Fino al 6 gennaio il Circolo della Stampa di Avellino ospiterà la mostra dedicata al regista Sergio Leone.
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All the Streets are Silent: Skateboarding & Hiphop in una indimenticabile New York anni ’80!
All the Streets are Silent (2021) è un docu-film che racconta le origini dell’Hip-hop e la sua integrazione con la scena skate.
Una New York di fine anni ’80, i suoi protagonisti che vivono in simbiosi con la città, con la musica, con i trend, la politica e lo stile di quel tempo.Una raccolta di girati amatoriali, testimonianze, interviste e rivelazioni.Un racconto intimo che ha cambiato una generazione e coinvolto i protagonisti della scena street che noi tutti oggi acclamiamo.All the Streets Are Silent è anche una lettera d’amore a New York che analizza la società di allora e la convergenza tra due culture di strada che avrebbero avuto una eco planetaria, gettando le basi del moderno street style.All the Streets are Silent: trama
Il documentario descrive come un’ampia varietà di leggende abbia avuto il via su Marte o abbia semplicemente frequentato lo spot: black sheep, Puff Daddy, Jay-Z, Run DMC, KRS One, Ice Cube, DeLa Soul, a Tribe Called Quest, Queen Latifah e altro ancora. Moby è stato uno dei primi DJ su Marte.
Marte e le strade di New York durante il periodo erano il terreno fertile perfetto non solo per l’intersezione tra hip-hop e cultura dello skateboard, ma anche per l’intersezione tra arte e commercio.
Anche se Mars ha chiuso poco dopo la sua apertura, le connessioni fatte e la cultura che si è sviluppata da esso hanno portato alla prima linea di abbigliamento hip-hop, Phat Farm, che è stata descritta come una collaborazione tra Russell SImmons e “tre skateboarder”. Anche Zoo York, Supreme e altri marchi locali sono cresciuti dall’influenza del gruppo principale.
Darryl McDaniels di Run DMC spiega nel documentario come Marte fosse:
il luogo in cui tutte le persone avrebbero conservato prima dell’esplosione di opportunità per tutti noi – le grandi linee di abbigliamento, le grandi etichette, i grandi musicisti – tutto è iniziato con Marte.
Utilizzando filmati d’archivio e interviste, il documentario dà vita alla magia del periodo di tempo e alla convergenza che ha creato uno stile e un linguaggio visivo che avrebbero avuto un effetto culturale fuori misura e duraturo che esiste ancora oggi. Dalle cabine DJ e piste da ballo della discoteca Mars alla fondazione di marchi come Supreme, questa convergenza getterebbe le basi per lo street style moderno.
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Rattatata di Alfredo Speranza
Rattatata è un mosaico di storie che transitano da Porto Giordano, un minuscolo lembo di terra insediato in un’ansa del Tevere, dove si spalanca una Roma poco nota e dalle molteplici facce.
A Porto Giordano vivono personaggi che conosciamo attraverso i racconti dello Scrittore, il protagonista, che decide di osservare, scoprire, e appartenere a quell’umanità: la coppia di anziane e memorabili sorelle, Lidia e Faustina, Bruno lo sfasciacarrozze, Pryma la badante fuggita dalla Costa D’Avorio, Carina e il marito Bacchisio, il cameriere anziano del bar Pedrelli, ritrovo di intellettuali e pseudo tali.
Porto Giordano è anche lo scenario che fa da sfondo ad una potente epica dei ratti, impegnati in un’impietosa lotta per la sopravvivenza, spinti – nella loro immediatezza e istintività – dalle stesse ragioni prime che da sempre muovono il genere umano.
Rattatata è un testo curioso e innovativo, un romanzo circolare – o come preferisce definirlo l’autore orbicolare – dove le varie vicende, di uomini e ratti, si inanellano e s’intrecciano l’un l’altra. Una scelta narrativa coraggiosa, che ci conduce nel paradosso di due esistenze che per un momento corrono in parallelo, quella di uno scrittore intento a cercare una nuova forma del suo romanzo e quella di una Ratta impegnata a salvare il suo popolo.
Le storie di Speranza sono storie di migrazione in un’accezione molto ampia – di uomini, di topi, di scrittura – in una Roma sorprendente, descritta con linguaggio allusivo e attento.
Quella di Alfredo Speranza è un’architettura narrativa che intreccia sapientemente passato e presente, geografie e storia: una scorribanda tra realismo e fantasia che, senza mai cedere a facili didascalismi o moralismi, sceglie piuttosto l’ironia, il paradosso, la dolcezza, la musica della lingua: tutto per guardare in faccia cos’è migrare di chilometri o millimetri per noi umani.
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Stefano Gallone torna in libreria con “Il Confine”
Otto testi di canzoni che ispirano altrettanti racconti, nei quali prendono vita personalità solo apparentemente lontane tra loro, in realtà unite da una visione del mondo diversa da quella fornita dalle ideologie dominanti.
Con il suo nuovo libro Il Confine, edito da Alter Ebus, l’autore avellinese Stefano Gallone torna alla narrativa, e ci fa navigare tra derive intellettuali in cerca di un recupero emozionale e creativo. Psicologie incluse in contesti tradizionali ma cariche di spiritualità pericolose, fughe da o verso qualcosa, soliloqui autoindulgenti che sfociano in gesta definitive, deliri anticonformisti non migliori della realtà che li ha causati, realtà e sogni che determinano o si adeguano a un vissuto.
Tutti sono sulla linea di un confine che separa la prassi dal desiderio di redenzione. Devono solo scegliere se oltrepassarla e, in tal caso, come proseguire il cammino.Stefano Gallone: biografia
Stefano Gallone, classe 1984, è musicista, scrittore, e giornalista musicale e cinematografico. Laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma, ha all’attivo diversi progetti in campo sia musicale che letterario.
“Il Confine” arriva dopo il saggio cinematografico L’Apocalisse fuori campo – Relazioni umane e configurazioni visive (Crac Edizioni – 2021), la prima raccolta di racconti In un’espressione di niente (2014) e altre pubblicazioni tra saggi critici, poesie ed antologie.
Con il duo di musica elettronica ambient sperimentale Agate Rollins, ha recentemente composto la colonna sonora del film Il paese interiore di Luca Calvetta, ispirato alla biografia e alle opere dell’antropologo Vito Teti, con la voce narrante di Ascanio Celestini. L’ultimo album del gruppo – Meantime/Elsewhere – ha visto la luce proprio nel Gennaio 2022 sotto l’egida dell’etichetta tedesca Midira Records.
Si aggiungono alla sua esperienza di autore anche percorsi di critica analitica ed esperienziale che sviluppa su due blog (“La Seconda Visione” per il cinema e “Motel Wazoo” per la musica).
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