L’idea di base è stata la loro voglia di creare qualcosa di originale ma allo stesso tempo classico.
Gli EP “Napoli folk blues vol.1 & vol.2” verranno presentati dal vivo con un concerto esclusivo il
23 Dicembre 2021 presso Lanificio25 di Napoli.
ingresso in lista nominale 5€
Prenotazione tavolo con contributo artistico 3 addizionale sul conto
Con il Vol.2 chiudiamo il ciclo delle registrazioni fatte durante il lockdown, ma questa volta abbiamo voluto coinvolgere anche il resto dei TheRivati, inserendo contrabbasso, sassofono e percussioni in tracce diverse, e cercando di partire sempre dalla matrice folk blues ma cercando maggiormente la sperimentazione.
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L’arte dell’improvvisazione, letteratura e jazz: Julio Cortázar, Thelonious Monk e Charlie Parker
Si terrà giovedì 11 novembre alle 18.30 il terzo appuntamento della rassegna di letteratura internazionale Strane Coppie, ideata e condotta da Antonella Cilento, e quest’anno ospitata dal Monastero delle Trentatré a Napoli (Sala Maria Lorenza Longo – Via Armanni, 16 – Napoli), prezioso luogo al quale la scrittrice e giornalista ha di recente dedicato un reportage. L’evento sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook Lalineascritta Laboratori di Scrittura.
Durante l’incontro, che avrà come ospiti lo scrittore Bruno Arpaia, il pianista Francesco D’Errico che si esibirà dal vivo, e l’attore Orlando Cinque, si racconterà l’“Arte dell’improvvisazione”, quella che lega in modo unico e originale la scrittura di Julio Cortázar, tanto simile a una partitura jazz, alla musica di Charlie Parker e soprattutto di Thelonious Monk.
Letteratura e musica, ma anche cinema. Cortázar ha messo in scena la straordinaria arte dell’improvvisazione in ogni sua storia, ha trasformato forme e moduli, ha esplorato confini. Quando scrive Le bave del diavolo, il racconto da cui è tratto Blow up di Antonioni, è a Henri Cartier Bresson che sta pensando. I suoi lettori affezionati sanno bene che ne Il persecutore compare l’ombra di Charlie Parker e che persino l’ombra del madrigalista Carlo Gesualdo turba le vite dei musicisti di un suo racconto.
Quello di giovedì sarà un incontro speciale, per osservare i punti in cui letteratura e musica si lambiscono, si influenzano, si contaminano, e per seguire il percorso che unisce “mostri sacri” che hanno fatto la storia del jazz e non solo.
L’unicità di Thelonious Monk nel panorama del Novecento ha, con quella di Cortázar, molte analogie: fuori dai canoni eppure capace di rielaborarli, il pianista americano segna e influenza intere generazioni.
Nel Giro del giorno in ottanta mondi (1967), lo scrittore argentino recensisce, con il suo stile rocambolesco e immaginifico, l’esibizione dal vivo di Thelonious Monk Quartet al Victoria Hall di Ginevra, il 27 marzo 1966:
Quando Thelonious si siede al piano, tutta la sala si siede insieme a lui ed emette un sospiro collettivo della misura esatta del sollievo, perché l’itinerario tangenziale di Thelonious sul palcoscenico ha qualcosa di un pericoloso cabotaggio fenicio con probabili incagli sulle sirti, e quando la nave di miele scuro con il suo barbaro capitano arriva in porto, la banchina massonica del Victoria Hall la accoglie con un sospiro come di ali acquietate, di tagliamare in riposo.
La rassegna Strane Coppie, organizzata dai Laboratori di Scrittura Lalineascritta, è realizzata grazie al sostegno di Banco BPM e alla collaborazione di: Instituto Cervantes Napoles, libreria Ubik di Napoli, Onlus L’Atrio delle Trentatré, strutture ricettive Chiaja Hotel e B&B Dei Decumani.
Tutti gli incontri saranno successivamente editati in LIS Lingua Italiana dei Segni e resi disponibili online. Strane Coppie 2021 proseguirà con altri due appuntamenti, il 2 e il 16 dicembre.
Per partecipare in presenza è necessaria prenotazione: info@lalineascritta.it
Gli incontri si terranno nel rispetto delle normative anti Covid vigenti.
Orario: 18.30
Luogo: Monastero delle Trentatré – Sala Maria Lorenza Longo – Via Armanni, 16 – Napoli
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti consentiti
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Stre torna con La Terra è piatta
A poco più di un mese dalla pubblicazione di “Uscire”, il cantautore e polistrumentista campano Stre torna nei digital store con La Terra è piatta, il suo nuovo singolo in grado di stupire e affascinare sin dal primo play.
Dopo aver appassionato e coinvolto pubblico e critica con l’incisività dei suoi testi, avvolti da sonorità fortemente rockeggianti perfettamente amalgamate ad un pop fresco e attualissimo, l’artista dona un’ulteriore prova del proprio eclettismo presentando un pezzo che si distacca completamente dalla dimensione punk-alternativa finora abbracciata, per esplorare la delicatezza e la suggestione di un indie-pop dal profumo vintage ma dal sapore contemporaneo, mantenendo però la graffiante carezza del rock che sostiene e accompagna l’intera release di riff e rullanti, senza rinunciare ai violini e ad un ritornello dal richiamo britpop a lui tanto caro.
Con le sue liriche sospese tra il vuoto scaturito dalla struggente mancanza della persona amata e il desiderio di mettere un punto effettivo ad un capitolo già concluso, “La Terra è piatta” rappresenta la chiusura di un cerchio, della trilogia iniziata ad Ottobre 2022 con “A pezzi”, in cui l’artista ha affrontato il tema della rottura, proseguita con “Uscire”, dove ha raccontato il passaggio tra una fase e l’altra, e che qui si conclude con la narrazione, sentita e viscerale, di ciò che viene dopo, appunto la mancanza.
L’assenza dolorosa e sofferta che attraversa e valica il tempo senza trovare senso e pace in nuove abitudini e conoscenze – «passeranno i sogni come compleanni, e ti cercherò un po’ negli altri» -, portandoci a dubitare di tutto, di noi stessi «adesso che non son più io» -, e perfino delle evidenze attorno a noi – «divento complottista, perché senza di te la terra è piatta» -.
Una vera e propria pop-ballad ricercata ed elegante, capace di cullare ferite e sentimenti tra l’immancabile autoironia dell’artista ed il suo estro creativo, che continua a fare centro per l’originalità delle sue vedute: per supportare l’uscita del pezzo, infatti, Stre ha sfoggiato le sue doti attoriali vestendo i panni di un terrapiattista tra le strade di Napoli e, nel suo riuscitissimo vaneggiare, ha catturato l’attenzione di tutti i passanti e degli utenti online, a cui ha donato un volantino, contenente un misterioso QR Code che riportava, astutamente, all’ascolto di “La Terra è piatta”.
Una visione caleidoscopica e personalissima dell’arte, che grazie al taglio ironico e mordace di cui si compone, gli ha consentito di arrivare dritto al cuore del pubblico sin dai suoi primi inediti e che in questo singolo, senza dubbio il più sofferto e malinconico, ritroviamo sia nel titolo che nel videoclip ufficiale – come sempre ideato, diretto e prodotto dallo stesso Stre -, in cui il flusso di rancore e tristezza espresso nel testo, lascia spazio ad alcuni momenti ilari e leggeri, trasponendo in frame una vera e propria conversazione WhatsApp, per far riflettere su quanto, la mancanza della persona amata, attecchisca sulla quotidianità di chi continua a vivere nella sua presentissima assenza.
Dichiara l’artista:
Con questo brano ho voluto fare una cosa a cui tenevo molto, anticipare al pubblico un piccolo assaggio di quello che ci sarà nel mio disco di prossima uscita, anche se ha un mood diverso dai miei precedenti singoli.
Nella mia musica, il filo conduttore è sempre quello di vedere la luce in fondo al tunnel ma è anche vero che, a volte, questa luce riusciamo a vederla solo se conosciamo bene il buio.
Sentivo il bisogno di pubblicare questa canzone adesso, perché per me rappresenta la chiusura della trilogia iniziata con “A pezzi” e proseguita con “Uscire”. Qui si evince ciò che viene dopo: la mancanza. La mancanza quasi perenne, perché il tempo passa, ma la mancanza resta.
Stre: chi é?
Stre è il progetto del cantautore, regista e polistrumentista napoletano Stefano Crispino che, dopo aver militato in diverse formazioni come batterista ed aver rivestito il ruolo di frontman e chitarrista in una band pop punk per quasi un decennio, riparte da solista con un nuovo spirito artistico, inizialmente dai tratti indie-pop e via via sempre più contaminato da generi e sfumature sonore differenti.
Il poliedrico artista partenopeo, oltre ad occuparsi della scrittura e dell’interpretazione dei suoi brani, si dedica alla regia e al montaggio di tutti i videoclip che li accompagnano, evidenziando duttilità, eclettismo e visione d’insieme.
Esperienze e competenze artistiche a tutto tondo, evincibili anche dal suo secondo canale YouTube, in cui pubblica recensioni di film e rubriche musicali. La sua carriera solista prende il via con la pubblicazione della coinvolgente “Remake”, ma è con l’iconica “Alzheimer” che il cantautore firma la hit con cui comincia la sua inarrestabile ascesa, a cui susseguono la leggera ma profonda “Un motivo c’è” e la trilogia di incredibile successo iniziata con l’inno generazionale “A pezzi“, in cui l’artista affronta il tema della rottura, proseguita con la travolgente “Uscire”, ove racconta il passaggio tra una fase e l’altra e terminata con la malinconica pop-ballad “La terra è piatta”, che in una sentita e viscerale dedica, pone in analogia la mancanza della persona amata ai dubbi che ne conseguono, su noi stessi, e perfino sulle evidenze attorno a noi.
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Le poesie di Titina De Filippo musicate da Brunello Canessa
Il Trianon Viviani propone “Filumena, in arte Titina. La musica nelle parole”, il concerto con le canzoni di Brunello Canessa che ha musicato poesie della zia Titina De Filippo.
Punto di equilibrio tra le forti e conflittuali personalità dei fratelli Eduardo e Peppino, dopo il ritiro dalle scene, a causa del suo cuore malato, Titina De Filippo concentrò la sua creatività su altre arti, come la pittura e la poesia. Proprio da qui, dai suoi versi malinconici, nasce questo concerto, ideale continuazione della tradizione della canzone napoletana nata spesso dall’incontro di un poeta e di un musicista.
Brunello Canessa: chi è
Brunello Canessa, nipote della grande artista scomparsa, musicò negli anni ‘90 una ventina di sue poesie, all’epoca raccolte in una compilation prodotta da Gino Aveta per le edizioni Curci nella quale, a interpretare i brani, furono chiamati artisti del calibro di Lina Sastri, Ron, Eugenio Bennato, Pietra Montecorvino, Nino Buonocore, Lino Vairetti, Leopoldo Mastelloni, Riccardo Pazzaglia e, più recentemente, Fiorella Mannoia. In questo spettacolo Canessa, artista fra i più attivi della scena underground partenopea, fa di nuovo sua questa opera interpretando i brani dal vivo, con alcune “incursioni” recitate, per una sorta di concerto/racconto dedicato al mito di Titina.
Sul palco, Susanna Canessa (violoncello e voce), Ingrid Sansone (voce recitante), Giorgio Pinto (voce recitante), con la partecipazione di Lino Vairetti degli Osanna. Con loro i musicisti Marco Corcione (piano), Roberto Giangrande (basso), Francesco De Laurentiis (violino) e Leopoldo Brancaccio (batteria).
Prodotto da Brunello Canessa official e i Due della Città del Sole, il concerto sostiene le attività del Rotary club Pozzuoli.
4 comments on Secondo mini album acustico per la band Napoli Folk Blues
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