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Zuppa di fave fresche: ricetta light e vegetariana
La zuppa di fave fresche è un primo piatto che appartiene alla tradizione contadina campana e pugliese. La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo della pancetta e del lardo, per dare maggiore sostanza a questa pietanza.
Noi vi proponiamo una versione più leggera per poter sfruttare al meglio le proprietà nutritive di questo legume di stagione.
Le fave contengono pochi grassi, molta acqua e fibre. Sono un legume ricco di ferro, potassio, selenio e magnesio. Questo legume può essere consumato sia crudo che cotto, a differenza degli altri legumi, ma per poter assorbire tutte le sue proprietà nutritive è preferibile mangiare le fave crude.
Le fave presentano una controindicazione: quella legata alla malattia del favismo correlata al deficit di un enzima. Il favismo è una malattia genetica ereditaria, attraverso il cromosoma X, è causata dalla mancanza di glucosio – 6 -fosfato – deidrogenasi (G6PD) che, in condizioni normali, è presente nei globuli rossi per determinare il giusto svolgimento delle loro funzioni.
La crisi generalmente si scatena quando il soggetto assume fave fresche o secche o semplicemente ne inala i vapori. Può essere associata anche all’uso di determinati farmaci: antipiretici e analgesici vanno ad inibire l’attività dell’enzima.
Per contrastare la manifestazione del favismo attraverso crisi emolitiche (febbre, brividi, dolori lombari o addominali e malessere generale) è preferibile la prevenzione, evitando il contatto con le sostanze che sono capaci di scatenare la patologia.
Tutto ciò che c’è da sapere sulle fave
Fave fresche: valori nutrizionali e calorie
100 grammi di fave crude contengono:
Calorie 88
Grassi 0,7 g
Colesterolo 0 mg
Carboidrati 18 g
Proteine 8 g
Una ricetta vegetariana da preparare nel mese di luglio
Ingredienti per 4 persone
- Fave fresche 300 gr
- Cicoria 400 gr
- Scalogno 1
- Gomasio 2 cucchiai
- Prezzemolo 1 rametto
- Olio extravergine di oliva 3 cucchiai
Preparazione
- Pulisci le fave, eliminando la pelle.
- Lavale con abbondante acqua corrente e lasciale in ammollo per circa 24 ore.
- Trascorso il tempo necessario, scolale e riponi le fave fresche in una pentola abbastanza capiente, cospargendole con abbondante acqua.
- Lascia cuocere almeno per un’ora. Il tempo potrebbe variare da un’ora a due.
- Pulisci e lava accuratamente la cicoria sotto acqua corrente, eliminando i residui terrosi.
- In una padella abbastanza capiente aggiungi 2 cucchiai di olio extravergine di oliva e lo scalogno. Precedentemente sbucciato e affettato, lascia appassire a fiamma dolce per circa un minuto.
- Quando sarà terminata la cottura delle fave, scolale.
- Dividile in due porzioni e una metà frullala.
- Unisci le fave in purea e quelle intere alla cicoria e lascia cuocere per circa 5 minuti.
- Aggiungi un cucchiaio di olio extravergine di oliva a crudo insieme al gomasio e al prezzomolo tritato.
- Mischia tutti gli ingrendienti, riponi la zuppa di fave fresche in una zuppiera e porta in tavola!
È possibile conservare la zuppa di fave in frigorifero per massimo due giorni all’interno di un contenitore ermetico. Se stai pensando ad un secondo da abbinare, ti consigliamo la ricetta del salmone all’arancia!
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Crocchette di fagioli: un’idea sana e alternativa
Le crocchette di fagioli sono un piatto versatile e sano che può essere servito come antipasto o come secondo piatto vegetariano.
Questo piatto si presta per accontentare qualsiasi tipo di palato o esigenza.
Per realizzare questa ricetta occorrono pochi ingredienti ma un pò di pazienza per la sua realizzazione.
I fagioli sono un alimento ricco di proprietà nutritive come le vitamine A,B,C ed E e contengono sali minerali come potassio e ferro, calcio, zinco e fosforo.
I fagioli sono ricchi di lecitina, un fosfolipide, che favorisce l’emulsione dei grassi, evitando l’accumulo nel sangue e riducendo il colesterolo.
Un piatto sano e simpatico da realizzare con pochi ingredienti
Crocchette di fagioli: la ricetta
Ingredienti
- Fagioli lessati 500 gr
- Timo q.b.
- Scalogno 2
- Noce moscata q.b.
- Salsa di soia 1 cucchiaio
- Pangrattato q.b.
- Olio extravergine d’oliva q.b.
Esecuzione
- Dopo aver lessato i fagioli, passa i fagioli con il mixer, in modo da ottenere una purea consistente.
- Prepara a parte un battuto con gli scalogni e gli aromi e 3 cucchiai di olio extravergine di oliva insieme ad un cucchiaio di salsa di soia.
- Aggiungi questo battuto alla purea e ricava delle polpettine tonde e leggermente schiacciate.
- Passa le crocchette di fagioli nel pangrattato e poi inforna in una teglia unta con l’olio.
- Inforna per circa 20 minuti a 80° fino a quando le polpettine non avranno raggiunto un aspetto dorato.
Questa che ti abbiamo presentato è la versione al forno ma è possibile anche friggere. Questa seconda possibilità risulterà più pesante da digerire perché necessita di una quantità più grande di olio.
Se siete amanti delle ricette sane e facili da realizzare vi consigliamo la ricetta del tofu strapazzato.
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Taralli Di Birra Serrocroce
Unici, artigianali, sostenibili. Sono i Taralli di Birra, l’ultimo innovativo progetto dell’imprenditore brassicolo, Vito Pagnotta, patron di Serrocroce.
Sempre con l’obiettivo di valorizzare la cultura contadina e gastronomica locale, l’azienda, con sede a Monteverde (Av), ha dato forma ad un concentrato di sapore e di tradizione che in poche settimane, ha registrato il tutto esaurito.
Un anellino leggero e friabile realizzato esclusivamente con prodotti di filiera. Acqua, grano, olio e birra: un sapiente mix di ingredienti semplici e genuini per un trionfo di bontà e il desiderio di esaltare i principi fondanti dell’Azienda Serrocroce.Pagnotta nasce figlio di agricoltori, i suoi genitori avevano un’azienda cerealicola dal 1969. Una passione quella per i cereali che l’imprenditore ha convertito in birra, una birra a Km0, prodotta con materie prime irpine nel segno delle radici e di una storia antica.
Serrocroce oggi è una realtà pluripremiata, vincitrice ogni anno di premi e riconoscimenti nazionali, una realtà agricola che si impegna a proteggere e promuovere la ricchezza e la bellezza del territorio in cui nasce. Una terra di grano che alimenta sogni e desideri. Si sviluppa così il progetto di valorizzarne i frutti affiancando alla produzione brassicola la Selezione Serrocroce, di cui l’ultimo nato è proprio il Tarallo di Birra.Aggiunge Pagnotta:
La nostra è una birra artigianale da filiera agricola oltre ad essere un prodotto di altissimo pregio, perché seguiamo l’intero ciclo di produzione: dal campo fino alla bottiglia, è diventato per noi un ingrediente prezioso per l’ideazione e la realizzazione di nuovi prodotti. Serrocroce, infatti, se da un lato ha come core business la birra, dall’altro ha l’ambizione di valorizzarla in tante forme creando prodotti nuovi ed originali che rientrano nel progetto Selezione Serrocroce. Abbiamo iniziato con l’amaro di birra e la gelatina di birra e adesso integriamo con la creazione dei taralli di birra”.
Anche per i taralli, come per la Birra, Serrocroce utilizza le proprie materie prime: i cereali e l’olio dell’Irpinia d’Oriente. Ma a colpire, su tutto, sono le note aromatiche della birra che ne caratterizzano la friabilità e croccantezza, rendendo i taralli riconoscibili e irresistibili. Perfetti per arricchire un vivace aperitivo a base di nettari Serrocroce, oppure buonissimi da sgranocchiare da soli ad ogni ora del giorno.I Taralli di Birra sono realizzati in maniera artigianale, utilizzando ingredienti della nostra filiera: il grano di Monteverde, l’olio e le nostre birre. Inoltre, per non lasciare nulla al caso: anche il packaging è innovativo, realizzato in carta riciclabile e allo stesso tempo riutilizzabile. Siamo convinti che la sostenibilità sia un fattore fondamentale dell’offerta e il packaging ha la funzione nevralgica di veicolare informazioni importanti per il consumatore, facendo emergere il brand e la sua filosofia. Per questo abbiamo pensato ad un imballaggio con una doppia funzione, la scelta la fai tu. O decidi di utilizzarlo donandogli nuova vita, o decidi di riciclarlo. È un valore aggiunto che incarna i valori Serrocroce.
La birra per Vito Pagnotta non è solo il fulcro della sua azienda, ma anche lo strumento per veicolare un messaggio al servizio del territorio e dell’ambiente, per costruire quel cambiamento necessario per il paese e per il pianeta.
“La birra per noi è uno strumento valido per sviluppare “esperienze di birra”, momenti da trascorrere in azienda per conoscere il mondo Serrocroce attraverso un itinerario che parte dal campo dei cereali, prosegue nel luppoleto e si conclude in birrificio con visita e degustazione. Offriamo percorsi personalizzati, per adulti e bambini, tant’è che siamo stati accreditati, da pochi giorni, nell’albo regionale delle fattorie didattiche, con l’obiettivo di avvicinare il mondo agricolo alle nuove generazioni e di trasmettere loro saperi e sapori che altrimenti andrebbero dimenticati”.
In questo modo i visitatori potranno visitare i principali luoghi di produzione Serrocroce, scoprire le varie fasi del processo che porta alla realizzazione del prodotto e infine degustare la linea aziendale, espressione autentica del Made in Irpinia.
11 comments on Reflusso gastroesofageo,
il diario alimentare della dott.ssa Caruso
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