Il Trofeo Rill arriva alla sua XXVII edizione, per premiare il miglior racconto fantastico. Si tratta di un premio letterario bandito dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare, con il patrocinio del festival internazionale Lucca Comics & Games insieme alla casa editrice Acheron Books.
Per partecipare è necessario scrivere dei racconti che appartengono al genere: fantasy, horror, fantascienza o qualsiasi storia che vada al di là del reale.
Il termine per partecipare al concorso è stato prorogato al 15 aprile 2021.
Premio RiLL: come partecipare
Al concorso letterario possono partecipare tutti gli autori che abbiano una o più opere inedite e in lingua italiana, che siano ambientate o che abbiano personaggi poco attinenti al mondo reale.
Possono partecipare al Trofeo RiLL anche gli italiani residenti all’Estero. I racconti possono essere spediti per posta o in via telematica.
I dieci racconti finalisti saranno pubblicati, senza alcun costo per i rispettivi autori, in un e-book della collana Aspettando Mondi Incantati, curata da RiLL e in uscita a ottobre 2021.
I migliori quattro o cinque racconti tra quelli finalisti saranno pubblicati in forma gratuita nell’antologia del concorso all’interno della collana Mondi Incantati, che sarà presentata al festival internazionale Lucca Comics& Games a novembre 2021.
Il primo classificato del Trofeo RiLL verrà tradotto e pubblicato, sempre gratuitamente, in Spagna sull’antologia Visiones, curata da Pòrtico – Asociatiòn Española de Fantasìa, Ciencia Ficciòn y Terror, in Irlanda sulla rivista letteraria Albedo One e in Sud Africa su PROBE, il magazine dell’associazione Science Fiction and Fantasy South Africa.
Inoltre il vincitore del racconto riceverà un premio di 250 euro.
La selezione dei racconti finalisti sarà svolta in forma anonima, senza che i lettori-selezionatori conoscano il nome dell’autore, dando particolare rilievo all’originalità della storia e alla qualità della scrittura.
La giuria del concorso letterario sceglierà quelli da premiare.
La cerimonia di premiazione avrà luogo a novembre 2021.
Se hai un racconto inedito legato al fantasy, sei ancora in tempo per partecipare!
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Termini Book Festival 2021: la seconda edizione
Dopo il successo della prima edizione, dal 2 al 4 settembre a Termini Imerese (PA) presso il Giardino dell’Annunziata (via S. Orsola) torna il Termini Book Festival 2021, la kermesse letteraria ideata e diretta dallo scrittore termitano Giorgio Lupo insieme al direttore tecnico Emanuele Zammito del ristorante sociale “Tocca a tia”.
Dichiara Giorgio Lupo:
Nella seconda edizione abbiamo mantenuto la formula che ha decretato il successo della prima: grandi scrittori e storie da raccontare e grandi artisti che con il loro talento declineranno l’amore per il bello, attraverso le loro performance.
Gli autori e le autrici ospiti dell’edizione 2021 del Termini Book Festival saranno:
- Maria Elisa Aloisi, vincitrice del Premio Tedeschi Giallo Mondadori nel 2021;
- Barbara Bellomo autrice Salani.
- Scilla Bonfiglioli autrice Mondadori pluripremiata. Scrittrice tra gli altri del capolavoro La Bambina e il nazista (Mondadori), tradotto all’estero e vincitore del Premio internazionale Pegasus Letterary Awards;
- Marika Campeti che attraverso il proprio struggente e bellissimo romanzo farà conoscere la disumanità dei campi profughi turco-siriani;
- Franco Forte, direttore editoriale di Giallo Mondadori – Urania e Segretissimo e autore di numerosi best sellers tradotti in tutto il mondo;
- Antonio Fusco, uno dei giallisti più famosi d’Italia (Giunti), creatore del commissario Casabona; Diego Lama, vincitore del Premio Tedeschi- Giallo Mondadori 2015, padre del commissario Veneruso;
- Simona Lo Iacono, già candidata al Premio Strega, autrice Neri- Pozza;
- Fabiano Massimi, autore Longanesi e Mondadori, vincitore del Premio Tedeschi 2017, tradotto in vari paesi esteri;
- Roberto Mistretta, autore Mondadori, vincitore del Premio Tedeschi 2019;
- Tea Ranno, autrice Mondadori, tradotta all’estero;
- Gaetano Savatteri, autore Sellerio. Dai suoi romanzi è stata tratta la serie RAI Makari, con Claudio Gioè;
- Gaudenzio Schillaci, scrittore, membro fondatore del collettivo Sicilia Niura, una delle realtà culturali più interessanti nel panorama letterario siciliano;
- Giusy Sciacca autrice di racconti, romanzi e testi teatrali. È ideatrice e curatrice del Premio Nazionale di Poesia Sonetto d’Argento Jacopo da Lentini;
- Annalisa Stancanelli, scrittrice siracusana creatrice di Morfeo, un cattivo letterario memorabile, autrice Mursia e Newton Compton;
- Salvo Toscano, uno dei più bravi scrittori siciliani, pubblica con Newton Compton;
- Vincenzo Vizzini, vicedirettore della Writers Magazine Italia, autore Mondadori.
Termini Book Festival 2021: la seconda edizione
Ricco palinsesto anche quest’anno per la nuova edizione. Sul palco si succederanno artisti del calibro di Stefania Bruno, la Sand Artist più famosa d’Italia; il gruppo folkloristico Eurako (con oltre 600 spettacoli all’attivo e varie tournée all’estero) e l’ASD The Factory, scuola di danza della coreografa e ballerina Marika Veca, che vanta importanti collaborazioni internazionali. Inoltre, sarà presentato l’inno della manifestazione, scritto e prodotto da Salvo Taormina, compositore e autore di talento e cantato dal vivo da Federica Neglia.
Ma il Termini Book Festival 2021 offre anche delle novità, arricchendo la manifestazione con la collaborazione del Liceo Classico Gregorio Ugdlena, che mirerà a “contaminare” i due ambienti in modo che “il Festival entri a Scuola” e “la Scuola entri nel Festival”.
In particolare, i percorsi saranno due: la mattina alcuni autori ospiti della kermesse terranno workshop sui mestieri della scrittura e su quella creativa; la sera i ragazzi del Liceo modereranno alcune presentazioni di testi che avranno letto durante il periodo estivo.
Il Termini Book Festival quest’anno sosterrà l’associazione umanitaria Support and Sustain Children ONLUS (il cui fine è portare aiuto ai bambini e alle popolazioni colpite da guerre e/o gravi calamità sul confine turco-siriano) e donerà i libri usati durante le presentazioni alla Biblioteca Sociale Veni Creator Spiritus (luogo della parola scritta nato dall’intuizione del sociologo Pietro Piro e cresciuto con le donazioni di libri, provenienti da tutta Italia).
Durante la serata finale di sabato 4 settembre, presentata dalla giornalista Cristina Marra, anima e motore di numerosi festival letterari italiani, saranno premiati i primi tre classificati del Premio Termini Book Festival, contest letterario organizzato in collaborazione con la rivista Writers Magazine Italia, che quest’anno ha visto la partecipazione di 170 racconti provenienti da tutta Italia, valutati in parte dalla pre-giuria attenta e preparata formata da Eleonora Battaglia, Rosalba Costanza, Alessandro Miceli e Simona Godano.
La giuria sarà composta dagli autori e dalle autrici ospiti del Termini Book Festival 2021, dal direttore artistico e scrittore Giorgio Lupo e dai vincitori ex aequo della prima edizione del contest, Jacopo Montrasi e Massimo Tivoli. Interverranno alla serata anche gli scrittori Alessandro Buttitta, Rosalba Costanza, Pietro Esposto, Fabio Giallombardo e Gianmario Sacco, che presenteranno con una veloce e innovativa formula i propri romanzi.
Gli incontri della kermesse letteraria saranno moderati dagli scrittori Eleonora Battaglia, Rosalba Costanza, Nina Nocera, Rosario Russo e dalla professoressa Eleonora Lo Bue.
Il Termini Book Festival 2021 è realizzato grazie al gratuito patrocinio del Comune di Termini Imerese e ai mecenati Antonio Bellaville (Bellaville Solutions), Filippo Costanza (Mc risparmio), Giuseppe Genovese (Gruppo Genovese), Francesco Marramaldo, Fabrizio Melfa (Mediaging clinic), Giuseppe Veca e Sara Assicurazioni.
Ingresso gratuito, su prenotazione – tramite WhatsApp 3357606132 – fino ad esaurimento posti.
Per accedere alla manifestazione è necessario esibire il green pass con annesso documento di identità.
La manifestazione sarà trasmessa in diretta streaming tramite il canale Facebook di TeleTermini WebTv.
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Antonio D’Alessio: il sogno kafkiano dell’Holden irpino
È possibile che in età adolescenziale potremmo iniziare ad accusare molta più coerenza, molta più personalità.
La fase delicatissima che chiude l’infanzia fa risuonare in noi volontà che spesso superano le capacità; oltretutto ciò che incredibilmente salta fuori dal nostro rimuginare è un pensiero che si discosta, innanzitutto dalla culla familiare, proprio lì dove avevamo le nostre certezze racchiuse dalle coerenze domestiche; successivamente anche dalla bolgia che incontriamo proprio oltre quell’uscio che credevamo ci appartenesse. Acquistiamo capacità di pensiero che ci allontana dai familismi, dalla globalizzazione standardizzata che caratterizza gli adulti, quegli esseri che ci circondano a capo chino, pensierosi e concentrati nelle mansioni che svolgono per inerzia, per sopravvivenza.
Succede, inoltre, che ragazzi particolarmente dotati riescano a descrivere bene quel senso di disagio che li opprime; che riescano a scrivere le condizioni che li interessano o che non li interessano affatto: in poesie,in canzoni, in frasi e in diari.
Così fu il caso di Antonio D’Alessio, poeta e musicista irpino scomparso il 9 settembre 2008 all’età di trentadue anni, undici anni fa.
La raccolta di poesie La Sede dell’Estro, Edizioni G.C.F.Guarini, fu pubblicata nel 2009 e al decimo anno di età conserva sempre il fascino immortale delle parole che caratterizzarono questo ragazzo dalla fortissima indole artistica, dalla coerenza e dalla forte personalità che risaltavano nelle sue movenze, nel porsi al prossimo e ai bisognosi, che acquistavano saggezza nel momento in cui ponevano basi nell’interesse dell’ambiente e nella conservazione e nella divulgazione delle tradizioni delle proprie origini. Figlio del poeta solofrano Vincenzo D’Alessio, Antonio era cresciuto con la passione incontrollata per tutto ciò che riguarda un pensiero filosofico; aveva sviluppato già in tenera età la voglia di esprimersi con la musica, trasmessa dal padre, riuscivano a sbalordire le sue capacità nell’esprimere concetti delicati e spesso controversi, sempre con un sorriso amorevole potenziato dalla luce dei suoi occhi chiari.
La Sede dell’Estro è una silloge che fu ritrovata e pubblicata in seguito alla scomparsa causata da un male incurabile. Un’antologia di pensiero che interessa, soprattutto, la sua fase adolescenziale, scritta quindi molto tempo prima che diventasse adulto, ma che si caratterizza nella sonante capacità di espressioni che racchiudono un’adultità che nel senso comune del termine interessa davvero poco gli individui che la stanno vivendo a pieno.
Antonio D’Alessio lo si vedeva in giro per la città con i jeans stretti e strappati ancor prima che questa discutibile moda divagasse tra coloro che non lo interessavano affatto; le sue magliette volutamente stinte e i suoi scarponi vissuti, il viso contratto e lo sguardo basso, la chitarra o il basso sempre a tracolla gli donavano un’aura da romantico ottenebrato che si addiceva davvero poco a ciò che lo circondava, che sovente lo additavano come un diverso, anziché un diversivo.
Da piccolo cercavo calore;
oggi ho capito che il fuoco
è dentro di me.
Non si tradisce Antonio D’Alessio mentre scrive, non si espelle però nemmeno dalla società, come erroneamente qualcuno potrebbe pensare. Lui della società si definiva un curatore: i suoi versi avrebbero potuto ribaltare le sensazioni astratte e distratte che impregnavano le menti altrui.
Come si diceva all’inizio, l’adolescenza può donare facoltà di pensiero che non avrebbero nulla a che fare con gli anni che saranno travolti dalle mansioni primarie (necessarie?), plastiche che oscurano anfratti molto più interessanti, dai cui pertugi fuoriuscirebbero condizioni di vita migliori.
Mi ritrovo da solo nei miei
stretti pantaloni
cercando un
mondo di gente,
diversa
(da quella che…).
La conferma che questo ragazzo stesse cercando non la solitudine, ma il conforto di chi lo avrebbe compreso, è chiara; la saggezza che si enuncia ha la capacità poetica di sensibilizzare chi, forse, potrebbe davvero soffermarsi, chiudere l’uscio dietro di sé e sostare a pensare limpide gioie nascoste dal brillante disagio. Freud sosteneva che l’incomprensione maggiore di sé stessi avviene nel momento in cui raggiungiamo livelli che poi saranno riconosciuti e premiati. Sarebbe stato possibile che Antonio D’Alessio, se avesse avuto più sostegno dai lettori, avrebbe potuto alimentare la sua misura di gelo tra sé e il resto del mondo che non gli apparteneva?
Raggiungeremo
l’universo stellato
questa sera
tramite quel letto
color denaro,
e incideremo
il nome dell’uomo
sulle terre conquistate
da noi viaggiatori.
Il senso di libertà che si potrebbe enunciare dal trotterellare svelto di un piccolo randagio, trarrebbe in inganno, perché un animaletto solo e sporco che attraversa una strada solcata dalle suole traslucide indifferenti, in realtà, emarginato dal branco per il suo essere, viaggia nella pazzia che lo rende sempre più fragile, farebbe immaginare quel romanzo di Bulgakov intriso di incoerenza umana e coerenza animale, istintiva.
Il sogno kafkiano che caratterizza Antonio D’Alessio lo smuove dalla sua sensazione adolescenziale di sentirsi come Gregor Samsa, un mostro che non si smuove dalla sua stanza ( la sua indole) per la paura del confronto, per non essere ammazzato. O, al contrario, come quando nel racconto Di Notte, lo stesso autore praghese è circondato da persone dormienti, ma lui resta vigile e attento alle conseguenze del placido sonno che interessa gli altri.
Difatti:
Chi vuol raggiungere
quella porta laggiù, con me
raggiunga me in un altro pianeta,
lo raggiungerà
tramite
l’esercito della confusione,
raggiungeremo quella porta
e l’apriremo con la mente
che porterà nell’Infinito
Sapere.
Musicista nella band progressive Notturno Concertante, Antonio D’Alessio sul basso esprimeva bravura, studio e libertà di espressione allo stesso tempo; era uno di quegli artisti che non fanno pesare il ruolo che sarebbero riusciti a raggiungere se avessero avuto più convinzione e orgoglio.
La cura per la precisione stilistica, in combutta con la distratta cura del suo vestiario, proveniva dal background domestico; l’ascolto del magnifico prog italiano anni Settanta, l’amore per Le Orme.
Infatti c’è quella canzone della band di Tagliapietra, Amico di ieri, che sembra abbia gettato le basi per l’ascolto che Antonio poneva verso il vento, fenomeno non solo naturale, ma unione continuativa tra glorie del passato, presente e incertezza del futuro, così come similmente Da Vinci sosteneva col flusso dell’acqua nel letto di un fiume. Dal vento non ci si ripara, esso è un amico e un conoscente che trasporta i pensieri e li offre lungo la strada, e occorre comprendere la sua rabbia:
Quando è incazzato fa rumore e disastri
ma sa essere dolce e calmo
il vento
soffre e gioisce con l’uomo
e le sue situazioni
il vento è vivo
vive anche lui le sue situazioni disastrate ma…
s’incazza.
(…)
perché i suoi problemi sono
i problemi dell’uomo.
Un Giovane Holden irpino, Antonio D’Alessio in questa raccolta di poesie.
Come il protagonista del romanzo più importante di Salinger, egli si aggrappa alla speranza adolescenziale, ancora quasi infantile, di poter salvaguardare il pensiero coerente ma delicato racchiuso in una corazza che lo tenga protetto dai colpi inferti dalla società classista, dove l’individualismo prende piede, e dove la coesione di pensiero si fa viva soltanto lì dove sono gli interessi. Antonio dà senso al suo disagio e alla sua rabbia e ne fa tesoro ragionato da inoltrare probabilmente solo a se stesso, senza pretese, ma con la potenzialità d’espressione da lasciare viva ai posteri la sua memoria.
Per volere del padre Vincenzo, della madre Annamaria e dei fratelli Nicolino e Peppe, i proventi della vendita de La Sede dell’Estro furono devoluti per la ricerca al Centro Ricerca Tumori di Avellino, e la volontà di Antonio, attraverso i suoi cari e anche in sua assenza, divenne ancora una volta espressione di solidarietà e vicinanza nei confronti dei bisognosi.
Ancora una volta la parola vinse.
Carmine Maffei
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Sembrava bellezza: un romanzo sul passare del tempo
Sembrava bellezza è l’ultimo romanzo di Teresa Ciabatti che ha come protagonista lo scorrere del tempo impietoso, che non risparmia nessuno.
Il libro ci conduce nel mondo intimo di ciascuno che, con l’avanzare dell’età, protende a riguardare il passato, le scelte fatte, i visi che ci hanno accompagnati e anche quelli che ci hanno lasciati. Ciò che emerge è la tenerezza che si ha verso se stessi e sul proprio vissuto.
Come si può leggere già dalle prime pagine di Sembrava bellezza:
Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l’autrice con una scrittura che si è fatta più calda e accogliente, senza perdere nulla della sua affilata potenza, mette in scena con acume prodigioso le relazioni, tra donne e non solo.
Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.
Sembrava bellezza è un libro che scava nella profondità umana e nel meccanismo della mente umana, diverso per tutti.
I meccanismi della mente umana, infatti, cambiano in base a come percepiamo noi gli eventi. La stessa esperienza vissuta da persone diverse, ad esempio, ha diverse versioni differenti che corrispondono al numero delle persone che l’hanno vissuta.
Ognuno individua dolore e gioia dove non li individuano gli altri. Addirittura il piacere risiede in luoghi diversi, anfratti emotivi a seconda della persona. È forse il piacere, tra i sentimenti umani, il mistero più grande.
Sembrava bellezza è un romanzo che ha anche dei rimandi autobiografici di Teresa Ciabatti perché la scrittrice, in questo periodo, sta vivendo una fase matura della sua esistenza mentre sua figlia, di dieci anni, si trova in quella fase della vita in cui si prepara a sbocciare.
Il romanzo di Teresa Ciabatti, edito da Mondadori, è disponibile da oggi nelle librerie italiane!
Se il mondo dei sentimenti è ciò che vi interessa approfondire nelle vostre letture, vi consigliamo Il vero amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo.