Il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa Città Conza della Campania giunge alla sua quinta edizione. Armando Saveriano, presidente dell’associazione Logopea e Davide Cuorvo, poeta e organizzatore del premio letterario spiegano il significato e il senso intrinseco della poesia del suo cambiamento oggi e di come si svolgerà il premio letterario.
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Frida Kahlo: le installazioni e gli ambienti di Casa Azul
Il percorso espositivo de Il Caos Dentro propone anche numerose e importanti installazioni che rendono più intenso l’incontro tra Frida Kahlo e il visitatore.
Tra queste, sicuramente di grande suggestione, le riproduzioni in scala reale dei tre principali ambienti della Casa Azul in cui Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón visse per quasi tutta la vita, anche da sposata: la camera da letto, lo studio, il giardino.
Fatta costruire in stile francese nel 1904 dal padre Guillermo Kahlo a Coyoacán, nel vecchio quartiere residenziale della periferia di Città del Messico, Casa Azul (Casa Blu) ha subìto diverse modifiche successive e oggi è un frequentatissimo museo che ospita opere di Frida, di Diego Rivera e di altri artisti come Paul Klee e Marcel Duchamp.
La camera da letto di Frida Kahlo fu a lungo anche il suo studio creativo. Costretta all’immobilità per un anno, a causa dei gravi problemi alla spina dorsale che la costrinsero molti interventi chirurgici, Frida in quel lungo periodo poté ritrarsi nei celebri autoritratti grazie ad uno specchio montato sulla parte superiore del letto a baldacchino. La stanza è riprodotta in ogni minimo dettaglio, completa degli arredi tipici della cultura messicana, di fotografie e libri, di oggetti e quadri, finanche delle stampelle che Frida era costretta a usare.
Dotata di una grande forza di animo, Frida Kahlo riuscì a trasformare la malattia in una opportunità.
Rivelò all’amica e critica d’arte Raquel Tibol:
Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio. Dato che avrei dovuto rimanere sdraiata con un corsetto di gesso, che andava dalla clavicola al bacino, mia madre è riuscita a preparare un dispositivo molto divertente per me, da cui pendeva la struttura in legno, che mi serviva per sostenere le carte. Fu lei a pensare di coprire il mio letto in stile rinascimentale. Ci mise sopra una tettoia e mise su tutto il soffitto uno specchio, dove potevo vedermi e usare la mia immagine come modello.
La stanza in cui nacquero i capolavori di Frida fu anche il luogo dell’addio, la notte del 13 luglio 1954, ufficialmente per le conseguenze di un’embolia polmonare.
Atelier di Frida. Tra gli ambienti di Casa Azul, l’atelier posto al secondo piano della grande dimora, è sicuramente tra i più rappresentativi della vita quotidiana e artistica di Frida. Anche questa ricostruzione offre una abbondanza di dettagli: lo scrittoio e la scrivania con tutte le boccette dei colori e i pennelli, il diario di Frida, la sedia rossa impagliata, la scatola con i gessetti colorati, la sedia a rotelle e il grande cavalletto con il dipinto della natura morta.
Il giardino. Dalle grandi finestre dell’atelier, lo sguardo si apre sul giardino lussureggiante e popolato da animali come pappagalli e scimmie, fatto costruire da Frida e Diego nel 1946 ad opera di Juan O’ Gorman. Muretti, aiuole, gradini, statuette di figure azteche si immergono nei colori del giallo, dell’arancio, del blu, per uno spettacolo di grande vivacità, mentre tra le pareti si scorge la teca blu a muro con gradini e statuette, su cui spicca l’iscrizione bianca Frida y Diego vivieron en esta casa 1929-1954.
Le installazioni multimediali dei murales messicani
La vita di Frida ruotò attorno a diversi punti fermi. I murales riprodotti nella mostra ne rappresentano senz’altro almeno due: la cultura popolare messicana e la figura centrale di Diego Rivera, noto muralista del tempo.
Insieme a David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco, Diego Rivera fu tra i massimi esponenti di questa corrente artistica che aveva un duplice scopo: decorativo e didattico, soprattutto destinato a esaltare ideare politici e le radici culturali del Paese, e a trasmettere alla popolazione, per lo più analfabeta, la storia del Messico.
Il Caos Dentro presenta una selezione di murales riprodotti in digitale e a grandezza naturale. I murales di Diego Rivera esposti a Palazzo Fondi raffigurano gli eventi politici del suo tempo: l’avvento del capitalismo e della tecnologia, persone dei ceti inferiori e l’avvento del comunismo visto con fiducia e speranza. Spesso la stessa Frida appare raffigurata nei murales del marito.
Tra i murales di Rivera selezionati per la mostra, campeggiano proiettati sulle pareti i ventisette pannelli murali che compongono il Detroit Industry Murals, il Pan American Unity di San Francisco dipinto nel 1940, e Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central realizzato a Città del Messico. Queste straordinarie testimonianze pittoriche sono presentate mediante proiezioni che ne mostrano la visione d’insieme e i dettagli salienti.
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Firework di Ruggero Ricci affronta la delicata tematica dell’overthinking
Con la sua vocalità inconfondibile, potente e al contempo intrisa di delicatissime nuance e cromie, Ruggero Ricci, reduce dal fortunatissimo debutto ad Una Voce per San Marino – che l’ha visto condividere il palco con ospiti del calibro di Roy Paci, Eiffel 65, Lorenzo Licitra, Deborah Iurato e Ronela Hajati -, torna in radio e nei digital store con “Firework” (Orangle Records/Universal Music Italia), il suo splendido ritratto voce ed anima sulla necessità di ammettere errori e paure per ricominciare ad amarsi e, di conseguenza, a vivere.
Scritto dalla penetrante e fulgida penna dello stesso artista romagnolo a quattro mani con Messya e avvolto dall’abbraccio sonoro minuziosamente cucito sull’emozionalità di strofe e ritornello dall’abilità di Riccardo Brizi (già per Aaron e molti altri), “Firework” è la perfetta commistione di contemporaneità e ricordi, il riuscito connubio tra un suggestivo testo d’autore bilingue ed un emblematico tappeto sonoro capace di coniugare l’elettronica ad una ballad malinconica, viscerale e sincera, che guida ed accompagna l’ascoltatore in un catartico e liberatorio viaggio introspettivo.
Il brano, presentato per la prima volta alle semifinali di “Una Voce per San Marino”, nasce dall’esigenza personale dell’artista di voler dar luce e voce alle difficoltà che la vita presenta lungo il percorso di ciascuno di noi sotto diverse forme. Lo scorrere del tempo, la sempre più crescente ansia scaturita dall’esigenza di dover piacere a tutti ad ogni costo, i ritmi frenetici che la società di oggi ci impone, sono solo alcuni dei molteplici fattori che, se perpetrati, possono condurre all’overthinking, destabilizzando contemporaneamente la nostra sfera emotiva, fisica e mentale.
Ed è proprio in un momento di sovraccarico e profondo squilibrio interiore che è nato il pezzo, con l’auspicio e l’intento di sensibilizzare il pubblico su una tematica ancora molto sottovalutata e spesso equiparata ad un banale ed ordinario “riflettere molto”, ma che ha, in realtà, non soltanto importanti conseguenze sul benessere complessivo dell’individuo, ma anche e soprattutto una genesi strettamente interconnessa al modo in cui viviamo, o, per meglio dire, al modo in cui riteniamo sia opportuno vivere per essere accettati e apprezzati da chi ci circonda.
Nell’incantevole e toccante susseguirsi dei violini di Mariella Papanaga e dei rullanti di Matteo Raimondo, Ruggero Ricci scava in se stesso per riscoprire il valore dell’autenticità e delle peculiarità individuali, decidendo – ed esortando tutti a noi a fare lo stesso – di riconoscere difetti e sbagli, accogliendo ed accettando il dolore per elaborarlo e trasformarlo in forza, connettendosi così alla parte più vera della sua natura.
Archi, chitarre, percussioni e pattern elettronici, vestono di sontuosa raffinatezza la sorprendente genuinità del testo, che trasforma l’opaca e vacua incertezza in una realtà concreta e tangibile, avvalendosi dall’abilità interpretativa di Ruggero che richiama l’esplosione dei fuochi d’artificio per travolgere orecchie e cuore con un’estensione vocale degna dei più grandi interpreti internazionali.
Dichiara Ruggero Ricci:
Sono molto legato a questo pezzo , perché evidenzia le fragilità dell’essere umano, ma al tempo stesso ne fa istantaneamente percepire la forza che è possibile trarne, se comprendiamo i nostri errori, i nostri limiti e li trasformiamo in trampolini di lancio verso la libertà, la libertà di essere noi stessi al 100%.
Spero dal profondo che questa mia lettera a cuore aperto in musica, possa servire ad aiutare altre persone che si sono ritrovate a superare, o che in questo momento stanno affrontando, un periodo simile a quello che ho vissuto io sulla mia pelle.
Con eleganza e delicatezza, “Firework” entra nell’anima sin dal primo ascolto, facendo riemergere ricordi assopiti attraverso un accurato patchwork di liriche ed elettronica; un viaggio la cui meta esula dalla semplice speranza e si allontana dal miraggio, mostrando istantaneamente il traguardo, quella felicità pura e totalizzante che è frutto esclusivo dell’accettazione delle nostre imperfezioni umane, con la vivida consapevolezza che il fallimento non rappresenta la fine, ma è parte integrante e formativa del background di vita di ciascuno di noi.
“Firework” è accompagnato dallo spettacolare videoclip ufficiale, presentato in anteprima nazionale su TGCOM24 e girato a San Marino sotto la direzione di R3tro, al secolo Andrea Colucci, che, come un vero e proprio corto, traspone in frame ed immagini la penetrante accezione del testo, anche grazie alla sensibilità performativa e artistica della ballerina pluri-blasonata Veronica Bagnolini.
Un brano intenso, che nell’abbagliante contrasto di luci ed ombre e nella sentita interpretazione di Ruggero Ricci, mostra uno spaccato di verità su una società di filtri e apparenze, stupendo l’ascoltatore e riconfermando la cifra stilistica versatile, l’attitudine ricercata e l’innegabile talento del suo autore, in un perfetto sodalizio tra il cantautorato più classico della struttura testuale e l’impeccabile intreccio sonoro che strizza l’occhio alle più moderne tendenze musicali internazionali.
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Bologna, un trionfo la tappa del Coca-Cola PizzaVillage@Home
Anche a Bologna, dopo le tappe di Palermo e Padova, il Coca-Cola PizzaVillage@Home raccoglie larghi consensi di pubblico. Nel capoluogo emiliano, così come nelle altre città del tour, l’evento ha registrato il sold-out, ma in Emilia-Romagna la soddisfazione maggiore giunge dal riconoscimento del governatore Stefano Bonaccini che ha ricevuto i pizzaioli napoletani ed ha gradito l’omaggio creativo della “pizza Bonaccini”.
Sole primaverile, temperature gradevoli e grande presenza di turisti, hanno favorito l’appuntamento emiliano che registra oltre 5.500 pizze consegnate. Ora il tour cede il passo al grande evento, in presenza, del Pizza Village Napoli (17-26 giugno), dal quale ha preso l’energia e il gusto. La manifestazione poi ripartirà, con la tappa conclusiva, a Milano ad inizio novembre (3-6) sempre con la formula vincente che trova nella sua unicità la possibilità di apprezzare contemporaneamente, sulla propria tavola, diverse pizze realizzate dai maestri pizzaioli che prepareranno i grandi classici della tradizione e proposte gourmet inedite, comodamente consegnate a casa grazie a Glovo, delivery partner dell’iniziativa.
A Bologna è proseguita la mission solidale della manifestazione con la donazione di 1.000 pizze a Banco Alimentare per aiutare chi si trova in difficoltà. Il Charity Partner, che lotta contro lo spreco alimentare, ha operato al fianco degli organizzatori ricevendo, a conclusione di tappa, le materie prime inutilizzate. A sostenere l’iniziativa anche Coca-Cola che, per ogni pizza venduta, ha donato un contributo a Banco Alimentare consentendo di distribuire alimenti alle persone in difficoltà pari a un pasto (corrispondente a 500 g. di alimenti) attraverso le strutture caritative convenzionate.
Per il secondo anno consecutivo Coca-Cola conferma la sua partecipazione, in qualità di title sponsor, dell’edizione 2022: pizza e Coca-Cola è il binomio perfetto, una combinazione che mette tutti d’accordo, ideale per trascorrere un momento con gli amici o con la famiglia all’insegna del divertimento e convivialità.
L’evento, ideato e prodotto da Oramata Grandi Eventi e AADV Entertainment, trova il prezioso sostegno anche di Mulino Caputo (founding partner) da sempre supporter del progetto PizzaVillage e fornitore di un prodotto apprezzatissimo da tutti i migliori professionisti al mondo. Official partner: Lurisia, Birrificio Angelo Poretti, Latteria Sorrentina, Ciao-Il Pomodoro di Napoli, Caffè Kenon, Ricola, Amaro Montenegro, Infinity+. Technical partner PizzaMaster, delivery partner in esclusiva, Glovo.
6 comments on Il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “Città Conza della Campania”
arriva alla sua V edizione
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