Tartufo è la satira più feroce che sia mai stata scritta contro l’ipocrisia.
Molière, attraverso la perversità del protagonista, intese colpire il moralismo fanatico ostentato da molti personaggi influenti a corte, coinvolgendo anche le pratiche religiose ed i fedeli. La traduzione di Carlo Repetti – rispettosa dell’originale – è piena di ritmo e di gioia: suona come un inno al desiderio di vivere liberi.
L’azione si svolge in una grande cucina, dove si incontrano personaggi tipici della commedia all’italiana. Con loro, assistiamo a un fallimento collettivo. Ma la forza della vita e il rinnovamento aprono uno spiraglio nell’oscurità. In questo spettacolo, dove la risata è un’arma contro la stupidità, scopriamo che Molière canta anche il piacere della vita e la gioia di stare insieme, ad ogni costo.
Tartufo di Molière dal 20 aprile al 1 maggio Teatro Mercadante.
Traduzione Carlo Repetti
Regia Jean Bellorini con Federico Vanni, Gigio Alberti, Teresa Saponangelo, Betti Pedrazzi,
Ruggero Dondi, Daria D’Antonio, Angela De Matteo, Francesca De Nicolais,
Luca Iervolino, Giampiero Schiano, Jules Garreau.
Collaborazione artistica Mathieu Coblentz
Scene e luci Jean Bellorini
Costumi Macha Makeïff
Assistente alle scene Francesco Esposito
Assistente ai costumi Anna Verde
Sarta realizzatrice Luciana Donadio
Trucco Emanuela Passaro
Direttore di scena Antonio Gatto
Capomacchinista Fabio Barra
Macchinista e attrezzista Nunzio Romano
datore luci Giuseppe Di Lorenzo
Fonico Daniele Piscicelli
Sarta Daniela Guida
Foto di scena Ivan Nocera
You Might also like
-
L’uomo del labirinto: un thriller psicologico sulla manipolazione mentale
L’uomo del labirinto, tratto dall’omonimo romanzo noir (2017) di Donato Carrisi, conduce lo spettatore all’interno del mondo della manipolazione psichica e della fragilità mentale dell’essere umano.
Il regista parte da un’ambientazione non definita: siamo in Italia e ciò è deducibile dai nomi delle insegne dei negozi, ma possiamo trovarci ovunque. Dall’inizio del film si entra immediatamente nel mondo distorto di Samantha Andretti (Valentina Bellè), una ragazza che è stata rapita quindici anni prima ed è stata drogata dal suo rapitore, per renderle, forse, meno pesante la condizione di cattività cui è stata costretta a vivere.
Per cercare di capire cosa sia successo a Samantha Andretti, viene interpellato il dottor Green (Dustin Hoffman), un profiler che deve entrare nella testa della ragazza, spingendola a ricordare tutto ciò che ha vissuto nei quindici anni di rapimento.
Tutto il suo trascorso di quegli anni, probabilmente, è stato rimosso dalla ragazza sia per le droghe psicotrope che le sono state somministrate e sia per il potere della mente umana, che consiste nel rimuovere o falsare i ricordi strettamente collegati ad episodi traumatici vissuti, con cui è troppo difficile fare i conti.
Al destino di Samantha Andretti s’incrocia un’altra figura, quella di Bruno Genko (Toni Servillo), un uomo che si occupa di recupero crediti e di investigazione.
Bruno Genko era stato convocato, ai tempi del rapimento, dai genitori di Samantha Andretti per aiutarli a ritrovare la figlia ma l’investigatore non aveva adempiuto al suo compito.
Quando l’investigatore apprende, dal telegiornale, il ritrovamento di Samantha Andretti sente di doverle dare una mano, cercando di scoprire l’identità del rapitore.
Intanto cosa sta scoprendo il dottor Green?
Samantha Andretti gli parla costantemente di un labirinto e di un gioco, cui era costretta a giocare, per poter avere acqua e cibo. I ricordi della ragazza sono molto confusi ma, pian piano, il profiler riesce ad avere un quadro della situazione.
Intanto Bruno Genko, che sta cercando di scoprire il volto del rapitore, si ritrova ad inseguire un uomo con la testa di un coniglio. Bunny è il rapitore di Samantha Andretti, di questo Genko ne è sicuro, ma riuscire a smascherare la sua indentità non è così semplice.
Intanto a questa storia si intreccia la scomparsa di Mila, una poliziotta che lavora all’interno della sezione persone scomparse. La sua sparizione sembra non avere un collegamento con il ritrovamento di Samantha Andretti ma non è proprio così, questo lo scoprirete, forse, solo con la visione de L’uomo del labirinto.
L’uomo del labirinto: punti di forza
Donato Carrisi, per la trasposizione cinematografica del romanzo, si è avvalso di un cast di tutto rispetto che, già di per sé, rappresenta un punto di forza perché spinge un qualsiasi spettatore, compreso il non appassionato del genere thriller, ad andare al cinema.
Un altro punto di forza è quello di Bunny, l’uomo dalla testa di coniglio che, oltre a riportare alla memoria L’impero della mente (2006) di David Lynch, riesce a trasferire la stessa inquietudine disorientante che avvolge l’essere umano nel momento stesso in cui si rapporta a qualcosa che è diverso da sé.
L’elemento che, però, lo rende un film interessante è il gioco psicologico che il regista induce nello spettatore: quest’ultimo viene, a sua volta manipolato da Donato Carrisi e condotto nello stesso labirinto psicologico della manipolazione mentale.
Alla fine del film ci si accorge di essere stati condotti, inconsapevolmente, verso una verità falsata, attraverso un plagio e ci si rende pienamente conto di come la mente umana possa essere tratta in inganno attraverso manipolazioni esterne.
-
Alfonso Silba al Museo Irpino
Alfonso Silba, avellinese di nascita e sardo d’adozione, inaugura il 2 novembre 2022 alle 17:30 una mostra sui 700 anni di Dante Alighieri, esposta al Museo Irpino fino al 18 novembre 2022.
L’inaugurazione avverrà presso l’Auditorium Sala Blu ed interverrà l’artista, la dott.ssa Giovanna Silvestri, coordinatore del Museo Irpino e della Biblioteca Provinciale e Gabriele Agus, critico e storico di Orosei, paese d’approdo di Alfonso Silba in Sardegna.
La mostra segue la rappresentazione dei canti danteschi che più hanno affascinato Silba, tra simbolismi religiosi e miti pagani, presentati in opere che vanno dagli anni Settanta del Novecento agli anni Venti del Duemila, spaziando tra varietà di tecniche, di materiali e di colorazioni, ma tutte accumunati dal potere rappresentativo e suggestivo che caratterizza l’opera dell’artista avellinese.
Scrive Luciano Piras nella prefazione del catalogo della mostra:
L’allegoria scritta in terzine, qui prende forme e colori. La visione immaginifica assume contorni precisi che lasciano aperti il sogno. È il regalo che ci fa Alfonso Silba: porta ognuno di noi dentro questo percorso fantastico, questo pellegrinaggio ultraterreno che non finisce mai. Ancora Tiberio Fusco, nel testo introduttivo al catalogo, sottolinea come Silba ha osservato molto le bellezze della natura trasferendole nell’aldilà Dantesco.
Alfonso Silba: chi è?
Alfonso Silba, classe 1945, è pittore e scultore di origine campana, particolarmente legato alla cultura e alla vita di Orosei, paese della Sardegna dove si trasferì a 20 anni. Nel 2019 ha festeggiato 50 anni di carriera, nei quali ha esposto numerose mostre in giro per l’Italia, raccontando miti, leggende, culture e storia della Sardegna e della vita umana in generale, portando con sé un messaggio di amore verso la cultura e verso la profondità dell’animo umano.
Tra le sue opere si possono citare sculture, altorilievi, opere bronzee e opere pittoriche, esposte anche a Dallas, Amburgo e Venezia, nonché in collezioni private. Tra le più monumentali si collocano i portali bronzei con altorilievi per la Parrocchiale di San Giacomo Maggiore a Orosei.
Durante la mostra, saranno disponibili copie in tiratura limitata del catalogo “E torneremo a riveder le stelle” a cura di Gabriele Agus in collaborazione col Centro Studi G. Guiso di Orosei.
-
Museo Irpino: proseguono gli appuntamenti
Giovedì 27 ottobre alle 17.30 nella Sezione Scientifica del Museo Irpino si parlerà di scienza e di radiotecnica attraverso una visita speciale. Tra radio, microfoni, valvole amplificatrici e altoparlanti, i visitatori conosceranno infatti la figura di Nicola Vanni, irpino appassionato di radiotecnica e non solo, proprietario di un celebre negozio di elettronica di Avellino. L’evento è realizzato in collaborazione con l’Associazione ScienzaViva.
Si prosegue Venerdì 28 Ottobre alle 18.00 a Palazzo della Cultura con la presentazione del libro A volte la neve di Maria Consiglia Alvino, inizialmente prevista per sabato 29 ottobre e anticipata al venerdì 28 per esigenze dell’autrice.
Romanzo di esordio di Maria Consiglio Alvino, che racconta la storia di tre ragazzi cresciuti nello stesso paese e accomunati dallo stesso destino, quello di aver lasciato la propria terra d’origine (e i propri affetti). Ambientato in un paese immaginario dell’Irpinia, i protagonisti, ognuno a suo modo, affronteranno il loro viaggio di ritorno combattendo con il proprio senso di inadeguatezza, il mistero dell’amore, le miserie interiori, i fantasmi delle vite possibili, la paura della morte. Modera l’incontro Leonardo Festa con Laura Polzone e Maria Chiara Pizza.
Nell’ambito della programmazione autunnale si ricorda inoltre che sono attualmente in corso
3 mostre.
Da sabato 22 ottobre e fino al 31 Gennaio 2023 è visitabile nella Biblioteca provinciale “Sostituiamo la nostra mente ai nostri occhi. Manoscritti, documenti e libri di Giovanni Verga (1922-2022) a cura del prof. Toni Iermano in collaborazione con la Biblioteca e con il patrocinio del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
Fino al 30 novembre al Complesso monumentale Carcere Borbonico è aperta al pubblico la mostra Caleidoscopio Friburgo, una collettiva di 22 artisti di diverse nazionalità uniti in un unico grande progetto espositivo a cura di Andrea B. Del Guercio, organizzato dalla Provincia di Avellino, in collaborazione con Montoro Contemporanea e con la direzione organizzativa di Gerardo Fiore.
Infine, nella Sezione Archeologica del Museo Irpino è visitabile fino al 5 novembre la mostra fotografica In Itinere a cura di Filippo Barbaro.
L’ingresso alle mostre e agli eventi è libero e gratuito.
9 comments on Tartufo di Molière al Mercadante
Comments are closed.