Michelangelo Ciarcia

Alto Calore,
Picariello (M5S): «Un fallimento politico e gestionale»

Il futuro dell’Alto Calore, l’ente di servizio idrico irpino su cui pesa un debito di oltre 140 milioni di euro, è sempre più al centro dei lavori nelle assise comunali, provinciali e regionali.

Ferdinando Picariello, consigliere comunale di Avellino, da mesi impegnato in un’opera di sensibilizzazione sulla delicata questione, ha di recente espresso la propria posizione nel Consiglio monotematico tenutosi a Palazzo di Città e da questa riparte, indicando nel cambio della struttura giuridica di Alto Calore s.p.a l’unica soluzione possibile per restituire linfa a un ente moribondo.

Intanto, il presidente dell’Alto Calore, Michelangelo Ciarcia, si prepara a consegnare un dossier (il cosiddetto Piano Pozzoli) al Ministro De Micheli, nei prossimi giorni in visita ad Avellino, per verificare la possibilità di accesso a un mutuo con Cassa Depositi e prestiti necessario per ripianare il pesante debito accumulato dall’Ente di Corso Europa.

Picariello non nasconde il proprio scetticismo sul piano di rientro proposto da Ciarcia e invita i vertici di Alto Calore ad ammettere che c’è stato, anche in questi anni, un vero e proprio fallimento nella politica gestionale dell’ente.

Alto Calore in bilico,
Governo e Regione ancora distanti

Nulla di fatto. Si è concluso così anche il secondo incontro promosso dalla Provincia per arrivare a un risanamento dell’Alto Calore, su cui pesa un debito di 140 milioni di euro.

Ancora molto distanti le posizioni di Regione e Governo che insieme alle altre parti sociali presenti al tavolo si ritroveranno tra 10 giorni per trovare una soluzione all’annosa vicenda.

Il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, mette sul piatto 3 ipotesi: chiedere prestito alla Cassa Depositi e Prestiti; far ripianare il debito ai comuni soci; portare i libri in Tribunale e decretare il fallimento dell’ente.

Bonavitacola difende l’operato dell’attuale cda dell’Alto Calore e in polemica con il Governo ritiene il piano proposto da Ciarcia in netta discontinuità con le gestioni precedenti e indica nella Regione l’unico punto fermo a favore dell’ente di corso Europa.

Il sottosegretario Carlo Sibilia non ritiene credibile il piano presentato dall’Alto Calore e alle 3 ipotesi proposte da Ciarcia e Bonavitacola ne aggiunge un’altra: il concordato preventivo di continuità.

Alto Calore,
task force anti-abusivi

Guerra ai furbetti del contatore. Per sei mesi 39 letturisti controlleranno le 214 mila utenze. Sotto la lente di ingrandimento di Corso Europa coloro che non sono in regola con i misuratori e chi accede direttamente alla rete senza dichiararlo.

La priorità per il presidente Michelangelo Ciarcia è eliminare i cosiddetti occhi di riguardo, applicare il principio dell’equità e soprattutto far incassare all’ente il dovuto per il servizio erogato.  La nuova scure, però, non risparmia neanche le utenze pubbliche non dichiarate, come i fontanini e i bocchettoni antincendio dei vigili del fuoco. Un’azione, quindi, che porterà non poche risorse all’Alto Calore, che così potrà dare una prima risposta in termini di spending review.

 

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