Si è la presentazione del nuovo cartellone di eventi e dei nuovi progetti relativi ad uno dei poli culturali più importanti del mandamento baianese: il Teatro Domenico Biancardi.
A presentare il programma il nuovo direttore artistico del Teatro Domenico Biancardi di Avella, Nicola
Le Donne, che ha dato enorme spinta al progetto farcendolo di nuovo idee e regalando allo stesso teatro una nuova veste.
Non solo teatro ma anche una serie di opportunità relative ai corsi di formazione gratuiti e retribuiti, finanziati dalla Regione Campania per tecnici del suono e delle luci, operatori alla scenografia, costumisti, truccatori e acconciatori.
Un’offerta teatrale che partirà domenica 22 gennaio 2023, alle ore 20.00, con “Una notte con
Dora”, spettacolo diretto da Mario Lanzuise con Feliciana Tufano, Mario Arienzo e Peppe
Miccio. La storia di una guardia giurata che scatenerà, con la complicità della bella Dora e di un severo giudice, una lunga serie di equivoci.
Ma saranno tantissimi gli appuntamenti in programma, con nomi di spessore a calcare la
scena, da Oscar di Maio ad Antonella Quaranta, passando per Lello Musella , Corrado Taranto
e tantissimi altri.
L’offerta del “Domenico Biancardi” sarà abbinata alle tante attività culturali promosse sul territorio da
Comune, Ministero della Cultura e AvellArte.
Un piano strategico mirante alla fruibilità delle sale attigue al teatro quale luoghi di convegni,
meeting e polo attrattivo culturale.
Per poter assistere agli spettacoli è necessaria la prenotazione.
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La grande étoile Eleonora Abbagnato al Teatro Gesualdo di Avellino
Eleonora Abbagnato è una delle figure femminili più iconiche e travolgenti del teatro di William Shakespeare. Immortalata nei secoli da pittori, musicisti, scrittori, registi e coreografi. E la sua stella brillerà sul palcoscenico del Teatro “Gesualdo” di Avellino nella straordinaria interpretazione di una grande étoile dei nostri tempi.
Domenica 22 gennaio, alle ore 21, ad Avellino arriva Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già prima ballerina dell’Opéra di Parigi che sarà la splendida “Giulietta” nello spettacolo curato da Daniele Cipriani in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniranno per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo e inusuale della più celebre veronese di tutti i tempi.
Dopo la prima assoluta della scorsa estate al Teatro Romano di Verona e al Nervi Music Ballet Festival, Eleonora Abbagnato arriva ad Avellino dopo un tour straordinario che ha toccato i più importanti teatri del Belpaese, dal Giglio di Lucca al Regio di Parma, dal Verdi di Gorizia al Teatro Antico di Taormina.
Nello spettacolo curato da Daniele Cipriano ascolteremo non la celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre pagine musicali ispirate alla tragedia shakespeariana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni, piuttosto inusuali, per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa insieme ai ballerini.
Firmata da Sasha Riva e Simone Repele, freschi del successo delle coreografie per Mass di Bernstein, andata in scena in prima italiana alle Terme di Caracalla, Giulietta sarà danzata da Eleonora Abbagnato sull’ouverture-fantasia di Ciaikovsky in cui una bionda bambina assorta in sogni romantici ad occhi aperti rappresenta una piccola Giulietta dei nostri giorni la quale, specchiandosi, vede riflessa l’immagine della donna innamorata che diventerà.
Le due figure femminili si assomigliano tanto, dopotutto la Giulietta la donna è Eleonora Abbagnato, mentre la Giulietta bimba è Julia Balzaretti, figlia 11enne della étoile. Romeo sarà interpretato da Michele Satriano, fresco di nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.
Approfondimenti sul balletto
Le sorprese di questo balletto saranno tante: presente, futuro e anche passato (con reminiscenze di Capuleti e Montecchi) si fondono, mentre uno strano angelo custode (Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta. Al contempo eterea e sensuale, impalpabile e volitiva, dal fascino senza tempo, Eleonora Abbagnato, rappresenta (piuttosto che un personaggio) “l’idea” di Giulietta quale simbolo dell’amore: amore tra uomo e donna, ma anche tra persone dello stesso sesso; amore tra adolescenti (come nella tragedia di Shakespeare), ma anche tra persone di età diverse.
È appunto a questo tipo di rapporto amoroso che è dedicata la coreografia di grande intensità, firmata da Uwe Scholz, geniale coreografo tedesco scomparso prematuramente all’inizio del secolo, che apre la serata: Eleonora Abbagnato e Michele Satriano interpretano il passo a due dal balletto Rosso e Nero, creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady e rimontato qui da Giovanni Di Palma. Nel romanzo di Stendhal, nonché nel balletto-capolavoro di Scholz, viene descritta la passione, tinta da mille sfumature anche contrastanti, tra il seminarista Julien Sorel e la sua matura amante Madame de Rênal; la musica è tratta, non a caso, dalla “symphonie dramatique” Roméo et Juliette di Hector Berlioz.
Se il filo conduttore è chiaramente l’amore in tutte le sue sfaccettature, al noto slogan della rivoluzione psichedelica degli Anni ‘60 viene aggiunto un elemento che fa riferimento sia all’odierno riconoscimento dei diritti LGBT, sia alla pressante esigenza di ricercare una pace sul nostro pianeta: Giorgio Mancini crea Peace & Rainbow Love sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard Bernstein. West Side Story, celeberrimo musical con coreografie di Robbins, poi film nel 1961 (recentemente rivisitato da Steven Spielberg) trasponeva la vicenda da Verona a New York; il balletto di Mancini, invece, non ci parla di amanti provenienti da etnie diverse oppure da famiglie rivali. Evoca, piuttosto, l’amore tra persone dello stesso sesso, andando comunque ‘oltre l’arcobaleno’ per raggiungere una fratellanza più estesa. Molti “Giulietti”, e una “Giulietta”, si fanno rappresentanti dei temperamenti umani (qui sono sei, non più quattro), ognuno simboleggiato da un colore diverso della iconica “Rainbow Flag”: Mattia Tortora (Compagnia Daniele Cipriani), Simone Agrò, Michele Consoli, Bryan Ramirez, Michele Satriano, (Teatro dell’Opera di Roma); Rebecca Bianchi (Teatro dell’Opera di Roma).
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Terræmotus Neapolitan Talent (Tnt) al Trianon Viviani
Ottava puntata del contest del teatro della Canzone napoletana, alla ricerca delle nuove voci “esplosive”.
Ideato dal direttore artistico Marisa Laurito e presentato da Gennaro Monti con Tiziana De Giacomo, il talent show vede i concorrenti – da cinque a sette per serata – che si esibiscono sul palco del teatro, per il pubblico presente in sala e per i navigatori collegati in diretta streaming sulla pagina Facebook del Trianon Viviani. Al termine di ogni puntata una qualificata giuria tecnica, presieduta dal regista Bruno Garofalo, stila, a insindacabile giudizio, una classifica, tenendo conto del consenso espresso dal pubblico in sala e dai likes registrati sui social, e proclama il vincitore della serata che accederà alla fase finale. I due migliori talenti esplosivi che si aggiudicheranno la finale potranno essere inseriti nella compagnia Stabile della Canzone napoletana.
Terræmotus Neapolitan Talent
Le candidature sono aperte fino all’esaurimento delle partecipazioni previste. Il regolamento è all’indirizzo teatrotrianon.org/terraemotus-neapolitan-talent.
Tutte le serate di Tnt sono a ingresso gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili.
È possibile rivedere le tappe precedenti – che hanno visto l’affermazione come vincitori di Marianita Carfora, Federica Raimo, Chiara Campitelli, Enzo Esposito, Fabiana Russo, Francesca Curti Giardina e Daniele Esposito – sulla webtv del sito istituzionale e sul canale youtube del teatro.
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Ritorna Lino Musella con Tavola tavola, chiodo chiodo…
Torna in scena Tavola tavola, chiodo chiodo…, uno spettacolo di e con Lino Musella, autentico talento della scena, tra i più apprezzati della sua generazione, vincitore – tra gli altri – nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore.
Scrive Musella:
Tavola tavola, chiodo chiodo sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43.
Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole incise nel Teatro di Eduardo che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua.A dare il là a questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano e prodotto da Elledieffe e dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, sono state le tante riflessioni emerse, durante la pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti.
“Tavola tavola, chiodo chiodo…”
tratto da appunti, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
di e con Lino Musella produzione ELLEDIEFFE e TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALEContinua Musella nelle sue note:
In questo tempo mi è capitato di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e mano mano ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti.
Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.