Ariano Irpino coronavirus

Covid-19: i risvolti psicologici che ha causato in Irpinia in base ai dati del Centro Ascolto di Ariano Irpino

L’arrivo improvviso del Covid-19 che ha provocato l’abbandono repentino delle nostre abitudini quotidiane, lavorative e della nostra libertà individuale hanno sicuramente avuto dei risvolti e provocato dei cambiamenti nel nostro modo di vivere.

La paura è stato il sentimento predominante che, in qualche modo, ha creato delle conseguenze nei comportamenti e in molti ha amplificato malesseri già preesistenti e fobie collaretali.

Cerchiamo di capire dai dati pervenuti dal Centro di Ascolto Empatico del Dipartimento di Salute Mentale attivo presso le sedi di Avellino, di Atripalda e di Sant’Angelo dei Lombardi cosa è accaduto agli abitanti irpini.

Il servizio e i dati riportati risalgono dall’ 1 marzo al 31 maggio 2020 e sono state 1.574 le persone che hanno usufruito dell’aiuto degli specialisti che operano all’interno del Dipartimento di Salute Mentale, per ottenere un supporto psicologico e un sostegno.

Delle 1.574 persone che si sono rivolte al Centro di Ascolto Empatico del Dipartimento di Salute Mentale 1.332 contatti erano soggetti già in carico ai servizi in questione mentre 242 persone sono soggetti che si sono rivolti per la prima volta per ricevere un supporto psicologico.

Non si è registrata una prevalenza di genere maschile e femminile, l’età media dei contatti è compresa tra i 35 e i 54 anni. La maggior parte delle persone che si sono rivolte ai centri, come già abbiamo detto, avevano già avuto contatti con il Dipartimento di Salute Mentale per problematiche genericamente ansioso-depressive.

Una parte consistente dei soggetti ha contattato i centri per bisogni di natura informativa e successivamente per avere un supporto psicologico.

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Per quanto riguarda i soggetti che già usufruivano del servizio di supporto psicologico si tratta di quadri psicopatologici gravi e persistenti: ansia, depressione, insonnia, ipocondria, attacchi di panico, note claustrofobiche e disforia d’umore.

Per quanto riguarda i nuovi contatti è stata registrata la stessa sintomatologia e, in qualche caso, sono state riscontrate fobie accentuate riguardanti lo sporco e la contaminazione.

In alcuni casi le limitazioni legate al lockdown hanno fatto emergere conflittualità di coppia e familiari con comportamenti associati a frustrazione e aggressività.

Per quanto riguarda i giovani, questi ultimi hanno perso i sistemi di riferimento esistenziali e abituali di vita hanno determinato l’insorgenza di crisi di depersonalizzazione e derealizzazione.

Per quanto riguarda di media età l’emergenza sanitaria ha determinato fobie di contatto con sintomatologie depressive (Sindrome della Capanna) mentre negli ultra sessantacinquenni si è accentuata l’angoscia di morte.

Tra gli operatori impegnati in prima linea nell’emergenza Covid-19 si sono verificate sindromi post traumatiche da stress così come nei soggetti che hanno avuto esperienza diretta con la malattia in famiglia.

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