Il 24 aprile si darà il via all’evento ideato da Aminea Winery per celebrare la primavera. Ogni domenica sarà possibile partecipare agli avvincenti wine tour.
Start ore 11.00 con l’arrivo in cantina e l’accoglienza degli ospiti. A seguire, il trekking tra i vigneti dell’areale per respirare appieno il profumo di questa terra generosa. Si prosegue con il tour in cantina dove gli ospiti potranno degustare il Fiano di Avellino 2020, che prelevato direttamente dalla botte sprigionerà tutti i suoi sentori fruttati e floreali.
Alle 12.30 inizia lo “chic nic”, un pic nic di qualità sulla terrazza con una splendida vista dell’azienda e degustazione dei vini di Aminea Winery abbinati ai piatti tipici della tradizione irpina che sapranno conquistare il gusto di grandi e piccoli.
Il menu: grissini di pane e focaccia abbinati allo spumante Donna Laura, formaggi tipici come il caciocavallo irpino con pane casereccio, pecorino e confetture biologiche, abbinati all’ Aglianico “Monsignore”.
La novità: “L’ ucciolo”, un panino realizzato con l’impasto della pizza, farcito con salumi o verdure di stagione, un cult della tradizione irpina.
Su richiesta è possibile fare il pic nic in vigna. A ogni coppia sarà consegnata una tovaglia, un cestino con il pranzo e una bottiglia di vino.
Un’ occasione unica per immergersi nel verde dell’Irpinia e scoprire i sapori e i profumi di questa terra, in un tour che farà gola a molti.
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20esima edizione di Giullarte ad Atripalda
Domenica 12 dicembre prenderà il via la ventesima edizione di Giullarte, Festival internazionale di artisti di strada in programma ad Atripalda (Avellino) nel mese di dicembre. Dopo il rinvio della prima giornata a causa delle avverse condizioni metereologiche, domenica 12 dicembre si terrà la prima giornata dell’evento promosso dal Comune di Atripalda nell’ambito del POC Campania 2014-2020 Azione 3 “Giugno 2019 – giugno 2020”.
La 20esima edizione di Giullarte è ispirata al tema “La Strada”, in omaggio alla straordinaria opera di Federico Fellini, che riempirà di colori e magia il centro storico, le strade principali e le piazze della città di Atripalda. Domenica 12 dicembre il programma comincerà con la passeggiata turistica alla scoperta del centro storico e delle rilevanze storico-culturali della città e, dalle ore 17 alle ore 20, esibizione degli artisti nel centro storico, Piazzetta degli Artisti, via Fiume, via Gramsci, via Aversa, via Santi Sabino e Romolo. Ad esibirsi in spettacoli d’arte di strada saranno Mo’ Better Band, Premiata Ditta Amilcare Polpacci e Fratelli, Jane Gota da Cruz (Opera Circus Animation), Dedalo e le variopinte installazioni di Balloon Express.
L’appuntamento successivo è in programma domenica 19 dicembre con la passeggiata turistica alla scoperta del centro storico e delle rilevanze storico-culturali della città e gli spettacoli in piazza Umberto I e Via Roma, sempre dalle ore 17 alle ore 20, con Mo’ Better Band, Jane Gota da Cruz (Opera Circus Animation), Baracca dei Buffoni, Dedalo e Balloon Express.
Per tutta la manifestazione gli artisti si esibiranno in postazioni fisse e i negozi resteranno aperti fino alle ore 22 per favorire lo shopping natalizio.
Afferma Antonella Gambale, consigliera delegata agli eventi e al turismo del Comune di Atripalda:
Il maltempo ci ha costretti a rinviare l’inaugurazione di Giullarte, ma questa attesa ha ancora di più ampliato la voglia di scoprire questa speciale versione natalizia del nostro festival.
Un’edizione, la ventesima, che si ispira a La Strada di Federico Fellini, un capolavoro strettamente legato al mondo dell’arte da strada e ai due personaggi simbolo, Zampanò e Gelsomina, il cui punto di incontro è la strada, ricca di simbolismo, che sarà luogo di festa in occasione del Festival. La magia di Giullarte sarà enfatizzata dal periodo natalizio e l’alta qualità degli artisti saprà ricompensare delle attese. Invitiamo tutti a venirci a trovare ad Atripalda in occasione di Giullarte, dove nel pieno rispetto delle normative vigenti potremo vivere insieme dei momenti di grande suggestione ed emozione.
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Samuel Beckett Quaderni di regia e testi riveduti Aspettando Godot
Cue Press pubblica Aspettando Godot, il primo volume dei Quaderni di regia e testi riveduti di Samuel Beckett!Questi testi sono una vera e propria miniera di annotazioni e appunti preparatori delle produzioni dei suoi spettacoli: costituiscono uno strumento eccezionale per indagare le scelte registiche ed entrare nella mente dell’autore.Un’immensa mole di materiali inediti e immagini anastatiche, trascritti e tradotti fedelmente, affiancati dalle edizioni critiche di James Knowlson e Stanley Gontarski, massimi esperti mondiali dell’opera di Beckett.I Quaderni vivono in un dialogo costante con i copioni dello spettacolo: i testi delle maggiori opere di Beckett rivisti dall’autore stesso (Testi riveduti), raccolti insieme in rispettivi volumi, pubblicati e tradotti per la prima volta in Italia.All’interno, riportato in immagini anastatiche, il «quaderno rosso» completo su cui Beckett ha preparato la regia di Warten auf Godot allo Schiller Theater di Berlino nel marzo del 1975, con le annotazioni di suo pugno fedelmente riprodotte in facsimile e tradotte.Nel 1975, a ventidue anni dalla prima assoluta parigina di En attendant Godot, Samuel Beckett ritorna sul testo che lo ha reso famoso, per realizzare una sua regia in lingua tedesca, allo Schiller Theater di Berlino. Con oltre un ventennio di esperienza alle spalle, Beckett decide di «dare forma alla confusione» del testo originale. Inizia una profonda revisione drammaturgica e un percorso registico, minuziosamente documentati nel testo riveduto e nel quaderno di regia, qui tradotti e pubblicati per la prima volta in Italia.Ne emerge il quadro di un processo creativo intensissimo, in cui il sapere e l’istinto di teatrante puro di Beckett producono, da una parte, una drammaturgia visiva potente e coerente e, dall’altra, una versione di Aspettando Godot qualitativamente diversa dall’originale francese. -
Simone Vignola ci parla di Naufrago, il suo ultimo album: l’intervista
Naufrago (7 dicembre 2018) è l’ultimo album di Simone Vignola, cantautore e polistrumentista campano. Già all’età di sei anni inizia a suonare la chitarra e la musica diventa il suo centro e la sua forma d’espressione.
Nel 2008 all’EuroBassDay è premiato come Miglior Bassista Europeo Under 35, nel 2010 al BOSSLoop vince il premio di Miglior Looper Italiano che lo porta ad esibirsi nel 2011 al NAMM a Los Angeles.
Naufrago è un progetto che si discosta artisticamente da quelli precedenti: c’è maggiore attenzione ai testi, che trovano il giusto equilibrio con il sound. Il disco è ideato e prodotto interamente da Simone Vignola non solo come performer e compositore ma anche come producer. La melodia è sempre caratterizzata dalla contaminazione di groove, funk e pop ma c’è una cura maggiore nei testi che rappresentano una sorta di viaggio introspettivo del cantante.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui per comprendere meglio come sia nata l’esigenza ed il mood di Naufrago.
1. Come nasce Naufrago?
Naufrago nasce come un album self made, è un lavoro autobiografico. Dal punto di vista artistico questo lavoro è come una presa di coscienza, in cui il naufragio rappresenta una sorta di metafora che vorrebbe porre l’importanza non sul luogo dove ci si trova in un determinato momento ma sulla destinazione.
Naufrago è un album che si differenzia dai lavori precedenti da un punto di vista di focus: c’è un arraggiamento dei testi differente che non è incentrato sul basso.
2. Il tuo pubblico è stato una parte fondamentale per la realizzazione di Naufrago. Hai avuto paura di deluderli, presentando un album più introspettivo e più cantautorale?
C’è stata una grande partecipazione su Musicraiser, piattaforma di crowdfunding musicale, per cui il mio pubblico ha acquistato il mio album in anteprima. Inizialmente ho avuto il timore di poterli deludere, poi ho pensato che questo sentimento che ha spinto i miei amici a partecipare a questo progetto sia stato mosso nei confronti dell’artista e non finalizzato alla mera realizzazione dell’album. Da questo punto di vista non potevo deluderli perché non mi hanno chiesto niente e questa è una cosa che reputo bellissima.
3. Qual è l’urgenza espressiva che ti ha portato alla realizzazione di quest’album?
Naufrago nasce con il desiderio di arrivare ad un pubblico più ampio, parlando di emozioni perché credo che chiunque possa immedesimarsi nel mood delle mie canzoni.
4. Chi è il naufrago a cui hai dedicato il nome del tuo album e un brano all’interno del disco?
Il naufrago in questo contesto è colui che prende coscienza di essersi perso e riesce a sfruttare tutto ciò che ha imparato nel suo passato e che non è riuscito a mettere in pratica. Attraverso questo processo riscopre emozioni e ricordi sopiti che riescono a fargli superare la condizione di naufrago.
5. In alcuni testi di Naufrago affronti il tema del viaggio inteso come percorso interiore.
Il viaggio di cui parlo nei miei testi ha un significato metaforico perché è un percorso che non ci porta ad una meta fisica ma rappresenta un punto d’arrivo individuale e introspettivo a cui, prima o poi, ciascuno di noi giunge. Il focus non è il punto d’arrivo ma tutte quelle serie di circostanze che ci hanno spinti in quella direzione.
6. In naufrago si percepisce un mood malinconico. Concordi con questa impressione?
Sì, è vero. Nell’album c’è una vena malinconica che mi appartiene più come persona che come artista. Attraverso l’artista esprimi, inevitabilmente, ciò che sei a livello umano. La malinconia che si percepisce non la so spiegare perché fa parte di me e non riesco ad analizzarla.
7. L’amore è un altro tema ricorrente all’interno dei testi di Naufrago.
L’amore per me rappresenta la vitalità dell’essere umano, ritornando al discorso della meta per me il punto d’arrivo è sempre qualcosa di interconnesso con l’amore. Questo sentimento ha una potenza tale che riesce a spingerci oltre i nostri limiti, evitandoci la monotonia di una vita piatta e schematica.
L’oggetto o il soggetto amoroso lo intendo in senso ampio: può essere per una donna, una figlia o una cosa come la musica. Io identifico l’amore come una fiamma che ci spinge a muoverci in modo non scontanto, che ci sorprende ed è in grado di farci scoprire lati di noi stessi che a volte ignoriamo.
Chi ama ha coraggio perché decide di lasciarsi andare, esprimendo i propri sentimenti nel mondo reale perché oggi è più semplice farlo nel mondo virtuale e social. Ho come la sensazione che oggi nel mondo reale non ci sia quasi più bisogno di esprimere l’amore e credo che da questo punto di vista dovremmo fare un passo indietro.
8. Un mondo per me è un brano che parla di speranza, di futuro e di diversità. Siamo diversi da chi? Siamo diversi da cosa?
Credo che ciascuno di noi si senta unico e diverso, oggi bisognerebbe capire dove si trova e com’è collocata la normalità. Un mondo per me è un testo in cui parlo di accettazione della diversità come un modo per poter vivere meglio. Siamo tutti diversi e ciò non deve avere un’accezione negativa, non è qualcosa che ci limita ma che ci caratterizza.
9. Qual è il leitmotiv di Naufrago?
Musicalmente è il funk invece dal punto di vista testuale è la voglia di sfuggire da determinati paletti che ci sono nella nostra società. Il naufragio rappresenta proprio questo processo: quello di uscire dagli schemi, avendo il coraggio di andare controcorrente.
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