L’attore e il volto raccoglie una selezione di saggi di Leif Zern, tra i più importanti critici europei.
Mescolando ricordi autobiografici, recensioni a spettacoli teatrali, piccoli ritratti del mondo del cinema, analisi teoriche sull’arte attoriale, emerge una prospettiva critica in cui il «sentire» diviene la forma totale che investe sia la performance interpretativa dell’attore che il pubblico, identificato non solo come mero fruitore passivo, ma partecipe attivo della messinscena.
Da Ingmar Bergman a Lars Norén, fino ad autentici pilastri della tradizione scenica come Louis Jouvet, lo sguardo di Zern si sofferma sulla recitazione e l’immedesimazione dell’attore, in un percorso dove «le emozioni non sono innate ma conquistate con un processo di appropriazione».
A cura di Vanda Monaco Westerståhl
Leif Zern: biografia
Nato nel 1939, è un giornalista, critico teatrale e autore svedese.
Fino al 1966 lavora per «il Quotidiano di Stoccolma», poi passa alla redazione della rivista letteraria «Blm».
Nel 1968 diventa critico teatrale del più importante quotidiano svedese, il «Dagens Nyheter» e tra il 1982 e il 1993 cura la sezione culturale del giornale «Expressen».
Oltre ai diversi impieghi giornalistici, è autore del romanzo di successo Kaddish på motorcykel, sulla vita degli ebrei a Stoccolma e di diversi volumi su cinema e teatro (Kritik e Vedere Bergman) e ha anche recitato un piccolo ruolo all’interno del film Puss & Kram del regista svedese Jonas Cornell.
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“GRINTA”: il nuovo singolo del cantautore mantovano Deci
“Grinta” è il nuovo singolo di Deci, scritto dall’artista assieme al compositore Andrea Amati, uno dei più noti parolieri nostrani, con la collaborazione di Fabio Vaccaro, mentre la produzione è stata affidata a Mario Meli sotto la direzione artistica di Andrea Papazzoni di Gotham Dischi e il mix e master a Fabrizio Migliorelli.
Dopo l’ottimo riscontro ottenuto questo inverno con il singolo “Invisibile”, ecco un altro brano caratterizzato da sonorità variegate, pop-urban ma tendenti con contaminazioni elettroniche: secondo Deci si parla di “pop dark”; il testo, invece, racconta a cuore aperto un disagio esistenziale vissuto dall’artista: dopo un inizio in cui viene brevemente descritta una continua lotta con se stesso, con immagini che evocano letteralmente un campo di battaglia, Deci esterna un senso d’inadeguatezza provato sulla propria pelle.
L’artista descrive quel sentore, in prossimità del ritornello, come una “favola finta”, ulteriormente inasprita dalle difficoltà imposte dal particolare periodo storico: emerge così tutta la fatica nell’ottimizzare il proprio tempo mentre il “mondo crolla”, lasciando trasparire una sensibilità che viene acutizzata dalla fragilità di Francesco (vero nome di Deci). Fortunatamente la storia avrà un lieto fine, certificato sempre nei ritornelli del pezzo: qui le liriche lasciano intendere piuttosto esplicitamente di come l’artista sia riuscito, in maniera graduale, a riprendere in mano la situazione con un vero e proprio inno di battaglia: “Non perdiamo la Grinta” e “Non ci daremo vinti, Mai”, trovando così il modo di reagire e combattere nel mondo circostante, cercando di affermarsi come persone aventi diritto di una conquista per sentirsi davvero al posto giusto.
Deci ha voluto inoltre sottintendere parallelamente un disagio dovuto alla recente situazione di guerra che noi, in quanto Europei, stiamo vivendo, esplicitando in modo inequivocabile immagini di guerra e di ansia dovute ad un imminente paura di ritrovarsi in un conflitto di cui nessuno, purtroppo, ha davvero un vero controllo.
“Non perdiamo la grinta, in questa favola finta”
“Grinta” è il primo singolo del nuovo progetto artistico del cantante mantovano, brano che apre le porte all’ esplorazione delle parti più oscure della nostra anima: parliamo di lotta personale, di quanto ci troviamo a dover fare i conti con aspetti del nostro essere che spesso e volentieri entrano in conflitto con le nostre aspirazioni o le nostre volontà.
Deci afferma:
In “Grinta” vediamo un vero e proprio inno di battaglia per combattere ansia, frustrazioni, insicurezze, e per cercare così “il nostro posto nel mondo”. Per aumentare il carico emotivo di questo inedito ho deciso di utilizzare molte immagini dirette di battaglia e guerra vera e propria, purtroppo ispirate dal difficile momento storico che tutti noi stiamo vivendo indirettamente: la guerra in Ucraina, che per la prima volta colpisce nel vivo tutta l’Europa e mina così i nostri cardini di libertà, aprendoci gli occhi su quanto siano fragili le nostre sicurezze e la nostra società.
Deci: biografia
Francesco Merlotti, in arte Deci, è un cantautore mantovano classe ’91. Inizia il suo percorso musicale all’età di ventisette anni. Studia canto presso l’accademia musicale MMI di Mantova. Dopo l’esordio discografico del suo primo inedito “Invisibile”, Deci torna con il nuovo inedito “Grinta” dando inizio al suo progetto artistico incentrato sul Pop nella sua variante più Dark, con suoni elettronici e leggermente rock, così da rendere in maniera sempre più immersiva il viaggio nella parte più oscura del nostro essere, per imparare a conoscerci nel profondo e combattere così tutti i “demoni” che albergano dentro ognuno di noi.
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Tenk iù Globalizescion è un docufilm di Michele Vietri: il trailer
Tenk iù Globalizescion è un docufilm di Michele Vietri che ci mostra come la globalizzazione stia distruggendo i tratti distintivi di un luogo, facendone scomparire tradizioni e dunque identità culturali.
Il documentario nella sua semplicità fotografica porta lo spettatore a porsi numerose domande come: Con quali occhi osserviamo nuovi posti?, Come si vive turisticamente un luogo?, Che significato, oggi, diamo al viaggiare?
La risposta è unica: siamo il sottoprodotto della globalizzazione e della società social che ci vuole osservatori attenti e perfetti nella risoluzione dell’immagine da postare ma con memoria (emozionale) a breve termine.
S’inizia un viaggio o una qualsiasi attività fuori porta con la pubblicazione di un selfie turistico e si termina con il conteggio dei like ottenuti.
Fine del viaggio.
Tenk iù Globalizescion non è una pellicola che guarda con romanticismo ai tempi in cui per fotografare c’era bisogno del rullino e dei tempi d’attesa necessari per vedere la fotografia, infierendo sulla modernità digitale che avanza e ci rende automi consapevoli.
Il documentario punta sul fatto che il nostro modo di approcciarci a ciò che ci circonda muta inevitabilmente anche l’importanza dell’ oggetto di nostro interesse.
Un esempio sono i merletti di Burano. Quest’antica lavorazione ha dato lustro e identità turistica ad un piccolo borgo, che è riuscito a vivere di luce non riflessa nei confronti di Venezia, grazie alla sua caratteristica lavorazione dei merletti e lo stesso lo si può dire anche di Murano per quanto riguarda la lavorazione del vetro.
Il merletto di Burano nasce all’interno delle case, in cui le mogli dei pescatori per dare una mano economica realizzavano questi lavori per venderli e arrotondare il salario. Non è un caso che molte lavorazioni di Burano si rifanno alla stessa trama delle reti usate per pescare.
Pian piano queste lavorazioni sono giunte in Europa e le merlettaie di Burano hanno iniziato ad avere una propria identità lavorativa e culturale.
Oggi però le cose stanno cambiando a causa della globalizzazione: i turisti hanno il desiderio di portare a casa propria un souvenir in ricordo della tappa visitata. Molti visitatori, nella maggior parte dei casi, acquistano merletti dozzinali o creati in serie e spacciati per originali.
Ciò, purtroppo, è un fattore che dipende dalla globalizzazione che non tutela chi ancora lavora con gli strumenti di un tempo badando all’unicità e alla qualità di un prodotto, a discapito della quantità produttiva seriale che di tradizione racchiude ben poco.
Questo modus pensandi si estende ovunque c’è qualcosa di culturale da preservare. Se pensiamo alla nostra Irpinia, ad esempio la lavorazione del Tombolo di Santa Paolina che sta scomparendo, è un parallelismo simile dovuto a diversi effetti socio-culturali che però hanno come collante l’idea attuale di modernità e di progresso.
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Il nuovo singolo di Alma Manera dal titolo Il cigno
È uscito il nuovo singolo di Alma Manera dal titolo “Il cigno”, celebre composizione (tredicesimo movimento) tratta dalla suite “Il Carnevale degli animali” di Charles Camille Saint-Saëns, da un’idea di Maria Pia Liotta che firma il testo con la stessa Alma. Il brano è dedicato all’immensa Carla Fracci.
“Il cigno”, è un brano senza tempo che ancora oggi abbraccia e lega le generazioni passate e i giovanissimi. Si veste in questo riadattamento di un nuovo abito che riscopre la popolare melodia della composizione che nella tradizione del balletto mondiale coincide con un assolo lirico interpretato dalle più grandi stelle della danza. Alma Manera è l’interprete ideale del brano.
Le immagini evocano un’atmosfera da sogno, raccontata come una fiaba, con protagonista la natura e i suoi straordinari doni. Il video vede la partecipazione della piccola Regina, figlia di Alma, lo style è curato da Marco Tomei per Gai Mattiolo.
Firma la supervisione artistica il maestro Beppe Menegatti. Registrato presso Joseba studio, il brano è prodotto da Regina Produzioni e Comunicazione e Gianni Testa per Joseba Label, mentre la produzione musicale e gli arrangiamenti sono di Eugene (distribuzione è di Ingroove Music Group Europe). Per il videoclip, la regia e il montaggio sono di Giovanni Pirri e Alma e la produzione esecutiva di Raphael Alberto (Make-up Artist a cura di Roberta Nolis).
Afferma Alma Manera:
Un omaggio alla musica classica che “veste” le note eterne di Camille Saint-Saëns, di un nuovo originale tessuto. Un atto d’amore verso un’artista di altissimo profilo, essenza pura dell’arte, di tutte le arti, Carla per sempre…Interpreto il brano come se cantassi una berceuse a mia figlia e immaginando che i nostri cari che volano via, siano in un luogo bellissimo e riposino il sonno più dolce.
Alma Manera: biografia
Alma Manera “muove i primi passi” tra il palcoscenico ed il set cinematografico. Figlia d’arte: il padre Gianni Manera attore (già parte integrante della compagnia di prosa della Rai), doppiatore, autore, produttore e la madre Maria Pia Liotta compositrice, attrice, regista, autrice, già Miss Cinema Italia.
Inizia il suo percorso formativo nel distretto dei teatri a Broadway (NY); al suo rientro in Italia va a vivere dai nonni materni in Calabria, nella città di Reggio dove compie gli studi Musicali presso Il Conservatorio F.Cilea. Soprano, attrice, performer eclettica, canta, balla e recita. Possiede una voce particolare e duttile che le permette di esprimersi in più generi musicali con differenti registri vocali (Crossover), opera, operetta, musical, jazz, con un vastissimo repertorio musicale che la rende una vera e versatile interprete; ha una particolare vocazione per il racconto è autrice impegnata di testi densi di messaggi che raccolgono le realtà che vive attraverso l’impegno sociale.
Intensa la sua attività concertistica in Italia e all’estero. Alma ha cantato nei più importanti luoghi della cristianità. Protagonista in teatro e in tv. Giurato delle quattro edizioni del programma musicale in onda su Canale 5 All Together Now.
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