è un’occasione per tanti artisti, locali e nazionali, per vivere l’arte, che è poi la bellezza della vita, ed a farlo in una location d’eccezione: il Cilento. Valorizzare il territorio a livello nazionale e i nostri bellissimi borghi rurali e marinari attraverso interventi spettacolari rispettosi dei luoghi dove gli eventi si svolgono che hanno interessato e interesseranno palazzi baronali, castelli, anfiteatri naturali, chiese, conventi, centri storici beni culturali e aree di interesse turistico – archeologico – storico.
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Tecniche di indagine e analisi dei principali fenomeni criminali di Salvatore Pignataro
Tecniche di indagine e analisi dei principali fenomeni criminali (2020) è l’ultimo libro di Salvatore Pignataro. Il tema del libro è incentrato sulle diverse modalità di approccio relative alle attività investigative, pratica esistente tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 che si è evoluta e modificata fino ai giorni nostri.
Investigare, infatti, significa seguire una strada che porta alla verità. Per poter seguire una determinata strada c’è una ricerca certosina per giungere al percorso più idoneo e rilevatore. Investigare richiede non solo conoscenza giuridica ma una predisposizione intuitiva personale che sia idonea a tracciare un quadro di una qualsiasi situazione in cui sembra difficile trovare una quadra.
Nel libro, oltre ad essere spiegati in modo minuzioso e dettagliato tutte le parti di cui si compone la materia inerente all’investigazione, viene analizzato tutto ciò che corolla il lavoro in questione e come si compone, ad esempio, la nuova struttura dei servizi, per accedere a documentazioni inerenti la sicurezza interna ed esterna.
Tecniche di indagine e analisi dei principali fenomeni criminali
Gli strumenti dell’investigazione
Per poter predisporre un’indagine nel modo più idoneo ci sono strumenti investigativi, previsti dall’ordinamento giuridico e si dividono in tipici e atipici.
I tipici osservano le normative mentre gli atipici sono frutto dell’esperienza e della creatività dell’investigatore quindi non seguono uno schema definito.
Il sopralluogo è un altro elemento importante: l’esame della scena del delitto è fondamentale perché è proprio in questo luogo che si possono cogliere le sfumature più nascoste.
I rilievi tecnici, sono affidati alla polizia scientifica che dovrebbe instaurare un rapporto di collaborazione con gli investigatori, e si basano sull’osservazione, descrizione e acquisizione di dati ed elementi privi di elaborazione o valutazione tecnica uniti ad un accertamento tecnico relativo alle attività di approfondimento e di giudizio tecnico scientifico.
La Teoria dell’interscambio è l’interconnessione tra: reo, vittima e ambiente/scenario.
Le azioni investigative cercano di far emergere chi è una persona: la professione che svolge, la sua fedina penale e poi le sue qualità.
Tecniche di indagine e analisi dei principali fenomeni criminali analizza nello specifico i vari settori in cui agisce, tenendo per ciascun campo la normativa vigente perché in base alle disposizioni può variare il metodo di approccio.
Un argomento che ci ha molto colpito è quello relativo ai crimini informatici.
Salvatore Pignataro
Tecniche di indagine e analisi dei principali fenomeni criminali: i crimini informatici
I crimini informatici sono reati che vedono nella rete telematica il mezzo per poter commettere attività illecite come truffe, cyberbullismo, stalking attraverso i social o accessi abusivi a sistemi informatici.
Il virus, ad esempio, è un programma che in maniera indesiderata si inserisce all’interno del pc dell’utente, nella maggior parte dei casi sono innocui e non danneggiano il sistema altre volte vole invece no.
Questo è un campo nuovo che si barcamena su normative e modi di agire meno consolidati, vista la giovane età del diritto informatico.
Come scrive Salvatore Pignataro:
Agli inizi degli anni ’90 si manifestò l’esigenza di disciplinare la materia, successivamente all’espandersi di crimini commessi attraverso l’uso della tecnologia. La rete internet però mal si presta a rigide regolamentazioni a causa della sua particolare struttura sempre in continua evoluzione. Inoltre gli autori tendono ad avvalersi delle asimmetrie tra i diversi sistemi nazionali non ancora adeguatamente coordinati.
Ad esempio, il reato di illecita intrusione in un sistema informatico o telematico si contraddistingue per l’elevata potenzialità offensiva che potrebbe arrecare danni patrimoniali alla parte offesa.
Generalmente la parte lesa si affida alla Polizia Giudiziaria che può concludere le indagini in modo soddisfacente.
Negli ultimi tempi è cambiata anche la finalità dell’hacking perché, inizialmente, l’approccio non si manifestava con azioni dannose ma le finalità erano artistiche e politiche. Alla fine degli anni ’80 i crimini informatici sono stati divisi in due tipi: lista minima e lista facoltativa.
Nella lista minima i reati sono relativi a:
- Frode informatica
- Falso in documenti
- Danneggiamento di dati e programmi
- Sabotaggio informatico
- Accesso abusivo e la violazione delle misure di sicurezza del sistema
- Intercettazione non autorizzata
Nella lista facoltativa invece sono inclusi:
- Alterazione di dati
- Spionaggio informatico
- Utilizzo di un programma informatico protetto
Tecniche di indagine e analisi dei principali fenomeni criminali di Salvatore Pignataro non è solo un saggio per gli addetti al settore ma può essere illuminante anche per gli amanti di questo complesso settore.
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Nel corpo della Voce: l’antologia con i quattro poeti irpini
Dite la verità: preferireste, sulla bacheca Facebook, che un vostro amico intellettuale posti un pensiero chiaro e definito di una sua impellente incazzatura o, piuttosto, lo ammirereste di più se pubblicasse le ragioni della sua rabbia attraverso dei versi poetici che lascino intravedere una certa dose di stile, reprimendo così uno sfogo più diretto se non volgare?
Probabilmente non fatichereste a scegliere la prima opzione ed è normale.
Mettiamoci la curiosità, la fretta del manovrare così bene il feed, la voglia di chiarimenti netti e precisi, o più che altro la svogliatezza di andare a comprendere “tra le righe” ciò che il vostro amico stia realmente cercando di spiegarvi, inteso in versi, in una metrica.
Perché in fondo sforzarsi di capire la sua filosofia con un intreccio di rime e periodi smozzati?
Di sicuro se sfogliassimo la raccolta di poesie Foglie d’Erba del poeta americano Walt Whitman, concentrandoci, ci accorgeremmo della sua linea di pensiero, anche se non sempre espressa con chiarezza, semplicemente studiando le sue parole, e ne verrebbe fuori comunque un’incazzatura rivolta sì con un certo stile, così soave da sembrare incanto, ma ciò non toglierebbe che in fondo la sua ira somiglierebbe molto a quella del vostro amico, se tradotta in ermetici sentimenti condivisi.
Tutto sta, dunque, nel sapersi far comprendere, ma con garbo, magari facendosi accettare con uno sfogo poetico.
Ma si sa che tutto ciò risulterebbe troppo difficile, dispendioso per noi che non abbiamo mai tempo, che non ci concentriamo bene su ciò che potrebbero rappresentare davvero un verso, un libro, una foto d’autore, un componimento di musica classica, un romanzo, una poesia.
E a proposito di poesia, nella prefazione all’antologia poetica Nel Corpo della Voce (Controluna), la professoressa Elena Deserventi ha espresso con chiarezza quanto sia stato importante il suo compito nel dover svelare i misteri che dei versi possono contenere, nella musicalità di un periodo, di una “stanza”, come anche negli orifizi che corrono tra una pausa e l’altra, nella capacità filosofica non sempre chiarissima che un autore vuole cercar di far capire e che, eppure, stringe ancora nel suo pugno, indeciso sul da farsi.
E’ così difficile comprendere una poesia?
Antologia poetica
Elena Deserventi ha iniziato proprio così il suo percorso, il suo compito in questo universo parallelo, “social”, che porta il nome di Facebook, e che molto spesso nasconde più insidie che piaceri. Inchiniamoci, intanto, al pensiero di Umberto Eco, riguardo il mondo social, e l’affermazione che anche un” imbecille”, oggi nel web, possa sentirsi nel diritto di parola quanto lo potrebbe essere un premio Nobel. Proprio per questo occorrerebbero salvaguardie, tutele nei confronti di chi, in una giungla di definizioni volgari e lerce, trova il suo rifugio nella comprensione delle sue composizioni, o addirittura nel riconoscimento di un dono indiscutibile.
La missione della prof.ssa Deserventi, quindi, è stata (ed è) innanzitutto guidare noi lettori nella giusta direzione verso cui una poesia di valore vorrà indirizzarci, e come lei stessa chiarisce il tutto, nella prefazione del libro, ci risulta ancor più semplice poi, saperci misurare con i dieci poeti, ognuno con due poesie pubblicate, e valutarne l’effetto stimolante di un pensiero artefatto, e quanto potrà quest’ultimo impressionarci e in che modo, alla fine, conquistarci.
Ecco cosa ci spiega:
Nelle poesie entrano la realtà del mondo e dell’uomo odierni, con implicazioni negative o positive; la fugacità del tempo e la labilità delle cose umane; la funzione del ricordo, il nostro destino di uomini, l’aspirazione alla libertà, l’amore (e la donna) nelle varie sfaccettature, il desiderio di coinvolgere corpo e anima nel godimento della vita, la bellezza del mito rivisitato e interpretato alla luce di istanze nuove.
Memorizzate bene questi nomi: Federico Preziosi, Maria Gabriella Cianciulli, Armando Saveriano, Davide Cuorvo. Sono i quattro poeti irpini che partecipano con le loro opere nell’antologia “Nel Corpo della Voce”, dando così uno spazio meritevole al nostro panorama, che molto spesso viene misurato con un’identità che non gli appartiene, ma che invece, contiene nella sua autenticità, nei suoi paesaggi, nella sua cultura la giusta sapienza nel saper comunicare in versi, in uno stile che non nasconde, anzi, esalta la carezza che una parola, una composizione in versi, possono far immaginare la ricerca di un compito così responsabile come l’adattamento delle nostre origini nella continuità eterna di una poesia.
Federico Preziosi, originario di Atripalda e docente d’Italiano a Budapest, esprime così i suoi pensieri, nell’entusiasmo della sua partecipazione alla raccolta poetica:
Essere coinvolto in questa iniziativa è stato molto interessante, innanzitutto perché ho sempre pensato che fosse un’ottima idea lanciare un’antologia che raccogliesse alcuni degli autori più meritevoli che si possano trovare su Facebook. Spesso si pensa che da lì non possa nascere qualcosa di buono. Questa è invece un’opera unica nel proprio genere, non è la solita antologia dove i poeti pagano per figurare: rappresenta uno spaccato della poesia odierna che dai social network coltiva l’ambizione di andare tra la gente, attraverso attività che verranno promosse in sedi fisiche.
Il coinvolgimento della prof.ssa Elena Deserventi nasce dalla sua frequentazione di due gruppi Facebook che ospitano numerosissimi poeti contemporanei italiani, molto spesso pochissimo conosciuti ma non per questo meno capaci di altri, Poienauti e Versipelle, in cui ha iniziato il piacevole compito di commentare le opere pubblicate, delucidando così il lettore che si accingeva a leggere i versi e cercare di capirne il senso. Da qui quindi l’idea di una pubblicazione in cartaceo, dove il compito è proseguito ma in cui, bisogna pur dirlo, una realtà parallela come quella dei social ha preso finalmente il sopravvento sulla realtà, coinvolgendo in essa i suoi protagonisti, donando loro la capacità di confrontarsi a tutto spiano con l’autenticità e non con il fittizio, l’inutile inettitudine dei finti educatori, moralisti.
Giuseppe Cerbino, uno dei massimi cultori di poesia e amministratore del gruppo Poeti Italiani del ‘900 e Contemporanei, cura la postfazione e ci illumina con la capacità di farci comprendere l’importanza di quanto un’opera simile possa influire sul panorama culturale italiano, in quella spesso difficile realtà che racchiude personalità molto spesso interessanti, ma già dimenticate ancor prima di essere scoperte, ed è proprio per questo che il progetto Nel Corpo della Voce farà una sorta di tour promozionale, portando i suoi autori tra la gente, e non nascosti dall’apparente sicurezza di uno schermo piatto.
Il poeta salernitano Alfonso Gatto, scomparso nel 1976, amato da Montale e Pasolini, diceva:
Poco può il poeta per l’intelligenza dell’opera sua: là è soltanto la sua chiarezza.
Carmine Maffei
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