Marielle Heller, dopo Kolma (2017), ritorna dietro la macchina da presa con Copia originale, un biopic sulla vera storia di Lee Israel, scrittrice e contraffattrice letteraria. Da una prima visione del trailer notiamo la vena ironica e cinica della protagonista.
Siamo nel 1991, a New York, Lee ha un carattere poco docile, la risposta sempre pronta e poco gentile, è una misantropa convinta ed ha un’amicizia profonda con l’alcool. L’insieme di tutte queste sue “qualità” la portano ben presto a perdere il lavoro. La donna è conosciuta nell’ambiente letterario e nessuno vuole assumerla per il suo caratteraccio.
Lee Israele (Melissa McCarthy) scopre, per caso in biblioteca, delle lettere autentiche di Fanny Brice, nota cantante statunitense, e cerca di rivenderle, riuscendoci. Questa fortuna casuale diventa il suo lavoro: la donna decide di scrivere delle lettere di personaggi noti e scomparsi, vendendole e spacciandole per originali. Ad accompagnarla in quest’ avventura da falsaria autodidatta c’è Jack ( Richard E. Grant), il suo unico amico.
Marielle Heller per la realizzazione di Copia originale si è ispirata a Can you ever Forgive me?, romanzo autobiografico di Lee Israel.
Copia originale è un film accattivante per la sua ironia e per il modo d’immortalare un tempo che sta cambiando: sono i primi anni ’90, iniziano a comparire le prime multinazionali che prendono il posto delle piccole botteghe. Le librerie hanno meno seguito e sono costrette a chiudere.
Lee Israel è una donna che deve reinventarsi per poter sbarcare il lunario, la scrittura è il suo unico talento e la sua unica fonte di guadagno. La donna è costretta a trovare un modo alternativo per guadagnarsi da vivere perché la società non le offre altra scelta. Il suo lavoro le permette di scrivere ma a nome di altri. Lee Israel riuscirà a perpetrare la sua attività o qualcosa andrà storto? Per scoprirlo bisognerà aspettare il 21 febbraio, data prevista per l’uscita di Copia originale.
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Itinerari da Fiaba,”lo Cunto de li Cunti”. Viaggio nel mondo fiabesco di Giambattista Basile
Il progetto Itinerari da fiaba è la cornice di un programma di marketing territoriale che comprende una serie di eventi a vocazione culturale, ambientale ed enogastronomica, finalizzato a dare un significativo impulso al turismo ed all’economia dei Comuni di Bracigliano, Calvanico, Contrada, Montoro, Solofra.
Il progetto intende mettere per la prima volta a sistema una sequenza di attrazioni ed eventi, nonché valorizzare l’enogastronomia dei luoghi, creando sinergie con il territorio, l’economia, il patrimonio storico e naturalistico.
Può definirsi un viaggio che investe il gusto, i sapori ed i saperi, la storia dei luoghi, la musica ed il patrimonio naturale ed agricolo locale che, ruotando intorno alle fiabe narrate da Giambattista Basile, vuole valorizzare e promuovere i vari Comuni nelle loro peculiari sfaccettature attraverso eventi integrati tra loro, distribuiti in vari punti e location strategici, allietati da rievocazioni storiche, concerti, degustazioni di prodotti tipici, percorsi naturalistici e culturali, scene di vita contadina.
L’iniziativa prevede la progettazione, la realizzazione e la promozione di itinerari turistici e visite guidate rivolte:
- ai ragazzi e dunque al forte segmento di turismo scolastico tenuto conto che molte delle fiabe del Basile sono state mutate in immagini dalla fantasia e la creatività di Walt Disney, considerato il padre dei film moderni di animazione. Tale segmento valorizzerà e incrementerà le attività di un attrattore culturale del territorio, il parco letterario “lo cunto de li cunti” di Bracigliano, costruendo percorsi di interazione tra letteratura, natura, enogastronomia e monumenti;
- -agli appassionati del gusto e delle tipicità di un territorio ricco di produzioni di eccellenze valorizzate dalla stampa di settore;
- alla sempre più crescente richiesta di scoprire le bellezze naturali e paesaggistiche del nostro territorio con il trekking, che attira sportivi sensibili alle tematiche e alle attrattive ambientali: boschi e sorgenti;
- ai cultori e studiosi della letteratura fiabesca e orale con l’organizzazione di convegni in collaborazione con l’università, con focus sulla letteratura fiabesca nella didattica, l’evoluzione della lingua, la metamorfosi delle fiabe. Alcuni workshop avranno come relatori registi, autori e dirigenti operanti nel campo dei film di animazione, addirittura con Walt Disney.
Le tradizioni locali saranno rappresentate in fiaba, con la partecipazione di associazioni ed istituti scolastici anche al fine di valorizzare percorsi di movie education per i più giovani, focalizzando l’attenzione sull’educazione emotivo-relazionale, sulla vita lenta (slow life) in una società frenetica. Il mondo fiabesco è centrale nella formazione non solo dei ragazzi perché offre gli strumenti per capire, sognare, crescere, progettare. Trattasi di un vero e proprio serbatoio per imparare ad esprimere i sentimenti in presenza, per sciogliere i nodi interiori.
Gli eventi avranno l’obiettivo di valorizzare il rapporto tra la storia “de li Cunti”, i prodotti enogastronomici, la montagna, i percorsi religiosi e le bellezze locali in una chiave che veda l’attrattività turistica focalizzarsi sull’esperienza dei luoghi, dei valori e del patrimonio culturale.
L’idea progettuale mira a rafforzare la conoscenza della Campania nel suo complesso sul mercato turistico italiano ed estero, attraverso la valorizzazione degli elementi attrattivi e peculiari presenti nei comuni partner di progetto, anche nell’ottica del programma Procida Capitale della Cultura 2022, dove l’iniziativa è stata presentata ufficialmente il 5 marzo us.
Il progetto prevede un primo, nutrito calendario di eventi culturali originali con la direzione artistica di Gaetano Stella e le rappresentazioni di alcune favole, nell’ambito di manifestazioni storiche dei comuni coinvolti:
– a Calvanico il 19 agosto sarà rappresentata “Rapunzel” (da “Petrosinella” )
– a Contrada il 3 settembre “La bella addormentata nel bosco” (da “Sole, Luna e Talia”)
– a Bracigliano il 9 settembre “Il gatto con gli Stivali” (da “Gagliuso”)
– a Solofra il 16 settembre ci sarà la presentazione dell’opera di Basile in un mix di fiabe;
– a Montoro il 17 settembre “Cenerentola” (da “La gatta Cenerentola”)
Drammaturgia, musiche seicentesche, costumi e messa in scena, tutti originali, caratterizzeranno i luoghi in cui saranno ospitati gli eventi. I personaggi protagonisti delle favole, in piccole opere realizzate dalla pittrice Eliana Petrizzi, resteranno simbolicamente nei luoghi della rappresentazione per costituire pezzi degli “itinerari da fiaba”.
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Cultura e Identità,
l’editoriale di Alessandro SansoniChi la critica chi la difende non crede ad un’ Europa Sovrana
È curiosa la fortuna che a volte arride alle parole e il termine sovranismo è un caso emblematico. Non è chiara la sua origine, da cercare forse nella Francia degli anni ‘90. Anche Wikipedia, che ormai assolve le funzioni che un tempo erano del Devoto–Oli, non dà certezze. Sicuro è che in pochi anni è diventato il concetto attorno a cui ruota il dibattito pubblico planetario. Ma siccome nulla avviene a caso, ci deve essere una ragione che spiega questo successo.
E la ragione c’è: tra le tante crisi che angustiano il nostro tempo, la più grave di tutte è la crisi della politica, in pratica la sua scomparsa, in termini di uomini, idee, risorse, effettiva capacità di determinare il corso degli eventi.
E siccome quello di sovranità è il principio politico per antonomasia, ecco spiegata la fortuna di un lemma che indica chi va alla ricerca di ciò che sembra perduto.
La sovranità è fondamento di ogni compagine politica consapevole, formalizzata e in grado di autodeterminarsi, di cui lo Stato moderno, quello nato in Europa dopo la Guerra dei Trent’anni e codificato con lo jus publicum europaeum, è la quintessenza. Uno Stato è sovrano se possiede un territorio, batte moneta ed è in grado di garantire sicurezza interna ed esterna alla popolazione. In quanto sovrano, lo Stato non ammette nulla al di sopra di sé stesso: tutt’al più può confrontarsi con suoi simili e pari, gli altri Stati.
Chi è sovrano, infine, può esercitare ciò che poi è l’obiettivo dell’agire politico, ovvero il potere di decidere e determinare secondo la propria volontà conseguenze concrete e fattuali. Soprattutto, ci spiega Carl Schmitt, esso decide nello stato d’eccezione, cioè nei momenti supremi, quando la situazione è così grave che il sovrano non può sottrarsi alla responsabilità di avocare a sé ogni potere, anche le porzioni delegate, per decidere arbitrariamente come scongiurare un pericolo.
Proprio il dovere/potere di assumersi responsabilità decisive, impone a colui che svolge le funzioni sovrane di essere riconoscibile da sudditi e/o cittadini, si tratti di un monarca per diritto divino, o di un governo democratico. Ciò è indispensabile, affinchè la comunità politica possa eventualmente reclamare l’esercizio del potere in circostanze eccezionali. La crisi della politica, non a caso, si fa sentire in particolare per l’assenza di interlocutori, di soggetti a cui appellarsi. Nessuno più decide davvero e le scelte, soprattutto quelle impopolari, sono sempre colpa di qualcun altro: e la cosa più grave è che spesso è davvero così.
La crisi della politica non significa che non ci sia chi comandi. Significa che chi comanda veramente oggi non è visibile, non cerca legittimazioni né divine né popolari, esercita il potere nell’ombra, de–responsabilizzato ed apolide, sia che operi nei circuiti dell’alta finanza, sia che diriga un burocratico tecnoapparato.
Questo processo di espropriazione della sovranità degli Stati e dei popoli, non è recente. Ha raggiunto il culmine con la fine della Guerra Fredda e la globalizzazione, ma viene da lontano: comincia con la fine della Grande Guerra e le prime istituzioni sovranazionali fondate sul formalismo giuridico ed imposte dalle potenze globali marittime anglosassoni in nome del libero commercio, come dimostrato dallo stesso Schmitt e più recentemente da Danilo Zolo.
Di fronte, dunque, a un potere globale sempre più lontano e inavvicinabile, in un’epoca che propone scenari futuri pericolosi e indecifrabili, istintivamente l’uomo comune reagisce e reclama sovranità, politica, nazione, un ordine. E forse la crisi dell’UE, di cui in questo mese rinnoveremo il parlamento, sta nel fatto che nessuno, né chi la critica, né chi la difende acriticamente, sia disposto a pensarla Sovrana.Alessandro Sansoni
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Un inedito David Bowie in mostra al PAN di Napoli
Presentata questa mattina, al Palazzo delle Arti Napoli, la mostra David Bowie: the passenger. By Andrew Kent che aprirà al pubblico da domani, sabato 24, sino a fine gennaio 2023. L’esposizione, realizzata dal produttore Salvatore Lacagnina, della società Navigare, con il patrocinio del Comune di Napoli, presenta la vita pubblica e privata dell’artista inglese attraverso fotografie e testimonianze di Andrew Kent che lo accompagnò nel tour europeo negli anni ’70.
La curatela di Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni, di Ono Arte, rende omaggio ad una delle più amate leggende della scena artistica mondiale del XX secolo, attraverso 60 fotografie e memorie del grande fotografo Andrew Kent, che coltivò uno stretto rapporto di amicizia e fiducia con la star, insieme a quasi 90 cimeli e memorabilia di diverse collezioni private.
La mostra di Napoli, preceduta dalla tappa a Milano, presenta un nuovo allestimento e due nuove sezioni espositive dedicate alla carriera cinematografica di Bowie – nata proprio a metà degli anni ’70 – e ai costumi, quest’ultima in collaborazione con il corso triennale di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Bologna con il coordinamento della professoressa Rossella Piergallini, per approfondire la poliedricità di Bowie come uomo ed artista.
Focus della mostra il decisivo periodo che Bowie visse nel 1976, in occasione dell’Isolar tour per presentare l’album Station to station, con 66 concerti in 4 mesi tra Canada, USA ed Europa. Del tour europeo, comprendente 25 tappe, Kent documenta da una prospettiva privilegiata esibizioni e viaggi, tra navi, treni, hotel, ma anche l’esplorazione di David Bowie delle città e dei loro luoghi più rappresentativi come la Piazza Rossa di Mosca, l’invalicabile Berlino Est, Victoria Station a Londra, dove si verificò l’incidente del presunto saluto nazista di Bowie. Le immagini e i documenti in mostra raccontano anche uno spaccato storico dell’epoca e dello spirito dei tempi nel clima di Guerra Fredda.
Ricordi personali di Kent accompagnano il percorso espositivo costellato da fotografie in bianco e nero e a colori, cimeli del tour, poster dei film in cui l’artista recitò, copertine di riviste ed LP, video, ricostruzioni di ambienti simbolici del viaggio e molto altro. Prezioso, in questa galleria, il contributo di appassionati collezionisti come l’italiano Mauro Luppi, tra i maggiori cultori mondiali di Bowie.
Andrew Kent (Los Angeles, 20 febbraio 1948) è un acclamato fotografo che ha creato molte delle immagini più iconiche delle superstar del rock degli anni ’70, tra cui Freddie Mercury, Elton John, Jim Morrison, KISS, Iggy Pop e Frank Zappa, anche se indubbiamente, la collaborazione più importante di Kent è stata con David Bowie dal 1975 al 1978.
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