Il Festival di Cannes previsto dal 12 al 23 maggio è stato rinviato a data da destinarsi a causa dell’emergenza Covid-19.
Le ipotesi darebbero come probabili i mesi tra fine giugno e inizio luglio 2020.
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4 metà: il film che confuta l’esistenza dell’anima gemella
Da sempre ci si chiede se esiste davvero l’anima gemella. C’è chi è fermamente convinto che nel mondo esiste la metà della mela perfettamente aderente ad un’altra, chi ci spera e chi cinicamente sorride all’idea di questa ipotesi azzardata e romantica. A prescindere dal filone in cui si crede, sono in molti, se non tutti, ad essere attanagliati dall’idea e dalla paura di scegliere o innamorarsi di qualcuno che poi si rivelerà sbagliato.
4 metà (2022) di Alessio Maria Federici è un film che ci mostra proprio questo, confutando l’idea e l’esistenza dell’anima gemella.
Il lungometraggio entra nelle dinamiche sentimentali e veloci del nostro tempo che, spesso, non lasciano lo spazio per la riflessione, a causa di eventi che possono capovolgere completamente la nostra percezione dell’altro o per altre motivazioni dettate dalla casualità, che si mescola all’imprevedibilità degli eventi.
Il film mostra quante porte scorrevoli possono esistere in una combinazione composta da 4 persone (due donne e due uomini) e, a prescindere dalla scelta che ciascun protagonista effettuerà, non necessariamente si nasconde una delusione o una relazione fallimentare.
In 4 metà fa capolino il concetto di amore e le varie sfaccettature che ha: esiste quello che nasce dalla diversità che arricchisce, quello che affascina persone simili, quello che viene alimentato dalla sfida e quello che si costruisce sulla fiducia e sul bene che, col tempo, diventa affezione.
Se da sempre ci si interroga sull’anima gemella e sull’amore significa che una sola risposta assoluta non esiste: nel mondo esistono diverse combinazioni ma nessuna è sbagliata o è migliore di altre.
4 metà: la trama
Siamo a Roma, una coppia appena sposata decide di fare un esperimento, facendo incontrare quattro amici (due donne e due uomini) single. I prescelti sono molto diversi tra loro ma i novelli sposi nutrono la curiosità e la speranza che possano nascere delle nuove coppie.
Chiara (Ilaria Pastorelli) è un medico che ha una visione dell’amore romantica e non più mordi e fuggi. Dopo varie esperienze collezionate nella vita, cerca un uomo che sia capace di dare amore, vicinanza e calore umano. In breve, cerca la storia della vita perché sente che la sua non è completamente piena, le manca l’amore e una famiglia.
Giulia (Matilde Gioli) lavora in ambito finanziario, è una donna ambiziosa e proiettata sul suo lavoro e sulla sua carriera. Non è in cerca dell’amore, non è una sua priorità. Le sue storie sono brevi e senza preamboli inutili perché non ha voglia o la pazienza di essere corteggiata quando la sua finalità è la stessa dell’uomo di turno.
Matteo (Matteo Martani) lavora in una casa editrice, è un uomo ironico, colto, di sani principi e sempre con la battuta pronta. Non colleziona donne infatti ha difficoltà nell’approccio più semplice e in alcune situazioni si sente impacciato. Non sembra cercare l’amore o l’anima gemella ma non sembra neanche dispiacergli l’idea contraria.
Dario (Giuseppe Maggio) è un avvocato concentrato sui propri affari e su stesso. Le donne sono un passatempo, che durano il tempo della conquista. Non cerca l’amore, non gli interessa o semplicemente non ha ancora trovato la persona giusta.
I quattro single si incontrano e iniziano a conoscersi. Da qui Alessio Maria Federici inizia a creare le diverse coppie che possono formarsi: Chiara con Matteo, Giulia con Dario, Chiara con Dario e Giulia con Matteo.
Le prime due coppie (Chiara e Matteo, Giulia e Dario) rappresentano l’incontro che segue il filone dell’attrazione per somiglianza, rappresentato con i suoi pro e i suoi contro. Chiara e Matteo sono simili nel modo di vedere la vita, creano subito una sintonia ma alcune situazioni capovolgeranno l’equilibrio e la strada sentimentale.
Per Giulia e Dario il percorso non è poi tanto diverso perché il regista sembra voler sottolineare che, a prescindere dalle affinità intellettive e da ciò che si ritiene giusto per se stessi, quando ci si relaziona con un’altra entità basta poco per confondere le carte in tavola e seguire una strada diversa da quella si pensava essere la migliore.
Le altre due combinazioni (Giulia e Matteo, Chiara e Dario) sembrano quelle più improbabili, se si pensa alla teoria della metà della mela ma, tutto sommato sono ugualmente credibili, sembrano essere complete allo stesso modo della prima combinazione delle coppie.
4 metà in questo modo riesce a confutare l’esistenza dell’anima gemella e, in alcune situazioni, a smascherare quel romanticismo che appartiene all’amore perché amare, in fondo, significa fidarsi, scegliendo di intraprendere un percorso con qualcuno.
La vita spesso ci pone davanti a degli imprevisti, creando nuove situazioni perché nulla si può prevedere quando si vive e tutto può accadere. Non esiste l’amore perfetto, la coppia perfetta o l’anima gemella perché è tutto mutevole e in continuo movimento.
Ci si può innamorare all’istante, per sfida, per maturità, per responsabilità ma ciascun sentire non è meno nobile di un altro.
Per scoprire meglio il senso di queste parole non vi resta che guardare 4 metà, in programmazione su Netflix.
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Presentata la Stagione 2022 – 2023 del Teatro di Napoli
Sono 23 gli spettacoli che tra produzioni, coproduzioni e ospitalità compongono la ricca programmazione della Stagione 2022 – 2023 del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, presieduto da Federico Cafiero de Raho e diretto da Roberto Andò.
Presentata con il titolo Un altro mondo è possibile, la Stagione si presenta come un unico percorso distribuito nei due cartelloni che da ottobre 2022 a maggio 2023 si succederanno sui palcoscenici dei teatri Mercadante e San Ferdinando.
A questi, come sempre, si aggiungeranno il cartellone del Ridotto del Mercadante e i progetti e le iniziative destinati alle giovani generazioni e al territorio.Il Presidente Federico Cafiero De Raho sottolinea come le tante proposte che andranno in scena ai teatri Mercadante e San Ferdinando tracciano un programma non soltanto prestigioso per i nomi e per i titoli messi in campo ma molto impegnativo dal punto di vista produttivo e organizzativo, impreziosito dai diversi, importanti progetti di formazione destinati alle nuove generazioni e ai territori.
Scrive il direttore Roberto Andò nella presentazione:
La nuova stagione del Teatro Nazionale di Napoli si apre all’insegna di un romanzo-totem della letteratura italiana: Ferito a morte. Questa scelta del romanzesco come tonalità privilegiata per intercettare la contemporaneità è la linea che caratterizza le altre produzioni previste in questa Stagione per la quale abbiamo scelto come frase chiave Un altro mondo è possibile, a evidenziare la grande promessa del teatro in ogni tempo.
Teatro di Napoli: il programma
TEATRO MERCADANTE
Ferito a morte
di Raffaele La Capria
adattamento Emanuele Trevi
regia Roberto Andò
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
19 – 30 ottobre 2022T&P
TOTÒ E PEPPINO
omaggio a Samuel Beckett
testo e regia Antonio Capuano
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
16 – 27 novembre 2022Il crogiuolo
di Arthur Miller
regia Filippo Dini
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano
29 novembre – 4 dicembre 2022Otello
da William Shakespeare
traduzione e drammaturgia Letizia Russo
regia Andrea Baracco
produzione Teatro Stabile Dell’Umbria
6 -11 dicembre 2022Cado sempre dalle nuvole – Cantare Pasolini
un progetto di Mauro Gioia
regia Francesco Saponaro
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
18 – 29 gennaio 2023Un’ultima cosa cinque invettive, sette donne e un funerale
un progetto di e con Concita De Gregorio
regia Teresa Ludovico
produzione Teatro di Bari, Rodrigo srls
10 febbraio 2023Don Chisciotte
adattamento di Francesco Niccolini
liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra
regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
produzione Nuovo Teatro
15 – 26 febbraio 2023Cyrano de Bergerac
di Edmond Rostand
adattamento e regia Arturo Cirillo
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Marche Teatro, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale
1 – 12 marzo 2023Il giardino dei ciliegi
di Anton Čechov
adattamento e regia Rosario Lisma
produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Menotti
14 – 19 marzo 2023La gioia
uno spettacolo di Pippo Delbono
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale, Théâtre de Liège, Le Manége Maubeuge – Scène Nationale
28 marzo – 2 aprile 2023Misericordia
scritto d diretto Emma Dante
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Biondo di Palermo, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Carnezzeria
19 – 30 aprile 2023Lazarus
di David Bowie e Enda Walsh
regia Valter Malosti
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte Cultura
3 – 14 maggio 2023TEATRO SAN FERDINANDO
La zattera di Gericault
di Carlo Longo
regia Piero Maccarinelli
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
27 ottobre – 6 novembre 2022Libidine violenta
testo e regia Enzo Moscato
produzione Teatro Metastasio Prato, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del Contemporaneo
15 – 20 novembre 2022Settimo senso
Moana Pozzi
di Ruggero Cappuccio
regia Nadia Baldi
produzione Teatro Segreto
22 – 27 novembre 2022Tavola tavola, chiodo chiodo…
tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo uno spettacolo di e con Lino Musella
produzione Elledieffe – Compagnia Teatrale Luca De Filippo, Teatro di
Napoli – Teatro Nazionale
1 – 11 dicembre 2022Scalo Marittimo
di Raffaele Viviani
regia Giuseppe Miale di Mauro
con il coro dell’orchestra di Piazza Vittorio
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale in collaborazione con Nest Napoli Est Teatro
26 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023Italia Brasile 3 a 2 Il ritorno
di e con Davide Enia
produzione Teatro Metastasio di Prato – Fondazione Sipario Toscana
10 -15 gennaio 2023Il segreto del talento
(Le gazze ladre)
di Valeria Parrella
musica e regia Paolo Coletta
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Società per Attori srl
26 gennaio – 5 febbraio 2023L’arte della commedia
di Eduardo De Filippo
regia Fausto Russo Alesi
produzione Elledieffe – Compagnia Teatrale Luca De Filippo, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro della Toscana
16 – 26 febbraio 2023La morte e la fanciulla
di Ariel Dorfman
regia Elio De Capitani
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Teatro dell’Elfo
7 – 12 marzo 2023La compagnia del sonno
di Roberto Alajmo
regia Armando Pugliese
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo
13 – 23 aprile 2023Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo
di Fabrizia Ramondino
spazio e regia Mario Martone
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
4 -14 maggio 2023 -
Sanremo 2021: le pagelle irriverenti della seconda serata
Anche la seconda serata del Festival di Sanremo 2021 va in archivio. Altri tredici brani, dodici cantanti sul palco, uno (Irama) che partecipa con una registrazione a causa del Covid che ha colpito un membro del suo staff. Sempre scorrendo la classifica (parziale) della “Giuria demoscopica”, ecco cosa ne è venuto fuori.
1. Ermal Meta – Un milione di cose da dirti
Che sono più o meno sempre le stesse, e cantate allo stesso modo. Ma il format funziona ed Ermal Meta fa bene ad insistere. L’argomento della comunicazione repressa è sempre di attualità, come l’ottima voce del cantante, che parla del suo “cuore a sonagli per degli occhi a fanali” in un brano che fa a spallate per salire sul podio. Magari sul gradino più alto.
2. Irama – La genesi del tuo colore
Ovvero la DAD a Sanremo 2021. Il virus ferma lo staff di Irama e gli organizzatori prudenzialmente non fanno salire l’artista sul palco. Va una registrazione, che basta a far capire che quel che lui tocca si trasforma in oro. Canzone dall’impianto classico ma che suona contemporanea, un sicuro tormentone, destinato all’heavy rotation.
3. Malika Ayane – Ti piaci così
E si è capito bene. Malika è una sorta di alter ego femminile di Max Gazzè, non per ciò che canta, ma per la scelta artistica fatta. Come lui, interpreta canzoni che si somigliano tutte, ma che, tutte, indifferentemente, funzionano. Come il suo collega ha personalità, furbizia, mestiere. In più ha una gran voce, ed anche nel brano sanremese tutto questo si sente.
4. Lo Stato Sociale – Combat pop
Che già solo il titolo meriterebbe la censura. Una canzone brutta, che tradisce l’ambizione dei componenti del gruppo, che da grandi, evidentemente, volevano fare gli Skiantos, ma poi sono finiti a Sanremo, peraltro da recidivi, e si sono trasformati in figli degli 883. ” Ma che senso ha?” cantano. Ecco, ditecelo, magari prima di andarvene una vita in vacanza.
5. Willie Peyote – Mai dire mai (La locura)
Stato mentale di chi da infiltrato dei servizi segreti cerca di combattere il sistema facendone parte. La mission impossible del Peyote è attaccare frontalmente l’Hip-pop posticcio, il cliché contemporaneo dell’artista e l’opportunismo trasformistico (il calcio va avanti, la musica no, e lui pensa di mettersi a palleggiare pur di avere un pubblico). Il messaggio va bene, ma non da quel palco. Tra le cose migliori ascoltate a Sanremo 2021, quindi non vincerà.
6. Gaia – Cuore amaro
Un titolo che è tutto un programma e che incarna il sentimento di chi ascolta questo brano. Nacchere e chitarre spagnole per la solita canzone che strizza l’occhio all’estate e che invece è l’ennesimo inutile tassello nel mosaico sbiadito del pop italiano. Meno trash di Elettra Lamborghini, ma i livelli sono più o meno quelli. Da dimenticare in fretta, ma purtroppo (e per sua fortuna) il pubblico la premierà.
7. Fulminacci – Santa Marinella
Località marittima e dunque in qualche modo legata a Sanremo. Quindi in qualche modo canzone a tema. Ma anche canzone pronta a diventare una delle più passate in radio. Tanto basta a far capire che c’è poca qualità, e che oscillare tra De Gregori e Brunori Sas è esercizio di stile assai pericoloso, che, nel caso specifico, fa naufragare artista e canzone. Fulminacci vuole “solo diventare deficiente”. Ad maiora.
8. La rappresentante di lista – Amare
Infinito del verbo, oppure aggettivo femminile plurale. Sarebbe stato bello usare il secondo, ma invece la canzone ha, tanto per cambiare, come tema l’amore. Un testo che non ha niente di nuovo da raccontare, cantato bene da Veronica Lucchesi, che imbastisce un pezzo un po’ dance, un po’ vetero-pop, che per certo pubblico funziona. E questa è la notizia peggiore.
9. Extraliscio/Toffolo – Bianca luce nera
Un ossimoro che sintetizza la collaborazione tra gli artisti folk e l’uomo mascherato dei Tre Allegri Ragazzi Morti, ma anche la dichiarata voglia di portare sul palco la Romagna del liscio per poi farci ritrovare di fronte ad un pezzotto sudamericano, (contraf)fatto piuttosto male. Tutto molto noioso, tutto già sentito, tutto tanto furbo. Resta da capire la scelta di Toffolo. Ne aveva davvero bisogno?
10. Gio Evan – Arnica
Rimedio antinfiammatorio naturale, la risposta brutta all’ibuprofene di Aiello, che almeno però il medicinale lo abbina al sesso, rendendo tutto più divertente. Il cantante con il nome da acqua minerale non lascia il segno, e l’orchestra usata in maniera smodata fa il resto, per un brano che difficilmente, comunque, avrebbe avuto miglior sorte.
11. Orietta Berti – Quando ti sei innamorato
L’amore geriatrico cantato dalla regina della barca che va. Orietta Berti era musicalmente vecchia quando mio nonno era vecchio. Porta a Sanremo 2021 una canzone terribile, che non può avere velleità di passare in radio, non sarà ascoltata su Spotify, non avrà clic su Youtube, non sarebbe stata ammessa neanche al festival del circolo della Terza Età. E allora solo una domanda: perché?
12. Random – Torno da te
Ma con quest’entusiasmo di sicuro è destinato a ri-andarsene presto. Incipit deprimente, originalità assente e la sensazione pressante che da un momento all’altro spunti da qualche parte Elisa e cominci a cantare il ritornello di ” A modo tuo”. Eppure è giovane e dovrebbe avere idee fresche.
13. Bugo – E invece sì
Rieccolo senza Morgan sul palco del Festival di Sanremo 2021 che aveva lasciato mestamente l’anno scorso. Bugo ritorna per dimostrare a tutti che non ha bisogno di partner per spaccare. Ma, ahimè, non ci riesce. Si presenta con qualcosa che è poco più di un giro di DO, che, in verità, non parte neanche male, ma che si perde presto nella banalità e nei poster di Celentano. Che succede? Dov’è Morgan?
Questo è il risultato delle pagelle irriverenti della seconda serata di Sanremo 2021, se avete perso quelle della prima serata del Festival vi consigliamo di rimediare al più presto!
Enrico Riccio