Si è la presentazione del nuovo cartellone di eventi e dei nuovi progetti relativi ad uno dei poli culturali più importanti del mandamento baianese: il Teatro Domenico Biancardi.
A presentare il programma il nuovo direttore artistico del Teatro Domenico Biancardi di Avella, Nicola
Le Donne, che ha dato enorme spinta al progetto farcendolo di nuovo idee e regalando allo stesso teatro una nuova veste.
Non solo teatro ma anche una serie di opportunità relative ai corsi di formazione gratuiti e retribuiti, finanziati dalla Regione Campania per tecnici del suono e delle luci, operatori alla scenografia, costumisti, truccatori e acconciatori.
Un’offerta teatrale che partirà domenica 22 gennaio 2023, alle ore 20.00, con “Una notte con
Dora”, spettacolo diretto da Mario Lanzuise con Feliciana Tufano, Mario Arienzo e Peppe
Miccio. La storia di una guardia giurata che scatenerà, con la complicità della bella Dora e di un severo giudice, una lunga serie di equivoci.
Ma saranno tantissimi gli appuntamenti in programma, con nomi di spessore a calcare la
scena, da Oscar di Maio ad Antonella Quaranta, passando per Lello Musella , Corrado Taranto
e tantissimi altri.
L’offerta del “Domenico Biancardi” sarà abbinata alle tante attività culturali promosse sul territorio da
Comune, Ministero della Cultura e AvellArte.
Un piano strategico mirante alla fruibilità delle sale attigue al teatro quale luoghi di convegni,
meeting e polo attrattivo culturale.
Per poter assistere agli spettacoli è necessaria la prenotazione.
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Marco Zurzolo nella conferenza cantata Il suono della città
Una conferenza cantata e due concerti, entrambi in prima assoluta, sono gli appuntamenti programmati al Trianon Viviani in questa settimana.
Giovedì 2 marzo, alle 11:30, Marco Zurzolo terrà la conferenza cantata “I Napoletani non sono romantici”, seconda puntata del ciclo “Il suono della città”.
Nello stesso giorno, alle 21, Lorenzo Hengeller ritorna nel teatro della Canzone napoletana con “88 tasti. Concerto per Pianoforte e Libertà”, che vedrà la partecipazione, come ospiti, di Marisa Laurito, Andrea Sannino e Dario Sansone.
I Napoletani non sono romantici è il titolo della conferenza cantata di Marco Zurzolo.
Con questo secondo appuntamento del ciclo “Il suono della città”, prosegue il racconto del sassofonista e compositore su Napoli, con i suoi suoni e colori e con la sua grande tradizione musicale, che vede la fusione di linguaggi diversi.
Riprendendo il concetto di “song”, Zurzolo sta creando un viaggio sonoro che rievoca ricordi e sensazioni, descrivendoci le emozioni del popolo napoletano e della città attraverso le suggestive parole di Elvio Porta: «Vista da terra, Napoli è bellissima. Molto più bella che vista dal mare. Perché da terra si vedono i Napoletani. Perché da terra si vede la vita».
Spiega Zurzolo:
Con questa conferenza cantata voglio lanciare una provocazione sui partenopei più che romantici, sono emotivi, stressati, impegnati nella lotta dell’avere prima della voglia di amare.
Chi non lo sa accusa e recrimina.
Lorenzo Hengeller nel concerto “88 tasti. Concerto per Pianoforte e Libertà”, ospiti Marisa Laurito, Andrea Sannino e Dario Sansone – giovedì 2 marzo, ore 21
Ritorna al Trianon Viviani Lorenzo Hengeller con “88 tasti. Concerto per Pianoforte e Libertà”, un nuovo recital che vede anche la partecipazione di ospiti.
Spiega il cantapianista:
Il concerto è dedicato al pianoforte e ai suoi eroi, tra solisti e compositori che hanno creato grandi canzoni al pianoforte: come Art Tatum, Petrucciani, Bollani, Savona, Jannacci, Conte, Trovajoli, Kramer, Bacalov, Morricone, Luttazzi e Carosone, e anche me stesso.
Prosegue Hengeller :
Questo recital è una sorta di mia “Costituzione ideale”, i cui articoli, che mi hanno reso libero, sono coloro che ho deciso di interpretare. Gli 88 tasti del pianoforte offrono tantissima libertà; e il pianoforte, come la libertà, ti obbliga a far capire al pubblico da che parte stai: perché seduto davanti allo strumento non puoi mentire e diventi libero se scegli cosa suonare e come suonarlo.
Ospiti del concerto Marisa Laurito, Andrea Sannino e Dario Sansone.
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Sine Diez. Musica per piedi innamorati al Trianon Viviani
Un omaggio musicale a Diego Armando Maradona e il ritorno sulla scena dello spettacolo Adagio Napoletano sono gli appuntamenti della prossima settimana del Trianon Viviani.
Giovedì 25 novembre, alle 21, a un anno esatto dall’improvvisa scomparsa del Pibe de Oro, il teatro della Canzone napoletana, diretto artisticamente da Marisa Laurito, ospita Sine Diez. Musica per piedi innamorati. Mentre, da venerdì 26 a domenica 28 novembre, torna in scena lo spettacolo che ha inaugurato la stagione teatrale 2021/2022: Adagio Napoletano. Cantata d’ammore, il musical con la compagnia Stabile della Canzone napoletana scritto e diretto da Bruno Garofalo.
I biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica dalle 10 alle 13:30. Informazioni: sito istituzionale teatrotrianon.org, tel. 081 2258285. È obbligatorio il possesso del green pass e l’uso della mascherina. Il botteghino del teatro è aperto, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; domenica e festivi, dalle 10 alle 13:30.
Sine Diez. Musica per piedi innamorati
Sine Diez. Musica per piedi innamorati
Sine Diez. Musica per piedi innamorati – Scritto da Stefano Valanzuolo in forma di racconto con musica, Sine Diez è un tributo accorato al grande calciatore argentino, la narrazione a ritmo di jazz della storia d’amore senza fine tra la figura del Mito del calcio e Napoli, in una dimensione nostalgica e al tempo stesso eroica, fuori da ogni retorica che non sia, semplicemente, quella sana e incrollabile della passione.
Con il contrappunto di musiche di Astor Piazzolla, Bill Evans, Lucio Dalla, Enrico Valanzuolo e standard della tradizione argentina, Sine Diez ci racconterà sette anni di storia di tifo, di amore spudorato nei confronti del giocatore più forte di sempre, di un amore nato sul campo e accudito anche altrove. Sette anni di emozione, amore, speranza, rabbia e gioia. Sette anni di calcio, ma non solo.
Spiega l’autore Valanzuolo:
Tra Maradona e Napoli c’è un rapporto che neppure la morte è riuscita a scalfire. Sarebbe stato impossibile descrivere una storia così intensa solo con le parole: per fortuna, allora, che esiste la musica.
Prodotto da Maggio della Musica, Sine Diez vede in scena Paolo Cresta, recitante, Nino Conte, alla fisarmonica, André Ferreira, al contrabbasso, ed Enrico Valanzuolo, alla tromba, che firma anche gli arrangiamenti.
Paolo Cresta – Si è formato all’Accademia d’Arte drammatica del teatro Bellini di Napoli. Collabora in teatro con diversi registi tra cui Renato Carpentieri, Claudio Di Palma, Luca De Fusco e Arturo Cirillo. Ha lavorato in radio con Rai International ed è stato, per Rai Educational, protagonista di varie sitcom per ragazzi e voce narrante della serie di documentari Gate C. Per la Emons sta incidendo gli audiolibri della serie del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni. È docente di Recitazione presso la Bellini teatro factory e di Dizione presso la scuola del teatro Mercadante – teatro Nazionale.
Nino Conte – È nato a Napoli, nel 1997. Studia fisarmonica presso il conservatorio di san Pietro a Majella. Inizia gli studî, all’età di undici anni, con Antonio Sorrentino. Prosegue, negli anni, con Walter Di Girolamo e Francesco Gesualdi. Membro attivo del gruppo di musica balcanica ‘O Rom, vanta diverse collaborazioni, tra cui quelle con ‘E Zezi, Marcello Colasurdo e Daniele Sepe, con il quale partecipa all’incisione dell’album Le nuove avventure di Capitan Capitone.
André Ferreira – Contrabbassista portoghese, il suo percorso accademico e professionale si è sviluppato a Lisbona, dove ha conseguito nel 2013 la laurea in Jazz e Musica moderna presso l’università Lousiada. Nel 2015 si è trasferito per studio all’Aia, in Olanda. È membro stabile di alcuni progetti musicali rilevanti nel panorama jazz portoghese, come quello del pianista Diogo Santos e del chitarrista spagnolo Javier Alcantara, con il quale ha registrato diversi dischi, nel corso degli anni. Si è trasferito a Napoli nel 2020, acquisendo presto una buona notorietà sulla scena jazzistica.
Enrico Valanzuolo – Trombettista, compositore e arrangiatore, è diplomato in Musica e Tromba Jazz presso il conservatorio di san Pietro a Majella. Studia con Giulio Martino, Marco Sannini, Umberto Muselli e Pietro Condorelli. Ha partecipato a masterclass tenute da Barry Harris, Fabrizio Bosso, Daniel Rotem e Roberto Giaquinto. Suona in formazioni jazz ed è membro del gruppo di world music Azul. È stato ospite, come solista, di sale importanti e varie rassegne musicali e teatrali (Campania teatro festival Italia, Maggio della Musica, Il canto delle sirene, Casa del Jazz di Roma). Nel 2020 ha formato un quintetto a suo nome, incidendo l’album Live in Macondo, in uscita a dicembre 2021.
Cantata d’ammore di Bruno Garofalo – ph©Pino Miraglia
Adagio Napoletano. Cantata d’ammore – Già presentato con successo di pubblico in streaming nel periodo più critico della pandemia, da venerdì 26 a domenica 28 novembre (il venerdì e il sabato alle 21 e la domenica alle 18), ritorna la produzione più significativa del teatro della Canzone napoletana. L’allestimento prevede il ricco cast di attori, cantanti, danzatori e musicisti della compagnia Stabile, che Marisa Laurito definisce «la spina dorsale portante del teatro». Lo spettacolo è un viaggio nelle melodie partenopee del Novecento, un susseguirsi di quadri singoli e indipendenti che spaziano tra varie stagioni ed emozioni in uno scenario altamente evocativo delle atmosfere, dei luoghi e delle immagini che costituiscono la componente estetica della città. Una produzione significativa, insomma, che, valorizzando il maggiore bene culturale endogeno, ovvero il nostro patrimonio musicale, mira anche a contribuire al potenziamento dell’offerta turistica partenopea. Per questo motivo, lo spettacolo sarà riproposto periodicamente nel teatro storico di Forcella.
Racconta l’autore, scenografo e regista Bruno Garofalo:
In Adagio Napoletano non c’è un filo conduttore o delle sequenze temporali: gli interpreti e i personaggi in costume novecentesco rievocano alcuni riferimenti canonici delle nostre infinite “collezioni” di melodie (maggio e le rose, gli emigranti, la strada, le tammurriate, i pescatori, il mercato e il varieté), alcune immortalate nel Novecento, altre recuperate e inedite in questo contesto, ma che rappresentano sempre una sostanziale importanza per il nostro discorso che spazia dal recupero filologico allo spettacolo puro.
In scena Lello Giulivo, Susy Sebastiano, Francesco Malapena e la partecipazione di Gigio Morra. Con loro Laura Lazzari, Matteo Mauriello, Salvatore Meola, Gennaro Monti, Nadia Pepe e Fernanda Pinto. Costumi di Mariagrazia Nicotra, arrangiamenti di Tonino Esposito, movimenti coreografici di Enzo Castaldo e immagini videoscenografiche di Claudio Garofalo.
La direzione musicale è di Pino Perris, che ha anche curato le rielaborazioni delle canzoni. Disegno delle luci di Gianluca Sacco. Suono di Daniele Chessa. La musica è eseguita dal vivo da Gaetano Campagnoli (clarinetto e sax soprano), Ciro Cascino (tastiere), Gennaro Desiderio (violino), Luigi Fiscale (batteria), Gaetano Carmine Marigliano (flauto e ottavino), Stefano Minale (tromba e flicorno), Pino Perris (pianoforte), Claudio Romano (chitarra e mandolino), Luigi Sigillo (contrabbasso) e Alessandro Tedesco (trombone).
Con la collaborazione della scuola Essenza danza, diretta da Emanuela Ritondale e Raffaele Speranza, il balletto è composto da Federica Avallone, Priscilla Avolio, Andrea Cosentino, Martina Del Piano, Alex Di Francesco, Alberto Esposito, Olimpia Graziosi e Carmine Rullo.
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Storie di donne a teatro e al cinema: da Eleonora Duse a Meryl Streep
Eccoci di nuovo con l’appuntamento Un caffè a teatro con Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli della compagnia teatrale La Fermata. I due attori, nella puntata precedente, ci avevano parlato di storie di donne a teatro partendo da Eleonora Duse a Elvira Notari, la prima regista donna nata a Salerno.
Oggi proseguiamo su questo argomento, parlando delle figure femminili più importanti che hanno segnato la storia del teatro fino ad arrivare al cinema.
Donne a teatro e al cinema
Quali sono le protagoniste femminili che hanno cambiato il concetto del teatro, rompendo gli schemi, fino ad arrivare ai nostri giorni? L’elenco completo sarebbe lungo, quindi cercheremo di menzionare le più importanti.
Marta Abba
Marta Abba
Iniziamo dalla musa ispiratrice, presunta amante, di Luigi Pirandello: Marta Abba (1900-1988) è stata una delle più grandi interpreti del ‘900.
L’attrice inizia a studiare recitazione all’Accademia dei Filodrammatici, esordendo con il dramma Il gabbiano di Anton Pavlovič Čechov. Marta Abba, già in questa occasione, non passò inosservata mostrando il suo talento e la sua indole impetuosa e passionale.
Luigi Pirandello legge la critica di Marco Praga che definisce l’attrice con queste parole:
C’è una tempra di attrice in questa giovane e, aggiungo, di primattrice. La sua bella figura scenica, la sua maschera, la sua voce ch’è di timbro dolcissimo e insieme delle più calde, l’intelligenza di cui ha dato prova in questa parte protagonistica del dramma cecofiano, la sua sicurezza e la sua disinvoltura, la dimostrano nata per la scena, e subitamente matura per affrontare il gran ruolo.
Marta Abba a teatro
Luigi Pirandello, dopo aver letto ciò, decide di scritturare Marta Abba, che diventa l’interprete fedele delle sue rappresentazioni teatrali e la sua musa ispiratrice. L’incontro tra Luigi Pirandello e Marta Abba è stato descritto dall’attrice in diverse occasioni con queste parole:
Io arrivai a Roma accompagnata da mia madre. Era il primo viaggio verso una Compagnia con la quale avrei dovuto fare una tournèe. Sul palcoscenico vidi alcune persone nel semibuio, e una con i capelli d’argento, il pizzetto bianco, piuttosto curva. Io entrai in palcoscenico e qualcuno disse: “È Marta Abba”. Pirandello allora scattò dalla sua poltrona e mi venne incontro con quella sua splendida vitalità: non pareva certo vecchio! Mi strinse ripetutamente la mano e mi disse: ” Benvenuta signorina; siamo contenti che sia arrivata”.
Con Luigi Piradello si crea, dal primo momento, un rapporto di stima e di profondo affetto, tanto che riguardo a questo legame si è molto discusso e in molti hanno pensato ad una storia d’amore tra i due. Che ci sia stato qualcosa che disattende la semplice amicizia, lo conferma un libro che raccoglie le numerose lettere tra lo scrittore e Marta Abba (Lettere a Marta Abba edito da Mondandori nel 1995).
Da questi carteggi emerge profondo amore e grande devozione tra i due. Ci sono alcune epistole, come quella che lo scrittore invia all’attrice mentre lei era in vacanza, che ne attestano la gelosia e lo sconforto per la mancanza dell’amata.
Ecco un frammento della lettera:
Marta mia, ti mando in questo momento, sono le 10 e 1/2 del mattino, un telegramma con risposta pagata, per avere prima di questa notte Tue notizie. Questa notte sono stato agitatissimo, ho fatto un orribile sogno. E ho bisogno di tranquillarmi! Non puoi immaginarti in quanta preoccupazione io viva. Le cose più folli mi passano per la testa e non trovo un momento di requie… Pensa a me, pensa a me Marta: io sono qua unicamente per Te; non veder chiusa entro limiti angusti la tua vita…
Marta Abba, dopo la morte di Luigi Pirandello, sposa un idustriale e si stabilisce a Cleveland nel 1952, anno stesso del suo divorzio. L’attrice decide di tornare in Italia e di ricalcare le scene fino a metà degli anni Cinquanta. Si ammala di paresi ed è costretta a vivere su una sedia a rotelle e lontana dalle scene fino alla sua morte.
Dacia Maraini
Il teatro femminista di Dacia Maraini
Facciamo un salto negli anni ’70, arrivando alla nascita del Teatro della Maddalena (1973-1980) a Roma, fondato da Dacia Maraini e da Natalia Ginzburg, entrambe sostengono i diritti delle donne e la loro emancipazione sociale e culturale. Il teatro da loro fondato è un teatro impegnato, è uno strumento veicolare per denunciare e svolgere azioni politiche in favore delle donne.
Restando in questi anni non possiamo non parlare di Franca Rame (1929-2013), attrice teatrale e politica italiana nonché moglie di Dario Fo insieme al quale fonda la Compagnia Dario Fo-Franca Rame, che ebbe molto successo.
Franca Rame
Franca Rame nel 1973 fu costretta a salire su un furgoncino con cinque uomini appartenenti all’estrema destra (neofascismo), ciascuno la stupra a turno e la torturano. L’attrice nel 1981 porta in scena lo spettacolo teatrale Tutta casa, letto e chiesa dove all’interno c’è il monologo Lo stupro, che racconta proprio di questo tragico avvenimento della sua vita.
Franca Rame: monologo Lo Stupro
Questo è solo un accenno ai personaggi femminili di cui ci hanno parlato Gilda Ciccarelli e Francesco Teselli della compagnia teatrale La Fermata, per il resto non vi resta che guardare la puntata di un Caffè al teatro!