Un carro da parata elegante e maestoso caratterizzato dalla complessità dei decori è stato ritrovato a Pompei, durante gli scavi della villa di Civita Giuliana. Il carro è rivestito con decorazioni a tema erotico tanto che si pensa fosse stato destinato al culto di Cerere e Venere.
Massimo Osanna, direttore uscente del Parco Archeologico nonché responsabile scientifico dello scavo ha affermato:
Questa rappresenta una scoperta di grandissima importanza per l’avanzamento della conoscenza del mondo antico.
Pompei continua a stupire con le sue scoperte e così sarà per molti anni e con venti ettari da scavare.
Questo reperto potrebbe essere un Pilentum, un carro cerimoniale. In Italia un esemplare del genere non era stato mai visto.
Questo ritrovamento, ha aggiunto il ministro della cultura Dario Franceschini:
Dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e si può fare ricerca, formazione e studi.
Ciò che potrebbe far pensare che il carro potrebbe essere collegato al culto di Cerere è che la divinità in questione insieme a Venere erano molto venerate a Pompei. Potrebbe anche trattarsi di un augurio di fertilità perché le spighe rinvenute sul sedile potrebbero essere un indizio di un matrimonio celebrato da poco. Ipotesi che è rafforzata dal ritrovamento, lo scorso 2018, dei resti di due cavalli ancora agghindati.
Resta ancora irrisolto il mistero sull’identità dei proprietari della villa.
Il restauro del carro nuziale è stato già avviato nel laboratorio del Parco e probabilmente emergeranno altri particolari e spiegazioni annesse.
Il Pilentum inoltre, come attestano antiche fonti, veniva usato da sacerdotesse e signore. Dunque non si esclude che questo ritrovamento sia stato usato per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico.
Restiamo in attesa di nuovi aggiornamenti.
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Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino: 5 drink per 5 film italiani
Rieccoci con un nuovo appuntamento di Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino.
L’appuntamento di oggi è legato al cinema italiano e alla storia della miscelazione. Insieme a Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino di Grottaminarda, abbiamo associato il sapore e il carattere di alcuni drink all’essenza di alcuni film italiani che hanno fatto la storia del nostro cinema.
Cocktail e Cultura al Castello: 5 drink abbinati a 5 film italiani
1. Un Aviation per Giulietta e Romeo di Franco Zeffirelli
Giulietta e Romeo (1968) di Franco Zeffirelli si attiene fedelmente alla tragedia shakespeariana.
Il film mostra la storia d’amore intensa e combattuta tra Giulietta e Romeo che, non vedendo un futuro per il coronamento del loro amore puro e passionale a causa dei dissidi familiari delle rispettive famiglie, decidono di togliersi la vita e trasformare un amore che poteva essere idilliaco nel peggiore degli amore possibili e immaginabili.
Sono loro gli artefici del proprio fallimento sentimentale, causato dalla paura di battersi per ciò che provano l’uno per l’altra.
Il film traspone in immagini un classico che, probabilmente, offre l’istantanea di un amore tossico perché poco lucido e senza una giusta compensazione tra elemento razionale e irrazionale che fa sognare i posteri ma, se messo in pratica, non è costruttivo.
Il drink che abbiamo accostato a questa storia d’amore è un Aviation perché è una bevuta che richiama i grandi classici della miscelazione così come lo è Shakespeare ma Zeffirelli riesce a donargli quella spinta italiana attraverso la trasposizione cinematografica che è aiutata anche dall’ambientazione originaria della tragedia.
L’Aviation ha una spinta maggiore organolettica che richiama il sentore floreale della violetta. É una bevuta appassionante come lo è la storia d’amore tra Giulietta e Romeo ma, allo stesso tempo, non va sottovalutata per la sua intensità alcolica e per i risvolti negativi che potrebbe avere dopo molteplici bevute.
2. Un Vesper Martini per Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone
Il buono, il brutto e il cattivo (1966) di Sergio Leone è annoverato tra i capolavori del genere western ma noi gli abbiamo dato anche un’altra interpretazione: quella che spesso l’ovvietà e l’irreale possono essere parti concrete del nostro vissuto. Ciò che avrebbe minime prospettive per potersi realizzare, quando meno ce lo aspettiamo, potrebbe diventare forma concreta con molta naturalezza, a prescindere dalla probabilità statistica.
A Il buono, il brutto e il cattivo abbiamo associato un Vesper Martini perché questo drink richiama la grande miscelazione classica e ci riporta ad un grande personaggio cinematografico come James Bond che beveva sempre questo cocktail:
Shakerato e non miscelato.
Il Vesper Martini è una bevuta molto pulita che però richiede una certa preparazione e predisposizione a bere in un determinato modo.
3. Un Trinidad Sour per The Dreamers di Bernardo Bertolucci
The Dreamers (2003) di Bernardo Bertolucci è un film in cui il regista rivisita il ’68.
I tre protagonisti: due ragazzi e una ragazza esplorano le loro emozioni e pulsioni erotiche in modo libero. La pellicola mostra il mondo borghese di questi anni, in cui appaiono marginalmente anche le rivolte politiche e sessuali del ’68.
Nonostante i protagonisti si professano impegnati politicamente, come vuole il classico stereotipo del tempo, mentre fuori scoppia la rivolta i tre non hanno voglia di scendere in piazza e partecipare come dovrebbero fare. I ragazzi preferiscono trastullarsi in giochi sessuali esplorativi che ritengono più interessanti ed educativi, per scoprire l’essenza del piacere.
L’immagine di The Dreamers non è altro che una grande verità sull’umanità: se c’è da scegliere tra qualcosa che crea piacere individuale e tra ciò che collettivamente e idealmente è giusta, si sceglie e antepone sempre la prima alla seconda tra le due opzioni.
Abbiamo abbinato a The Dreamears il Trinidad Sour perché rappresenta un drink che rivoluziona l’utilizzo dell’angostura, che è la parte alcolica protagonista di questa bevuta.
Al pari del film questo cocktail sconvolge il palato con la sua dolcezza ma mette in discussione gli standard della miscelazione.
4. Un Margarita per La banda degli onesti di Camillo Mastrocinque
La banda degli onesti (1956) di Camillo Mastrocinque è uno dei film più rappresentativi di Totò. La scelta di questo lungometraggio nasce dalla voglia di inserire Totò nella storia della cinematografia internazionale e italiana.
In questo film l’attore affronta tematiche importanti e reali degli anni ’50: la differenza tra classi sociali e la voglia di riscatto sociale anche attraverso comportamenti non proprio leciti.
La banda degli onesti però sempre in modo leggero sottolinea l’importanza di una morale che appartiene agli esseri umani che, spesso, si palesa attraverso la paura di essere scoperti e il senso di pesantezza morale che nasce dalla consapevolezza di sapere che si sta facendo qualcosa di sbagliato.
A La banda degli onesti abbiamo abbinato un Margarita perché è un grande classico della miscelazione in cui il Tequila e il lime vengono stemperati con un alcolico dolce dal sentore di arancia: il Triple Sec.
Il Margarita è una bevuta multisfaccettata, allegra e briosa allo stesso modo del mood della pellicola.
5. Un Mezcal Bloody Mary per Medea di Pier Paolo Pasolini
Medea (1969) di Pier Paolo Pasolini si attiene fedelmente all’interpretazione del classico greco di Euripide che mostra una donna furiosa e combattiva a differenza del classico latino di Seneca.
La pellicola mostra la storia di Medea, una donna colta e grande conoscitrice delle erbe medicamentose e non, che lascia il suo paese per amore e viene considerata una barbara, per la diversità dei suoi usi e costumi.
Medea quando scopre di essere stata ripudiata da Giasone, suo marito, si risente così tanto che decide, accecata da una gelosia senza pari, di inviare un regalo alla futura sposa, un abito da matrimonio avvelenato.
Per eliminare qualsiasi sospetto sulle sue intenzioni, decide di far consegnare il regalo per la futura sposa direttamente dalle mani dei suoi figli, che moriranno avvelenati insieme alla donna.
L’opera letteraria e cinematografica punta su una diversa concezione della donna e della madre che mette al primo posto la propria vendetta, anche a dispetto della vita di innocenti generati da lei stessa.
Alla Medea abbiamo abbinato un Mezcal Bloody Mary perché è una bevuta, non per tutti, che richiama il sapore del sangue per via dell’acidità del pomodoro che viene arricchita e smorzata dal tabasco e dalla salsa Worcester. Questo drink, per chi lo conosce e lo beve, viene considerata una bevuta dell’hangover perché il sapore dell’alcol è poco percettibile se non per la leggera affumicatura del Mezcal.
Il Mezcal Bloody Mary è un cocktail che sembra innocuo al primo e al secondo bicchiere, ma non è una bevuta da sottovalutare perché la presenza alcolica camuffata dal succo di pomodoro può trarre in inganno, così come le intenzioni di Medea hanno provocato la morte della giovane sposa che voleva usurparle il ruolo di moglie.
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Tappa finale delle celebrazioni del quarantennale del terremoto
La tappa finale delle celebrazioni per il quarantennale del terremoto si svolgerà presso il Carcere-Borbonico di Avellino l’11 febbraio alle ore 10:30 presso la sala blu.
Durante l’incontro e lo svolgimento dell’evento saranno consegnate le opere realizzate da 6 artisti locali ai diciotto sindaci dei Comuni del Cratere insieme ai riconoscimenti indirizzati agli istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa.
All’evento parteciperà Domenico Biancardi, presidente della Provincia, i consiglieri provinciali: Rosanna Repole e Franco Di Cecilia, gli artisti che hanno aderito al progetto e Franco Arminio.
Durante l’evento verrà presentato il catalogo della Rassegna d’Arte dedicata all’iniziativa dal titolo Fuori celebrazione, dentro al cratere, curato dall’Amministrazione Provinciale.
Attraverso le immagini viene messa in luce una narrazione autentica. La celebrazione è un modo per ricordare il vissuto di uomini, donne e bambini che hanno subìto gli effetti di un cataclisma naturale che è stato devastante.
Il sisma infatti ha rimodellato le dinamiche sociali e relazionali degli abitanti, il loro rapporto con gli spazi urbani e con la loro quotidianità. Un modo questo per non dimenticare per chi lo ha vissuto e per trasmettere a chi non c’era un momento umano e sociale che ha lasciato segni ancora oggi.
Un messaggio che potrebbe essere un invito a non abbattersi anche in questo particolare momento che stiamo vivendo.
Ciò che stiamo affrontando, infatti, pur non essendo un cataclisma naturale è qualcosa, la pandemia, che ci è arrivata addosso senza preavviso, arrestando di colpo le nostre vite in un modo in cui non eravamo abituati al pari di un terremoto ma più silenzioso e devastante a lungo termine.
Come siamo riusciti a rialzarci dopo il terremoto possiamo farlo anche oggi e forse meglio di ieri se impariamo dagli sbagli fatti nel passato.
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L’Ardore dei Timidi: il nuovo film di Vladimir Marino
Torre del Greco, Benevento e Roma: in sala l’atteso L’Ardore dei Timidi il nuovo film del regista Antonio Vladimir Marino. “Stavo leggendo un piccolo trafiletto di giornale. A Torino un barbone si lanciava nel fiume per salvare una ragazza sotto lo sguardo dei presenti. Fui molto colpito dalla potenza delle emozioni che poche righe riportavano: dalla volontà di morte alla volontà di salvezza. Il resto è osservazione di scene di vita in strada e nei mezzi pubblici.”
Lunedì 2 maggio al Multisala Corallo di Torre del Greco, venerdì 6 maggio al Multisala Gaveli di Benevento e lunedì 9 maggio al Nuovo Cinema Aquila di Roma sono i primi tre appuntamenti dell’atteso lungometraggio: “un affresco che guarda ai timidi, che di solito non sono sotto i riflettori e non fanno notizia – afferma il regista – ma quando vengono colti dai loro ardori seminano dei germogli di vitalità e ci fanno ritrovare la rotta perduta in questo mondo dove spesso ahimè contano solo la forma e l’apparenza e i contenuti hanno scarso peso”.
Cinque storie, cinque piccoli universi: Mario, la ragazza, il barbone, la luce, il mare, la collina, Sergio il giornalista, le solitudini di Eugenia, Cristiana e Alessandra, una famiglia che si confronta con la terra, il lavoro e la propria storia. Lelio e Sandra che si scontrano sulla visione di un futuro rivoluzionario. Ambientato nel Sannio, a San Marco dei Cavoti, a Torre del Greco e Napoli L’Ardore dei Timidi possiede uno sguardo lungo, slanciato su un orizzonte – di cui è affrescato il film – che scavalca l’ego: “la timidezza come modestia, consapevolezza dei propri limiti e capacità di ascolto degli altri, in particolare dei più fragili – continua Marino – e dei più esposti, ma la timidezza è anche una forza silenziosa e incisiva. Mi auguro che questo piccolo film trovi un suo pubblico e che dopo la visione possa lasciare qualcosa allo spettatore, dubbi, sensazioni, voglia di modificare un po’ la realtà che ci circonda.”
Dopo una fortunata carriera dedicata al cortometraggio L’Ardore dei Timidi è il primo lungometraggio di Antonio Vladimir Marino, un cast importante con maestri e visioni ben precisi: “apprezzo molto il finlandese Aki Kaurismäki con la sua filmografia tutta ambientata tra gli strati sociali meno fortunati senza mai cedere al pietismo e il marsigliese Robert Guédiguian, che nei suoi film racconta con maestria il disagio del nostro mondo occidentale. I primi film visti sono quelli di Dino Risi, Monicelli Mario, Luigi Comencini e dà lì il cerchio si è allargato. Amo il cinema russo, in particolare i film di Georgiy Daneliya e Eldar Riazanov”.
L’Ardore dei Timidi ha partecipato e ottenuto riconoscimenti a prestigiosi festival: Ischia Film Festival, Inventa un film, Corto e a Capo, Tiburon International Film Festival (San Francisco) è stato realizzato in collaborazione con la Regione Campania, Campania Film Commission, Direzione Generale del Cinema MIC, Nuovo IMAIE e l’Associazione Culturale Massimo Gorki – Napoli.
L’Ardore dei Timidi: trama
Alle prime luci del mattino una giovane ragazza cammina sul lungofiume. Poco distante un barbone dai tratti raffinati si sta risvegliando nel suo letto fatto di giornali e cartoni e si appresta ad iniziare la sua giornata.
Nei dintorni Mario, imprenditore quarantenne che produce protesi per i seni, sta dando le nuove direttive aziendali a Francesco , il suo fidato braccio destro e capo del personale.
La ragazza fa un passo di danza, rimane sospesa per un attimo e poi si getta nel fiume, i tre uomini si muovono per salvarla , ognuno a modo suo , secondo il proprio istinto e vissuto.
Sergio è un giornalista precario e il suo direttore gli commissiona un insolito pezzo per celebrare l’Unità d’Italia : deve immediatamente andare al reparto nascite dell’Ospedale , aspettare la nascita di un bel bimbo maschio , fargli una foto e dedicargli la prima pagina del giornale per farlo diventare agli occhi di tutti il nuovo italiano che cambierà il nostro paese.
Sergio raggiunge l’Ospedale , incontra un’umanità variegata , ma la ricerca del bambino si rivela più complicata del previsto…
Eugenia, Cristiana ed Alessandra sono tre amiche single sopra i quaranta anni, hanno in realtà poco in comune e si difendono dalla solitudine come possono.
Eugenia è un’avvocato alle prese con coppie separate. Cristiana è insegnante e aspirante scrittrice.
Alessandra è impiegata in un museo, ottiene la tanto agognata promozione e decide di festeggiare portando le amiche in giro per una notte brava che si chiude alla cooperativa Diogene.
Bruno è un ex avvocato, ha lasciato l’attività legale per trasferirsi con la moglie Daniela e i due figli nella casa di famiglia in campagna con ampio terreno a fare il contadino.
Paolo è un manager, dall’aspetto esteriore conserva tutta l’apparenza di un uomo di successo, si è da poco sposato con Anna un’avvenente ragazza dal passato turbolento.
Bruno e Paolo sono fratelli e da qualche anno non si vedono.
Con una macchina di lusso Paolo, accompagnato da Anna, raggiunge Bruno per proporgli di vendere i terreni di famiglia , unico modo per arginare i suoi debiti, ma è un momento delicato perché Daniela è in attesa del terzo figlio…
Lelio e Sandra sono marito e moglie, entrambi insegnanti, lui di letteratura italiana, lei di matematica. Squilla il telefono di casa, è il figlio Emidio, nascosto nel bagno della scuola, che dal cellulare chiede aiuto per un astruso quiz. Lelio, sdegnato, si rifiuta, Sandra risolve rapidamente con l’aiuto di Wilkipedia. Ne nasce un dissidio tra i coniugi che sconvolge la loro giornata e spinge Lelio a metter in pratica una sua piccola rivoluzione personale…
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