In un futuro aprile: il docufilm sugli anni giovanili di Pasolini
Sono terminate le riprese di In un futuro aprile, nuovo docufilm su Pier Paolo Pasolini diretto da Francesco Costabile e Federico Savonitto, che verrà presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival 2020 di Bologna che si svolgerà dal 5 al 15 giugno.
Il docufilm è ambientato negli anni ’40 ed è girato a Casarsa e nei luoghi del Friuli in cui Pier Paolo Pasolini viene travolto dal fascino del paesaggio e del mondo contadino friulano, intriso di tradizioni.
La voce narrante all’interno di In un futuro aprile è quella di Nico Naldini, poeta, scrittore e cugino di Pier Paolo Pasolini.
Gli anni giovanili sono formativi per il regista perché lo avvicinano alle prime avventure amorose con alcuni giovani del posto e inizia ad avvicinarsi al Partito Comunista.
Nel 1955 Pier Paolo Pasolini scrive la poesia Quadri friulani che, in qualche modo, accenna il periodo su cui si sono soffermati i registi di In un futuro aprile.
Vi riportiamo uno stralcio della poesia per anticiparvi i luoghi, l’ambientazione e il sentire del regista durante questi anni.

Il docufilm sugli anni giovanili di Pier Paolo Pasolini
Quadri friulani di Pier Paolo Pasolini
Senza cappotto, nell’aria di gelsomino
mi perdo nella passeggiata serale,
respirando – avido e prostrato, fino
a non esistere, a essere febbre nell’aria
la pioggia che germoglia e il sereno
che incombe arido su asfalti, fanali,
cantieri, mandrie di grattacieli, piene
di sterri e di fabbriche, incrostati
di buoio e di miseria…
Sordido fango indurito, pesto, e rasento
tuguri recenti e decrepiti, ai limiti
di calde aree erbose… Spesso l’esperienza
espande intorno più allegria, più vita,
che l’innocenza: ma questo muto vento risale dalla regione aprica
dell’inncenza… L’odore precoce e stento
di primavera che spande, scioglie
ogni difesa nel cuore che ho redento
con la sola chiarezza: antiche voglie,
smanie, sperdute tenerezze, riconosco
in questo smosso mondo di foglie.
Le foglie dei sambuchi, che sulle rogge
sbucano dai caldi e tondi rami,
tra le reti sanguigne, tra le logge
giallognole e ranciate dei friulani
venchi, allineati in spoglie prospettive
contro gli spogli crinali montani,
o in dolci curve lungo le festive
chine delle prodaie… Le foglie
dei ragnati pioppi senza un brivido
ammassati in silenziose folle
in fondo ai deserti campi di medica;
le foglie degli umili alni, lungo le zolle
spente dove le ardenti pianticine lievita
il frumento con tremolii già lieti;
le foglie della dolcetta che copre tiepida
l’argine sugli arazzi d’oro dei vigneti.
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