Le rovinose di Concetta D’Angeli: la recensione

Le rovinose (2021) di Concetta D’Angeli, edito da Il ramo e la foglia edizioni, è un romanzo ambientato in Toscana, durante gli anni di piombo in Italia. L’ambientazione storica è fondamentale all’interno del libro perché, in un certo qual modo, accompagna ed esaspera la condizione psicologica e sociale delle due protagoniste.

Il romanzo affronta diverse tematiche: l’amicizia tra donne, la subordinazione lavorativa della donna, l’amore omosessuale con le problematiche sociali ad esso correlate, le violenze domestiche e il masochismo.

La scrittrice, attraverso la propria sensibilità di donna, riesce a combinare la complessità di ciascuna di queste tematiche, fondendole nella trama del libro ma senza risultare esasperante perché il romanzo è avvincente.

Le rovinose è un’opera letteraria che appassiona pagina dopo pagina il lettore, che si incuriosisce ma allo stesso modo porta a soffermarsi su talune dinamiche come quelle relative all’amicizia, in cui spesso si pensa di conoscere fin troppo bene l’altro ma di cui, poi in realtà, non si conoscono le sfumature caratterizzanti.

Le rovinose: la recensione

L’ultimo romanzo della scrittrice

Le rovinose: la trama

Protagoniste del libro sono due donne: Carla Bellami e Silvana Guerrini. Le due si conoscono a Siena, nel 1976, durante il periodo universitario ma poi la vita, per una serie di eventi e scelte, le condurrà a chilometri di distanza.

Clara Bellami ha capelli mori molto lunghi, occhi viola e forme prorompenti che valorizza con abbigliamento succinto e appariscente. Un carattere estroso e dirompente, figlia di madre russa e padre italiano. Decide di andare a studiare a Siena per allontanarsi dall’opprimente provincialismo di un paese che non ama e non sente come casa sua. Lo studio accademico ben presto l’annoia ma, pur di non tornare nel suo paese, per mantenersi inizia a fare vari lavoretti.

Clara adora leggere, soprattutto, romanzi romantici e probabilmente quell’aria esuberante e un pò svampita rappresenta solo una maschera o un ruolo che le piace interpretare, da cui per diverse scelte non riuscirà più a sottrarsi e che le costerà caro. Ama la vita e la socialità, ama piacere e sedurre perché ha bisogno di sentirsi amata.

Concetta D’Angeli ci descrive così Silvana Guerrini:

Biondina, occhi chiari, lineamenti affilati, bassetta, magra, sempre vestita di colori scuri, pantaloni sbrendoli, maglioni informi; malinconica e silenziosa, senese doc.

Silvana viveva in famiglia, padre invalido, madre incapace; era ambiziosa, puntava al successo professionale e all’ascesa sociale, voleva diventare ricca. Frattanto, per frequentare l’università a Firenze (iscritta ad architettura), pendolava su trenini lemmi lemmi, pendolava con fatica, mese dopo mese; le sarebbe piaciuto trasferirsi, uscire dalla sua cupa famiglia, ma chi glieli dava i soldi? Si manteneva con borse di studio, qualche ripetizione privata, faceva la cameriera nei bar intorno a Piazza del Campo…

Le due diventano amiche perché l’una è incuriosita da ciò che ha l’altra: Clara dell’amica ammira la determinazione e l’intelligenza, l’altra invece invidia bonariamente la voglia di vivere dell’altra, il continuo stupore verso la vita, che ogni giorno l’accompagna in modo spensierato in una vita avventurosa e piena.

Silvana scoprirà che quell’ammirazione e fascinazione non sono prettamente sentimenti legati all’amicizia ma all’innamoramento e ad una forte attrazione che, la donna, non dichiarerà mai all’amica, pur di starle accanto.

Clara invece troverà l’amore della sua vita, il suo padrone che però farà emergere lati oscuri della donna che cercava di soffocare dietro quell’immagine leggiadra e sorridente.

Nonostante la diversità, i chilometri e le varie problematiche che coinvolgeranno le protagoniste, le due resteranno sempre collegate e amiche, ciascuna a suo modo.

Per scoprire il resto perché c’è molto altro in Le rovinose non vi resta che leggere il libro!

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