La prima donna è il biopic di Tony Saccucci sulla vita di Emma Carelli, soprano di fama internazionale e impresaria che diventò la prima direttrice donna artistica del teatro Costanzi, divenuto successivamente Teatro dell’Opera di Roma.
Il film è composto da materiali d’archivio, brani di cinema muto e una voce fuori campo, quella di Tommaso Ragno, che legge stralci di giornali dell’epoca con annesse critiche sulla protagonista.
Questo modo sui generis di raccontare la vita di un personaggio storico, utilizzando un mix di tecniche cinematografiche ad alcuni esperti del settore non è piaciuto perché considerato un modo poco realistico di raccontare una biografia.
Da una prima visione del trailer invece la tecnica utilizzata dal regista è un modo non solo originale per tracciare e delineare i momenti più rilevanti di un personaggio ma rende più veloce, avvincente e meno statico l’andamento del film.
La prima donna è un film che oltre a far ricordare Emma Carelli ci mostra la storia di coraggio di una donna che è riuscita a conquistare un posto autorevole all’interno di una società patriarcale in cui ruoli direzionali di qualsiasi natura non erano destinati alle donne.
Tony Saccuccy descrive così Emma Carelli:
Il dramma di Emma è la storia delle donne. E oggi il tema della parità di genere è la questione politica per eccellenza, tornata di prepotenza alla ribalta.
Perché c’è un procedere della storia che appiana tutte le ingiustizie. È l’astuzia della Ragione, la forza del DEstino. Dio è maschio, e femmina.
Emma Carelli: biografia
Emma Carelli nasce a Napoli nel 1877 e muore a causa di un incidente di auto a Montefiascone nel 1928. Diventa un un soprano, specializzato nel repertorio verista, e pratica la sua professione per venti anni prima di gestire il Teatro Costanzi per altri 15 anni.
Nel 1898 sposa Walter Mocchi, politico socialista che diventerà suo agente.
Durante il periodo di gestione del teatro Costanzi la sua unica performance come cantante fu come protagonista della Iris di Mascagni.
La prima donna sarà proiettata nelle sale cinematografiche italiane solo per tre giorni: il 5,6 e 7 ottobre.
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Tu che non sei romantica è il titolo del nuovo romanzo di Guido Catalano
Guido Catalano, dopo la raccolta di poesie Ogni volta che mi baci muore un razzista (2017), ritorna nelle librerie con Tu che non sei romantica, un romanzo.
A comunicarlo, attraverso il suo profilo Instagram e sul suo sito ufficiale, è proprio lo scrittore e poeta vivente. Ce lo annuncia così:
Se ti piacciono i gatti questo libro ti piacerà.
In verità ce n’è uno in copertina. Dentro non mi ricordo.
Se ti piacciono i bambini, in questo romanzo c’è un bambino fortissimo.
Se non ti piacciono i bambini puoi saltare i capitoli con il bambino fortissimo: la storia si capisce lo stesso.
Poi in questo libro si parla di guerra, di chimica, di Cinema, di tre ragazze, di me, di te, di poesia, d’amore, di una libraia dai capelli neri e di un tipo che si è perso nel deserto.
Guido Catalano nel 2018 è stato impegnato nel progetto Contemporaneamente insieme, un tour nazionale insieme a Dente. Il video di presentazione che abbiamo scelto è tratto da questo lavoro artistico, in cui i due artisti, in giro per l’Italia, hanno diffuso il loro concetto d’amore in versi e in musica.
Se non conoscete Guido Catalano, probabilmente, è arrivato il momento di farlo. La sua poesia è per tutti, non aspettatevi parole in versi colme di figure retoriche e immaginari che appartengono ad altre epoche. La sua scrittura è fresca, semplice, diretta e moderna e questo non vuol dire che le sue opere non siano profonde e prive di significato.
Tu che non sei romantica: trama
Tu che non sei romantica ha come protagonista Giacomo Canicossa, un poeta di successo, che si ritrova ad avere una vita professionale appagante ma in piena solitudine. L’uomo realizza che, probabilmente, quello che ha non gli basta perché una vita priva d’amore non ha poi tanto senso. I suoi turbamenti e la sua solitudine lo portano ad avere delle allucinazioni.
Dove le allucinazioni condurranno Giacomo lo scopriremo il 12 febbraio, quando Tu che non sei romantica sarà presente nelle librerie.
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Licenziare degli Elettrojoyce: l’alienazione vista come una salvezza
Cosa ci insegna una canzone quando siamo certi di averla individuata come fonte d’ispirazione dei nostri pensieri più reconditi? Qual è la reazione che ci spinge a pensare che ciò per cui siamo nati e cresciuti non possa coesistere col pensiero comune, quello vincolato in maniera troppo forzata?
Vent’anni fa, nel 1999, una rock band romana, gli Elettrojoyce, pubblicano per la prima volta con la Epic (Sony Music) la loro definitiva versione dell’interazione di un pensiero, che forse trae in inganno, se comparato all’azione ludica che un brano punk può ispirare, proprio perché siamo certi che stiamo per rilassarci in un ascolto e non stiamo allargando gli orizzonti alla crescita sociale.
Niente di più sbagliato.
Capire quanto sia importante la comprensione sta esattamente nell’azione che una linea melodica (non necessariamente sempre accoppiata con un testo) può, nel momento dell’ascolto, farci aprire a nuove condotte di pensiero, che forse non risultano sempre tangibili con le materie umanistiche studiate a scuole, né con l’induzione che ha un nucleo familiare su un soggetto più propenso ad una fuga più morale che prossima.
Il branoLicenziare degli Elettrojoyce esce per la prima volta, come singolo, nel 1998, suggella il loro rapporto con un’etichetta major e anticipa il secondo album della band romana, Elettrojoyce (2°), del 1999.
Il gruppo, capitanato da Filippo Gatti (oggi ancora musicista e autore all’attivo), voce e basso, ha un ruolo fondamentale nell’elevazione di una musica colta che si cela negli ascolti forse più scontati. La musica d’autore già in quel periodo va scemando, e il commercio che deriva da un introito guidato da un discutibile pensiero unilaterale guida una comunità di ragazzi a concentrarsi sulla scia del momento, a farsi coinvolgere da nulla di troppo coinvolgente, da un accumulo di oggetti di uso comune con scadenza prossima.
Nel 1999 il vecchio secolo e il vecchio millennio stanno per terminare, e la paura che tutto troppo presto non possa più funzionare incombe sulla capacità (o forse sull’incapacità) di poter coesistere con una pagina nuova, con una parentesi che inizia tale, poi diventa periodo. Nessuno, forse, sa che stiamo per affacciarci alla resa definitiva delle nostre pretese esistenziali, e tutti, nel frattempo, erroneamente, cadiamo nella matematica certezza che giungerà qualcosa di nuovo, di inaspettato, così come sia ovvio che dopo uno 0 ci sia il numero 1.
I calcoli non erano troppo sbagliati, in effetti, se riuscissimo solo un momento a guardarci indietro e a capire quante sostanziali differenze possano esistere rispetto ad un ventennio fa, quando ( ad esempio) ciò che state leggendo in questo istante non sarebbe stato alla portata di un click in qualsiasi posto vi sareste trovati con una connessione internet wi fi sufficiente, e con uno smartphone. Gli ascolti musicali, i più influenti, di quel periodo combaciano alla perfezione con la decadenza complessiva che avrebbe condizionato le persone che, oggi, si considerano adulte e guidano i servizi, i pensieri e i partiti politici, e indirizzano i propri figli all’ibernazione morale, culturale, stimolante, reazionaria che una cultura personale può regalare, in un mondo dove “regalo” significa sempre un interscambio economico, o una prestazione da restituire con interessi.
Nel 1999 gli Elettrojoyce capiscono che qualcosa nell’equilibrio di un’autenticità sta per spezzarsi, e scrivono un testo che sa dell’incredibile, una poesia semplice che invita ad una scelta forse più complicata, più estrema ma giustificabile:
prendimi la mano
usciamo dal vagone in corsa
vite cancellate da un’oscillazione in borsa
ho sentito i nostri battiti del cuore accelerare
meglio che restare intrappolati nella foto ad invecchiare
Colui che parla, in questo testo, è un soggetto che s’impegna a far rimarginare ferite inferte dal tempo che non s’arresta, che corre imperterrito, e che detta le leggi che secondo i suoi esecutori, gli individui cloni che lo circondano, sono alla base di una convivenza forzata, dove la capacità che può pervenire da un tentennamento dei mercati può trascinarci in un vortice di pessimismo collettivo.
Eppure basta soffermarsi, darsi del tempo, lasciare che i nostri ritmi non marcino necessariamente all’unisono con tutto il resto, perché è proprio quando il nostro cuore che accelera i battiti, scaturiti da un’emozione, che si ha più capacità di sentire il suo tumulto emergere dal caos circostante. Una sorta di foto che ci ritrae identifica nei solchi della nostra pelle la cadenza del tempo così come ci viene dettato, e in tali linee si demarcano, alla stessa maniera, obbligatori cambi di direzione, così come quest’ultima sta ad indicare a seconda delle esigenze, il vecchiume che contrae le grinze sul nostro Dorian Gray peccaminoso e corrotto, intrappolato nel suo ritratto, mentre il suo avatar corre sotto dettatura.
Cambia forma il male
cambia nome
cambia di colore
pensa sempre al resto
mentre chiudi gli occhi
e salti, amore e ogni giorno si allontana
mentre noi dimentichiamo
non avere mai paura
mentre andiamo
Il nostro protagonista ha trovato un’affinità elettiva con colei che lo seguirà in questa alienazione curativa, quindi le dà coraggio, la incita a intraprendere il grande salto, ad affrontare la grande sfida che condurrà entrambi all’olimpo dell’individualità, dell’originalità. Le malvagità cambiano identità a seconda dei suoi coordinatori; i loro portavoce a doppio petto incitano all’obbligo e alla disciplina, mentre essi stessi, dal loro canto, infrangono di nascosto le regole, come in 1984 di George Orwell. Per questo il nostro uomo vuole inimicarsi i vari ministeri; vuole superare concetti che questi ultimi dettano, le regole che vengono fatte rispettare dalla “psicopolizia”. La paura alimenterebbe soltanto il pretesto di una persecuzione, e scacciarla via è solo il primo passo verso un concreto successo dell’ammutinamento, e della successiva alienazione.
In quello stesso anno i Bluvertigo pubblicano l’album Zero, e la qualità che vi si enuncia è la stessa. Anzi, nel caso del gruppo di Morgan e soci la produzione volge già alla garanzia di una prestanza che mette sicurezza e ci prepara al nuovo millennio, e l’elettronica, che corre sul binario parallelo di un’esecuzione ancora suonata con strumenti, sembra voglia convivere con qualcosa di superato, un po’ come restare sospesi a mezz’aria tra un ciglio e l’altro di un dirupo.
Gli Elettrojoyce, dal loro canto, ed in questa canzone, restano affezionati al filone rock che più sconvolse i canoni di fine millennio. Ricordiamoci che la scena musicale italiana di quel genere aveva vissuto momenti felici in quel decennio stesso, e basterebbe citare i Timoria, i Marlene Kunz, Movida, etc.
Oggi non esistono più, e di certo anche noi domani dovremo cedere il posto, ma appunto per questo, la nostra eredità sarà più preziosa se legata ad una lezione ai nostri posteri, ad una preparazione che possa consistere nel rispetto della propria linea d’ombra e coesistere con quelle altrui, seppur non combaciando alla perfezione, ma trovando i punti di sutura necessari a crearne una immensa che possa oscurare ostacoli collocati da chi è sullo scranno del potere da duemila anni.
Carmine Maffei
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La Settimana dei diritti umani a Rovigo: il programma completo
Clou del festival sarà la 26a edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” che giunge a Rovigo per la prima volta e che darà vita dal 21 al 23 luglio a tre giorni di musica e diritti umani, come sempre a fianco di Amnesty International. Le tre giornate prenderanno il via con degli appuntamenti pomeridiani.
Ecco il programma completo!
La Settimana dei diritti umani a Rovigo: il programma completo
Settimana dei diritti umani
D(i)ritti al futuro*Anteprima festival
Sabato 15 luglio ore 21.30 Piazza Cavour Adria
Voci per la Libertà IN TOUR
Concerto di Nevruz con la sua band. In apertura si esibiranno le artiste: Rosie, Giulia, LaFrAncy, Milena Mingotti e Nora. Una serata dedicata alla musica, la solidarietà e l’inclusione.
Centro Storico Rovigo 17/23 luglio 2023DURANTE TUTTA LA SETTIMANA
Location mostre ed installazioni aperte dalle 17.30 alle 22.30
Sala Gran Guardia
“In arte DUDU” – Illustrazioni dei 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani
“Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty 25 anni di storia” – Mostra fotografica
“40 anni di Festival dei Popoli” – Mostra fotograficaPiazzetta Annonaria
“Afghanistan. Dentro la Guerra” – Mostra fotografica
“Fair trade for future – Parità di genere e commercio equo e solidale” – Mostra fotografica
“Cicatrici” – Mostra fotografica
“Sentiero dei diritti” – Installazioni
“Pace da altre prospettive” – Mostra collettiva multidisciplinare
+ Spazio espositivo AssociazioniPescheria Nuova
“Sguardi invisibili” – Mostra multimedialeInfoPoint Sala della Gran Guardia dalle 17.30 alle 22.30
“Caccia ai Diritti Umani” – Caccia al tesoro in tutto il centro cittadino
Percorreremo i luoghi più belli di Rovigo ed esploreremo la città alla scoperta di nuove informazioni sui diritti umani. Siete pronti? Preparate la vostra squadra e partecipate alla caccia al tesoro!Giardini delle Due Torri dalle 17.30 alle 19.30
Laboratori didattici per bambini
“La settimana dei diritti dell’infanzia”
Laboratori dedicati a bambini da 0 a 10 anni e ai genitori, nei quali verranno presentati i diritti dell’infanzia attraverso attività educative e ludico-creative.LUNEDÌ 17 LUGLIO
18.00 Sala Gran Guardia e Piazzetta Annonaria
Inaugurazione festival con presentazione delle mostre alla presenza di tutti i volontari e associazioni coinvolte; lancio della caccia al tesoro. Successivamente ci si sposterà in Piazzetta Annonaria per il reading “Poeti di Guerra” di Marino Bellini e Sandro Fracasso. Si terminerà con un aperitivo solidale offerto dalla Fionda di Davide19.30 Auditorium Conservatorio
Proiezione del film “La pace non è il suo nome” – Il racconto della storia dei 40 anni di vita del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova con la presenza del Presidente Marco Mascia21.30 Giardini delle Due Torri
“Una luce di protesta” – Spettacolo multidisciplinare di giocoleria, danza e canto.
La voce, il corpo in movimento, la luce di speranza ed il fuoco di repressione…MARTEDÌ 18 LUGLIO
17.30 Piazzetta Annonaria
“Pace nell’arte e con l’arte” – Laboratorio di pittura e scultura18.00 Pescheria Nuova
“La Palestina nel quadro dei conflitti mondiali” – Dibattito con Moni Ovadia e Lisa Clark. Coordina: Alessandra Annoni19.00 Piazzetta Annonaria
Presentazione del libro “La montagna sola” con l’attivista dei diritti umani Alessandro Orsetti21.30 Giardini delle Due Torri
Concerto spettacolo “Il Maghreb in contra i Balcani” con RomAraBeat e Moni OvadiaMERCOLEDÌ 19 LUGLIO
17.30 Piazzetta Annonaria
“Voce della pace” – La notte della lettura, poesie e brevi testi con una piccola performance. Carla Gatto, Stefania Mazzetto, Inna Sumariuk, Maryam Amirfarshi e Maria Brunello18.00 Auditorium Conservatorio
“Lavoro dignitoso e giustizia sociale” – Dibattito con il Cardinale Matteo Maria Zuppi e i segretari generali di Cgil Cisl e Uil Rovigo. Modera: Elisa Barion18.30 Prolife Park Roverdicrè
“Cinema in giro a Roverdicrè” – Una serata di festa tra cinema, animazione e pic-nic sotto le stelle
Si può raggiungere l’evento anche con una biciclettata partendo alle 18 da piazza Vittorio Emanuele II19.00 Piazzetta Annonaria
Presentazione delle Associazioni IRASE, ADA e AITSAM21.30 Giardini delle Due Torri
Spettacolo teatrale “Lo straordinario viaggio di Atalanta” e intervento della Commissione Pari OpportunitàGIOVEDÌ 20 LUGLIO
ore 16.30 Prolife Park Roverdicrè
Concerto “Equality” con Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato e Giorgio Canali & Rossofuoco17.30 Piazzetta Annonaria
Dibattito “I diritti umani in Iran” con Silvia Cegalin e Maryam Amirfarshi17.45 Giardini delle Due Torri
“I diritti digitali dei minori” – Incontro informativo per genitori educatori18.00 Pescheria Nuova
Dibattito “La pioggia non ha frontiere: cambiamento climatico e migrazioni” con Chiara Camporese ed Eugenio Alfano. Moderano: Sonia Carraro e Michela Labarbuta19.00 Piazzetta Annonaria
“Il mondo è piatto. Quando l’integrazione parte dalla tua cucina” – Presentazione del libro di Chiara Bonetto21.30 Giardini delle Due Torri
Proiezione del film “FLEE” – La vera storia di Amin Nawahi invita a ragionare sul bisogno e sul diritto di ognuno di trovare un proprio posto nel mondo in cui essere sé stessiVENERDÌ 21 LUGLIO
17.30 Piazzetta Annonaria
“Fare pace con sè” – Yoga per tutti con Sevilay Tufekci17.45 Giardini delle Due Torri
“I diritti digitali dei minori” – Incontro informativo per genitori educatori18.00 Pescheria Nuova
Dibattito “Il carcere in crisi: le origini e le alternative, tra schizofrenia legislativa e populismo penale” con Ciro Grandi e Guido Pietropoli18.30 Campo della parrocchia di Granzette
D(I)RITTI IN CAMPO – Torneo di calcio a 5 aperto a tutte e tutti senza esclusione di nazionalità, genere o capacità sportive19.00 Piazzetta Annonaria
Presentazione: “Banca Etica: siamo veramente una banca?” – Interviene Paolo Guolo19.30 Giardini delle Due Torri
Concerto EFFEMME Francesco Fry Moneti e Michele Mud21.30 Piazza Vittorio Emanuele
Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty
Semifinale Premio Amnesty Emergenti con Buva, Cenere, Da Quagga e Pankhurst + ospiti Banda Rulli FrulliSABATO 22 LUGLIO
16.00 Pescheria Nuova
(De)costruiamo – Incontro laboratoriale informativo di decostruzione degli stereotipi sull’orientamento sessuale e identità di genere17.30 Piazzetta Annonaria
“Danza per tutti i colori – Balliamo insieme per la pace” – Performance interattiva18.00 Pescheria Nuova
Dibattito “Non è abbastanza? Diritti LGBTI+ in Italia” con Angelica Polmonari, Manuela Macario, Roberta Cusin e Natalia Spada19.00 Piazzetta Annonaria
“Cambiamo il mondo insieme, un bambino alla volta” – Presentazione dell’associazione Still I RiseOre 19.30 Sala della Gran Guardia
Proiezione “Rumore – Human vibes” – L’incontro tra musica e diritti umani narrato attraverso le canzoni che negli ultimi 20 anni hanno ricevuto il Premio Amnesty nella sezione Big all’interno di Voci per la Libertà. Con la regista Simona Cocozza e la Presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti.21.30 Piazza Vittorio Emanuele
Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty
Semifinale Premio Amnesty Emergenti con Candeo, Cocciglia, La Malaleche feat. Diva Eva, Obi + ospiti Dipartimento pop rock del Conservatorio di Musica di RovigoDOMENICA 23 LUGLIO
Ore 18.00 Sala della Gran Guardia
Incontro con Manuel Agnelli vincitore del Premio Amnesty International Italia. Con Francesca Corbo di Amnesty International Italia.19.00 Piazzetta Annonaria
“Dialoghi intorno a salvezza e confini. Verso un equipaggio di terra a Rovigo” – Incontro con la presidentessa di Mediterranea Saving Humans Laura Marmorale19.30 Giardini delle Due Torri
Presentazione/concerto della raccolta “Shahida – Tracce di libertà”. Con Simone Veronelli, un rappresentante del Centro Astalli, Lorenzo Monguzzi e Erica Boschiero.Ore 21.30 Piazza Vittorio Emanuele
Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty
Finale Premio Amnesty Emergenti con i migliori cinque artisti emergenti e Premio Amnesty International Italia sezione Big a Manuel Agnelli
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