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Per Franco Fiordellisi e Carmine De Maio l’Irpinia è una provincia politicamente devastata

Con l’inizio della campagna elettorale, in vista delle Regionali, si evidenzia secondo Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil, e Carmine De Maio, segretario generale Fictem Cgil, si evidenzia la drammaticità della grande crisi presente in Irpinia da un punto di vista sociale ed economico.

I due sindacalisti commentano così la situazione:

La nostra è una Provincia devastata sia sul piano sociale che su quello economico: negli ultimi tre anni c’è stato un vero e proprio tracollo con centinaia e centinaia di posti di lavoro andati in fumo, tante aziende in grande difficoltà anche per l’assenza dei servizi infrastrutturali delle zone industriali.

Per quanto riguarda il piano sociale e quello che riguarda la qualità della vita si è registrato un peggioramento nei servizi (trasporti, infrastrutture, ambiente e sanità). Questo che abbiamo davanti è uno scenario che spiega il fenomeno dello spopolamento che conta circa 2mila persone all’anno che decidono di lasciare l’Irpinia. Di queste persone la maggior parte sono giovani che decidono di andare via nel tentativo di poter avere una prospettiva migliore di vita rispetto a quella che offre l’Irpinia.

Oltre il fenomeno dello spopolamento Franco Fiordellisi e Carmine De Maio sottolineano un calo delle nascite annuo pari 1500 e ciò denota lo stato attuale di una crisi da un punto di vista economico, sociale e politico.

Il tasso di irregolarità delle aziende cresce, assistiamo ad una desertificazione industriale che si traduce in un rasso di disoccupazione giovanile pari al 55%.

Cgil Avellino

Cgil Avellino

I due sindacalisti sottolineano il completo silenzio relativo a questi dati e problematiche da parte dei politici locali.

La nostra non è una presa di posizione ma un’amara constatazione di chi, giorno dopo giorno, percorrendo le sconnesse strade dell’Irpinia, vive quotidianamente i drammi di questa provincia.

Alcuni esempi che rappresentano il simbolo di questa grave crisi sono rappresentati da Novolegno che ha licenziato 117 lavoratori, FIB Sud che ha indotto in un limbo burocratico 20 lavorotari, Whirlpool che a messo a rischio licenziamento circa 200 lavoratori. L’indifferenza per le sorti di questa terra proviene da quei luoghi che dovrebbero rappresentare lo Stato come ad esempio il Tribunale di Avellino, in particolare la sezione fallimentare, che gestisce tutti gli immobili industriali sottoposti a concordato o a fallimento.

Questi luoghi molto spesso, a detta dei sindacalisti, procedono senza tener conto delle esigenze dei lavoratori e di chi li rappresenta. Molto spesso, infatti, vengono ignorate le proposte per un piano di recupero delle maestranze perché la loro missione è quella di far deperire gli immobili per decenni e rivenderli, al 30%/40% del loro valore, a chiunque si presenti esclusivamente provvisto di moneta contante.

L’esempio di ciò viene confermato da quello che è successo a Solofra dove il tribunale ha accolto un’offerta fatta a titolo personale presentata da due giovani imprenditori che non erano né investitori né imprenditori. I fondi per giunta non si sa da dove provenissero.

Franco Fiordellisi e Carmine De Maio sottolineano le classiche dinamiche cui siamo costretti ad assistere durante il periodo delle campagne elettorali in cui improvvisamente i candidati si svegliano dal letargo e chiedono confronti con i sindacati, avallando proposte.

I sindacalisti ribadiscono di essere aperti al dialogo 365 giorni all’anno a prescindere dai soli 30 giorni di propaganda politica perché per risollevare le sorti dell’Irpinia c’è bisogno di impegni concreti, di politica di strada quella si prende carico della fatica del vivere quotidiano a differenza di quella fatta attraverso slogan e retorica inutili.

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